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La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

PER L'EUROPA, SOROS ARRIVA A PENSARE L'IMPENSABILE

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A cura di supervice
Il 15 Settembre 2011
113 Views
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DI TYLER DURDEN

Zero Hedge

In un lungo, onesto e in qualche modo

tetro op-ed pubblicato sul New

York Review Of Books, George

Soros segue una traccia simile a quella percorsa dal nostro post

di ieri sulla crisi attuale e le similitudini con la crisi dei subprime

del 2007/8 negli Stati Uniti. Ha poi iniziato a parlare delle possibili

soluzioni e ha fatto tutto quello che i pagliacci keynesiani non sono

mai capaci di fare: pensare all’impensabile per poter ottenere una

soluzione sostenibile.
In solo quattro fasi, sottolinea come

l’impensabile sia possibile ma illustra essenzialmente (così come

tutti ben sappiamo) la natura germano-centrica di ogni decisione (e

il cambio di approccio che sarà necessario per intraprendere questo

percorso). Un tesoro centrale che possa tassare e prestare denaro

sotto un nuovo trattato sembra il punto di vista del giorno per il signor

Soros e, anche se potrebbe aver avuto il merito di aver avuto un’idea

“impensabile”, termina poi con la minaccia che si tratti dell’”unico

modo per impedire un possibile collasso finanziario e un’altra Grande

Depressione“.

L’inizio

La crisi dell’euro

è una diretta conseguenza del crash del 2008. Quando

è fallita Lehman Brothers, l’intero sistema finanziario ha iniziato

ad affondare e ha dovuto ricevere un sostegno per essere tenuto in vita

artificialmente. Ciò si è realizzato con la sostituzione del debito

pubblico detenuto dalle banche e di altri crediti che erano collassati.

Nel corso di una riunione memorabile dei ministri delle finanze europei

del novembre 2008, essi avevano garantito che non sarebbe stato consentito

il fallimento di altre istituzioni determinanti per gli equilibri del

sistema finanziario, e il loro esempio era stato seguito dagli Stati

Uniti.

Angela Merkel ha

poi dichiarato che le garanzie dovevano essere fornite individualmente

da ciascun stato europeo, non dall’Unione Europea o dall’eurozona

nella sua interezza. Ciò ha gettato i semi della crisi dell’euro

perché ha rivelato e attivato una debolezza nascosta nella costruzione

dell’euro: la mancanza di un tesoro comune. La crisi

è scoppiata poco più di un anno dopo, nel 2010.

L’attualità

I premi sul rischio

che devono essere sottoscritti per acquistare le obbligazioni governative

sono aumentati, le quotazioni delle azioni sono precipitate, guidate

da quelle bancarie, e di recente anche l’euro

è sfondato in terreno negativo. La volatilità

dei mercati ricorda il collasso del 2008.

Sfortunatamente la possibilità

delle autorità finanziarie di prendere le misure necessarie per

contenere la crisi si sono severamente ristrette a causa delle recenti

decisioni della Corte Costituzionale tedesca. Sembra che le

autorità abbiano raggiunto la fine del tappeto con le loro politiche

per nasconderci sotto lo sporco. ”Anche se si potrà

evitare la catastrofe, una cosa è

certa: le pressioni per ridurre i deficit spingeranno l’eurozona in

una recessione prolungata. Tutto ciò

avrà conseguenze politiche incalcolabili. La crisi dell’euro potrebbe

mettere in pericolo la coesione politica dell’Unione Europea.

Non c’è via di

fuga da questo scenario deprimente

fino a che le autorità persisteranno nelle politiche attuali. Potrebbero,

comunque, cambiare strada. Potrebbero riconoscere che hanno raggiunto

la fine del percorso e prendere un approccio radicalmente differente.

Invece di essere d’accordo nel non vedere una soluzione e nel

cercare di guadagnare tempo, potrebbero prima cercare una soluzione

e poi trovare una strada per arrivarci.

L’impensabile (e solo quattro

fasi)

Per risolvere una crisi

in cui l’impossibile diventa possibile,

è necessario pensare l’impensabile. Per iniziare,

è imperativo prepararsi per la possibilità

di un default e la defezione dall’eurozona per Grecia, Portogallo

e, forse, Irlanda. Per impedire un collasso finanziario, dovranno

essere intraprese misure in quattro fasi.

Primo, i

depositi bancari dovranno essere protetti. Se verrà perso un euro depositato

in una banca greca, un euro depositato in una banca italiana varrà

per questo meno di uno presente in una banca tedesca o olandese e ci

sarà la corsa gli sportelli delle banche degli altri paesi in deficit.

Secondo,

alcune banche nei paesi in default dovranno

essere tenute in funzione per evitare la distruzione dell’economia.

Terzo,

il sistema bancario europeo dovrà

essere ricapitalizzato e messo sotto una supervisione europea, distinta

da quella nazionale.

Quarto,

le obbligazioni governative degli altri paesi in deficit dovranno essere

protette dal contagio. Gli ultimi due requisiti dovranno applicarsi

anche se non ci saranno paesi in default.

Il problema

Tutto ciò

costa denaro. In base agli accordi esistenti, non potranno essere

trovati altri fondi e la decisione della Corte Costituzionale tedesca

non autorizza ulteriori accordi senza l’autorizzazione del Bundestag.

[Ogni soluzione] presuppone un cambio

radicale di approccio, particolarmente in Germania. L’opinione

pubblica tedesca pensa ancora di avere la possibilità di sostenere

l’euro o di abbandonarlo. È un errore. L’euro esiste e gli asset

e le disponibilità del sistema finanziario sono così intrecciate sulla

base di una moneta comune che una scissione dell’euro causerebbe un

collasso che andrebbe oltre le capacità di contenimento delle autorità. Quanto

più tardi i tedeschi riusciranno a comprendere tutto questo, tanto

più pesante sarà il prezzo che loro stessi e il resto del mondo dovrà

pagare.

La soluzione

Non c’è alternativa al dar vita

all’ingrediente che manca: un tesoro europeo con il potere di tassare

e quindi di dare in prestito. Ciò

richiederebbe un nuovo trattato, trasformando l’EFSF in un tesoro

dai pieni poteri.

L’alternativa

…un possibile collasso finanziario

e un’altra Grande Depressione.

Leggete qui l’articolo

completo.

Anche se sembra che i nostri amici

europei si stanno prezzando (per il debito sovrano e le intere strutture

del capitale delle finanze europee) in base al tipo di scenario per

cui noi, Jefferies, Bass, e ora anche Soros siamo tanto preoccupati,

i partecipanti al mercato azionario statunitense sono ancora calmi e

distanti dal pantano che si profila all’orizzonte: se solo potessero

guardarsi indietro e comprendere quanto Lehman abbia impattato il resto

del mondo.

**********************************************

Fonte: Soros Thinks The Unthinkable About Europe

15.09.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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