PERCHE' LE BANCHE ITALIANE FANNO GOLA ALLE STRANIERE

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DI MAURIZIO BLONDET

Già: perché, dato che molte delle nostre banche sono in stato di virtuale insolvenza?
Risponde, in una più che interessante inchiesta, il Financial Times (1). Le banche italiane pagano “i più bassi tassi d’interesse” ai risparmiatori, e gli italiani sono forti risparmiatori.
E questo è un punto a favore. Ma il più importante è un altro: all’estero, le banche hanno ormai indebitato le famiglie fino all’inverosimile, fino al fallimento. In Usa e in Gran Bretagna, i prestiti alle famiglie hanno raggiunto ormai l’80% del prodotto interno lordo; in Europa, il 47%.
In Italia, solo il 23%. La metà che in Germania, il 90% in meno che negli Usa.
Solo da noi dunque il mercato del debito al consumo ha ancora ampie possibilità d’espansione. Con prospettive di lucri enormi per le banche.
Ma di che si tratta in realtà?In Italia, spiega il Financial Times, quando una famiglia vuole una macchina nuova, “mette da parte i soldi per tre anni”, ossia risparmia (e rinuncia ad altri consumi). Inaudito, primitivo.
Nella civile America e nella civile Inghilterra, il consumatore non mette da parte nulla: s’indebita. Chiede i soldi alla banca per il “credito al consumo”, e lo ottiene prontamente. Naturalmente, la famiglia americana e inglese pagherà poi vita natural durante gli interessi, del 15-17%, alla felice banca creditrice. I ratei dei vari debiti contratti, più i grassi interessi, saranno risucchiati mese per mese, in modo automatico, dal conto corrente del capofamiglia, perennemente “scoperto”.
Questo è il tipo di civiltà finanziaria che le banche estere vogliono imporre agli italiani. Specie ai giovani. Potete permettervi a malapena una Punto, ma volete una Porsche? Niente paura, la banca vi soccorre. Potete chiedere un prestito, meglio ancora stipulare un contratto di leasing per soli 700-1000 euro mensili, interessi inclusi: un leasing è per sempre, non si estingue mai perché quando la Porsche sarà vecchia, il creditore vi consentirà di comprarne una nuova.
Con la Porsche volete una casa? Bene. Ma perché un bilocale, quando la banca vi consente di acquistare un attico? Giù un mutuo: altro rateo, 1000-2000 euro mensili.
Non vi resta più niente per mandare i figli a scuola? Ecco qui il “debito sull’onore”: la banca vi anticipa le spese per l’Università, e s’intende che il figlio, una volta laureato, comincerà a pagare il debito contratto con i primi stipendi – e tutti gli stipendi dei suoi prossimi 30 anni di vita lavorativa.
A questo punto, cominciate a temere che – essendo il vostro salario completamente prosciugato ogni mese dai debiti – rischiate di morire di fame. Ma no, via. Ecco qui la carta di credito per fare la spesa. Prosciutto, uova, anche caviale e champagne. Consumate oggi e pagate domani, in comode rate; naturalmente con interessi a vostro carico del 18-22 per cento.

Non stiamo esagerando. Precisamente così vivono inglesi e americani. Al di sopra dei loro mezzi, e a credito; legati alla catena d’acciaio di interessi crescenti e debiti impagabili, eterni. Ogni americano, anche ricco, ha in corso, in qualunque momento della vita, qualche gigantesco debito (gigantesco in proporzione al suo reddito) che sta pagando; ogni americano, anche ricco, ha il conto corrente in rosso, e sta pagando interessi sullo scoperto.

Questa condizione generale ha, fra l’altro, un vantaggio – per il sistema creditizio, e per chi detiene il potere – che viene enunciato di rado, ma è decisivo: chi è indebitato perennemente, chi non ha risparmi, non si ribella mai. Sul posto di lavoro non parla di politica, né si iscrive ai sindacati, né crea grane al padrone: abbassa la testa, obbedisce senza discutere e accetta di fare gli straordinari, perché deve “servire” il debito che ha contratto per la Porsche e la casa che non poteva permettersi.
La “democrazia” occidentale funziona egregiamente in Usa e Gran Bretagna appunto per questo: perché i cittadini sono servi del debito, incatenati ad esso per tutta la vita, e non possono permettersi una protesta, né un’idea politica, e men che meno di iscriversi a un’organizzazione politica o sindacale.
E’ questo che le banche estere vogliono imporre anche agli italiani.
Non più, magari, ai vecchi, incalliti risparmiatori; ma ci sono i giovani, affamati di telefonini con video, di mp3 a colori, di orribili scarpe Reebock, insomma di tutta la costosa gadgetteria elettronica e le carabattole di moda pubblicizzate dal luna park globale. Loro sì possono essere convinti: indebitatevi, godetevi la vita.

Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
13.04.05

Note
Michaels, “New allure: why foreign banks are battling for italian assets”, Financial Times, 12 aprile 2005.

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