DI TONY CARTALUCCI
A aprile 2014, il co-organizzatore della Protesta Martin Lee scrisse la sceneggiatura e presentò i personaggi di “Occupy Central” al National Endowment for Democracy del Dipartimento di Stato USA.
Molto probabilemente gli slogan, i leader, e l’agenda del movimento “Occupy Central” sono il vero desiderio dei dimostranti di Hong Kong che vorrebbero “democrazia totale”, “suffragio universale” e “libertà”. Ma la realtà è un’altra cosa.
Ci sono tutte le prove per poter dire che i leader di “Occupy Central” sono stati direttamente appoggiati, finanziati e organizzati dal Dipartimento di Stato Americano, per mezzo del National Endowment for Democracy (NED), e del National Democratic Institute (NDI).
Nonostante l’ammissione che queste prove siano schiaccianti, molti sostenitori di”Occupy Central” insistono ancora nel dire che le proteste sono genuine, spontanee e qualcuno ora propone di dichiarare che l’attuale leadership di “Occupy Central” non rappresenta veramente la gente di Hong Kong.
In effetti anche se la leadership di “Occupy Central” non rappresenta assolutamente la gente di Hong Kong, resta il fatto che questa protesta è stata predisposta almeno dallo scorso mese di aprile 2014, quando Martin Lee e Anson Chan, i co-organizzatori di “Occupy Central” ne parlarono per la prima volta con il NED di Washington DC.
Il discorso intitolato “Perché serve la Democrazia a Hong Kong” – presentato a aprile scorso al Vice presidente regionale del NED Louisa Greve – è una carrellata introduttiva del duo su quello che sarà il Movimento “Occupy Central”, quali saranno i protagonisti, l’ordine del giorno, le richieste e gli argomenti di discussione. Anson Chan – ex- Capo Segreteria di Hong Kong sotto il dominio britannico – in particolare, con un perfetto accento britannico, insistette più volte che la questione doveva vertere sostanzialmente sui passi indietro fatti dalla Cina rispetto a quanto “concordato con il Regno Unito” al momento del passaggio di Hong Kong alla fine degli anni ‘90.
Lee, così come tutti i presenti, dissero più volte che il ruolo che doveva svolgere Hong Kong doveva “contagiare” la Cina continentale, con le sue istituzioni in stile occidentale, con le sue leggi e i suoi interessi. Lee ripetutamente fece appello a Washington perché prendesse un impegno per garantire la difesa degli interessi americani a Hong Kong.
Sia Lee che Chan avrebbero anche ripetuto più volte che, visto che la Cina sembra essere interessata su come viene percepito all’estero il suo modo di governare il suo popolo, si potrebbe sfruttare questo punto per ottenere qualche concessione da Pechino sul governo di Hong Kong. A questo punto si fece cenno anche alle proteste precedenti, comprese quelle dell’ “attivista” Joshua Wong con la sua organizzazione “Scholarism” molto sospetta almeno dal 2012 per i suoi contatti con il NDI del Dipartimento di Stato USA – Naturalmente, con questa premessa la destabilizzazione del governo di Hong Kong era presentata come una soluzione praticabile per piegare Pechino e per ottenere nuove concessioni per gli occidentali.
Per che seguirà l’intera intervista – che dura un’ora con le domande e le risposte – vedrà che tutta l’operazione “Occupy Central” è stata messa a nudo, letteralmente, a Washington DC parecchi mesi prima che le manifestazioni iniziassero per le strade di Hong Kong.
Quindi è per portare avanti una presunta protesta “a-favore-della-democrazia”, per avere un governo-indipendente e per l’auto-determinazione del popolo che i leader della protesta hanno denunciato le “interferenze di Pechino”, e per questo motivo gli stessi leader hanno ottenuto finanziamenti da che deve tutelare interessi stranieri, cosicché nel migliore dei casi i piani di “Occupy Central” sono, ironicamente, partiti semplicemente da una capitale straniera, ma nel peggiore costituiscono un vero e proprio inganno con malafede nei confronti del popolo.
E’ vero la democrazia presuppone l’autogoverno e l’autodeterminazione del popolo, ma se il Dipartimento di Stato USA è colluso e ha finanziato e organizzato i politici e i leader della protesta che si muovono dietro “Occupy Central,” non sarà certo la gente di Hong Kong che governerà o che determinerà qualcosa – sarnno solo Washington e Wall Street a governare e a determinare per loro. Martin Lee e il suo collaboratore Anson Chan si lamentano perché Pechino detta la politica a Hong Kong, ma loro si siedono insieme a gente che deve tutelare altri interessi stranieri e che vuole andare al governo per dettare la politica di Hong Kong, al posto di Pechino.
In poche parole è questa la vera agenda di “Occupy Central”. Non si tratta di dare a Hong Kong il diritto di votare o di scegliere chi dovrà andare al governo, si tratta di tratta di mandare al governo, dietro “Occupy Central”, un potere segretamente gestito dall’estero, e di disarmare Pechino, togliendo qualsiasi arma che possa impedire quella che è – a tutti gli effetti – una ricolonizzazione “soft” di Hong Kong, e un altro tentativo di dividere e destabilizzare la Cina nel suo complesso.
Tony Cartalucci
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article39869.htm
5.10.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario