DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO
ilfoglio.it
Nel porgere al lettore un elenco che comincia con Enrico Vezzalini – pluridecorato, capo della provincia di Novara durante l’amministrazione della Repubblica Sociale Italiana – e che prosegue con Arturo Missiato, Domenico Ricci, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante, Giovanni Pompa e Stefano Zurlo, nell’esatto istante della lettura voglio ricordare con nome e cognome otto condannati a morte messi al muro e uccisi.
Il primo, dopo formale condanna richiesta da Oscar Luigi Scalfaro, pubblico ministero nel processo, fu ucciso per fare strada poi agli altri sette, condannati dalla stessa firma ma nella veste di vicepresidente del tribunale del Popolo di Novara.
Nella foto: Oscar Luigi Scalfaro, magistrato, in una foto del 1943
Il compianto ex presidente della Repubblica, nonché padre costituente, dal maggio al dicembre del 1945, già magistrato presso le Regie aule di giustizia, pur con lo stemmino dell’Azione cattolica, fu solerte nella sua missione nei giorni dell’odio e siccome i dubbi non costituiscono vilipendio almeno un dubbio sulla maledizione arcitaliana di stare dalla parte giusta lo voglio sollevare: se – capovolgendo la storia – si fosse perpetuato il regime fascista, Oscar Luigi Scalfaro, proseguendo nella sua carriera di magistrato, pur con lo stemmino dell’Azione cattolica, pur continuando a sgridare le signore scollate, ecco, avrebbe comminato altrettante condanne a morte ad altrettanti antifascisti?
Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: http://www.ilfoglio.it/
31.01.2012