Alcune volte la realtà supera l’immaginazione e mai come in questo periodo ci stiamo rendendo conto di quanto sia vera tale affermazione.
La storia che vi raccontiamo brevemente è quella di Charlotte Bellis, giornalista neozelandese, ex inviata di Al Jazeera, che fece notizia a livello internazionale riportando da Kabul l’acquisizione talebana dell’Afghanistan lo scorso anno.
Nel mese di settembre la Bellis ed il suo partner Jim Huylebroek, fotografo del New York Times, anche lui inviato a Kabul hanno scoperto di aspettare un bambino e, poichè la Bellis viveva in Qatar, dove per una donna è illegale essere incinta e non essere sposata, era necessario ovviamente spostarsi in un luogo sicuro per continuare la gravidanza nel modo più sereno possibile. da questo momento iniziano le difficoltà per la coppia, ed in particolare per la giornalista.
Inizialmente a causa del sistema MIQ – Managed Isolation and Quarantine – alla coppia è stato impedito di raggiungere la Nuova Zelanda e per questo si sono spostati nel paese natale di Huylebroek, il Belgio. Lì la Bellis ha cercato di ottenere dal governo neozelandese “un voucher” per entrare nel paese nonostante la chiusura delle frontiere, senza però riuscirci.
Successivamente la Nuova Zelanda ha annunciato che il MIQ sarebbe terminato per i neozelandesi a Febbraio e per gli stranieri ad Aprile e la Bellis ha quindi presentato nuovamente domanda per tornare a casa, sollevata nel sapere che avrebbe potuto partorire nel suo paese di origine a Maggio. Fatta la domanda, si è recata a Kabul – dopo aver contattato i talebani per vedere se poteva tornare sana e salva in Afghanistan – per poi da lì partire alla volta del suo paese, appena i confini fossero stati riaperti.
Caso ha voluto però che il governo di Wellington ha fatto marcia indietro, ritardando l’apertura del confine e quindi respingendo qualche giorno fa, il 24 Gennaio, la domanda della Bellis, la quale si è così trovata incinta da sola a Kabul, senza conoscere il suo destino per il mese previsto per il parto.
Fortunatamente però il governo di Kabul ha deciso di sostenere la giornalista in questo momento difficile e come da lei stesso dichiarato gli alti funzionari talebani hanno così commentato la sua situazione: “Siamo felici per te, puoi stare qui, non avrai nessun problema”.
Insomma, ancora una volta abbiamo la riprova che quello che ci raccontano i media occidentali riguardo il governo talebano è pura fuffa. In un momento storico come quello che stiamo vivendo sempre più persone sulla propria pelle stanno sperimentando quanto possono essere totalitari e discriminatori governi che si sono sempre definiti democratici e quanto invece realtà che ci sono state raccontate in un certo modo invece celano un’umanità e una solidarietà tra le persone che da noi sta scomparendo.
Massimo A. Cascone, 30.01.2022
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