DI TYLER DURDEN
Sembra che si cominci a vedere qualche verità sul burattinaio del Medio Oriente. Da una discussione incredibilmente franca tra il Capo degli spioni dell’Arabia Saudita, Principe Bandar e il Presidente russo Putin traspare una trama molto più profonda che arriva agli attacchi chimici in Siria e qualche parola detta dai personaggi in campo in questo momento fa intendere che Obama possa recitare un suo ruolo nel piano strategico saudita.
Mentre Obama dice di essere “certo” che gli attacchi chimici siano stati ordinati da al-Assad, sta emergendo un quadro ben diverso se si vuol dar retta alle interviste con i medici, con i residenti di Ghouta, con i ribelli e con le loro famiglie. Molti credono che alcuni ribelli abbiano ricevuto le armi chimiche dal capo dell’intelligence saudita, Principe Bandar bin Sultan, e che siano responsabili degli attacchi chimici”.
La favoletta per il pubblico è ben nota e ben chiara – è stata tutta colpa di Assad –.
Ma, secondo il Mint Press News, emerge un quadro molto diverso.
“Mio figlio è venuto da me due settimane fa per chiedermi cosa ne pensavo delle armi che gli avevano chiesto di portare”, ha detto Abu Abdel – Moneim, padre di un ribelle che lotta per spodestare Assad e che vive a Ghouta.
Abdel- Moneim ha detto che suo figlio e altri 12 ribelli sono stati uccisi all’interno di un tunnel usato per nascondere le armi fornite da un militante saudita, noto come Abu Ayesha, che era a capo di un battaglione di ribelli. Il padre nel descrivere le armi ha detto che certe erano fatte come un “tubo” mentre altre erano avevano la forma di una “bombola di gas enorme.”
I cittadini di Ghouta dicono che i ribelli dormivano nelle moschee e nelle case private quando le armi sono rimaste nascoste nel tunnel.
Abdel- Moneim ha detto che suo figlio è morto insieme a molti altri durante l’attacco con le armi chimiche. Lo stesso giorno, il gruppo militante Jabhat al- Nusra, che è legato ad al -Qaeda, ha annunciato che avrebbe attaccato i civili di Latakia: proprio come aveva colpito il cuore del regime di Assad, sulla costa occidentale della Siria, forse per rappresaglia.
“Non ci hanno detto che armi erano queste e nemmeno come usarle”, si lamenta una donna-combattente di nome ‘ K. ‘” Non sapevamo che erano armi chimiche. Non avremmo mai immaginato che erano armi chimiche.”
“Quando il principe saudita Bandar consegna queste armi alla gente deve darle a chi le sa usare e maneggiare”, ha detto ancora. Lei, come altri siriani non vuole usare il suo nome completo per paura delle ritorsioni.
Un noto leader dei ribelli di Ghouta, di nome ‘ J’ è d’accordo. “I militanti di Jabhat al- Nusra non collaborano con altri ribelli se non per la guerriglia. Non condividono informazioni segrete ed hanno semplicemente usato qualche ribelle per portare questo materiale.”
“Eravamo molto curiosi per queste armi e purtroppo, qualche combattente le ha usate in modo improprio e le ha fatte esplodere”, ha detto ‘J’.
I medici che hanno curato le vittime dell’attacco con le armi chimiche hanno chiesto di fate attenzione su come si fanno le domande per chiedere chi, esattamente, sia ritenuto responsabile per l’assalto mortale.
Il gruppo umanitario di Medici Senza Frontiere ha aggiunto che i suoi operatori sanitari hanno aiutato 3.600 pazienti che denunciavano sintomi simili, tra cui bava alla bocca, difficoltà respiratorie, convulsioni e vista offuscata, ma a queste informazioni non sono seguite denunce firmate.
Più di una dozzina di ribelli intervistati raccontano che i loro stipendi li paga il governo saudita.
Autori del report :
Dale Gavlak corrispondente dal Medio Oriente per Mint Press News e Associated Press. Gavlak è stato inviato ad Amman e in Giordania per l’Associated Press per oltre due decenni. Esperto in affari mediorientali , attualmente segue la regione orientale del Medio Oriente per AP, National Public Radio e Mint Press News e scrive su politica, questioni sociali e tendenze economiche. Dale ha un corso di Studi sul Medio Oriente presso l’Università di Chicago.
Contatto : [email protected]
Yahya Ababneh è un freelance giordano e sta seguendo un master in giornalismo, si occupa degli eventi in Giordania, Libano, Arabia Saudita, Russia e Libia. I suoi articoli sono stati pubblicati su Amman Net Saraya News, Gerasa News ecc.
Per chi non ricorda bene tutta la storia, ecco i dettagli pubblicati pochi giorni fa …
Quali sono le incredibili verità che stiamo scoprendo sui sauditi ?
Per prima cosa : Bandar ha detto a Putin, “Ci sono molti valori e obiettivi che abbiamo in comune e che ci uniscono, in particolare la lotta contro il terrorismo e contro l’estremismo in tutto il mondo.
La Russia, gli Stati Uniti, l’Unione europea e i sauditi sono d’accordo sulla promozione e il consolidamento della pace e della sicurezza internazionale. La minaccia terroristica sta aumentando anche per effetto dei fenomeni generati dalla primavera araba. E’ caduto qualche regime ma in cambio si sono allargate molte esperienze di terrorismo, come dimostra l’esperienza dei Fratelli Musulmani in Egitto e dei gruppi estremisti in Libia. … Per fare un esempio, io posso garantire protezione sulle Olimpiadi invernali di Sochi, del prossimo anno sul Mar Nero. I gruppi ceceni che minacciano la sicurezza dei giochi sono sotto il nostro controllo e non si muoveranno verso la Siria senza coordinarsi prima con noi. Questi gruppi non ci spaventano. Li stiamo usando contro il regime siriano, ma non avranno nessun ruolo e nessuna influenza nel futuro politico della Siria”.
E’ bene sentire che i sauditi ammettano di controllare un’organizzazione terroristica che “minaccia la sicurezza” dei Giochi Olimpici 2014 di Sochi, e che “la Casa di Saud li usa contro il regime siriano”. Forse la prossima volta che qualche gruppo legato ai terroristi ceceni bombarderà Boston, qualcuno chiederà all’Arabia Saudita, per lo meno, se ne era al corrente.
Ma il pezzo forte è quello che è successo alla fine del dialogo tra i due leader. E’ stato, in poche parole, una minaccia diretta dell’Arabia Saudita alla Russia:
Appena Putin ha finito di parlare, il Principe Bandar ha mandato un avvertimento dicendo che, alla luce dei colloqui, le cose erano destinate ad intensificarsi, soprattutto in campo siriano, anche se era apprezzabile la comprensione dimostrata dai russi per la posizione dell’Arabia Saudita sull’Egitto e sulla disponibilità a sostenere l’esercito egiziano, nonostante i timori per il futuro dell’Egitto.
Il capo dei servizi segreti sauditi ha detto che le divergenze sull’approccio alla questione siriana portano alla conclusione che “non si può evitare una opzione militare, perché è l’unica scelta attualmente disponibile dopo che la soluzione politica è entrata in stallo. Crediamo che la Conferenza di Ginevra II sarà molto difficile alla luce di questa situazione incontrollata.”
Al termine della riunione, le parti hanno convenuto di proseguire i colloqui, ma a condizione che la riunione restasse segreta. Questo prima che trapelassero informazioni dalla stampa russa.
Dal momento che ormai conosciamo i retroscena, vuol dire che non ci sono più colloqui e che questo è un avvertimento implicito che i ceceni che operano nella zona di Sochi possono diventare una mina vagante (con la benedizione dell’ Arabia ovviamente), che circa un mese fa diceva che “non c’è scampo da una opzione militare, perché è l’unica scelta attualmente possibile per lo stallo della politica”.
Quattro settimane dopo, siamo sull’orlo di una guerra totale, che può coinvolgere non solo gli Stati Uniti e l’Europa, ma certamente anche l’Arabia Saudita e la Russia che significa automaticamente la Cina. Oppure, come qualcuno potrebbe chiamarlo, il mondo.
E tutto questo come aveva anticipato un Principe saudita nel segno del perpetuare dell’egemonia dei petrodollari.
Ancora una volta ricordiamo che Russia e Arabia Saudita controllano il 25% della produzione mondiale di petrolio, ma molto più importante è ricordare che non arriva il gas naturale del Qatar
e che la pipeline che dovrà farlo passare attraverso la Siria ( indipendentemente da Assad )-per arrivare in Turchia ancora non esiste. Intanto l’Europa resta in attesa di conoscere i prossimi cambi di umore di Putin e della Gazpromia.
Tyler Durden
Fonte: http:// www.zerohedge.com
Link: http://www.zerohedge.com/news/2013-08-30/dont-show-obama-report-about-who-really-behind-syrian-chemical-attacks
30.08.2013
Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario