DI TYLER DURDEN
Zero Hedge
In un lungo, onesto e in qualche modo
tetro op-ed pubblicato sul New
York Review Of Books, George
Soros segue una traccia simile a quella percorsa dal nostro post
di ieri sulla crisi attuale e le similitudini con la crisi dei subprime
del 2007/8 negli Stati Uniti. Ha poi iniziato a parlare delle possibili
soluzioni e ha fatto tutto quello che i pagliacci keynesiani non sono
mai capaci di fare: pensare all’impensabile per poter ottenere una
soluzione sostenibile.
In solo quattro fasi, sottolinea come
l’impensabile sia possibile ma illustra essenzialmente (così come
tutti ben sappiamo) la natura germano-centrica di ogni decisione (e
il cambio di approccio che sarà necessario per intraprendere questo
percorso). Un tesoro centrale che possa tassare e prestare denaro
sotto un nuovo trattato sembra il punto di vista del giorno per il signor
Soros e, anche se potrebbe aver avuto il merito di aver avuto un’idea
“impensabile”, termina poi con la minaccia che si tratti dell’”unico
modo per impedire un possibile collasso finanziario e un’altra Grande
Depressione“.
L’inizio
La crisi dell’euro
è una diretta conseguenza del crash del 2008. Quando
è fallita Lehman Brothers, l’intero sistema finanziario ha iniziato
ad affondare e ha dovuto ricevere un sostegno per essere tenuto in vita
artificialmente. Ciò si è realizzato con la sostituzione del debito
pubblico detenuto dalle banche e di altri crediti che erano collassati.
Nel corso di una riunione memorabile dei ministri delle finanze europei
del novembre 2008, essi avevano garantito che non sarebbe stato consentito
il fallimento di altre istituzioni determinanti per gli equilibri del
sistema finanziario, e il loro esempio era stato seguito dagli Stati
Uniti.
Angela Merkel ha
poi dichiarato che le garanzie dovevano essere fornite individualmente
da ciascun stato europeo, non dall’Unione Europea o dall’eurozona
nella sua interezza. Ciò ha gettato i semi della crisi dell’euro
perché ha rivelato e attivato una debolezza nascosta nella costruzione
dell’euro: la mancanza di un tesoro comune. La crisi
è scoppiata poco più di un anno dopo, nel 2010.
L’attualità
I premi sul rischio
che devono essere sottoscritti per acquistare le obbligazioni governative
sono aumentati, le quotazioni delle azioni sono precipitate, guidate
da quelle bancarie, e di recente anche l’euro
è sfondato in terreno negativo. La volatilità
dei mercati ricorda il collasso del 2008.
Sfortunatamente la possibilità
delle autorità finanziarie di prendere le misure necessarie per
contenere la crisi si sono severamente ristrette a causa delle recenti
decisioni della Corte Costituzionale tedesca. Sembra che le
autorità abbiano raggiunto la fine del tappeto con le loro politiche
per nasconderci sotto lo sporco. ”Anche se si potrà
evitare la catastrofe, una cosa è
certa: le pressioni per ridurre i deficit spingeranno l’eurozona in
una recessione prolungata. Tutto ciò
avrà conseguenze politiche incalcolabili. La crisi dell’euro potrebbe
mettere in pericolo la coesione politica dell’Unione Europea.
Non c’è via di
fuga da questo scenario deprimente
fino a che le autorità persisteranno nelle politiche attuali. Potrebbero,
comunque, cambiare strada. Potrebbero riconoscere che hanno raggiunto
la fine del percorso e prendere un approccio radicalmente differente.
Invece di essere d’accordo nel non vedere una soluzione e nel
cercare di guadagnare tempo, potrebbero prima cercare una soluzione
e poi trovare una strada per arrivarci.
L’impensabile (e solo quattro
fasi)
Per risolvere una crisi
in cui l’impossibile diventa possibile,
è necessario pensare l’impensabile. Per iniziare,
è imperativo prepararsi per la possibilità
di un default e la defezione dall’eurozona per Grecia, Portogallo
e, forse, Irlanda. Per impedire un collasso finanziario, dovranno
essere intraprese misure in quattro fasi.
Primo, i
depositi bancari dovranno essere protetti. Se verrà perso un euro depositato
in una banca greca, un euro depositato in una banca italiana varrà
per questo meno di uno presente in una banca tedesca o olandese e ci
sarà la corsa gli sportelli delle banche degli altri paesi in deficit.
Secondo,
alcune banche nei paesi in default dovranno
essere tenute in funzione per evitare la distruzione dell’economia.
Terzo,
il sistema bancario europeo dovrà
essere ricapitalizzato e messo sotto una supervisione europea, distinta
da quella nazionale.
Quarto,
le obbligazioni governative degli altri paesi in deficit dovranno essere
protette dal contagio. Gli ultimi due requisiti dovranno applicarsi
anche se non ci saranno paesi in default.
Il problema
Tutto ciò
costa denaro. In base agli accordi esistenti, non potranno essere
trovati altri fondi e la decisione della Corte Costituzionale tedesca
non autorizza ulteriori accordi senza l’autorizzazione del Bundestag.
[Ogni soluzione] presuppone un cambio
radicale di approccio, particolarmente in Germania. L’opinione
pubblica tedesca pensa ancora di avere la possibilità di sostenere
l’euro o di abbandonarlo. È un errore. L’euro esiste e gli asset
e le disponibilità del sistema finanziario sono così intrecciate sulla
base di una moneta comune che una scissione dell’euro causerebbe un
collasso che andrebbe oltre le capacità di contenimento delle autorità. Quanto
più tardi i tedeschi riusciranno a comprendere tutto questo, tanto
più pesante sarà il prezzo che loro stessi e il resto del mondo dovrà
pagare.
La soluzione
Non c’è alternativa al dar vita
all’ingrediente che manca: un tesoro europeo con il potere di tassare
e quindi di dare in prestito. Ciò
richiederebbe un nuovo trattato, trasformando l’EFSF in un tesoro
dai pieni poteri.
L’alternativa
…un possibile collasso finanziario
e un’altra Grande Depressione.
Leggete qui l’articolo
completo.
Anche se sembra che i nostri amici
europei si stanno prezzando (per il debito sovrano e le intere strutture
del capitale delle finanze europee) in base al tipo di scenario per
cui noi, Jefferies, Bass, e ora anche Soros siamo tanto preoccupati,
i partecipanti al mercato azionario statunitense sono ancora calmi e
distanti dal pantano che si profila all’orizzonte: se solo potessero
guardarsi indietro e comprendere quanto Lehman abbia impattato il resto
del mondo.
Fonte: Soros Thinks The Unthinkable About Europe
15.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE