“NOI GRECI ABBIAMO VOTATO ‘NO’ ALLA SCHIAVITU’, MA ‘SI’ ALLE NOSTRE CATENE”

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DI MICHAEL NEVRADIKIS E GREG PALAST

OpEdNews.com

Non è una sorpresa che quasi un Greco su due abbia respinto in modo categorico l’assurdo e crudele programma di ‘austerità’ economica richiesto dalla Banca Centrale Europea in cambio di un prestito per pagare i creditori della Grecia. In questo modo, il popolo Greco ha superato quella che è stata senza dubbio una campagna di ‘paura’ senza precedenti da parte dei media nazionali e internazionali, dell’U.E. e della maggior parte dei nostri partiti politici.

“NOI GRECI ABBIAMO VOTATO ‘NO’ ALLA SCHIAVITU’, MA ‘SI’ ALLE NOSTRE CATENE”

Per quanto sia folle, pur avendo votato ‘NO’ all’austerità, sono molti i Greci che vogliono restare incatenati all’Euro, l’unica e sola causa delle nostre miserie.

RESISTENZA, NON CRISI

Prima di spiegare i motivi per cui è l’Euro la causa e l’origine di questo orrendo spettacolo a cui assistiamo, chiariamo subito una cosa: per tutta la settimana, i media di tutto il mondo erano grondanti di notizie sulla “crisi” Greca. E’ vero, l’economia Greca fa schifo, uno su quattro Greci è disoccupato, ma anche altre due nazioni dell’Eurozona, Spagna e Cipro, sono allo stesso livello di depressione e di disoccupazione. E più dell’11% dei lavoratori di sette paesi dell’U.E. – tra cui Portogallo e Italia – sono disoccupati.

Ma a differenza della Grecia, questi altre paesi sofferenti hanno tranquillamente accettato i loro ‘castighi’ di austerità. Sono tanti gli spagnoli che si sono rassegnati a fare per tutta la vita i camerieri sottopagati nei bar e a servire birra ai turisti inglesi di passaggio. Il Primo Ministro Spagnolo Mariano Rajoy, che ha da poco emanato un provvedimento che limita proteste e manifestazioni pubbliche, nel tentativo di controllare le masse insoddisfaste, si è unito al branco affamato di sciacalli che ha imposto alla Grecia queste ultime durissime misure di ‘austerità’.

La differenza tra queste nazioni accondiscendenti e la Grecia è che i Greci non ne possono davvero più.

Quella che i media chiamano ‘crisi’ Greca, di fatto è resistenza.

RESISTENZA VERSO IL NULLA

Ma è una Resistenza che va verso il nulla.

Per decenni, i Greci hanno subito governi corrotti e disonesti. Con la vittoria di Syriza tutto è cambiato. Ora il governo è solo disonesto.

Il nostro nuovo Primo Ministro Syriza, Alexis Tsipras, ha giustamente definito “ricatto” il piano di austerità. Tuttavia, prima del voto di Domenica scorsa, Tsipras ha detto alla nazione un sacco di balle. Ha detto che avremmo potuto respingere il piano della BCE pur continuando a mantenere la moneta Europea. Come? Questo non l’ha detto; fa parte di una manovra politica che il suo ministro delle finanze uscente Yanis Varoufakis definisce “ambiguità creativa”. Traduzione: in Greco ‘ambiguità creativa’ equivale a ‘stronzata’. Ci dispiace, Alexis. Se si vuole continuare ad usare la moneta del ‘Reich’, bisogna accettare anche il ‘Reichsdiktat’.

L’affermazione di Tsipras che la Grecia può mantenere l’Euro pur respingendo l’austerità, è pura follia. La realtà è che la Cancelliera Tedesca Angela Merkel, la Crudelia De Mon dell’Eurozona, ignorerà le grida dei Greci sanguinanti e ordinerà di mandar giù il boccone amaro dell’austerità – o perderemo l’Euro.

Ok, perdiamo l’Euro: e allora? La cosa migliore che potesse capitare alla Grecia, e che sarebbe dovuta accadere molto, molto tempo fa, è che abbandonasse l’Eurozona.

Questo perché è l’Euro stesso il virus responsabile dei mali economici della Grecia.

Difatti, il sadico programma di “austerità” è stato coniato nel metallo di questa moneta. Non stiamo scherzando. Uno di noi, Palast, economista di formazione, ha avuto in passato lunghi colloqui con il padre riconosciuto dell’Euro, il Prof. Robert Mundell. E’ importante ricordare l’altro piccolo bastardo generato più tardi dal compianto Prof. Mundell: l’ Economia dell’Offerta, altrimenti nota come “Reaganomics”, “Thatcherismo” – o, semplicemente – Economia Voodoo.

Il vero obiettivo dell’imposizione del’Euro era questo: distruggere lo stato sociale Europeo.

Per Mundell e i politici che hanno sequestrato il suo concetto di valuta, l’Euro era il vettore con cui infettare il corpo della politica Europea con la Reaganomics. Mundell ha visto un’ Europa dotata di Euro e libera da vincoli sindacali e governativi; un’ Europa in cui i voti dei parlamenti non avevano senso. Ogni nazione dell’Eurozona, non più in grado di controllare né il valore della propria moneta, né un proprio bilancio, né la propria politica fiscale, poteva competere solo attraverso le proprie imprese, deregolamentando e riducendo le tasse. Mundell ha detto: “L’Euro allontana la politica monetaria dalla portata dei politici“. Senza la politica fiscale, l’unico modo con cui le nazioni sono in grado di mantenere posti di lavoro è riducendo le norme in materia di commercio.

Ecco come funziona. Per entrare nella zona Euro, le nazioni devono accettare di mantenere i loro deficit a non più del 3% e il debito totale a non più del 60% del PIL. In una fase di recessione, questa è pura follia. Al contrario, il presidente Obama ha tirato gli Stati Uniti fuori dalla recessione aumentando il deficit a un incredibile 9.8% del PIL, innalzando il debito nazionale al 101%, dal 62% della pre-recessione. I Repubblicani hanno urlato e protestato, ma ha funzionato. Gli Stati Uniti hanno un livello di disoccupazione inferiore a quello di qualsiasi nazione dell’Eurozona.

Obama ha rimproverato i tormentatori Europei della Grecia: “Non si può continuare a spremere dei paesi in piena depressione”. Tagliare il potere d’acquisto porta solo a meno acquisto, che porta a ulteriori tagli del potere d’acquisto – una spirale di morte a cui assistiamo oggi nell’Eurozona, dalla Grecia, alla Spagna e all’italia – ma non in Germania.

Non in Germania”. Ecco il punto. Normalmente, una nazione come la Grecia potrebbe recuperare rapidamente dalla recessione indotta dal debito svalutando la propria moneta. La Grecia sarebbe diventata nuovamente una meta turistica estremamente conveniente e le sue esportazioni a basso costo si sarebbero impennate, aumentando rapidamente la competitività. Ed è proprio quello che la Germania non poteva permettere. La Germania ha attirato nell’Euro altre nazioni Europee, allo scopo di impedire loro di praticare prezzi inferiori a quelli della Germania nei mercati di esportazione.

Limitati dalla norma del disavanzo del 3%, l’unica risorsa rimasta per il debitori dell’Eurozona è quella di pagare lo scotto accettando le misure di ‘austerità’.

TSIPRAS NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Quindi ecco dove sono le menzogne di base. Tsipras dice ai suoi concittadini Greci che possono vivere in un mondo fatto di specchi, che possono avere tutti gli Euro che vogliono, e anche mangiarseli, se preferiscono; e che possono rimanere incatenati all’Euro ma fuggire dall’austerità.

La follia continua: dopo l’annuncio dei risultati ufficiali del referendum di Domenica scorsa, Tsipras ha twittato che l’elettorato Greco ha votato per una “Europa della solidarietà e della democrazia“, mentre l’ormai rassegnato Ministro delle FinanZe Varoufakis ha invece twittato: “Il posto della Grecia nell’Eurozona non è negoziabile”, sostenendo che non avrebbe mai permesso “l’unica alternativa” : un doppio binario dracma-Euro.

L’Euro-feticcio di Syriza era già evidente nelle sue proposte precedenti al referendum alla BCE e al FMI, un documento di 47 pagineche prevedeva 8 miliardi di Euro di nuove misure di austerità, più un nuovo ciclo di svendite delle industrie statali, il mantenimento per quest’anno di un avanzo primario del 1%, destinato ad aumentare nei prossimi anni, l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e rendendo permanenti le tasse precedentemente “temporanee” per una popolazione già più che oberata. Nella sua proposta, Tsipras non faceva alcun cenno alla svalutazione del debito o al blocco dei pagamenti, nonostante il fatto che proprio la Commissione di Verifica del Debito del governo Greco abbia annunciato il 17 giugno scorso che la maggior parte del debito della Grecia sia illegale e ‘odioso’, e non dovrebbe essere pagato.

Invece, Tsipras ha appoggiato la proposta del FMI di ridurre il debito di solo il 30% e di un periodo di grazia di 20 anni, misure che equivalgono a …nascondere la polvere sotto i tappeti. La Grecia è già in un quadro di deficit esecutivo, il che significa che per raggiungere l’eccedenza del 1% annuale, SYRYZA deve tagliare, tagliare e ancora tagliare. Proprio come nel modello di Mundell e la sua Economia dell’Offerta.

RIFORME DI MORTE

Come Obama, Tsipras sa bene che il taglio delle pensioni, le privatizzazioni, la chiusura delle fabbriche e i tagli salariali – in altre parole, “l’austerità”, o, per usare un gergo più recente, “le riforme” – non è solo crudeltà, ma anche stupidità. In questo modo un paese in recessione lo si spinge solo verso la depressione.

E questa non è solo teoria. Nel 2010, la troika (BCE-FMI-CE) impose per la prima volta alla Grecia delle odiose misure di austerità. I Greci hanno visto precipitare le loro buste paga al 50% di quelle dei Tedeschi. Le pensioni apparentemente generose della Grecia sono state tagliate otto volte dall’inizio della crisi, mentre i due terzi dei pensionati ora vivono al di sotto della soglia di povertà. Tutto in Grecia viene svenduto, dai porti, agli aeroporti, alle lotterie nazionali e gli immobili demaniali, mentre continuano a chiudere scuole e ospedali.

E per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, è tornata la fame. In Grecia oggi si contano 500.000 bambini denutriti. Studenti che svengono per la fame o che muoiono di freddo nelle scuole che non possono permettersi di acquistare il carburante necessario, sono un fenomeno purtroppo sempre più frequente.

Questa crudele “cinghia stretta”, diceva la Troika, sarebbe servita a ripristinare l’economia della Grecia entro il 2012 (e poi il 2013, 2014 e 2015). In realtà, la disoccupazione è passata da un molto preoccupante 12,5% nel 2010 a un ancora più orribile 25,6% di oggi.

Oggi la Troika chiede più di allora e continua in questa politica disastrosa.

SCHIANTO CON L’AFRICA?

Nel frattempo, dopo il risultato del referendum che lo ha reso un eroe, il ministro delle finanze Varoufakis si è dimesso. Ironia della sorte, mentre da una parte non è mai riuscito ad approcciarsi nel modo giusto con i funzionari Tedeschi a causa del suo stile poco ortodosso, dall’altra è rimasto sempre ancorato al mito pro-Euro. Precedenti misure di austerità hanno proseguito sotto la sua supervisione. Per compiacere i folli signori dell’austerità, ha detto che avrebbe “cavato il sangue da una rapa” pur di rimborsare quanto dovuto al FMI – cosa che ha fatto a Maggio, quando con un decreto presidenziale ha razziato quel che rimaneva dei fondi del Tesoro Greco per ripagare il debito al FMI in scadenza in quel mese. Varoufakis è così sposato all’Euro dal dichiarare che la Grecia non è più in grado di stampare la sua vecchia moneta, la dracma, poiché tutte le macchine della zecca erano state distrutte quando il paese ha aderito all’Euro. In realtà, il governo di Atene è ancora in grado di stampare delle banconote: quelle da 10 Euro.

Nel frattempo, il nostro futuro si allontana. Un quarto di milione di laureati ha lasciato il paese. Non hanno scelta: la disoccupazione per gli under 25 ha raggiunto il 48,6%.
So che molti Greci, ciprioti, italiani e portoghesi hanno tutti una gran paura all’idea di lasciare l’Euro. A seconda dei sondaggi che si sceglie di ascoltare, la quasi-maggioranzao la maggioranza dei Greci desidera ad ogni costo restare nell’Euro. Ho sentito dichiarazioni isteriche da parte di cittadini Greci del tipo: “Non possiamo lasciare l’Europa!” – come se abbandonando l’Europa la Grecia rischiasse di rompere i confini con l’Albania e di precipitare giù verso l’Africa…

Sarebbe confortante sentire i leader politici dire in tutta onestà: “Lavoratori dell’Europa: unitevi! Non avete nulla da perdere, tranne l’Euro – e le vostre catene”.

Michael Nevradikis e Greg Palast

Fonte: www.gregpalast.com/

Link http://www.gregpalast.com/greeced-we-voted-no-to-slavery-but-yes-to-our-chains/

6.07.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

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