DI JOSEPH HALEVI
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Fine anno alcune osservazioni
1) Europa. Togliersi dalla testa che riprese keynesiane e relative politiche siano possibili. Lo sono sempre di meno e la prospettiva e’ che lo saranno sempre meno. I blocchi di potere non lo permettono e questo ne elimina la fattibilita’ e la stessa attualita’.
(2) La bolla rappresentata dalla crescita cinese si sta sgonfiando e non e’ controbilanciata dalla ripresa della crescita in India. Ne consegue che il sistema delle materie prime e’ entrato in profonda deflazione dei prezzi. Sara’ un fenomeno di lunga durata. Cio’ implica due cose: (a) una crescente incertezza in tutti i mercati finanziari legati alle materie prime (e sono molto ampi considerando i derivati) e (b) la reimmersione dei paesi emergenti. Il fenomeno e’ gia’ molto pronunciato in America Latina, soprattutto in Brasile e Argentina. Lo e’ meno in Africa perche’ nel continente continua l’intensa espansione cinese nel settore delle risorse sia minerarie che agricole. Tuttavia il Sud Africa, la piu’ grande economia del continente, e’ soggetto allo stesso processo in atto in America Latina. L’implicazione maggiore di (b) riguarda le esportazioni dell’UE verso gli emergenti, soprattutto le esportazioni tedesche. Esse vengono colpite ed il danno si somma a quello causato dalla crisi russa. Poi postero’ alcuni dati grezzi, che considero piu’ affidabili di quelli prodotti da stime econometriche. La maggiore implicazione di (a) consiste nel fatto che i mercati finanziari collegati alle materie prime non sono a se stanti. Sono un tutt’uno col resto dei “mercati”. Ne consegue che (a) + (b) spiegano, almeno in gran parte, perche’ le societa’ finanziarie e di rating – e quindi le borse – non danno una valutazione positiva alla caduta dei prezzi delle materie prime e del petrolio. Invece di considerare la caduta dei detti prezzi come una cosa positiva per i consumi (benzina meno cara = maggiori consumi di mezzi di trasporto, gasolio meno caro = costi di produzione minori, ecc), la considerano come un ulteriore aggravamento del quadro deflazionistico generale.
(3) Conclusioni. Per l’Italia: Non si deve sperare in alcuna politica economica che non sia il prodotto di una riscossa di classe e di popolo. il problema e’ come crearla. Non lo so.Bisognerebbe creare una rete di quadri avulsi dalla politica di superficie.
Per il resto del mondo: una ripresa e’ possibile ma solo nel senso del Teorema Bellofiore-Summers. Questo e’ un fatto molto importante. Nel 2006 o 2007 Bellofiore formulo’ la nozione di endogenous financial keynesianism, cioe’ dell’indebitamento smisurato dei salariati e delle famiglie come volano principale della crescita e soprattutto dei profitti. Un anno o due anni fa Summers formulo’ la stessa idea affermando che l’unico modo per contrastare la stagnazione sempre piu’ marcata e’ di rilanciare la bolla dell’indebitamento. Aveva ragione nel senso che aveva colto che, come gia’ fece Bellofiore, il blocco di potere capitalistico, per quanto variegato possa apparire, e’ completamente lontano da politiche keynesiane. Ed e’ cio’ che e’ successo in America, per questo Elizabeth Warren, che e’ stata una nomina di punta di Obama, e’ in totale rottura con lui e lo sta accusando di essere uno strumento in mano agli interessi finanziari. Ma non e’ che Obama sia un venduto; e’ che questo e’ il meccanismo capitalistico attuale. Se la Warren fosse stata Presidente si sarebbe dovuta adeguare oppure andarsene.
Joseph Halevi
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17.12.2014