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DI ERNEST PARTRIDGE

La Bibbia è l’infallibile … parola del Dio vivente. È assolutamente perfetta, senza errori in tutto quello che riguarda il credere ed il praticare, così come in settori quali
geografia, scienza, storia, etc — Jerry Falwell

L’ organizzazione Gallup rende noto che il 35% degli Americani crede alla Bibbia come all’ “infallibile parola di Dio”, mentre un altro 48% crede che sia la parola
“ispirata” di Dio, ma nondimeno “infallibile” anche se alcune parti vengono interpretate simbolicamente piuttosto che letteralmente. Similmente, il Barna Group riferisce
che il 61% degli Americani crede che “la Bibbia è assolutamente esatta in tutti i suoi insegnamenti” (altre dichiarazioni dell’ “infallibilità” Biblica qui, qui e qui). La gran parte del mondo industrializzato sarebbe sorpreso, sconcertato ed atterrito dopo aver letto tali statistiche, specialmente considerando che gli Stati Uniti sono stati
a lungo i primi al mondo nella ricerca scientifica e nello sviluppo tecnologico. A causa di questa leadership, le Università Americane e le istituzioni di ricerca sono state dei
magneti, attirando eccezionali scienziati, ingegneri e studenti da tutto il mondo, molti dei quali sono rimasti ad aumentare ulteriormente il vigore scientifico e tecnologico
degli Stati Uniti. Siamo stati primi i tutto il mondo quanto a Premi Nobel, in volume di pubblicazioni scentifiche, ed abbiamo esportato le nostre tecnologie per tutto il
mondo civilizzato.

Non c’è garanzia che questa superiorità continui.

In precedenza, la società America è stata, in un certo senso, schizoide. Colte elite, con il supporto di illuminati interessi commerciali e sovvenzioni governative, hanno
prosperato in cima ad una cultura di massa sospettosa e disinteressata ad intellettuali “teste d’uovo”, ostinatamente ancorati alla tradizionale “religione vecchio stile”. E con
tutto ciò, l’ intera economia nazionale ha beneficiato enormemente dalla ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e la sua applicazione, e l’istruzione superiore pubblica,
agevolando le opportunità, per giovani dotati ed intraprendenti con mezzi modesti, di entrare nell’elite — una Jeffersoniana “Aristocrazia naturale di talento e virtù”.

Ma ora quest’ordine è stato rovesciato dalla destra retrograda. Ci sono riusciti con il sostegno di una fazione del fondamentalismo religioso, che è ostile alla scienza ed
alle sue domande, e subisce un’ influenza senza precedenti nella linea di condotta pubblica.

Di conseguenza, la leadership America in scienza e tecnologia potrebbe essere in pericolo, ora che la teoria dell’evoluzione è messa in discussione nelle scuole pubbliche,
visto che i (cosiddetti) studenti “conservatori” nelle nostre università sono incoraggiati dalle preferenze di Lynn Cheney e David Horowitz ad osteggiare i professori
“liberal”, così come la ricerca biomedica è smorzata mediante tagli per via degli scrupoli riguardo le cellule staminali, e così vengono pesantemente ridotti i fondi di ricerca
per enti quali la Fondazione Nazionale per la Scienza, l’accademia Nazionale delle Scienze, l’Agenzia per la Protezione Ambientale, e di altre agenzie scientifiche
federali.

Qui la posta in gioco è alta. Ed ancora scienziati, studenti laici, e perfino chiese liberali moderate, sono stati riluttanti a competere con i fondamentalisti, sostenendo che
queste opinioni pre-moderne dovrebbero essere “rispettate” come “riservate” e “personali”. Sfortunatamente, dal canto loro, i fondamentalisti non hanno mostrato tolleranza
e reciproco rispetto per visioni contrarie a teologia, testi sacri, o alle basi della moralità.

I fondamentalisti prendono molto seriamente la questione dell’infallibilità Biblica. Come recita uno dei loro principali portavoce, il Reverendo Jerry Falwell, se i
Cristiani sono “capaci di dire ad alta voce che la Bibbia non è l’esatta parola di Dio — che la sua ispirazione in realtà non è differente da quella del Bhagavad-Gita o dal
Walden di Thoureau o dalle poesie di Angelou Maya — allora un buon numero di idoli conservatori e fondamentalisti iniziano a vacillare”.

In questo caso, sono totalmente d’accordo con il buon reverendo: invalida l’ “infallibilità”, e questi “idoli” diventano vulnerabili. Che poi è precisamente il motivo per cui
propongo di criticare e confutare la dottrina dell’infallibilità della Bibbia. Una volta che questo è compiuto, il progressista sarà meglio armato per far capitolare questi idoli
conservatori e fondamentalisti.

In questa analisi, propongo un approccio insolito: permetteteci di assumere che il Signore Dio, Creatore e Sovrano del grande universo, dettò delle verità eterne agli
autori originali dei 66 libri della Sacra Bibbia. Come filosofo laico, non credo a questa insensatezza per un solo istante. Ma anche se ammettessimo come ipotesi tutto
questo, nondimeno direi che la Bibbia, che è oggi nelle nostre mani, semplicemente non può essere “infallibile”.

Innanzitutto, quando i fondamentalisti affermano che la Bibbia è “infallibile” — letteralmente dalla prima all’ultima pagina — di quale Bibbia stanno parlando? Se si
riferiscono alle traduzioni Inglesi, non c’è motivo di tornare indietro ai testi originali in Ebreo, Aramaico e Greco, per tirare fuori il “significato originale”. La verità di Dio è
davanti a noi in semplice Inglese. Ma per credere a questo, dobbiamo anche credere che il Signore Dio ha guidato le mani degli studiosi di Re Giacomo, attraverso ogni
parola. O se non questi studiosi, allora ha guidato chi a prodotto una traduzione “privilegiata” della Bibbia in Inglese.

Ma quale traduzione? Se Dio non ce lo vuole dire, allora del grado in cui queste numerose Bibbie differiscono tra loro, di quel grado saranno soggette ad errore.

Comunque, visto che nessuno afferma che i traduttori in inglese della Bibbia, che abbiamo ora nelle nostre mani, fossero elevati allo stato di sacri profeti, guardiamo alle
fonti, alle parole “originali” ed ai loro significati. Ma ancora, quali fonti ?

Le cose peggiorano. Nessuno comprende a pieno le lingue antiche. I migliori esperti del significato dell’Ebraico antico, dell’ Aramaico o di Greco e Latino classico,
furono quelli che parlavano e scrivevano in queste lingue — e sono tutti morti, ovviamente. (Riguardo questo argomento, i linguaggi naturali “vivi” sono intrinsecamente
vaghi ed ambigui per un certo grado — ma questo è il soggetto di un altro saggio).

Così i moderni studiosi fanno del loro meglio leggendo testi antichi poiché cercano di “entrare nelle menti” di chi li scrisse. E, naturalmente, questi studiosi sono in
disaccordo tra loro — persino se uno o un altro di loro nutre la presunzione colossale di star leggendo, e capendo, l’ “infallibile parola di Dio”.

Dunque chi dirà quale di questi personaggi ha realmente padronanza delle “parole di Dio”? È possibile che nessuno di loro abbia questo controllo?

Alcuni fondamentalisti sfuggono dal problema della traduzione asserendo che, mentre i testi originali, i manoscritti autografati, erano senza errori, “molte inesattezze si
sono insinuate nella versione tradotta”. (Swaggert, Straight Answers to Tough Questions, p. 8). L’ ottavo “Articolo della Fede” dei Mormoni concorda: “Noi crediamo che la
bibbia è la parola di Dio fino al punto di essere tradotta correttamente…” Questa è presumibilmente la posizione assunta dalla maggior parte dei Cristiani che credono che la
Bibbia sia veramente “Sacra”.

Il problema è che la frase “tradotto correttamente” inganna. Come si determina se una traduzione sia “corretta” o meno? Sulla questione, Dio tace. Così, quando il
predicatore agita la sua Bibbia e dice “questa è la parola di Dio!” (dando per scontato, ovviamente, che è tradotta correttamente, cosa che noi non possiamo dare per certo)
non può pretendere di parlare della verità “infallibile” di Dio.

Si arriva a questo: se non c’è una maniera “infallibile” per determinare quale traduzione o interpretazione del testo è l’ originale, “infallibile” Sacra Verità della Bibbia,
dunque non esiste una Biblica verità “infallibile”. Una volta aggiunta la qualifica, “fino al punto di essere tradotta correttamente”, hai gettato la spugna.

Alcuni logici lo chiamano “problema del collo di bottiglia”, che potrebbe anche avere l’appellativo di “problema dell’anello più debole della catena”.

Ecco un altro esempio. Secondo la dottrina Cattolica, il Papa dice “l’ infallibile verità” quando parla “ex cathedra” — dalla sua “posizione” — in materia di fede e
morale.

Supponiamo che lo faccia. (Ovviamente non lo credo, ma ipotizziamolo). Ma sappiamo forse, senza possibilità di errore, quando il Papa sta parlando infallibilmente (ex
cathedra)? Se la risposta è no, allora nulla di quello che dice il Papa è infallibile. Il criterio “passibile di errore” ex cathedra è l’anello debole della catena.

Per tornare alla nostra originale benché estrema premessa, supponiamo che quando il Pentateuco (i primi cinque libri) fu scritto (presumibilmente in Mesopotamia
durante l’ esilio dei giudei in Babilonia nel sesto secolo avanti Cristo) Il Signore Dio Stesso era nella sala dettando l’infallibile Sacra Verità agli scriba. Lo fece in una lingua
per metà dimenticata ai giorni nostri, e su di un manoscritto che è stato perduto per molto tempo. La “catena della custodia” — copie di copie, traduzioni di traduzioni — è
lunga e piena di innumerevoli “anelli deboli”. La situazione è la stessa con i testi del Nuovo Testamento.

Visto che gli “anelli deboli” in questa “catena della custodia” sono fallibili (“passibili di errore”), lo è anche il testo a noi pervenuto, e che abbiamo tuttora — non importa
quanto fosse perfetto ed “infallibilmente” vero fosse il messaggio originale.

Riassumendo: anche se supponiamo che i “manoscritti” originali dei libri della Bibbia fossero al 100% la “Parola di Dio” certificata e priva di errori, la Bibbia che
abbiamo oggi e che leggiamo dev’essere necessariamente “passibile di errori” — contenendo messaggi e significati non voluti dagli autori originali.

Di fatto, personalmente non sono convinto dalla dottrina dell’infallibilità originale. Secondo la mia prospettiva laica, gli sconosciuti autori dei libri della Bibbia scrissero
nella lingua e nel riflesso della cultura della loro epoca — un dato che è chiaramente indicato da uno scrupoloso esame dei testi a noi pervenuti. Era un’ epoca pre-scientifica
e di cultura tribale. Di conseguenza la Bibbia non ha alcun valore scientifico e, nei primi testi, è spesso moralmente atroce. Tuttavia, alla fine del Vecchio Testamento (i
cosiddetti “profeti minori”) e senza dubbio nei quattro vangeli del Nuovo Testamento, troviamo degli ispirati insegnamenti morali.

Se ci liberiamo dal dogma che ogni singola parola della Bibbia venga direttamente dalla bocca di Dio, non ci sentiremo più obbligati a giustificare i genocidi
rappresentati nei primi libri del Vecchio Testamento, e saremo ancora più scandalizzati dai genocidi che accadono tuttora. Possiamo accettare le dimostrazioni delle scienze
senza essere distratti da miti antichi. Senza più pretendere di essere in possesso della verità eterna, possiamo aprire le nostre menti a nuove idee ed essere tolleranti verso
altre fedi — o perfino verso chi non ha fede alcuna. Liberi da queste fantasie, come ad esempio “la beatitudine”, possiamo agire con chiara determinazione per risanare
l’ambiente della terra, e costruire una società ed un mondo giusto e compassionevole. La dottrina dell’ “infallibilità” è un sostegno ed una limitazione, e per il bene della
nostra crescita intellettuale, il nostro benessere morale e la tranquillità domestica, ce ne dovremmo chiaramente sbarazzare. (Leggere il mio “One Nation, Under God, Divisible).

Detto questo, possiamo comunque riconoscere che la Bibbia è una preziosa eredità del passato, da cui possiamo imparare molto — se la leggiamo criticamente, tenendo
conto della conoscenza e della cultura accumulate nel corso di svariati secoli, da quando è stata scritta.

Ma questa è solo la mia opinione — un’opinione, mi viene detto, che mi ha fatto guadagnare un’eternità di dannazione

Il Dr. Ernest Partridge, co-editore di The Crisis Papers, è filosofo
con specializzazione in filosofia morale (etica) ed etica ambientale. Ha insegnato in svariati campus dell’Università della California ed all’Università del Colorado. Partridge
ha pubblicato oltre sessanta articoli su riviste scientifiche, ed è l’ editore di “Responsibilities to Future Generations” (Prometheus, 1981). Più recentemente ha contribuito a
siti progressisti con numerosi articoli. È l’editore e l’unico scrittore del sito: The
Online Gadfly
. Vive tra le montagne di San Bernardino, ad est di Los Angeles.

Data: 23 novembre 2005, 21:14

Fonte: Online Journal

Link:

Traduzione di REVENANT per www.comedonchisciotte.org

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