NO, NON PUOI TORNARE ALL’URSS!

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DI DMITRY ORLOV

cluborlov.blogspot.it

Una delle finte storie tenute in piedi da certi politici americani, con l’aiuto dei media occidentali, è che Vladimir Putin (il quale, hanno stupidamente affermato, è un dittatore ed un tiranno) voglia ricostituire l’URSS, con l’annessione della Crimea come primo passaggio.

Invece di ascoltare le loro chiacchiere, mettiamo in chiaro i fatti.

L’URSS fu ufficialmente dissolta il 26 dicembre 1991 dalla dichiarazione n. 142-H emessa dal Soviet Supremo. Essa riconobbe l’indipendenza delle 15 Repubbliche Sovietiche, ed al posto dell’URSS creò una Comunità di Stati Indipendenti, la quale non ha realizzato granché.

In occidente ci fu un grande giubilo e tutti sostenevano, inoltre, che ad est tutti ne fossero felici. Bene, a dire il vero questa è una cosa curiosa, in quanto un referendum promosso su vasta scala tenutosi il 17 marzo 1991 ebbe un risultato sorprendente: con una partecipazione superiore all’80%, su 185.647.355 persone che votarono, 113.512.812 votarono per preservare l’URSS. Ciò fu deciso dal 77,85% dei votanti – non proprio un’esigua maggioranza. Le loro aspettative furono disattese.

Tale temporaneo sentimento pubblico nacque nella paura dell’incertezza? E se fosse persistito, esso sarebbe sicuramente una peculiarità russa, perché la popolazione di tutti gli altri Stati Indipendenti, avendo provato la libertà, non considererebbero mai di ricongiungersi con la Russia. Bene, questa è un’altra cosa curiosa: nel settembre 2011, vent’anni dopo il referendum, sociologi ucraini rivelano che il 30% della popolazione sperava in un ritorno ad un piano economico di stampo sovietico (sorprendentemente, il 17% di questi erano giovani che non avevano avuto esperienze di vita nell’URSS) e solo il 22% vorrebbe una democrazia di stampo europeo. La speranza in un ritorno al sistema centrale di tipo sovietico è rivelatrice: essa mostra proprio come l’esperimento ucraino dell’istituzione di un mercato economico di stampo occidentale sia stato un miserabile fallimento. Ma, ancora, le loro speranze furono disattese.

Questo parrebbe indicare che il presunto progetto di ricostruzione dell’URSS di Putin avrebbe pienamente il supporto popolare, no? Cosa lui abbia affermato su tale argomento, quando gli fu chiesto direttamente (nel dicembre 2010), fu questo: “chi non rimpiange la caduta dell’URSS non ha un cuore, chi vuole che essa rinasca non ha un cervello.” Per quanto ne so, Putin ha un cervello; dunque un URSS 2.0 non è imminente.

Curiosamente, ha proseguito spendendo qualche altra parole sull’argomento. Egli ha affermato che l’URSS aveva un vantaggio competitivo come mercato unificato e zona di libero scambio. Questo elemento dell’URSS è oggi incluso nell’Unione Doganale (Customs Union), della quale fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan e numerosi altri stati, e pare essere un successo.

L’Ucraina – con più di 40 milioni di abitanti, quindi un grande mercato – ha rifiutato di unirsi nonostante continui a commerciare per lo più con membri dell’Unione Doganale. Questa strategia si è rivelata essere, per usare un eufemismo, dannosa, con l’economia Ucraina ora in rapido collasso, in calo oltre il 17% solo nel primo trimestre dell’anno. Pertanto, mentre la teoria del vantaggio competitivo potrebbe o meno essere valida, il contrario svantaggio competitivo del non unirsi all’Unione Doganale è sotto gli occhi di tutti.

***

Per essere certi, molti aspetti del vecchio URSS sono stati felicemente lasciati all’oblio. Tra questi:

  • L’ideologia comunista: il Partito Comunista non ha più il monopolio del potere.
  • Il concetto del blocco: il Patto di Varsavia è evaporato, lasciando la NATO ad applaudire con una mano sola [modo di dire che indica l’inutilità del tentare di applaudire con una mano sola, traducibile con “con in mano un pugno di mosche” NdT]. Il nuovo sistema è multipolare.
  • Programma centrale: rimpiazzato da un’economia di mercato
  • Isolamento economico: sostituito da un’economia votata all’esportazione, basata sugli accordi commerciali con numerose nazioni in tutto il mondo
  • Governo autoritario: sostituito da un governo autorevole, in cui i leader traggono la loro autorità dalla loro popolarità, la quale deriva dalla gestione, mentre prima il Segretario Generale del PCUS era quasi come il Papa – infallibile per definizione.

Questi sono tutti cambiamenti positivi, e pochissime persone rimpiangono che siano avvenuti o sperano in un ritorno al precedente status quo.

Ci sono molti altri aspetti del vecchio URSS che sono stati degradati, a volte severamente, ma ciononostante sono mantenuti. Tra questi vi sono la sanità pubblica e l’istruzione pubblica.

L’URSS aveva un sistema di sociale medicina sociale che era eccellente in alcune cose e mediocre in altre. Il cambiamento avvenuto con la privatizzazione della sanità è stato in un certo senso un successo, ma è molto dura per chi non può pagare l’assistenza o le medicine. L’istruzione è ancora notevolmente buona a tutti i livelli, ma anche in questo caso c’è stato un significativo peggioramento, rilevato da numerosi osservatori.

L’URSS investiva copiosamente in scienza e cultura, e molta è stata perduta durante i difficili anni ’90 – fatto che numerose persone rimpiangono altamente. L’URSS guidava il mondo nelle basi della ricerca scientifica, mettendosi alla prova in materie che non avevano nessuna applicazione commerciale, semplicemente perché erano scientificamente interessati a pubblicare i risultati. Gli USA guidavano il mondo nella progettazione dei prodotti, un lavoro che gli ingegneri sovietici erano felici semplicemente di copiare nella maggior parte dei casi, per preservare tempo e fatica. Poiché non erano interessati ad esportare nel mercato di consumo occidentale, un lieve ritardo di tempo nel mercato non aveva alcuna importanza per loro.

D’altro canto, gli Americani hanno sempre avuto problemi a comprendere che il finanziamento della ricerca scientifica possa essere assolutamente non concepito in funzione di un’applicazione commerciale. Inoltre, l’anti-intellettualismo prevalente nella cultura americana causava una proliferazione di altre tipologie di “scienziati”: scienziati politici, scienziati sociali, scienziati dell’alimentazione… un’attestazione in “scienza delle pulizie” non sarebbe un’ipotesi da escludere.

Nell’epoca moderna la base della scienza è il primo sforzo transnazionale intellettuale della specie umana, ed il danno causato alla scienza sovietica ha comportato una significativa compromissione della ricerca di una conoscenza scientifica nel mondo, e una diminuzione del ruolo dell’impegno scientifico. Ora persino in Russia i ricercatori sono impegnati ad inseguire contributi finanziari perseguendo percorsi di ricerca che portano ad aggeggi a gadget brevettabili.

Una cosa che è stata conservata è il diritto all’abitazione. Nel corso dei settant’anni di esistenza dell’URSS, era avvenuta una trasformazione radicale, da una popolazione agraria sparpagliata per la nazione si è passati ad una popolazione industrializzata concentrata nelle maggiori città. Le persone dall’essere contadini abitanti in capanne di legno erano divenute cittadini abitanti in appartamenti. Seguendo la dissoluzione dell’URSS, le abitazioni sono state privatizzate, ed ora numerose famiglie hanno le proprie case libere e definitive. La possibilità di vivere senza un affitto da pagare li mette in una situazione di largo vantaggio competitivo rispetto alle famiglie con alti affitti da pagare ed ai paesi oppressi dai debiti come gli USA.

Con i palazzi densamente costruiti le zone pedonali erano divenute una rete di trasporto pubblico. Anche questo elemento è rimasto pressoché intatto, ed in molte città è stata ampliato e modernizzato. Ciò, ancora, apportò numerosi benefici alla popolazione, e gli diede un vantaggio rispetto alle persone macchina-dipendenti di altri paesi, dove la popolazione passa una gran parte di vita nel traffico e dove gli anziani, che sono troppo vecchi per guidare in sicurezza, sono spesso costretti a scegliere tra l’essere bloccati nelle loro case ed il prendere la loro vita ( e quella degli altri) nelle loro stesse mano dietro il volante.

***

Quando si dice che qualcosa è crollato, la gente da spesso per scontato che esso abbia semplicemente cessato di esistere. Ma gli effetti del crollo dipendono dalla natura della cosa che collassa. Quando una diga elettrica crolla, cessa di produrre elettricità, in più distrugge un sacco di cose a valle, può inoltre interrompere l’accesso all’acqua. Quando una scuola crolla, potrebbe uccidere alcuni studenti e insegnanti, ma non necessariamente distruggere ciò che veniva impartito. E quando un mausoleo crolla, cambia solo la sua descrizione: può essere descritto come “rovinato”.

Alcuni crolli sono comuni, altri no. Le economie, specialmente le economie delle bolle finanziarie, crollano in continuazione. Gli imperi decadono con grande regolarità. La civiltà si dice stia crollando, ma sarà vero? Una civiltà può essere vista come un apparecchio funzionante, ma in questo modo sembra confondere una serie di principi con l’entità che li racchiude. I principi di civiltà possono essere abbastanza durevoli: l’impero romano aveva retto per un migliaio d’anni quando l’Europa ancora una volta divenne capace di un’organizzazione sociale su larga scala, ma, ne sono abbastanza certo, gli europei rispolverarono i vecchi codici romani ed i principi di organizzazione, e cominciarono ad applicarli. Allo stesso tempo, nelle scuole e nelle università il latino era rimasto il linguaggio dei discorsi dotti, in assenza di latini superstiti che insegnassero a programmare in quella lingua.

Parrebbe che le civiltà non crollino veramente; diventano solo quiescenti. Nuovi sviluppi possono riportarli alla vita, o possono essere eventualmente soppiantati – da un’altra civiltà.

L’URSS non c’è più come entità politica, ma pare essere in possesso di una propria entità civile, anche se non ha un nome. Le due parti del nome – “Soviet”, più “Soyuz” (Unione) – sono state disgiunte. La parola “Soviet” usata come aggettivo, si applica solo al passato. Come sostantivo, significa “comitato”, avendo origine dal comitato degli operai rivoluzionari, ed è ancora usato, anche se con cautela: “aiutare con un comitato” significa, per un russo, fingere di aiutare. Ma il termine “Soyuz” è ancora in vita; è il nome dell’unica nave spaziale che può ancora traghettare i passeggeri alla Stazione Spaziale Internazionale; la nuova Unione Doganale è una “Soyuz” Doganale. E i bambini crescono ancora nella Soyuz, in un certo senso, grazie alla “Soyuzmultfilm”, lo studio di epoca sovietica che ha prodotto film di animazione eccellenti, ancora oggi molto popolari e disponibili su Youtube.

Pensiamo al Soyuz – come una civiltà piuttosto che dell’Unione Sovietica – che era un impero politico. E’ stato compiuto un sforzo importante per rimpiazzarlo con la civiltà occidentale, attraverso l’introduzione di un’economia di mercato ed un flusso di importazioni occidentali, sia materiali che culturali. I principi di civiltà occidentale hanno dominato per un periodo, tra questi le innovazioni occidentali come il riconoscimento di una pari dignità alle pratiche omosessuali, la non influenza dell’etnia di provenienza nell’organizzazione sociale, e l’abnegazione di sovranità economica e politica al centro imperiale di Washington. Tutti questi principi furono, per un periodo, masticati accuratamente. In seguito sono stati energicamente rigettati, ovunque nell’ex URSS, ad accezione di alcuni casi disperati, l’Ucraina prima tra tutti. Ma altrove, una volta che il fallimento dei valori occidentali era divenuto chiaro per tutti, i precedenti principi di civiltà tornarono in vita ruggendo.

Forse il primo tra loro è il conservatorismo sociale. La Federazione Russa ha due religioni principali: il cristianesimo ortodosso e l’Islam, e ci vuole un grande sforzo per mantenere la loro compatibilità reciproca, in modo che la religione non divenga un fattore di divisione. L’introduzione di costrutti che sono estranei ad entrambi, come il matrimonio gay, è un fallimento. Ma la poligamia non è fuori discussione, ed un alto funzionario ceceno ha recentemente preso una giovane sposa come seconda moglie. Questo evento ha suscitato molto scalpore, ma è stato permesso che avvenisse – nella mussulmana Cecenia.

Il secondo è il principio che l’etnia sia significativa per l’organizzazione sociale e politica. La Russia non è una nazione – è una federazione multinazionale. Ci son più di 190 diverse nazioni che la compongono, con i Russi che rappresentano poco più del 90% della popolazione. Questa percentuale rischia di diminuire nel tempo: la Russia è seconda solo agli Stati Uniti per numero di immigrati che assorbe, ed i loro paesi di origine, in ordine al numero di immigrati, è la seguente: Ucraina, Uzbekistan, Tagikistan, Azerbaigian, Moldavia, Kazakistan, Kirghizistan, Armenia, Bielorussia, Cina, Germania e Stati Uniti.

Durante l’esistenza dell’URSS, fu data molta enfasi alla composizione multietnica. Numerose piccole nazioni avevano per la prima volta le loro lingue, usavano il sempre più diffuso alfabeto cirillico, ed erano dotate di una letteratura nazionale. Le lingue nazionali sono state incluse nei programmi scolastici, e diverse nazioni le hanno utilizzate nelle loro autonomie locali, per ampliare la loro autonomia e aumentare la coesione sociale. In sostanza, la Federazione Russa contempla la sovranità etnica – ogni nazione può vantare una certa propria sovranità, governarsi ed emanare le sue leggi, a condizione che non siano in conflitto con l’insieme più ampio. Un primo esempio di ciò è la Cecenia moderna: Mosca è contenta di lasciarla proseguire nella sua campagna anti-terrorismo, per sconfiggere i rimanenti stranieri mercenari jihadisti.

Si immagini che il principio della sovranità etnica sia applicata negli USA, dove la propria appartenenza etnica è ininfluente ove si abbia un aspetto, si sembri e ci si comporti in modo sufficientemente anglosassone. Negli Stati Uniti l’etnia è stata ridotta ad una questione di musica e cucina, con forse delle festività qui e là, ma sempre con la tacita intesa che “etnico” significhi “altro”: non esiste un termine come “etnia anglosassone”.

Dal momento l’etnicità è essenzialmente tabù, il costrutto completamente artificiale di razza è invece utilizzato, con finte e discriminatorie etichette attribuite a categorie di soggetti. L’etichetta “Latino” è particolarmente fasulla, poiché vi è veramente poco in comune tra, diciamo, un cubano ed un boliviano, salvo che entrambi sono suscettibili di subire discriminazioni, nessuno dei due è considerato sufficientemente “bianco” – dunque “Anglo”. Ma immaginate se i messicani o gli afro-americani fosse garantito un simile livello di autonomia negli Stati Uniti? Il paese salterebbe in mille pezzi!

Un paese affermatosi sulla protezione del “privilegio bianco” non ha possibilità di sopravvivere a una tale corruzione dei suoi principi fondanti. Gli USA hanno combattuto una rivoluzione per mantenere la schiavitù legale (che stava per essere abolita dagli inglesi); in seguito hanno combattuto una guerra civile per cambiare la schiavitù da una forma ad un’altra (ci sono più afro-americani nelle carceri ora che schiavi negli stati del sud prima della Guerra Civile).

Nessuno sa che guerre avverranno in futuro, o che cosa le provocherà, ma questa particolare linea di frattura dell’intercivilizzazione potrebbe essere molto importante. Per cosa si è una nazione? È la tua tribù, o è un gruppo di mercenari che fingono di essere “Anglo” al fine di essere ammessi nei country club? Solo il tempo potrà dire quale delle due civiltà si rivelerà più duratura.

Dmitry Orlov

Fonte: http://cluborlov.blogspot.it

Link: http://cluborlov.blogspot.it/2015/05/no-you-cant-go-back-to-ussr.html

19.05.15

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