DI PEPE ESCOBAR
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Una donna entra in una stanza… è così che iniziano molte barzellette. Nel nostro caso, l’autoproclamatasi regina del Nulandistan Victoria “si fotta l’EU” Nuland sta entrando in una stanza a Mosca per parlare con i viceministri degli esteri Sergei Ryabkov e Grigory Karasin.
Uno scherzo? No, è successo sul serio. Ma perchè?
Cominciamo con le reazioni ufficiali. Karasin ha definito l’incontro “proficuo”, mentre sosteneva che Mosca non approva che Washington faccia parte delle negoziazioni sull’Ucraina in stile Normandia (Russia, Germania, Francia e Ucraina). Non dopo l’inarrestabile demonizzazione non solo del Cremlino, ma anche dell’intera Russia a partire dal colpo di stato di MAidan.
Ryabkov, dal canto suo, ha reso noto che lo stato attuale delle relazioni USA-Russia resta al vetriolo.
È fondamentale ricordare che la regina del Nulandistan si è recata a Mosca solo dopo aver incontrato il vassallo DOC di Washington, il presidente Poroshenko, e il suo, raccolto a mano, primo ministro “Yats”, il tutto prima di accompagnare il Segretario di Stato Kerry nel viaggio con tutti i paramenti del Dipartimento di Stato a Sochi il 12 maggio.
L’accordo Minsk-2 – il risultato delle negoziazioni “normanne” – ha coinvolto direttamente Berlino e Parigi, che in ultima istanza hanno visto chiaramente la realpolitik e sono state costrette a dissentire dall’approccio monomaniaco antagonista di Washington.
All’interno dell’UE, resta il caos sulla motivazione principale delle sanzioni. Le Repubbliche Baltiche e la Polonia piagnucolano “Stanno arrivando i Russi!” seguendo la linea dell’isteria da Guerra Fredda 2.0, mentre gli adulti a Bruxelles sono rappresentati da Italia, Grecia, Spagna ed Ungheria.
Quindi Germania e Francia sono già in grossi guai a cercare di mantenere ordine nel soqquadro di casa UE. Al contempo l’ignoranza di Parigi e Berlino e il tirarsi indietro dell’amministrazione “Non facciamo cose stupide” di Obama ammorbidiranno Mosca per abbandonare le sue ferme linee rosse
Guardate le linee rosse
È fondamentale notare come la Crimea sia stata tolta dal piatto, è un fatto compiuto. Però ci sono quegli “addestratori militari” statunitensi che sono stati schierati nell’Ucraina occidentale solo per una “missione di sei mesi” (appunto storico: così è iniziata la guerra del Vietnam). Per Mosca, l’estensione di questa “missione” è una linea rossa.
C’è poi la linea rossa definitiva: l’espansione della NATO, che prosegue senza sosta nelle Repubbliche Baltiche, in Polonia, Romania e Bulgaria. Non si fermerà, fa parte dell’ossessione della NATO di creare una nuova cortina di ferro dal Baltico al Mar Nero.
Quindi, oltre a tutti i discorsi, il passo successivo è star a vedere se l’amministrazione Obama si asterrà dall’armare Kiev.
L’Ucraina in sintesi è ridotta ad uno stato fallito altamente indebitato trasformato in una colonia del FMI. L’UE non lo vuole – anche se la NATO sì. Per Mosca, l’ – agghiacciante – spettacolo sarà finito solo quando l’Ucraina, con o senza le Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk, sarà neutrale e non parte di una minaccia strategica della NATO.
Ho analizzato qui la possibilità che il cambio strategico dell’amministrazione Obama verso il dialogo piuttosto degli insulti/minacce possa significare che i veri Padroni dell’Universo abbiano infine capito che il Nuovo Ordine Mondiale della Seta è destinato a lasciarseli alle spalle.
Il Presidente Putin sapeva di star andando incontro ad un massiccio confronto con gli USA dopo lo smantellamento della Yugoslavia, l’avventura georgiana e l’espansione senza sosta della NATO, che ha violato tutte le false promesse fatte a Gorbachev.
La differenza è che ora – e il Pentagono lo sa – Mosca ha un arsenale di almeno 10.000 armi nucleari tattiche. Nell’eventualità – apocalittica – di una guerra tra Russia e NATO, il sogno erotico di molti neocon statunitensi, quelle armi nucleari tattiche distruggerebbero ogni aeroporto civile e militare di ogni paese membro della NATO in venti minuti. Non rimarrebbe nessun aeroporto per operazioni aeronautiche congiunte.
Poi c’è il sistema difensivo missilistico S-500, che può proteggere la Russia contro ogni forma di ritorsione missilistica da parte di USA/NATO. Nessuna arma offensiva degli Stati Uniti, tra cui i bombardieri Stealth, potrebbe oltrepassare l’intrico dell’S-500 e il Pentagono lo sa molto bene.
Strategia? Quale strategia?
La strategia sullo stile del Dottor Zbig “Grande scacchiera” Brzezinsky è sempre stata di attirare la Russia in Ucraina per farla finire in un nuovo Afghanistan, con la conseguenza di un collasso dell’economia russa e il grande risultato per l’occidente di prendere il controllo della ricchezza russa in petrolio e gas naturale e di conseguenza dell’Asia Centrale. Gli Ucraini sarebbero usati come carne da macello, come gli Afghani a partire dalla jihad arabo-afghana degli anni ’80.
L’amministrazione Obama ha già calcato troppo la mano e la realpolitik ora le sbatte in faccia lo stringersi della partnership strategica tra Russia e Cina in tutto il territorio dell’Eurasia: l’Eurasia vista in prospettiva come un enorme emporio commerciale che si estende da Berlino a Pechino, o da Shanghai a Sanpietroburgo e ancora più in là fino a Rotterdam e Duisburg.
Senza l’ossessione per l’eccezionalità di alcune fazioni chiave della Beltway, nessuno degli elementi della Guerra Fredda 2.0 sarebbe in gioco, dato che la Russia sarebbe un alleato naturale degli USA sotto molti punti di vista. Ciò palesa lo stato del “pensiero strategico” dell’attuale amministrazione USA.
Mosca, tuttavia, non sarà presa alla sprovvista dall’attuale e malamente camuffata ovvensiva dolce, perchè l’intelligence russa sa che questa potrebbe nascondere una tattica in stile “Grande scacchiera” di fare due passi indietro per riordinare le truppe prima della grande offensiva.
Per di più, nulla è realmente cambiato se non che l’originale, dissuasiva dottrina della Guerra Fredda del MDA – Mutua Distruzione Assicurata – è fuori discussione.
Gli USA detengono ancora la capacità di un PGS [Prompt Global Strike, attacco globale immediato , NdT] L’Ucraina è solo un dettaglio. La vera svolta si verificherà prima che chiunque possa immaginarselo ed è per questo che i Padroni dell’Universo – attraverso i loro emissari – sentono il bisogno di discutere.
Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article41919.htm
19.05.2015
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO