DI SERGIO MAURI
Acthung Banditen
Il mondo dei “mezzi di comunicazione di massa” è di certo inserito nella realtà sociale che lo ha originato ma, come tutti i figli diventati adulti, vive ormai una vita indipendente e separata da chi l’ha generato. Esso possiede simboli, stili, modelli suoi propri che, pur denotando le sue origini, rappresentano bene un mondo che altrimenti non si potrebbe rappresentare.
Questo mondo necessita di continuo nutrimento, necessita di continue sollecitazioni, informazioni, notizie per poter sopravvivere rigenerandosi di continuo. Anche casi come quello di Erba cadono a fagiolo, fornendo nuova ed abbondante linfa al vampiro mediatico.
Nonostante molti pensino che la nostra società sia fortemente degenerata – e per diversi aspetti lo è – ciò ha a che fare con il sistema mediatico solo per una frazione dello sconquasso generale.
Quando si fa del moralismo sul fatto che i cittadini, in preda al “raptus del voyeur”, guardano trasmissioni ciarlanti di efferati assassini o fanno la fila per vedere i “mostri dietro le sbarre”, mi scappa da ridere.
Sarebbe bene ricordare le masse che accorsero alla esecuzione di Maria Antonietta – alla quale non penso neanche lontanamente di alleviare delle responsabilità politiche – in una Francia che pure era nel pieno di grandi cambiamenti sociali. Sul piano umano pochi progressi sono stati compiuti.
Innumerevoli casi di questo tenore si potrebbero citare a compendio dell’umano atteggiamento di fronte a situazioni “topiche” di socialità umana estrema. Un buon psicologo sa che il capro espiatorio assume la funzione di rassicurare e confermare la struttura sociale esistente.
Ma a che serve tutto ciò? Oltre alle conferme di cui ho accennato, sicuramente la funzione di concentrarsi solo sulla cronaca e la più sanguinolenta, serve a deviare attenzione ed energie da fatti terribilmente violenti che accadono nel mondo e che, per esecutori non hanno una coppia di sbandati o degli studenti ai quali il gioco sia sfuggito di mano.
Ci troveremmo di fronte a governi, stati maggiori che, al sicuro dei proprii uffici, prendono decisioni che comportano l’eliminazione di centinaia di migliaia di esseri umani.
E’ il caso dell’Irak, totalmente oscurato da Olindo e Rosa (e prima da altri fatti di cronaca o rumorosi silenzi) che vengono promossi a “stars” proprio per assolvere meglio questo sporco compito. Le vittime, in Irak, delle truppe “civilizzatrici” della coalizione che “esporta la democrazia”, in gran parte civili, superano quota un milione.
Facciamo un confronto: l’Italia nella Seconda Guerra mondiale ebbe circa mezzo milione di morti su una popolazione di circa 40 milioni di individui. Sappiamo quali strascichi ebbe questo conflitto anche e soprattutto sul piano psicologico ed emotivo.
Ora pensiamo all’Irak che ha oltre 1 milione di morti su una popolazione di circa 27 milioni di individui. Provate ad immaginare quali tipi di ripercussioni debba sostenere il popolo irakeno. Un calcolo empirico che posso fare subito riguarda il rapporto di morti e sofferenze che automaticamente si portano dietro che, per gli irakeni è di oltre tre volte quelle che subimmo noi durante l’ultima guerra mondiale.
Questi semplici ragionamenti vengono totalmente e scientemente rimossi nello stesso momento in cui Olindo e Rosa diventano il simbolo e la conferma di quanto buoni siano tutti gli altri cittadini, quelli che stanno fuori dalle gabbie, ma che non riescono a scomporsi per il milione di morti causati dalla più becera e feroce coalizione politico-militare della nostra storia recente.
Sergio Mauri
Fonte: http://achtungbanditen.splinder.com
Link: http://achtungbanditen.splinder.com/post/15832413/Olindo+e+Rosa%2C+protagonisti+lo
7.02.08