In un colloquio telefonico durato circa 45 minuti, il presidente russo Putin ha informato il suo corrispettivo francese Macron circa le provocazioni dei nazionalisti ucraini nell’area della centrale nucleare di Zaporižžja, nell’Ucraina sud-orientale, attualmente presidiata dall’esercito russo.
Come riportato dal servizio stampa del Cremlino, secondo la dettagliata ricostruzione fatta da Putin a Macron, venerdì notte dei “sabotatori ucraini” hanno attaccato una pattuglia mobile della Guardia Nazionale della Federazione Russa che stava pattugliando il territorio. a quel punto è iniziato un conflitto a fuoco con armi leggere che ha visto prevalere, ancora una volta, l’esercito russo su i nazionalisti ucraini che, durante la fuga, hanno dato fuoco ad uno degli edifici all’estremo della centrale nucleare. Successivamente, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, il pericolo di danni alla centrale nucleare è rientrato e il suo funzionamento è ripreso.
La telefonata tra i 2 presidenti verteva infatti proprio sulle preoccupazioni espresse da Macron circa la sicurezza delle centrali nucleari in Ucraina. Putin, d’altra parte, raccontando l’episodio, ha insistito sul fatto che i tentativi di spostare la responsabilità dell’incidente all’esercito russo sono stati una cinica propaganda occidentale, poichè la responsabilità di un attacco nei pressi della centrale nucleare più grande d’Europa erano da ascrivere totalmente ai nazionalisti ucraini. Putin ha colto l’occasione anche per ribadire che una situazione simile potrebbe avvenire anche a Chernobyl dove, anche lì, le truppe russe hanno preso il controllo del territori è stanno garantendo la sicurezza della centrale.
“Le truppe russe in collaborazione con l’unità di sicurezza e il personale ucraino continuano a garantire il funzionamento delle centrali nucleari in modo normale, il fondo radioattivo rimane normale – tutti questi fatti sono stati confermati ufficialmente dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). La sicurezza fisica e nucleare dell’impianto è protetta in modo affidabile”, ha sottolineato ex KGB.
Massimo A. Cascone, 06.03.2022