DI GEORGIOS
comedonchisciotte.org
Ormai SYRIZA rappresenta l’ultima spiaggia. Non perché ho tanta fiducia in questo partito, anzi. Ma perché a differenza dei partiti “destro”-”sinistri” che hanno governato finora, SYRIZA non e’ un figlio naturale della troika. E’ un figlio adottato e siccome raccoglie le ultime speranze della gente (senza essersi distinto particolarmente nel tentativo di ottenerle) rappresenta un potenziale pericolo per gli eurocrati.
E’ per questo che malgrado tutte le dichiarazioni di fedeltà fatte loro a porte chiuse, gli eurocrati (in particolare la Germania) gli stanno facendo delle dichiarazioni contro, puntando sulla paura di un “disastro economico” nel caso venissero applicate le sue politiche. Le quali (politiche di SYRIZA) cominciano cosi: “La Grecia deve rimanere attaccata all’euro”. Non c’è bisogno di un “plan B”. Lo può avere l’Olanda o la Germania, ma la Grecia proprio no.
Da ridere o da piangere? Fate voi.
Ecco dunque che cominciano a parlare di grexit presentando la nostra unica possibilità di salvezza come un armageddon. Se il grexit fosse fatto dai greci, s’intende. In realtà un grexit gli brucerebbe come l’inferno perché gli avvoltoi stanno in agguato.
Lasciamo in pace Castoriades (citato qui) che aveva scritto parecchie cose valide ma altrettante bestialità, tanto e’ morto ormai. E lasciamo in pace anche Sapir che ci ha messo un po’ a capire che euro = trappola malgrado fosse un economista. Parliamo invece di SYRIZA che non e’ una persona ma un partito.
Certamente ne avrei una valanga di argomenti da porre (e l’ho fatto in passato) ma mi limito all’ultimo che e’ molto importante. La costituzione greca (va be’, si fa per dire) in caso di scioglimento della camera nel modo in cui quest’ultima e’ stata sciolta, prevede un governo tecnico transitorio e nomina anche le cariche costituzionali dalle quali dovrebbe essere formato.
Invece abbiamo la stessa banda di ladri che continua tranquillamente a governare il che vuol dire gestire le prossime elezioni. E nessuno mette lingua. Né i giornali, né le radio di SYRIZA inclusa la 105,5 citata nell’articolo di Grigoriou. Ma davvero ha tanta fiducia SYRIZA in questa banda o c’è da sospettarsi il peggio? Un dubbio sorto a molti dopo le elezioni del 2012. Nel senso che SYRIZA non volesse vincerle. Punto primo.
D’altra parte non facciamoci illusioni. L’Europa e’ in picchiata dato che accadono contemporaneamente due cose “fatali”: contrazione della domanda e dell’offerta di prodotti il che porta immancabilmente alla deflazione che secondo lo statuto stesso della BCE non può essere affrontata in una zona a moneta comune. L’ultima volta che abbiamo avuto la deflazione e’ stata prima della 2a GM. Con ciò non voglio dire che andiamo inesorabilmente verso la 3a, ma senz’altro si va verso sconvolgimenti sociali senza precedenti. E non c’è trovata americana come il QE che riuscirà a frenare la caduta libera. L’unico risultato sarà un ulteriore succhiare il sangue dei popoli europei per dirottarlo verso la speculazione. Punto secondo.
Punto terzo: SYRIZA vincerà queste elezioni. Deve vincerle. Se no, lasciate l’ultima speranza oh voi che entrate. Naturalmente sarebbe meglio stravincerle cosi non avrà molte scuse dopo (la legge truffa dà 50 seggi al primo partito, stavolta favorirà i miserabili), ma, brogli permettendo, dovrebbe almeno vincerle. Certo, questi non manderanno il loro piano a gambe all’aria per un misero risultato elettorale, si sa quanto stimano la volontà popolare, ma può darsi che non facciano bene i calcoli e sperano semplicemente di assorbire Tsipras nel loro piano.
Di certo caricheranno sulle spalle del nuovo governo le dieci piaghe d’Egitto episodio caldo con la Turchia non escluso ed e’ allora che la dirigenza di SYRIZA dovrebbe dimostrare carattere. E l’unico modo per poter dimostrare carattere e’ avere il popolo dalla tua.
Non e’ una cosa alla quale questo partito ci ha abituati con la sua politica indecisa di uno che poggia i piedi su due barche diverse.
Per cui, la mia previsione e’ che SYRIZA si dimostrerà un ulteriore partito della “palude” come ci insegna la storia e la sua spaccatura sarà inevitabile. E allora che comincerà la fase decisiva della partita. Se il popolo ne prenderà parte l’esito ha più probabilità di esserci favorevole. Se rimarrà, ancora una volta, spettatore, siamo spacciati.
Insomma, l’ho sempre sostenuto: le cose sono facili per il popolo a condizione però che il popolo si comporti come tale.
Georgios
Fonte: www.comedonchisciotte.org
5.01.2015
queste tue speranze verso un partito con idee farlocche non riesco proprio a capirle Georgios dato che anche tu ritieni che lo siano…
Scusami ma non capisco. Molti aspettano Syriza come un Mosè liberatore, ma quando ci fu da votare il referendum per uscire dall’euro, i tuoi compatrioti dissero NO!! Non è una battuta, mi piacerebbe capire
@ spadaccinonero
scusami non era rivolto, ho sbagliato a cliccare, era rivolto al thread
Se
leggi attentamente il testo vedrai che le mie speranze non si basano
su SYRIZA.
Tre sono i punti chiave che le alimentano:
Disfacimento di tutti i partiti – crisi permanente e instabilità –
intervento popolare. Un processo che si e’ ripetuto spesso nella
storia. Le contraddizioni interne e della società faranno piazza
pulita dei vecchi partiti. La stabilità di governo non conviene mai
al popolo specie nelle crisi. Le prime due condizioni rendono più
facile la terza. Che e’ determinante.
Si capisce poi che ho
semplicemente tracciato un percorso che mi sembra probabile. Niente
e’ garantito. Bisogna però scegliersi degli obbiettivi che a loro
volta si baseranno su delle congiunture. Insomma, criticare soltanto
non basta, bisogna lottare con quel che si ha.
@
alvise, ti rispondo qui
Vorrei
proprio sapere chi mette in circolazione queste favole che col
passare del tempo diventano fatti incontestabili.
Quand’è
che io e i miei compatrioti abbiamo votato per l’euro? Mai.
Se vuoi
dei particolari fammi pure qualsiasi domanda.
A
scanso di equivoci: non abbiamo neanche bocciata nessuna proposta di
abbandonare l’euro perché tale proposta non fu fatta mai da nessuno.
L’unico a pronunciare la parola referendum (non a indire un
referendum) e’ stato il primo quisling (Papandreou) ma ciò fu fatto
per due motivi. Per procurarsi un alibi (che ora tenta di riscattare)
e favorire la speculazione di certi ambienti (dei quali facevano
parte anche alcuni suoi parenti stretti).
Visto le premesse dell’articolo se Tsipras andrà al governo da solo o in coalizione farà qualche ritocco e un po di maquillage qua e la ma rispettando le regole fondamentali del CAPITALE non potrà spingersi molto in avanti . E’ la prova che il proletariato niente deve e può aspettarsi dal riformismo se non scottanti delusioni,esso ha una sola scelta a disposizione spezzare il vigente ordine sociale quando le condizioni saranno mature .
Va be’.
Ci mandi un po’ di proletariato per cortesia che siamo in scarsità?
Primo “partito” disoccupati, secondo pensionati. E ancora aspetto
risposta alla domanda che ben sai.
Caro Georgios, hai ragione, però ho scritto "tanto per capire", non era una critica, peraltro semai errata perchè fondata da un ricordo errato, è vero che fu papandreou a tirarsi indietro, pena calci nel culo dalla culona. Tutto sommato le precisazioni servono per sgombrare ogni dubbio, io sono stato troppo affrettato, comunque dimmi una cosa, secondo te, se il referendum ci fosse stato, pensi che avessero vinto i si per l’uscita dall’euro?
Vedendo le preferenze su Syriza parrebbe di si
Siamo in periodo prereferendum anche noi (M5S)…conoscendo i miei compatrioti…tremo.
Georgios, hai fatto una perfetta analisi della situazione greca pre-elettorale, mi auguro che Syriza vinca le elzioni, anzi le stravinca, ed abbia tutti i numeri per governare.
Questo lo dice anche un articolo di Leonardo Mazzei , il quale presenta la situazione in maniera più problematica rispetto alla tua:
http://sollevazione.blogspot.it/2015/01/gioco-sporco-di-leonardo-mazzei.html
"Ora
la Grecia va al voto e Tsipras ha reali possibilità (non la certezza,
sia chiaro) di arrivare al governo. Com’è giusto e naturale che sia i
sostenitori della lista italiana hanno promosso un appello per esprimere
il loro sostegno a Syriza. E, come è giusto e naturale che sia, lo
hanno fatto con i loro argomenti. Che spesso e volentieri sono gli
stessi argomenti di Tsipras. Tutto bene dunque? Assolutamente no.
L’appello « Cambia la Grecia, cambia l’Europa [www.cambialagreciacambialeuropa.eu]»
dice cose totalmente condivisibili sulla situazione greca, sulle
conseguenze della politica della Troika, sulla campagna mediatica in
atto. Dice cose assai meno condivisibili laddove lascia intendere che
l’Unione Europea sarebbe riformabile, ma fin qui siamo ancora nel campo
delle opinioni, non condivisibili ma legittime. Dove invece si gioca
sporco, che più sporco non si può, è nel seguente passaggio:
«Restare
in Europa per cambiare l’Europa» è certamente il programma di Tsipras,
anche se non esattamente quello di tutto il suo partito, visto che
all’interno di Syriza vi è comunque un 35% a favore dell’uscita
dall’euro. Ovviamente, vedremo poi quanto l’Europa sarà disponibile a
farsi cambiare da Tsipras. Vedremo cioè, alla prova dei fatti, cosa
resterà della favola di poter mettere fine all’austerità, tagliare
significativamente il debito ed abrogare il fiscal compact con
l’amorevole consenso degli oligarchi di Bruxelles…
Ma
la cosa più grave non è questa. Il punto davvero intollerabile è
contenuto nella seconda parte della citazione di cui sopra, laddove si
vuole affermare non una semplice opinione, bensì un autentico dogma:
quello secondo cui tutti coloro che sono per l’uscita dall’euro sono
immancabilmente populisti, xenofobi, razzisti ed ovviamente fascisti.
E’ esattamente lo stesso dogma diffuso a gran voce da tutti i mezzi di
informazione fedeli alla causa dell’oligarchia eurista. E’ un caso? Non
credo proprio. E’ invece il classico atteggiamento – a voler essere
buoni dettato da una sorta di "sudditanza psicologica" – dei riformisti
all’acqua di rose. Di coloro che vedono il male, ma non le cause che
l’hanno generato. Che parlano dei diritti dei deboli, ma senza voler
mettere in discussione il sistema dei dominanti. Si respinga dunque
l’austerità che rovina i popoli, ma sempre nella piena e totale lealtà
al mostro che l’ha generata.
L’appello "Cambia la Grecia,
cambia l’Europa" è tutto dentro a questa impostazione. Ma la ciliegina
sulla torta è l’identificazione tra ogni posizione no-euro e la destra
più reazionaria. Sono semmai proprio i discorsi di questo tipo a
regalare a quella destra il monopolio della lotta all’euro. Un autentico
crimine politico compiuto per non dispiacere alle èlite euriste."
Detto questo, tu Georgios dici che la spallata della vittoria di Tsipras all’Europa dovrebbe essere risolutiva, soprattutto se il popolo parteciperà in massa al progetto (ed io me lo auguro).
Però Mazzei dice che quello di Tsipras, e di conseguenza quello della Spinelli e Vendola in Italia, è stato un "gioco sporco", perché ha consentito alle destre xenofobe, razziste, reazionarie di farsi dirette portavoci della protesta no-euro.
Un gioco sporco, ripeto, e in un certo senso lo dici anche tu, allora cosa ci dobbiamo aspettare?
Non ho
inteso il tuo intervento come una critica (peraltro benvenuta anche
se lo fosse stata), il dialogo serio e dialettico e’ sempre una cosa
costruttiva. Il fatto e’ che queste interpretazioni sulla faccenda
euro-referendum in Grecia circolano abbastanza specialmente
all’estero. Non e’ colpa della gente, sono voci messe in giro
apposta.
Sulla
tua questione la mia risposta e’ “sì, a patto però che SYRIZA
avesse impostato la sua campagna referendaria sulla vera natura
dell’euro senza paure e preoccupazioni che portano a trattare la
gente come se fosse un bambino immaturo”. Inoltre, a quel tempo
(2011) il popolo scendeva nelle piazze a centinaia di migliaia ed era
molto combattivo e determinato quindi avrebbe capito molto
facilmente.
Rimane
il fatto del perché SYRIZA non l’abbia fatto. Forse era un mix di
indecisione, codardia e interessi cose che si rispecchiano nelle
varie correnti di cui e’ fatto SYRIZA.
Scusami
Rosanna, mi apprestavo a risponderti ma e’ capitata una cosa
imprevista e devo assolutamente uscire.
Analizzerò
la posizione di Mazzei e il tuo intervento il più presto possibile.
Stammi
bene.
Ti ringrazio per la tua condiscendenza, ma chi fa un errore come il mio le voci non c’entrano, sul web c’è tutto quello che si deve sapere sulla vicenda referendum e quindi si saprebbe che in definitiva chi si ritirò non fu il popolo Greco ma il presidente. Cosa che ho eseguito, ma dopo che mi hai risposto. Il fatto è che mi sono fidato un po troppo della mia memoria, che dopo quattro anni si è rivelata confusa, quindi secondo me non ci sono scusanti, per nessuno.
Io sono molto amareggiato per le vicende Greche, un paese che ha dato tanto all’umanità non avrebbe dovuto essere preda di criminali dei mercati, degli speculatori, ma sopratutto dei corrotti.Se non fosse stato per la Grecia con la stele di Rosetta, forse i geroglifici oggi non sarebbero ancora decifrati.
Buona Epifania
@ Rosanna, ti rispondo qui
Mazzei ha
assolutamente ragione. Direi anche che i due punti che mette in
rilievo, cioè l’eventualità che questa Europa sia riformabile e
l’identificazione degli anti-euro con i fascisti siano della stessa
gravità. Anzi, credo che il primo sia più determinante del secondo,
almeno in Grecia, spiegherò poi il perché.
Questi (e
altri) sono i limiti di SYRIZA e per questa ragione siamo in molti a
giudicarlo severamente da 3 anni a questa parte. Io stesso ho
ripetutamente criticato le sue politiche anche in questa sede.
Per quel che
riguarda queste due posizioni si deve tener conto di due fattori.
L’Europa non e’
riformabile. L’Europa sta affondando come sto scrivendo nell’articolo
(quello che chiamo Punto due) e gli eurocrati non si tireranno
indietro per nessuna ragione. E’ stata sempre la logica del potere di
non riuscire a vedere la ghigliottina in fondo al corridoio anche
quando era chiaramente visibile. Loro faranno quello che dettano i
banchieri in politica interna e gli americani in politica estera.
Per cui non si devono avere delle illusioni ma si deve cercare di
sfruttare tutte le contraddizioni che ne nasceranno all’interno della
società, all’interno dei partiti, anche all’interno di SYRIZA.
Però
condizione necessaria, anche se non sufficiente, e’ che SYRIZA vinca
queste elezioni non perché sarà lui a salvare la Grecia con le sue
politiche inattuabili ma perché cosi diventerà un polo di raccolta
di tutte le forze contro la troika. Poi queste forze popolari, avendo
avuto “ufficialmente” voce in capitolo, cominceranno a spingere
SYRIZA, forse suo malgrado, verso la direzione giusta il che avrà
due possibili esiti. O SYRIZA seguirà in modo chiaro la via
dell’indipendenza nazionale, sovranità e moneta nazionale non
riconoscendo il debito (eventualità che purtroppo considero remota)
oppure si sfalderà nelle varie sue correnti. Ne seguirà un periodo
di indeterminata durata in cui la Grecia si troverà in condizioni di
ingovernabilità.
Questa
situazione e’ sempre favorevole al popolo in periodi di crisi
specialmente. Ne accelera le fermentazioni sociali. Da parte sua il
regime dovrà ricorrere a soluzioni di forza che però sono
azzardate perché possono benissimo provocare delle reazioni
inaspettate. Il lavoro sporco non potranno più farlo i MAT. Di colpo
di stato non se ne parla, l’esercito l’hanno demolito e non sono
affatto sicuri che uso farà delle proprie armi quando gli
ordineranno di uscire in strada. Che faranno? Invaderà la NATO la
Grecia? Insomma niente sarà sicuro per loro come lo era stato
finora.
Da parte nostra
la parola e’ una sola: organizzarci su base patriottica. Organizzarci
e contrastare ogni situazione in ogni occasione possibile. Cavalcare
SYRIZA suo malgrado. Esiste una parte consistente nella sua base
(quel 35% di cui parla Mazzei) che ha le idee abbastanza chiare.
Per cui ogni
critica fatta finora, almeno fino alle elezioni, deve mordere il
freno. L’importante ora e’ una vittoria di SYRIZA alle elezioni. Ai
fini elettorali conviene unire, non dividere. E stare sul chi vive
perché loro e i loro padroni a Berlino, essendo dei ladri, non si
faranno mica degli scrupoli a falsificare le elezioni.
Per quel che
riguarda l’identificazione dei patrioti coi fascisti, queste sono
bazzecole della lista Tsipras italiana almeno qui in Grecia. La lista Tsipras non c’entra
niente con SYRIZA. Né come contenuti né, e questo e’ molto più
importante, come ruolo nella società. SYRIZA si trova sotto il peso
di una grande responsabilità che e’ palpabile. Quelli della lista
Tsipras sono tranquillissimi e stanno facendo facendo il solito
teatrino con chi sa quali secondi fini.
E poi la gente
di SYRIZA qui in Grecia sa benissimo chi sono i patrioti e chi i
fascisti. Li vede ogni giorno e sa distinguerli. Le contraddizioni in
Grecia sono molto più avanti che in Italia.
Non occupatevi
della lista Tsipras (intendo i dirigenti) e lasciateli abbaiare. Nel
caso migliore vogliono sentirsi importanti e lo ottengono se parlate
di loro. Ma io credo di più al caso peggiore. Lo abbiamo detto: in
una situazione rivoluzionaria o si sta di qua o di là. Non c’è via
di mezzo.
Tsipras per me è un bluff. L’unico partito che si è concretamente mosso per combattere queste politiche economiche-monetarie scellerate e disoneste è il M5S. Punto. Questa è la realtà dei fatti. Ai suoi albori Tsipras era un antieuro convinto, ora sembra una specie di Bersani. Radici di sinistra ma portafoglio a destra
Poveri fessi…
Ho
criticato Tsipras ripetutamente e ho parlato favorevolmente per il
M5S altrettante volte.
Ma non
esageriamo.
Più si
attarda un movimento ad attuare in modo radicale il suo programma,
più rischia di essere assorbito dal sistema specialmente in tempi di
crisi quando le varie “misure” fanno veramente male alla gente e
la delusione ti aspetta all’angolo. Un movimento qualsiasi ma genuino
come era stato il M5S agli inizi deve essere costantemente incalzato
dalla sua base verso la desiderata direzione che e’ l’interesse del
popolo.
Diversamente,
si dà tempo alla creazione di un status quo, alla stagnazione
politica, ai ripensamenti, alle compere dei politici, etc che
vengono accompagnati da mezze parole, ritardi e delusioni.
Non si
può agire costituzionalmente quando la costituzione e’ calpestata.
Non si possono rispettare le regole del gioco quando l’arbitro e’
venduto.
Naturalmente
tutto queste vale anche per Tsipras, anzi, vale di più per lui data
la situazione in Grecia. Ma nell’articolo spiego perché in questa
fase SYRIZA deve vincere le elezioni. Non perché ci salverà col suo
programma ma perché non abbiamo altro. Invece voi ce l’avete questo
“altro” ma lo state sprecando.
Poveri
fessi chi? Noi, voi o noi tutti insieme?
L’hai
letto tutto l’articolo? Ti sembra che il messaggio sia “vieni
SYRIZA-babbo natale a salvarci”?