L’OCTE – Osservatorio contro la Transizione Ecologica – ha pubblicato un nuovo documento dal titolo: “Parere sull’agenda climatica e il culto delle pale eoliche“, volto a mettere in guardia dall’allarmismo climatico odierno, strumentale all’adozione di nuovi “strumenti restrittivi di diritti e libertà fondamentali” da parte del potere.
Come scrive l’Osservatorio:
La strumentalizzazione a fini di politici di evidenze scientifiche incerte non costituisce una novità, come l’affaire COVID ha posto sotto gli occhi di tutti e come ora traspare dalle ulteriori emergenze pianificate e messe in atto da organizzazioni e governi liberisti, globalisti e transumanisti.
Ed esempi di questo tipo in chiave climatica li abbiamo visti sia con le “ordinanze sindacali adottate in alcune città italiane finalizzate alla riduzione del consumo di acqua potabile” motivate da un’emergenza idrica che probabilmente mai è esistita veramente, sia con le pale eoliche che:
Cresciute come funghi sull’intero territorio nazionale, e salutate con entusiasmo dai fautori della sostenibilità e della cosiddetta transizione ecologica, le pale eoliche stuprano il paesaggio tutelato dalla Costituzione, alterano la morfologia del territorio, producono infrasuoni in grado di arrecare danni alla salute umana anche a distanze considerevoli, sottraggono risorse allo Stato e quindi ai cittadini e minacciano direttamente la sopravvivenza della fauna selvatica.
Partendo da questi presupposti, nel suo parere l’OCTE pone una alcune domande e fa una serie di considerazioni, concentrandosi in particolare sull’efficienza di questa tecnologia e sulle difficoltà effettive che ne riguardano l’utilizzo. In particolare:
il Paese che ha puntato di più sull’energia eolica, ossia la Germania, nonostante investimenti massicci e ingenti sussidi statali, riesce a produrre, grazie a essa, non più del 5% del suo fabbisogno elettrico. Proiezioni disponibili per l’Italia indicano che la sostituzione con l’eolico del 50% della produzione elettrica nazionale imporrebbe l’installazione di circa 80.000 turbine, con una media di 1 turbina ogni 4 kmq2, Alpi comprese.
In base a quanto esposto nel parere, l’OCTE:
- chiede alla comunità scientifica e accademica italiana di recuperare il ruolo tradizionale della scienza, al fine di favorire il benessere della società;
- sollecita i cittadini a riconsiderare i toni apocalittici della narrazione dominante in merito al presunto riscaldamento globale di origine antropica, esaminando criticamente i costi derivanti dai diktat imposti, sotto forma di pretesa transizione ecologica;
- invita il Parlamento e il Governo a disciplinare questa materia sulla base di solide analisi scientifiche, assicurando in ogni caso il primato delle esigenze di interesse generale sugli interessi privati.
Qui il PDF del II Parere OCTE, pubblicato in originale sul sito: https://www.ecsel.org/octe/
Massimo A. Cascone, 21.06.2022
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