DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.it
“Occhio d’uomo non “udì”,
orecchio d’uomo non “vide”,
mano d’uomo non “gustò”
né lingua “concepì”
né cuore “narrò” mai un sogno come il mio.
Dirò a Piero Zeppa di scrivere una ballata su questo sogno: ed essa s’intitolerà: “Il sogno di Rocchella”…”
William Shakespeare – Sogno d’una notte di mezza estate (1595 circa) –
Atto IV, Scena Prima.
Gentile sig.ra Puglisi,
abbiamo letto tutto di un fiato il suo documento programmatico (1) intitolato “L’Italia giusta” sulla scuola: d’altro canto, lei è la responsabile per la scuola del PD, ci mancherebbe se dovessimo credere che si sia lasciata andare ad un sogno di quelli che si fanno prima all’alba, e subito dopo si sia seduta al computer per scrivere.
Il documento è bellissimo – non lo scrivo per piaggeria – nel senso che c’è tutto quello che ci si potrebbe ragionevolmente aspettare e si desidera riscrivere: tutto, dai “tagli” della Gelmini a quelli di Bondi.
Non mancano le idee pregevoli come il ritorno all’organico funzionale – unica via d’uscita dal marasma attuale e naturale complemento dell’autonomia scolastica – e, finalmente, la soluzione alla vetustà della classe docente, che ha l’età media più alta del mondo: li mandiamo in pensione, così facciamo spazio ai giovani.
Ehm…ci scusi dott.sa Puglisi…anzi, presto On. Puglisi…ha chiesto per caso un parere alla Fornero? Non la conosce? Si rechi in quel di San Carlo Canavese: lo so, di questi tempi lassù fa un freddo cane, ma la ministra – siamo sicuri – le preparerà un bel risotto, magari con i funghi porcini raccolti da lei stessa e ripescati dal freezer.
Sia tenera con lei: vive in stato confusionale da tempo, è stressata e depressa. Pensi che si è dichiarata “impreparata” per fare il ministro, che la sua riforma è stata solo una “scommessa” ed ad un malato di SLA è andata a dire che “anche la vita di un ministro è dura”. Meno male che il malato di SLA non soffriva di comportamento schizoide e non aveva sotto mano una mazza da baseball: gentilmente non le ha risposto. Non sappiamo cos’abbia pensato.
Inoltre, prima di inviare Urbi et Orbi un documento ufficiale del PD, parli con il suo segretario: lo ha fatto? No…solo perché fu proprio lui a parlare di pensioni (2) in questi termini “la nostra proposta è un meccanismo flessibile e volontario che vada dai 62 ai 70”.
Era il 28 Ottobre del 2011: tolta la “volontarietà” e ridotta la “forbice” a 67 anni (per ora) è la riforma Fornero spiaccicata, esattamente uguale. Sulla “volontarietà” si può dire quel che si vuole – sono parole in libertà – perché se sono “libero” di prendere, a 62 anni, 500 euro il mese…beh, sai che scelta…
E poi, non avete votato voi quella riforma e la CGIL proclamò un’ora – 1 sola ora! – di sciopero?
Vedremo, quel documento è pubblicato e salvato sul mio PC: nei prossimi mesi, le chiederò conto punto per punto.
Lo sa che formare un diplomato costa, all’erario, circa 100.000 euro? Eh sì, dall’asilo nido alla maturità sono proprio di quest’ordine i costi. E poi c’è l’Università.
Quanti giovani italiani lavorano all’estero? Ne conto uno solo nella mia famiglia: conosco casi e casi, figli d’amici e conoscenti. Ora, ribaltiamo il nostro punto di vista e rechiamoci…diciamo…a Copenhagen, e voltiamo lo sguardo a Sud. Lei cosa vede? La pianura tedesca e, in lontananza, la Foresta Nera? Complimenti per la vista!
I vantaggi che hanno le economie del Nord non sono soltanto sull’euro: oltre ai loro lavoratori qualificati, possono scegliere fra il meglio di Italia, Grecia, ex Jugoslavia, Romania, Bulgaria, Spagna, Irlanda, Portogallo…
Chi resiste ad un contratto a tempo indeterminato a 3.000 euro il mese (cifre reali, udite con le mie orecchie), per restare in Italia con un lavoro a tempo determinato a 800 euro il mese?
In questo modo le economie “forti” incamerano brevetti su brevetti, che renderanno loro fior di soldoni.
Anche noi, un tempo, creavamo brevetti ed il nostro lavoro era ben pagato: non parliamo poi delle mille commesse che l’Italia aveva all’estero, dalla Russia alla Libia, e dei mille manufatti che portano i segni del genio italiano. Poi, invece…sentito parlare del Britannia?
Oggi abbiamo una classe imprenditoriale di farabutti legati allo Stato per ricevere prebende, finanziamenti, contributi: nessuno che provi ad innovare, a recarsi all’estero come un tempo, a “scatenare” il genio italiano che c’è in migliaia di giovani.
Dulcis in fundo, spendiamo fior di quattrini per formare giovani che andranno ad arricchire Germania, Olanda e via discorrendo.
Il punto non è allora la scuola – è vero che tutto parte da lì, in questo ha ragione – ma l’insipienza e la nullità dell’attuale classe dirigente – politica ed imprenditoriale – legate insieme da relazioni impresentabili – bastano le inchieste della magistratura, i fondi europei dilapidati e non usati, le mille corruzioni? – essi sono come due amanti chiusi in un sacco, che stanno trascinando a fondo il Paese.
Passiamo la sua bella trattazione come il libro dei sogni, non vogliamo credere che sia solo un affaire elettorale commissionatole dall’alto, per acchiappare qualche voto in più fra gli indecisi ed i dispersi.
Un tempo, quando ero ragazzo, c’erano ampie zone non allacciate alla rete elettrica: ci s’aggiustava con l’acetilene, il petrolio, qualche dinamo artigianale sui torrenti. Sa cosa succedeva sotto elezioni?
Era tutto un formicolare di camion dell’ENEL su per le stradine di montagna e dell’Appennino…solerti geometri che traguardavano misure con i loro strumenti, leggevano carte, osservavano, prendevano nota…
E la gente osservava.
Cosa succedeva dopo le elezioni? Senza far offesa alla sua intelligenza – che avrà già immaginato tutto – tornavano a dormire nelle rimesse. Oggi si potrebbe fare con i lavori per la banda larga.
Qui torniamo al “paragone” – come scriveva Jacopone da Todi quasi mill’anni or sono – e cerchiamo la “leva” da azionare che tutto sistema: chi la cerca nella moneta, chi nella rivoluzione, chi nell’energia…già…
Ciascuno osserva il proprio orticello, nessuno parla col vicino: tutti abbiamo le nostre radicate opinioni e non le cambiamo nemmeno sotto tortura (a parole).
Lei ha fatto il suo bel compitino – magari in buona fede, non la si nega a nessuno anzitempo – ma a cosa servirà? Ah, già, fino alle prossime elezioni…
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2013/01/pali-della-luce-elettorali.html
29.01.2013
(1) Fonte: http://www.partitodemocratico.it/doc/248683/litalia-giusta-si-prepara-a-scuola.htm
(2) Vedi : http://qn.quotidiano.net/politica/2011/10/28/609224-bersani_pensioni_volontarie.shtml