PAURA DELLE FALSE FLAG E CONGIURA DEL SILENZIO

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DI JAMES F. TRACY
globalresearch.ca

La prontezza dei media d’informazione nell’accettare le dichiarazioni ufficiali e trascurare un maggior rigore nell’analizzare e interrogare le autorità di governo a proposito degli avvenimenti di “terrorismo interno” contribuisce al già acuto caso di amnesia storica collettiva che affligge il popolo statunitense, mentre bene spiega lo stato di polizia in cui ci si trova in questo ventunesimo secolo e il progressivo cedimento della società civile.

A qualcuno può venire in mente “Bugs Raplin” (Giancarlo Esposito), il risoluto giornalista investigativo ritratto da Tim Robbins nel 1992 nel suo film in veste di finto documentario politico Bob Roberts.Dopo essere incastrato come colpevole per un tentato omicidio false flag dallo spregevole politico corrotto Bob Roberts (Robbins), Raplin pronuncia un soliloquio di spiccata sensibilità che tra le altre cose descrive efficacemente la condizione civica moribonda del popolo americano e la sua democrazia in corto circuito. “Il motivo per cui lo scandalo Iran-Contra accadde”, esordisce Raplin,

è perché nessuno ha fatto nulla di sostanziale a riguardo del Watergate. E il motivo per cui il Watergate accadde è perchè non c’era stata conseguenza alcuna a seguito di Baia dei Porci. Essi sono gli stessi agenti materiali – i soldati di fanteria di Baia dei Porci, gli idraulici che furono arrestati nel Watergate, i contrabbandieri d’armi nell’Iran-Contra – le stesse persone, le stesse facce. Ora non serve essere un genio per stabilire la connessione esistente: Un governo segreto che opera al di fuori del controllo del popolo e che non rende conto a nessuno di ciò che fa. E più ci avviciniamo alla soluzione nello svelare la connessione, più il Congresso chiude un occhio sulla faccenda. “Non possiamo parlarne mentre le indagini sono in corso”, questa è la loro risposta. “Questioni di sicurezza nazionale”. La verità giace dormiente nei loro grembi, mentre continuano a mantenere la loro intenzionale cecità. Una congiura del silenzio.

Venti anni dopo, nel mezzo di un vasto dispiegamento di intelligence ed operazioni militari, molti nuovi eventi possono innegabilmente essere aggiunti a questo genere di traguardi del governo – il bombardamento del 1993 del World Trade Center, il bombardamento del 1995 dell’ Oklahoma City Murrah Federal Building, l’attacco terroristico dell’11 Settembre, le armi di distruzione di massa inesistenti che diedero il via all’occupazione dell’Iraq, le esplosioni della metropolitana di Londra del 2005, gli attentatori con scarpe e biancheria imbottiti di esplosivi – ciascuno dei quali ha avuto il merito di contribuire alla giustificazione ufficiale per le guerre imperialistiche all’estero e per uno stato di polizia in espansione a casa.

Essendo assenti dei contesti significativi medianti i quali capire tali eventi nella loro totalità, la gente comune si trova ad essere incapace di riconoscere quell’unica direzione che ci viene calata giù con forza. La più recente serie di eventi che dovrebbe far riflettere è quella delle spaventose, militaresche sparatori in Aurora Colorado e Oak Creek Wisconsin, che le autorità affermano essere state condotte da dei banditi solitari.

Una Operazione Gladio in America ?

Uno scenario possibile, precursore degli eventi di Colorado e del Wisconsin è la spesso dimenticata Operazione Gladio, una campagna che coinvolse azioni paramilitari supportate dalle intelligence britannica e statunitense che nell’anonimato condussero sparatorie su larga scala ed attentati su obiettivi civili in tutta Europa. Centinaia di attacchi di questo tipo si ebbero tra i tardi anni 60 e i primi anni 80 condotti da parte di “eserciti dietro le linee” composti da sabotatori di estrema destra e fascisti in uno sforzo complessivo di terrorizzare le popolazioni, esercitare una “strategia della tensione” e dunque mantenere uno status quo politico di tipo centrista.[1] In un ambiente di incertezza la cittadinanza pietrificata si espresse a favore di una sicurezza rafforzata e mostrandosi pronta a rinunciare per questo a una certa quota di libertà individuale. Allo stesso tempo la manovra consentì di incolpare gli avversari politici – ai tempi della Gladio i gruppi comunisti e socialisti – degli attacchi demonizzandone la reputazione nella mente pubblica.
La striscia di assassinii politici statunitensi degli anni 60 ancora irrisolti fanno capire come tali pratiche non fossero esclusivamente ristrette ai paesi stranieri. Così come essi neppure fossero unicamente il terreno per le agenzie di intelligence. Tra le operazioni analoghe alla Gladio, nei primi anni 60 la US Joint Chiefs of Staff promosse la Operazione Northwoods, nella quale attacchi terroristi sarebbero stati condotti contro civili statunitensi all’interno delle città, e i combattenti cubani accusati di tali atti, ciò per giustificare la guerra contro la nazione isolana.[2] L’amministrazione Kennedy rifiutò la proposta. Mentre Northwoods fece mostra delle capacità del governo di concepire e proporre tal genere di piani, la Gladio fu palesemente posta in essere contro le popolazioni civili occidentali in diverse sedi per molti anni.
Tali analisi sulla Gladio e su Northwoods potrebbero essere messe da parte se non fosse per le recenti testimonianze conseguenti le sparatorie del Colorado e del Wisconsin che contrastano in merito al numero di assassini presenti, se fossero due o più di due in ciascuno degli incidenti, deposizioni che contraddicono la narrativa ufficiale del governo e che sono state di conseguenza soppresse dalla pubblica memoria.[3]

Come osserva lo storico delle comunicazioni Christopher Simpson “la tattica che creò la Gladio rimane al primo posto ancora oggi operativa e continua a venire utilizzata. Questi metodi sono procedure operative standard”.[4] Queste possibili spiegazioni potrebbero apparire assurde ad un pubblico americano che è sistematicamente misinformato e facilmente distratto. Ed è specialmente in tempi di crisi che silenziosamente si assicura che dal pubblico sia rimosso il ricordo di tali pratiche, e che siano le autorità politiche e gli esperti a parlare, e sia dunque ristabilita la stasi e l’accuratamente costruita “realtà” che i media principali impongono nella psiche di massa.

In questa realtà alternativa la Gladio si è efficacemente trasformata in un “vuoto di memoria”. Se si cerca nella LexisNexis Academic “Operation Gladio”, questa restituisce un totale di 31 articoli in lingua inglese da organi di stampa – in maggior parte giornali britannici. Infatti, soltanto quattro articoli sono complessivamente apparsi nelle pubblicazioni statunitensi che discutessero la Gladio – tre nel New York Times ed una menzione breve nel Tampa Bay Times. Con l’eccezione del documentario del 2009 della BBC[5] nessuna trasmissione televisiva ha mai fatto riferimento alla manovra.

Quasi tutti gli articoli collegati alla Gladio furono scritti nel 1990 quando il Primo Ministro italiano Giulio Andreotti ammise pubblicamente la partecipazione dell’Italia all’operazione. Il New York Times minimizzò ogni coinvolgimento degli USA, chiamando la Gladio con intenzioni chiaramente fuorvianti “una creazione italiana”, in un articolo ben nascosto in pagina A16.[6] Nella realtà, l’ex direttore della CIA William Colby svelò nelle sue memorie che paramilitari sotto copertura costituivano un organismo importante sempre attivo che fu posto in essere dopo la Seconda Guerra Mondiale, includente “il più piccolo gruppo possibile tra le persone della più alta responsabilità, in Washington e dentro la NATO”. [7]

Una storia plausibile / Conclusione

Il fatto che si sia riuscito ad occultare efficacemente per così tanti anni l’operazione Gladio dimostra come possano essere condotte atrocità di massa attraverso reti che lavorino nell’ombra in completa impunità. La maggior parte degli incidenti risalenti al periodo della Gladio sono tuttora irrisolti dalle autorità. Negli Stati Uniti, tuttavia, una storia verosimile è necessaria affinché sia veicolata per il pubblico consumo. Per esempio, soltanto poche ore dopo la sparatoria nel tempio Sikh del Wisconsin ufficiali del Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms (AFT) e del Federal Bureau of Investigation (FBI) hanno fatto irruzione con tono maestoso e sono riusciti ad ottenere il caso dalle autorità di Oak Creek, classificando il caso come atto di “terrorismo domestico”.[8] Meno di ventiquattro ore dopo uno dei gruppi di intelligence e propaganda più importanti del governo federale – il Southern Poverty Law Center (SPLC) – ha elaborato una trama dei fatti che è stata poi riportata con cieca fiducia dai principali news media. [9]

In una intervista su Democracy Now del 6 Agosto con il portavoce del SPLC Mark Potox e il reporter del Milwaukee Journal Sentinel Don Walker, Potol spiegò con un livello di dettaglio inconsueto come il sospetto terrorista fosse coinvolto in “gruppi inneggianti alla supremazia bianca”, in “rock bands Nazi skinhead”, e di come il SPLC li tenesse d’occhio sin dal 2000. Le osservazioni di Potok, che dominano lo scambio di battute e si tengono ben alla larga dall’esperienza dell’imputato in operazioni psicologiche, si scontrano decisamente con quelle di Walker, che in maniera più cauta evidenzia come il lavoro dell’imputato “nelle PsyOps [operazioni psicologiche] dell’esercito americano è ancora un bel mistero per tutti noi … Abbiamo parlato con uno psichiatra che ci disse che [essere promossi alle PsyOps] è come essere fatti salire rapidamente dall’atrio al ventesimo piano”.

Così come la storia di Aurora in Colorado, del tiratore impazzito che in maniera esperta disseminò di trappole esplosive artigianali il suo appartamento, questo genere di attraente narrativa sensazionalistica è utilissimo per rimuovere le contrapposte dichiarazioni dei testimoni ufficiali, storie difficili da contestare o smuovere una volta che siano entrate nelle case, raccontate da presunti esperti attraverso tutti i principali organi di stampa.

Uno scenario simile si è sviluppato in conseguenza dell’esplosione nell’edificio federale di Oklahoma City, quando la ATF, l’FBI e l’SPLC costruirono insieme la trama dominante di Timothy McVeigh come attentatore solitario, un rapporto che allo stesso modo diverge dai primi ritrovamenti delle autorità ufficiali e dei reportage iniziali di stampa che parlavano di materiale militare inesploso e di un misterioso complice di McVeigh, e dalle conclusioni complessive dell’Oklahoma City Bombing Investigation Committee’s Final Report. [11] Tale narrativa nondimeno fu utile nel conservare lo status quo politico mentre si difendeva il secondo mandato presidenziale dell’amministrazione Clinton. Ad oggi la maggior parte degli americani credono che McVeigh fosse l’unico responsabile dell’attentato nonostante le prove inconfutabili attestanti il contrario.

Per i suoi tempi la prognosi di Raplin era una descrizione accurata del baratro socio-politico nel quale si trova a precipitare l’America. I legittimi ufficiali abdicano la loro responsabilità di sorveglianza per il proprio personale vantaggio e dunque perpetuano lo stato di omertà. Tuttavia durante i recenti vent’anni, il ritmo crescente degli eventi terroristici suggeriscono come queste reti occulte siano cresciute in spessore e forza, mentre ogni attacco ha contribuito alla costante erosione della società civile e dei diritti costituzionali.

Con questo in mente entrambi i news media, sia mainstream che “alternativi”, attraverso le loro palesi pratiche censorie, il loro uniforme fallimento nel porre gli eventi in un contesto storico significativo, e la loro complessiva e deliberata obbedienza nei confronti di dubbie e inaffidabili autorità, aggravano questa congiura attraverso l’adescamento del pubblico verso realtà discutibili dalle quali una pronta fuga diventa ardua.

James F. Tracy é Professore Associato di Studi sui Media per la Florida Atlantic University. Informazioni aggiuntive si possono trovare sul suo blog, memorygap.org.

Fonte: http://globalresearch.ca
Link: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=32299
10.08.2012

Traduzione di MICHELE GARAU per www.comedonchisciotte.org
Note

[1] Daniele Ganser, NATO’s Secret Armies: Operation Gladio and Terrorism in Western Europe, New York: Routledge, 2005; Richard Cottrell, Gladio: NATO’s Dagger at the Heart of Europe, Progressive Press, 2012.
[2] James Bamford, Body of Secrets: Anatomy of the Ultra-Secret National Security Agency, New York: Anchor Books, 2002, 83. Per una recente analisi si veda Michel Chossudovsky, “Syria: Killing Innocent Civilians as Part of a US Covert Op. Mobilizing Support for a R2P War,” GlobalResearch.ca, May 30, 2012,
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=31122. Un documento completo sulla Operazione Northwoods è disponibile su
http://archive.org/stream/OperationNorthwoods/operation_northwoods#page/n0/mode/2up
[3] Un esame minuzioso sufficiente sulle sparatorie in Colorado e Wisconsin é totalmente assente, eccetto che su qualche mezzo di informazione alternativo. Si veda Alex Thomas, “Wisconsin Sikh Shooting False Flag: Multiple Shooters, Army Psy-Ops, The FBI, Operation Gladio, and the SPLC,” Intellhub.com, August 6, 2012,
http://theintelhub.com/2012/08/06/wisconsin-sikh-shooting-false-flag-multiple-shooters-army-psy-ops-the-fbi-operation-gladio-and-the-splc/
Jon Rappoport, “Shooting in Sikh Temple: Who Benefits Big Time?” August 5, 2012,
http://jonrappoport.wordpress.com/2012/08/06/shooting-in-sikh-temple-who-benefits-big-time/
[4] NATO’s Secret Armies, Andres Pichler, director, 2009. Simpson interview at 46:23,
http://www.indybay.org/newsitems/2010/07/09/18653266.php.
[5] NATO’s Secret Armies.
[6] Clyde Haberman, “Evolution in Europe: Italy Discloses Its Web of Cold War Guerrillas,” New York Times, November 16, 1990, A16.
[7] Stephen Lendman, “NATO’s Secret Armies” [A Review of Daniele Ganser, NATO’s Secret Armies: Operation Gladio and Terrorism in Western Europe, op cit.] September 15, 2010, http://sjlendman.blogspot.com/2010/09/natos-secret-armies.html
[8] Steven Yaccino, Michael Schwirtz, and Marc Santora, “Gunman Kills 6 at a Sikh Temple Near Milwaukee,” New York Times, August 6, 2012, A1.
[9] Per esempio, Erica Goode and Serge F. Kovaleski, “Wisconsin Killer Was Fueled by Hate-Driven Music,” New York Times, August 7, 2012,

Madison Gray, “Sikh Temple Shooter Identified, Had Ties to White Supremacist Movement,” Time News Feed, August 6, 2012,
http://newsfeed.time.com/2012/08/06/sikh-temple-shooter-identified-had-ties-to-white-supremacist-movement/,
Dinesh Ramde and Todd Richmond, SPLC: ‘Frustrated neo-Nazi Opened Fire on Sikh Temple,” Associated Press, August 6, 2012,
http://minnesota.publicradio.org/display/web/2012/08/06/white-supremacist-opened-fire-on-sikh-temple/
[10] Amy Goodman, “Neo-Nazi Rampage: Army Psy-Ops Vet, White Power Musician ID’d as Gunman in Sikh Temple Shooting,” Democracy Now, August 7, 2012,
http://www.democracynow.org/2012/8/7/sikh_temple_shooter_wade_michael_page
[11] Charles Key, The Final Report on the Bombing of the Alfred P. Murrah Federal Building, Oklahoma Bombing Investigation Committee, 2001. http://www.okcbombing.net/

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