DI PAOLO BARNARD
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(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)
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La Redazione
DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)
Nonna: Senti, però ci sono due cose dell’altra volta che
non ho capito. Tu dici che se lo Stato spende per darci tutto quello ci manca,
e magari compra le cose che le fabbriche non vendono, allora tutti noi stiamo
meglio. Bè, stamattina ero dal dottore per l’anca, e lui mi diceva che per
l’operazione ci vogliono 7-8 mesi. Io gli ho detto: “Mio nipote dice che se lo Stato spende di più, può fare altri ospedali
e assumere tutti i medici che vuole”. E sai lui cosa ha risposto? Ha
risposto che è d’accordo, ma poi c’abbiamo l’inflazione. Cosa vuol dire?
P. Ah! Eccoli quelli dell’inflazione…
Nonna: Aspetta, poi c’è l’altra cosa. Ieri sera al
telegiornale quella signora che fa l’industriale capo, che c’ha dei bei
gioielli sempre addosso, adesso non ricordo il nome…
P. La Marcegaglia, che è il numero uno di Confindustria.
Nonna: Bravo, quella lì. Bè, ha detto che lo Stato deve
assolutamente eliminare il debito pubblico, che se no le fabbriche e le
industrie non fanno più soldi. Te dici il contrario, te dici che è col debito
pubblico che fanno soldi, e che senza debito non ne fanno. Non capisco perché
allora ha detto così.
P. Ok. Per la prima domanda, ricorda questo concetto: generalmente nel
mondo del mercato se una cosa è scarsa allora costa molto, vedi l’oro, mentre
se di una cosa ce n’è a vagonate, allora costa poco, vedi le cipolle.
L’inflazione succede quando nel contenitore dei cittadini privati ci sono
troppi soldi nelle loro tasche ma pochi prodotti da comprare. Troppi soldi sono
come le vagonate di cipolle, quindi quei soldi perdono di valore. Pochi
prodotti sono come l’oro, quindi aumentano di valore. Risultato: finisce che
chi va al mercato coi suoi soldi che valgono di meno perché ce ne sono troppi
in giro, dovrà spenderne molti per comprare le cose che scarseggiano e quindi
sono aumentate di prezzo. Questa è l’inflazione. Fa conto che se prima un chilo
di patate ti constava 10 soldi, ora con l’inflazione te ne costa 20. E questo
ovviamente per tutti i prodotti, quindi i cittadini sono automaticamente più
poveri. La gente ha molta paura dell’inflazione, giustamente. E allora quando
uno come me, o come certi economisti, dice che lo Stato deve spendere di più,
cioè versare più soldi nel contenitore dei cittadini privati, molti pensano: “Sì, ma poi ci saranno troppi soldi, mentre i
prodotti saranno sempre quelli di numero. Ci sarà l’inflazione!”. No,
nonna. Questa è una favola. Chi dice così non conosce l’economia, oppure è in
malafede e lavora per le elite. Perché io ho sempre detto che lo Stato deve
spendere di più, anche aumentando il suo debito con se stesso, ma deve farlo per creare posti di lavoro
che sono stipendi, per creare un’istruzione di alto livello, per mantenere i
cittadini in salute, per fare strade e aeroporti e telefoni e tecnologia
superiori, e per comprare anche i prodotti delle aziende private. Fai la
somma: più lavoratori e meglio pagati + ragazzi istruiti che lavoreranno meglio
+ cittadini sani e quindi meno spesa sanitaria + strutture per facilitare
proprio il commercio e le industrie + aiuti alle aziende per farle progredire = più
produttività nazionale. Quindi nonna, aumentano sì i soldi in giro, ma aumentano anche di pari passo i prodotti
offerti, quindi niente inflazione.
Nonna: Mi sembra di aver capito, mi sembra.
P. Poi nonna, l’inflazione si controlla benissimo se uno Stato è padrone
veramente della sua moneta. Ad esempio: dovesse mai succedere che l’inflazione
scappa di mano, come estremo rimedio lo Stato può tassare il contenitore dei
cittadini, cioè sottrarre denaro dalla circolazione. Oppure può rendere più
costoso prendere denaro in prestito, così di nuovo ne circolerà di meno. E può
fare altre diavolerie di finanza che sono troppo difficili per te. Ma pensa a
una cosa: tutti sti allarmisti dell’inflazione perché non leggono i giornali?
Il Giappone oggi ha un debito pubblico che è il doppio, nonna, il doppio! di quello italiano, e quindi lo Stato
giapponese ha speso tantissimo, giusto?
Nonna: Eh sì! Beati loro…
P. Ok. Sai a quanto è l’inflazione in Giappone oggi? E’ allo 0,4%. Cioè
praticamente non esiste. E allora dai…
Nonna: Sì, ma allora quella tizia che comanda gli
industriali e cha ha detto che se Berlusconi non paga il debito pubblico le
fabbriche non guadagnano?
P. Vediamo se è vero che togliendo il debito pubblico le aziende ci
guadagnano. Ti dimostro ora che è vero l’esatto contrario, come ti ho sempre
detto. Ok, ripeschiamo i famosi contenitori. Tu immagina che nella nostra
società di cittadini privati, cioè non Stato, ci sono tantissimi tipi di
lavori, ma che si possono dividere grosso modo in due contenitori: c’è il
contenitore A) che fra o vende i prodotti di consumo, e il contenitore B) che fa tutto quello che serve ad A)
per produrre e vendere quelle cose, cioè fa i famosi “mezzi di produzione”.
Esempio: A) fa o vende le scarpe, i
rasoi, la carne, le auto, i pettini, il vino, i vestiti ecc. ecc. B) fa le macchine per lavorare il cuoio,
fa l’acciaio per le lamette e per le auto, la plastica per i pettini e per
tante altre cose, i telai, produce il cotone ecc.; ma anche offre i servizi
affinché i prodotti del contenitore A) si possano fare e vendere, cioè banche,
assicurazioni, scuole, formazione, telefonia, comunicazioni, trasporti ecc.
Sia A) che B) impiegano dei lavoratori stipendiati. Ok. Pausa e respira.
Nonna: Sì, sì, mica sono tocca nella testa, ho capito.
P. Domanda: come fa il contenitore
A) a fare profitto? Tu dirai, deve vendere i prodotti di consumo. Ok. Ma io
ti dico che se li vende ai suoi
dipendenti quando spendono lo stipendio, A) non farà nessun profitto, perché gli ritornano indietro gli stipendi che
ha appena pagato a quei dipendenti. Anzi, gliene tornano indietro anche di
meno, perché non tutti i lavoratori spendono tutto lo stipendio in beni di
consumo. Immagina come esempio che tutti questi industriali di A) hanno sborsato 1 milione in stipendi,
e gli torna in cassa 800 mila, che profitto è? Allora: per far sì che il
contenitore A) faccia profitti
bisogna che possa vendere i suoi prodotti a gente a cui NON paga lo stipendio. Ok, tu mi dirai che ci sono tutti i
dipendenti del contenitore B), che
di sicuro useranno gli stipendi pagati da B) per comprare i beni di consumo
fatti da A). Perfetto, quelli creano profitti per A), perché A) non gli paga lo
stipendio. Ma il contenitore B) allora? Come fa a fare i suoi profitti?
Nonna: Bè, la gente di A) gli compra la roba, così gli
ricambia il favore.
P. Eh no! Nonna. E sai perché? Pensaci bene. Quando il contenitore B), che fa i mezzi di produzione, li vende ad A) quello che accade è che il
contenitore A) userà ovviamente i suoi profitti per pagare. Ma da dove vengono
i profitti di A) nonna? Vengono da B)! lo abbiamo appena detto. Quindi B) si vede ritornare in tasca i suoi
soldi di prima, nulla in più, punto. Profitto zero in quel caso. Dunque,
abbiamo stabilito che nelle nostre società il contenitore B) può creare
profitti per A), ma questo non può creare profitti per B), impossibile. E
allora? Allora si torna alla solita storia: ci vuole un contenitore esterno a B) che gli versi dentro denaro nuovo al
netto… ed avendo eliminato A), come al solito ci rimane solo lo Stato con la
sua spesa che può farlo (o le
nazioni straniere, ma sono inaffidabili). Infatti né A) né B) pagano gli
stipendi allo Stato che non ha bisogno di alcuno stipendio per comprare le
cose di B), o anche quelle di A) ovviamente. Quindi lo Stato deve esserci, con la sua spesa, se no
B) va in rovina, e se va in rovina B) ci va anche A) che dipende da B) per i
suoi profitti. E stiamo parlando proprio di aziende e di tutti i loro
lavoratori, ricorda.
Nonna: Cavoli, è vero!
P. Ma lasciami arrivare alle parole “debito
statale”, per essere preciso. Lo
Stato deve però comprare con la sua spesa di
più di quello che toglie con le tasse ad A) e B), ovvio, se no non ci
sono profitti per A) e B); se no crolla tutta quella catena virtuosa. Gli deve versare più soldi di quanto li tassi. E
lo Stato versa più soldi di quanto tassi solo quando?… nonna?
Nonna: Quando?
P. Solo quando spende a DE-BI-TO,
quando cioè spende più di quello che incassa (tassa). Ecco provato il fatto
che, di nuovo, se si elimina la spesa
dello Stato a debito è impossibile che il contenitore generale dei cittadini e delle
aziende si arricchisca al netto. Chi va in tv a dirci che la nostra
salvezza è nell’eliminazione del debito pubblico, o non capisce niente di
economia o vuole uccidere la nostra Gallina dalle Uova d’Oro secondo il piano
delle elite di cui abbiamo parlato. Punto. Ti avevo già spiegato che il debito pubblico è la ricchezza dei cittadini, ora sai che è anche il profitto delle aziende in gran parte.
Nonna: Ma sto debito, insomma, ma roba da matti… ma è proprio la nostra fortuna! E allora quella stupida di quella donna in tv
cosa va a dire che si deve eliminare il debito dello Stato per fare più
profitti alle industrie? Ma non le sa ste cose?
P. E’ probabile di no, ricordati che le elite hanno lavato il cervello proprio
alle classi dirigenti e ai politici per uccidere la spesa a debito dello Stato, che era a nostro favore e a favore della democrazia. Li hanno indottrinati ben bene, ripensa all’esempio delle tonsille. Baci.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=239
25.10.2011
NONNA, TI SPIEGO LA CRISI ECONOMICA 6
Nonna: Però ci pensavo, va bene che volevano che gli
Stati non ci dessero i soldi a noi cittadini per stare tutti bene. Ma alla fine
gli Stati ci sono ancora, mica li hanno aboliti. E allora perché non tornano a
spendere per noi col debito buono?
P. Nonna, ”il debito buono”…
che genio che sei, mi hai appena messo in mente una cosa che altrimenti non ti
avrei spiegato e che è importante. Ma prima rispondo al perché gli Stati non
tornano a spendere: in America, in Inghilterra, in Svezia, in Giappone,
insomma, in tutti quei Paesi che hanno ancora una moneta sovrana, le elite hanno
convinto i governi (a suon di soldi) e la gente di quel famoso spauracchio che dice
che la spesa dello Stato è un debito terribile, è una catastrofe per tutti. E
allora non spendono quanto sarebbe necessario. Qui in Europa ci hanno tolto
addirittura le monete da spendere, quindi proprio siamo fritti. Ora ti spiego
quella cosa importante che mi ha fatto venire in mente quando hai detto ”il debito buono”.
Nonna: Eh sì, mi hai detto che ci fa più ricchi…
P. Vedi nonna, nella realtà esiste una spesa dello Stato che non è tanto
buona, o perlomeno che è meno buona di quella che ti dicevo. Perché bisogna
capire questo: anche se è verissimo che lo Stato con la sua moneta può spendere
inventandosi i soldi quasi senza limiti, è anche vero che per renderci più
sicuri e benestanti tutti, deve farlo con giudizio. Cioè deve spendere per
darci piena occupazione, scuole migliori, infrastrutture più moderne, stipendi
migliori, pensioni dignitose a tutti ecc. Questa spesa, come tu hai giustamente
detto, può essere chiamata “debito buono dello Stato”, cioè un
circolo economico virtuoso per cittadini e aziende, come dicevamo le volte
scorse. Ma se invece lo Stato non spende per noi in questo modo, cioè se segue
quello che vogliono le elite criminali, allora tutti ci impoveriamo, anche
l’economia. Ma questo causa dei fenomeni per cui poi lo Stato deve tornare a
spendere lo stesso, ma solo per tappare le falle, per metterci delle pezze
d’emergenza, rimediare ai pasticci sociali della nuova povertà, cioè i
disoccupati o quelli che lavorano per 800 Euro e non ce la fanno a campare; o
per soccorrere le aziende che falliscono ecc. E questo è un “debito
cattivo dello Stato”, perché sono soldi buttati al vento e che non
creano nessuna cittadinanza forte e nessuna economia fiorente.
Nonna: Quindi ste elite di delinquenti, che non vogliono
che lo Stato spenda col debito, alla fine poi ci fanno spendere lo stesso, ma
sono soldi buttati.
P. Esatto. Bel paradosso eh? Ma ora facciamo un riassunto delle puntate
precedenti, per poi continuare. Allora nonna, le elite di potere mondiale
avevano capito che lo Stato democratico, con una sua moneta che può creare
senza quasi limiti, avrebbe potuto spendere
più di quello che tassa i cittadini e le aziende, e renderli tutti più
benestanti, moderni e istruiti. Ma cittadini che siano tutti benestanti,
consapevoli e padroni del loro Stato democratico erano un pericolo mortale per
le elite, che invece ci vogliono ignoranti, sempre in affanno per i soldi e
spesso anche disperati, così loro possono fare i loro affari immensi e rubare
la maggior parte della ricchezza comune. Così si sono inventati che la spesa
dello Stato quando ci dà più soldi di quanto ci tassi (spesa a ‘debito’ buona)
è terribile, che va assolutamente combattuta e hanno convinto tutti di questo.
Così ci hanno fregati. Poi ci hanno nascosto che la spesa dello Stato è in
realtà indispensabile sia per creare nuova ricchezza al netto nel contenitore
dei cittadini privati sia per creare profitti fra le aziende. Anzi, di nuovo ci
dicono che se lo Stato spende meno, noi cittadini e le aziende saremo più
ricchi, che è una balla colossale. E anche qui tutti ci sono caduti. E in
ultimo hanno pensato che qui in Europa potevano addirittura sottomettere gli
Stati con leggi più potenti delle leggi statali, cioè le leggi della UE, e
impedirgli così di spendere per noi persone togliendogli proprio le monete
stesse, le lire, i marchi, i franchi ecc. E si sono inventati l’Euro…
Nonna: Ah! Ecco, quella cosa lì non mi è chiara, ci
pensavo prima. Ma perché i politici italiani potevano spendere le lire come gli
pareva ma non possono spendere gli Euro quanto gli pare?
P. Perché l’Euro non lo possono creare dal nulla come facevamo con le
lire, i franchi, i marchi ecc. L’Euro è la moneta
unica per 17 Stati d’Europa oggi, la usano tutti e 17, ma… non è loro. Ti
ho già detto che il pregio di una moneta sovrana moderna è che lo Stato la crea
dal nulla e che quando la spende per noi si ‘indebita’ solo con se stesso, per cui a noi cittadini arrivano quelle monete
al netto, e ci rendono più ricchi. Ma oggi gli Stati che usano l’Euro devono prenderlo in prestito da dei signori
privati che già l’hanno, e quello è un debito vero, non fasullo come quello di prima. Ripeto, prima, con la lira,
i soldi del nostro Stato sbucavano da pezzi di carta che lo Stato firmava dal
nulla, oggi gli Euro sbucano dalle banche dei tizi che lo prestano allo Stato,
un bel cavolo di differenza. L’Euro è fatto da un sistema di Banche Centrali
europee, e finisce subito, cioè appena sfornato, nella tasche di grandi
investitori privati, che possono essere miliardari malesi, arabi, o
assicurazioni tedesche, fondi di investimento brasiliani, giapponesi, italiani,
turchi… chiunque sia ricco abbastanza per comprarsi gli Euro.
Nonna: E allora lo Stato non ne può avere lo stesso
quanti ne vuole?
P. No. Ascolta bene. Prima, con le lire, anche se lo Stato avesse avuto
un debito con qualcuno, che problema c’era? Lo pagava inventandosi le lire,
come ti ho spiegato le volte scorse. A quei tempi un riccone straniero non
aveva problemi a darci i suoi soldi, cioè a comprarci un nostro titolo di
Stato. Tanto aveva la certezza del rimborso, per i motivi appena detti.
Inoltre, non dimenticare che per lo
Stato italiano vendere titoli di Stato era una opzione, NON un obbligo per
trovare soldi. I soldi se li inventava. Oggi è tutt’un’altra storia. Primo,
oggi il riccone che compra un nostro titolo di Stato sa che noi per pagargli
domani ciò che gli spetta dobbiamo andarci a trovare gli Euro da qualche altro
riccone, cioè proprio prenderli in prestito. Secondo, di conseguenza potremmo
rimanere a secco se i ricconi si rifiutano di prestarceli. Potremmo fare
bancarotta e non pagare più nulla. E allora cosa succede?
Nonna: Che non ce li danno, ed è per questo che c’è la
crisi. Giusto?
P. Bè, sì! Fuochino nonna. Nella realtà ce li danno, ma come garanzia
vogliono almeno che gli paghiamo interessi altissimi, e anche i soldi per
quelli dobbiamo trovare con altri prestiti. Ma hai ragione, da qui viene una
bella fetta di crisi, perché di fatto lo Stato che usa sto maledetto Euro è
sempre con l’acqua alla gola di non trovar abbastanza soldi, e deve fare i
tagli, che sono crisi economica. Poi siccome questa volta il debito in Euro è
VERAMENTE un debito, come ti ho detto prima, gli stessi ricconi che ce li
prestano guardano il nostro debito, e se è alto si allarmano: “Oddio! Siete molto indebitati!” dicono,
e si fidano ancora di meno della nostra capacità di ripagare i prestiti che ci
fanno, e allora ci chiedono sempre più interessi, e questo ci fa indebitare
sempre più, ma indebitarsi sempre più significa sempre più tagli, cioè SEMPRE MENO SPESA dello Stato per noi
cittadini, e questo è crisi economica perché come sai ci impoverisce, e così
s’innesca un circolo vizioso all’infinito. Capito la trappola?
Nonna: Oddio, no, mi ronza la testa…
P. La trappola è che questo Euro le elite lo hanno voluto apposta per
mettere gli Stati Europei in crisi economica, così per gli Stati è impossibile
spendere quanto sarebbe necessario per creare la famosa cittadinanza forte,
benestante, istruita e democraticamente attiva. Perché più ci affossano, più ci
spaventano con la crisi, più siamo con l’acqua alla gola per i sodi, meno siamo
padroni di noi stessi e del nostro Stato. E loro, le elite, spadroneggiano a
destra e a manca e s’intascano grandi ricchezze. Fu tutto un piano nonna. Pensa
che sta moneta unica capestro la
pensò un economista francese amico delle elite che tu avevi 20 anni. Era il
1943.
Nonna: Ma noi siamo proprio dei nulla, cioè proprio ci
pigliano in giro come gli pare.
P. Già, e sai perché? Perché poche nonne hanno un nipote come il tuo
che gli spiega in parole semplici cosa fanno i padroni del mondo veramente, e
dove sono…
Nonna: Eh! Tutto perché poi vuoi le lasagne… Dì mò di
no! Ma poi senti, e dov’è che sono questi delinquenti? E poi chi sono?
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
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26.10.2011