DI JAMES CROSS
sinpermiso.info
Grande sorpresa: oggi i rumeni dicono che il comunismo reale era meglio del capitalismo reale
Secondo un sondaggio d’opinione effettuato di recente in Romania, la maggioranza della popolazione sostiene che la sua vita fosse migliore con al potere il Partito Comunista che attualmente, sotto il regime capitalista. La maggior parte degli intervistati ha dato una visione positiva del comunismo, e più del 60% l’ha considerata in linea di principio una “buona idea”. I sondaggisti hanno osservato un aumento significativo delle affinità con l’ideologia comunista rispetto ad un sondaggio simile di quattro anni fa.
L’inchiesta, realizzata tra i mesi di agosto e settembre di quest’anno dall’Istituto Rumeno di Sondaggi di Opinione CSOP, ha mostrato che oltre il 49% ritiene che la vita fosse migliore sotto il governo del deceduto leader comunista Nicolae Ceausescu, mentre soltanto il 23% pensa che la vita sia meglio oggi. Il resto dava una risposta neutrale o non sa/non risponde.
Nella foto: Nicolae Ceauşescu (26 gennaio 1918 – 25 dicembre 1989)Le ragioni addotte per la valutazione positiva del periodo comunista sono principalmente economiche; un 62% ha citato la disponibilità di posti di lavoro, il 26% le condizioni di vita dignitose e il 19% l’alloggio garantito a tutti.
Il sondaggio è stato sponsorizzato dall’organizzazione IICMER (Istituto per l’Inchiesta dei Crimini del Comunismo e della Memoria dell’Esilio Rumeno), ente finanziato con fondi pubblici con lo scopo di contribuire al lavoro di “educare” la popolazione sui mali del comunismo. Tra le delusioni più amare che i risultati dell’inchiesta hanno dato a questa organizzazione si contano le risposte alla domanda sul fatto che gli intervistati oppure le loro famiglie avessero sofferto sotto il sistema comunista.
Soltanto il 7% degli intervistati ha dichiarato di aver sofferto sotto il comunismo, con un ulteriore 6% che, non avendo subito danni personali, sosteneva che qualche membro dalla sua famiglia sì che l’aveva sperimentato. Anche in questi casi, le ragioni addotte sono soprattutto economiche: la maggior parte si riferiva alla scarsità che si verificò negli anni ‘80, quando la Romania mise in moto un programma di austerità con lo scopo di rimborsare il debito estero. Una piccola parte della minoranza che aveva sofferto durante il periodo comunista credeva di essere stata danneggiata quando vide le sue proprietà nazionalizzate, e un gruppo di intervistati (il 6% di quelli che ricordavano cattive esperienze sotto il comunismo) ha detto che mentre i comunisti erano al potere, in qualche occasione loro o qualche membro della loro famiglia erano stati arrestati.
Modificando discretamente il risultato del sondaggio, l’IICMER ha rilevato che molti intervistati (il 41% e il 42% rispettivamente) sono d’accordo con l’affermazione che il regime comunista era criminale oppure illegittimo. Una minoranza invece (37% e 31%) si è dichiarata chiaramente in disaccordo con queste affermazioni, e il resto si è dimostrato neutrale oppure non si è espresso.
D’altra parte, anche se la maggioranza dei partecipanti valutava positivamente il comunismo –soltanto il 27% ha dichiarato di essere in disaccordo in linea di principio con esso-, la maggior parte di quelli che hanno dato un parere definito pensano anche che le idee comuniste non sono mai state realizzate nel migliore dei modi prima del cambio di regime nel 1989. Solo il 14% ha dato la risposta univoca che il comunismo era una buona idea, e che si era realizzato nel migliore dei modi in Romania.
Dunque, gran parte importante dei rumeni indecisi sulla legalità e la legittimità del regime comunista da parte del governo e la maggior parte di quelli che pensano che il comunismo sia stato implementato in forma non corretta si sono dichiarati, tuttavia, convinti che il sistema messo in opera da parte del Partito Comunista Rumeno, con tutti i suoi difetti, offrisse alla gente una vita migliore di quella che offre il capitalismo al giorno d’oggi.
Prodezze comuniste
Prima dell’ascesa al potere dei comunisti in Romania, la maggior parte della gente era analfabeta e non aveva diritto all’assistenza sanitaria. Solo una minoranza della popolazione rurale, che era quella predominante, poteva accedere alle cure sanitarie o alla corrente elettrica. Il tasso di mortalità infantile era tra i più alti in Europa e la speranza di vita era sotto i 40 anni a causa della fame e parecchie malattie. La destra rumena aveva fatto coalizione con Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, e nell’ottica di questa alleanza capitalista la maggior parte degli ebrei del paese furono deportati ai campi di sterminio nazisti.
Portati al potere dopo la vittoria sovietica contro la Germania nazista nel 1945, i comunisti rumeni, fino al momento un gruppo illegale di lotta clandestina contro il governo rumeno pro-fascista e i nazisti, erano poche migliaia. Anche così riuscirono a mobilitare l’entusiasmo della gente per ricostruire il paese devastato dalla guerra. Eliminarono praticamente l’analfabetismo, migliorarono e ampliarono i servizi sanitari e -come rilevato dagli intervistati dal CSOP- i posti di lavoro, l’alloggio e un livello di vita decente diventarono accessibili a tutti.
Durante gli anni ‘70, il governo comunista guidato da Nicolae Ceausescu, incoraggiato da questi successi, si indebitò con l’acquisto in Occidente di costose attrezzature industriali, allo scopo di aumentare il tasso di crescita economica del paese e con la speranza che i paesi occidentali avrebbero aumentato le loro importazioni di merci rumene. Questa strategia non riuscì, e il programma di austerità allora introdotto per pagare il debito nazionale portò ad un risentimento crescente.
Nicolae Ceausescu e sua moglie Elena furono giustiziati il giorno di Natale di 1989. La loro condanna a morte fu emessa dopo un processo sommario ordinato dai nuovi leader riformisti del paese, che li dichiararono colpevoli di crimini contro il popolo rumeno.
Nonostante questa condanna e anche se l’opinione generale rilevata dai risultati dell’indagine del CSOP è che il sistema comunista così come applicato in Romania è fallito, soltanto una piccola minoranza degli intervistati nel sondaggio (15%) afferma che l’ex leader comunista Nicolae Ceausescu fosse un cattivo leader. La maggior parte è neutrale o indecisa, e il 25% afferma che la leadership di Ceausescu è stata positiva per il paese.
L’IICMER rileva nella sua valutazione dei risultati del sondaggio che i rumeni non sono gli unici nella loro valutazione positiva del comunismo del secolo scorso. Secondo un altro sondaggio realizzato in diversi paesi del Centro e dell’Est Europa nel 2009 dallo statunitense Pew Research Center, la percentuale di popolazione in paesi ex-socialisti che considera la vita sotto il capitalismo peggiore di quella che è stata durante il comunismo è quella che segue:
Polonia: 35%
Repubblica Ceca: 39%
Slovacchia: 42%
Lituania: 42%
Russia: 45%
Bulgaria: 62%
Ucraina: 62%
Ungheria: 72%
È particolarmente significativo nei risultati del sondaggio CSOP/IICMER del 2010 in Romania che più la gente acquisisce esperienza della vita in una “economia di mercato”, più diventa negativa rispetto al capitalismo e positiva rispetto al comunismo. Nel precedente sondaggio, realizzato nel 2006, il 53% esprimeva un’opinione favorevole verso il comunismo; in quello del 2010 la percentuale è salita fino al 61%.
Le conclusioni dell’indagine del CSOP non risultano affatto sorprendenti, se si ricorda quel che è successo quando si è reintrodotto il capitalismo: una carestia crescente e un aumento del tasso di disoccupazione e dell’insicurezza. Il sistema sanitario rumeno è attualmente in crisi e i lavoratori del settore pubblico hanno visto il loro stipendio ridursi del 25%. [1]
James Cross
Fonte: www.sinpermiso.info
Link: http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=3682
31.10.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARINA DIAZ
[1] Informazione tecnica sul presente sondaggio di opinione: sono state intervistate 1.133 persone sopra i 15 anni tra il 27 agosto e il 2 settembre 2010. Le interviste sono state fatte sulla base di un questionario standardizzato, svolto con il porta a porta. Margine di errore: 2,9%.