DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO
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Morto l’ultimo uomo che sganciò l’atomica su Hiroshima. Era Theodore Van Kirk (nella foto) e aveva 93 anni. Era il navigatore del bombardiere Enola Gay e aveva un così compiaciuto senso del già fatto che l’avrebbe volentieri ripetuto quel volo. Lo dichiarò al Guardian e siccome chi vince si prende tutto, eccetto il fastidio di immedesimarsi in chi crepa resta da considerare che ciò che ne derivò da quel giorno, un sei agosto, il fungo atomico diventato poi un poster s’è cancellato dall’immaginario.
Era il manifesto presente nella cameretta di ogni adolescente, si accompagnava al marchio No War e raccontava, nel suo ripetere la silhouette di un teschio, la morte totale. A un certo punto è successo che di quella foto s’è perso il ricordo. Tutta la giostra s’è messa nuovamente in moto per mietere un più fruttuoso raccolto.
Evidentemente la morte non ha avuto un esito totale e sarà per questo che chi vince, forte di ragione e giustizia, continua a prendersi tutto. Cancellature comprese. Eccetto il fastidio di immedesimarsi in chi dovrebbe avere il buongusto di sbrigarsi, levare le tende e crepare.
E’ successo che non è più tempo di Ilio. Non c’è una nuova Roma da fecondare perché poi è la guerra a essere totale, non la morte. Alla guerra, infatti, non c’è rimedio, alla morte sì. La morte si può cancellare.
Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: www.ilfoglio.it
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31.07.2014