PERCHE' LA RUSSIA NON PUO' PERDERE LA BATTAGLIA DI ALEPPO

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DI PEPE ESCOBAR

rt.com

Ancora una volta, qualunque cosa il futuro abbia in serbo per la Siria sul fronte politico e militare, molto dipenderà dall’esito della Battaglia di Aleppo. La città e i suoi dintorni, con l’arrivo dei rifugiati dall’interno, stanno probabilmente ospitando quasi tre milioni di persone.

Sempre Aleppo.

Ecco in breve cosa sta accadendo sul posto. La zona occidentale di Aleppo è controllata da Damasco attraverso l’Esercito Arabo Siriano (SAA).

Alcune zone settentrionali sono sotto il controllo dei Curdi del PYD (che in verità sono molto più impegnati a combattere ISIS/ISIL/Daesh che Damasco). Il PYD è anche considerato dall’Amministrazione Obama e dal Pentagono un alleato obbiettivo, cosa che suscita il disprezzo del ‘Sultano’ Turco Erdogan.

Aleppo orientale è la zona chiave, controllata dal cosiddetto Esercito di Conquista, che comprende Jabhat al-Nusra, ovvero Al-Qaeda in Siria, e i Salafiti di Ahrar al-Sham. Le rimanenti aree orientali di Aleppo sono controllate da ‘ciò che resta’ (termine coniato da Rumsfeld in persona) dell’Esercito Siriano Libero (FSA), che si è rifiutato di collaborare con l’Esercito di Conquista.

Tutti questi, Washington li definisce “ribelli moderati”.

L’ultimo sviluppo importante sul campo di battaglia di Aleppo è che l’Esercito Arabo Siriano – con il sostegno russo – ha ucciso il leader di Jabhat al-Nusra Abu Suleiman al-Masri, alias Mahmud Maghwari, un Egiziano presente nella ‘lista nera’ da lunghissimo tempo.

Inoltre, centinaia e centinaia di combattenti iracheni shiiti, sotto la supervisione del comandante superstar delle Forze Iraniane Quds, Qasem Soleimani, sono stati trasferiti da Latakia ad Aleppo.

E sta arrivando anche un battaglione corazzato di circa 3000 Hezbollah belli tosti.

Quella che si sta delineando è una sorta di offensiva meridionale. Tutte queste forze non solo convergeranno su Aleppo, ma, in un secondo momento, dovranno spianare la strada fino al confine Turco-Siriano, che ora è di fatto una no-fly-zone controllata dalla Russia.

L’obiettivo primario è quello di tagliare le linee di rifornimento per tutti i Salafi-Jihad presenti in campo – dai “ribelli moderati” fino a ISIS / ISIL / Daesh. Questo è il senso dell’insistenza di Mosca nel combattere ogni forma possibile di terrore. Non importa che ISIS / ISIL / Daesh non sia il giocatore primario sulla scena di Aleppo.

A tutti gli effetti, l’intera campagna in Siria è ora sotto la gestione operativa, tattica e strategica della Russia – ovviamente con l’importante input strategico da parte dell’Iran. La coalizione RussiaSiria-Iran-Iraq-Hezbollah in Siria – collegata anche al centro d’intelligence di Baghdad “4+1” – ha delle forti probabilità di vincere la prossima battaglia di Aleppo se saranno soddisfatte tre condizioni:

1) Copertura aerea russa in coordinamento con intelligence di terra in tutte le operazioni (ed è un dato di fatto); 2) Il sostegno popolare (anche questo un dato di fatto: la popolazione urbana sunnita di Aleppo, per lo più uomini d’affari, sostengono Damasco); 3) Almeno 15.000 unità di truppe di terra esperte (in arrivo, considerando il previsto contributo da Iraq ed Hezbollah).

Com’era prevedibile, c’è un’altra coalizione che non è esattamente soddisfatta per il modo in cui si preannuncia lo scontro.

La principale centrale di alimentazione elettrica di Aleppo, situata 25 chilometri ad est della città, per il momento è controllata da ISIS/ISIL/Daesh. Per quanto assurdo possa sembrare – e tutta la tragedia Siriana lo è – esiste un accordo informale tra Damasco e il falso “Califfato”: ai criminali va il 60% dell’elettricità, al Governo il restante 40%. Dopo tutto, anche i decapitatori hanno bisogno di elettricità, in un modo o nell’altro.

Quindi, in che modo ha contribuito la “Coalizione dei viscidi opportunisti” – che comprende Turchia, Arabia Saudita e Qatar con appoggio statunitense – alla lotta contro ISIS/ISIL/Daesh? Dunque, hanno bombardato la centrale elettrica di Aleppo poco più di una settimana fa. Che equivale a bombardare le infrastrutture civili della Siria – un crimine palesemente in stile 2003-‘colpisci e terrorizza’ – facendo vittime per lo più tra la popolazione siriana, così tanto cara all’ “Eccezionalistan”.

Quello che succederà sul campo di battaglia dentro e intorno ad Aleppo nelle prossime settimane sarà determinante nella definizione del fronte diplomatico. A quanto pare, Bashar al-Assad ha ricevuto il messaggio di Mosca. E’ pronto a discutere emendamenti alla Costituzione e a indire le elezioni parlamentari e presidenziali. Ma prima i “4 + 1” hanno bisogno di un fatto importante sul campo di battaglia.

Anche il Segretario di Stato John Kerry, dopo aver parlato con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha cambiato musica; qualsiasi soluzione politica implicherà il coinvolgimento diretto da parte di Damasco e dell’ “opposizione patriottica”.

I “patrioti” dell’FSA ancora non hanno recepito il messaggio. Lavrov ha esplicitamente impegnato Mosca ad aiutarli – anche dopo che si sono riforniti di armi via Turchia e Giordania per combattere Damasco – finchè continueranno a combattere contro ISIS / ISIL / Daesh. Com’era prevedibile, i “ribelli/patrioti moderati” FSA hanno disdegnato l’offerta di Lavrov.

Altra assurdità diplomatica è l’assenza dell’Iran al tavolo dei negoziati – causata dall’acuta paranoia della Casa di Saud. I generali e i consigliere iraniani sono una componente chiave delle operazioni di terra, analizzando l’intelligence di terra e l’intero quadro strategico in Siria.

Invece, dopo l’incontro tra Kerry e Re Salman in Arabia Saudita, Washington e Riyadh ancora insistono per un maggiore sostegno per questi invisibili “ribelli moderati“. Il Dipartimento di Stato, stranamente questa volta, non ha specificato il significato di “sostegno”. Ma vedrete che significherà più addestramento CIA e più missili anticarro TOW, che difficilmente finiranno con il colpire obiettivi ISIS/ISIL/Daesh.

La danza diplomatica continuerà per tutta la settimana. Giusto in tempo, prima che scoppi la decisiva Battaglia di Aleppo.

Pepe Escobar è il corrispondente itinerante per Asia Times/Hong Kong, analista per RT e TomDispatch; scrive regolarmente su diversi siti internet e prende parte a programmi radiofonici dagli Stati Uniti all’Asia Orientale. Originario del Brasile, corrispondente estero dal 1985, ha vissuto a Londra, Parigi, Milano, Los Angeles, Washington, Bangkok e Hong Kong.

Fonte: www.rt.com

Link: https://www.rt.com/op-edge/319736-battle-aleppo-syria-russia/

26.10.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

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