Il CIEB – Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina, di cui vi abbiamo già in precedenza parlato (vedi qui) – e l’OCTE – Osservatorio contro la Transizione Ecologica, di cui vi abbiamo già in precedenza parlato (vedi qui) – hanno prodotto un nuovo documento congiunto dal titolo “Parere sulla pretesa emergenza idrica“, volto a far comprendere ai cittadini italiani che presto l’acqua, ingrediente essenziale per la vita, non verrà più considerata un diritto, a causa di una direzione politica volta alla privatizzazione di qualsiasi bene, che oramai il nostro Paese ha imboccato da tempo.
Secondo il CIEB e l’OCTE tale possibilità è ha subito una forte accelerazione durante il periodo pandemico dove, attraverso lo strumento del Green Pass, è stata sdoganata la “negoziabilità di diritti e libertà che – fino alla cosiddetta pandemia – erano considerati fondamentali e inviolabili perché innati nell’essere umano, quali il diritto alla vita e alla tutela della salute”. E presto, attraverso il ricorso a stati di emergenza continui, questo meccanismo premiale verrà utilizzato per “per limitare la titolarità e l’esercizio di altri diritti e libertà fondamentali, a partire dal diritto all’acqua: diritto che anche l’ONU, nel 2010, ha riconosciuto quale «human right»”.
Non a caso, continua il Parere, già si può osservare come l’emergenza idrica venga costantemente imputata dai media di regime “al climate change, all’aumento della popolazione mondiale, all’inquinamento, al fabbisogno energetico”…tutte questioni perfettamente adattabili a una dichiarazione di emergenza che preveda il razionamento dei beni essenziali.
In base a tali valutazioni, CIEB e OCTE:
- richiamano l’attenzione sui rischi derivanti dall’interpretazione unilaterale e fuorviante generalmente fornita dai media e dalla politica alle evidenze scientifiche relative alla pretesa emergenza idrica;
- sollecitano il pubblico a una disamina approfondita delle cause e delle possibili soluzioni della crisi idrica, come anche delle altre situazioni di crisi che ormai accompagnano quotidianamente la vita degli italiani;
- sottolineano ancora una volta l’effetto discriminatorio di meccanismi e strumenti “premiali” simili al Green Pass fondato sull’obbligo vaccinale – che è bene ricordare è stato prorogato dall’Unione europea fino al giugno 2023 e dal governo italiano, approfittando della distrazione di massa provocata dalla guerra in Ucraina, fino al gennaio 2025;
- evidenziano la previsione contenuta nel cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di procedere entro il mese di luglio 2022 alla valutazione della capacità degli enti locali di gestire la rete idrica e, in caso di valutazione negativa, di coinvolgere soggetti privati nella gestione della rete medesima, vanificando così l’esito del referendum popolare tenutosi nel 2011;
- evidenziano il rischio che la crisi economica che si prospetta per il prossimo autunno finisca per estendere l’applicazione dei meccanismi “premiali” alla fruizione delle due principali risorse degli italiani, ossia il risparmio privato e il patrimonio immobiliare, allo scopo – mai dichiarato ma ormai sotto gli occhi di tutti – di penalizzare ulteriormente il ceto medio e le piccole/medie imprese e, con essi, il tessuto sociale e produttivo d’Italia, nella prospettiva di un default pianificato dalle corporazioni finanziarie transnazionali e dalle organizzazioni internazionali che a dette corporazioni forniscono sostegno sul piano politico-istituzionale.
Qui il PDF del Parere sulla pretesa emergenza idrica, pubblicato in originale sul sito: https://www.ecsel.org/cieb/– https://www.ecsel.org/octe/
Massimo A. Cascone, 02.07.2022