DI STEFANO ALI
I no euro e gli economisti con la “B” 1 hanno finalmente battuto un colpo. Dopo le elezioni europee tutto l’acceso “fronte NoEuro” (Lega ed economisti), sembrava avesse ammainato la bandiera, ma adesso s’è tutto rimesso in moto.
È bastato che Grillo, dal palco della “tre giorni” Italia5Stelle, lanciasse la proposta di referendum basato su Legge popolare a scatenare una reazione improvvisa degna di “Risvegli”, il mitico film con De Niro e Williams.
Dalla Lega è tutto un fiorire di repliche piccate e gli economisti con la “B” reindossano l’elmetto.
Il tutto mentre, in Parlamento Europeo, Schultz (garante della democrazia in Parlamento Europeo come Napolitano lo è di quello Italiano …) “convince” la deputata lituana Iveta Grigule a lasciare il gruppo EFDD in cambio della nomina a Presidente della delegazione UE-Kazakistan.
Un bel colpo, non c’è che dire. Berlusconi per lo stesso motivo è sotto processo, in Italia.
Ma vorrei tornare ad occuparmi dei no euro e gli economisti con la “B”.
Sin dal marzo di quest’anno 2 avevo avanzato seri dubbi sulla buonafede degli attori (politici ed economisti).
La storia dei partiti alfieri della crociata no euro non mi convinceva affatto.
A quanto scritto nell’ormai lontano mese di marzo c’è solo da aggiungere che Salvini, nel frattempo, ha completamente rinnovato il suo assortimento in felpe
Come è noto, per ogni nuova “battaglia” Salvini ha una nuova t-shirt. Deposta la precedente, parte “lancia in resta” cavalcando un’altra onda. La precedente t-shirt finisce in pasto alle tarme. Ma, d’altro canto, è la politica della Lega: arginare il dissenso, raccoglierlo e riportarlo a casa, da Berlusconi. In questo post ne accenno più diffusamente.
Sugli economisti con la “B”… anche su di loro ho fatto qualche ricerca e sinceramente sono stupefatto. Ma come si fa a dare credito a un gruppo di persone che hanno sostenuto la bontà della scelta non solo europeista, ma eurista e che, improvvisamente, si convertono tutti insieme fra il 2011 e il 2012?
Della storia di Bagnai e di Borghi me ne occupai in questo post. Qui, invece, con l’aggiunta di Barra Caracciolo.
Che Borghi non avesse alcuna possibilità di essere eletto nelle liste della Lega era evidente a chiunque masticasse un minimo di politica. La base della Lega non ha mai sopportato gli indipendenti. Borghi, quindi, era semplicemente “prestato” da Berlusconi alla Lega affinché questa fosse minimamente credibile nello sbandierare “l’antieurismo”.
Bagnai, Borghi, Barra Caracciolo (non ho rinvenuto tracce di Rinaldi, per cui mi sono astenuto – e mi astengo tutt’ora – dal giudicare) sono ciò che Emiliano Brancaccio chiama “gattopardi”. Coloro, cioè, che sostengono un metodo di uscita dall’Euro che, in realtà, continua a consegnarci ai medesimi gruppi di potere, consentendo a questi ultimi la “spremitura finale”.
Sintomatica, in tal senso, l’intervista pre-elezioni fatta da Fazio a Napolitano. Napolitano (che di certo non può essere annoverato fra i sostenitori della sovranità nazionale) dichiarò (copio/incollo da un mio post del 20/04/2014)
“Io non credo ad un’Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo; forse qualcuno sarebbe anche conquistato da una conoscenza diretta, da una partecipazione diretta“
Traduciamo dal linguaggio di Napolitano?
Vogliamo un aiutino? Facciamocelo dare da Emiliano Brancaccio:
“Sta guadagnando consensi quella che ho definito una modalità gattopardesca di gestione della crisi, in base alla quale si sarebbe disposti a cambiare tutto, persino la moneta unica, pur di non mettere in discussione le politiche liberiste e di austerity degli ultimi anni, nonostante le sperequazioni e i tracolli occupazionali che hanno provocato.“
“Si tratta di un cortocircuito funesto, ed è difficile dire se ci sia ancora tempo e modo per cercare di spezzarlo.“
(da http://keynesblog.com/2014/03/05/brancaccio-loltranzismo-pro-euro-favorisce-i-gattopardi-anti-euro/)Eppure, i “follower” degli economisti con la “B” paiono non solo non accorgersi di nulla, ma, riescono a darsi spiegazioni (illogiche) per le stridenti incoerenze dei loro beniamini.
Qualche esempio?
Bagnai e Borghi sono fra i firmatari di un manifesto, insieme ad altri economisti di fama mondiale. Il punto è che la loro fama è legata al liberismo estremo. Bagnai e Borghi, quindi, vennero (e vengono) contestati dagli economisti di scuola Kynesiana (nei post indicati prima ne parlo diffusamente). Bagnai pubblica il “Manifesto” (sottoscritto in gennaio 2013) sul suo “Goofynomics” il 25 maggio 2013 (dopo le pressioni fatte dal gruppo “Sollevazione”). Avverte immediatamente la necessità di aggiungere un commento che avrebbe fatto morire dal ridere chiunque. Chiunque, ma non i suoi seguaci:
Vorrei scrivere il primo commento. Siete tutti abbastanza intelligenti da capire cosa posso condividere o meno nella diagnosi che il manifesto esprime, e anche nella terapia. Non è il mio manifesto, come qualche relitto umano ieri latrava sul web: è il manifesto proposto da un gruppo di economisti col quale sono entrato in contatto a novembre, e con i quali ritengo valga la pena di confrontarsi e di mediare.
È mai ipotizzabile che NESSUNO si chieda come sia possibile sottoscrivere un “Manifesto” se non lo si sente proprio?
E aggiunge:
Chi ieri ha parlato di salire o scendere in politica è un povero imbecille, probabilmente atterrito dal proprio inevitabile fallimento.
Ovviamente, pochi mesi dopo, Borghi, il suo compagno di firma, lo smentì, ma i “followers” sono pronti a capire, comprendere. Sopratutto a non farsi domande, perché … “lui dice”:
Poi c’è lo splendido post, sempre su Goofynomics, del 25 aprile 2014. Le sue “istruzioni per l’uso” delle elezioni europee.
Troneggia
Non sforzatevi la vista. C’è scritto a ripetizione: “Le europee non sono le politiche”. Chiude con la frase:
Siete sicuri di aver capito bene? Lo sapreste ripetere con parole vostre?
La domanda che a qualsiasi persona che abbia seguito – anche distrattamente – la campagna elettorale sarebbe dovuta sorgere immediata è: “C’è o ci fa? Era nota anche ai topi la valenza politica che si attribuiva alle elezioni europee”
Ma al nostro ineffabile economista con la “B” serviva introdurre l’argomento successivo: Chi votare? Borghi, ovviamente, ma Bagnai non si è limitato a questo. Ha fatto una previsione “a tutto tondo”
È fondamentale che gli ortotteri vadano sotto al 20% (anche se temo non succederà… but who knows? Intorno a me tutti hanno votato Grillo, e tutti voteranno Borghi…) perché servirebbe a dare un segnale chiaro e forte: chi strumentalizza il tema dell’Europa per acquisire un vantaggio tattico può farlo una volta, ma alla seconda perde. Alle amministrative gli ortotteri hanno perso terreno quasi ovunque. Se succedesse alle europee, avremmo una garanzia in più che i latecomers della rivolta all’eurismo si attengano in futuro a quanto hanno dichiarato.
Quindi, il buon Bagnai, costruendo per se stesso una improponibile verginità, definisce i grillini (gli ortotteri, come “simpaticamente” – ma quanto è simpatico lui – li chiama) “latecomers”. I grillini, incolpevoli in quanto arrivati in Parlamento a febbraio 2013, sono “latecomers” rispetto a lui, alla Lega, a Borghi, a Barra Caracciolo … a tutti quelli che, dopo aver celebrato l’Europa dell’Euro si svegliano tutti insieme dal lungo sonno (tutti insieme. Non è strano pure questo?) fra il 2011 e il 2012
E non ancora pago, che deve fare chi non può votare Borghi (o non vuol votare Lega), visto che non deve votare M5S? Semplice, signora mia:
E i piddini?
Ah, quelli, i piddini!, Mario, Chiara, la gente qualunquemente qualunque che vediamo campeggiare negli stendardi appesi in tutte le stazioni, per chiederci più banda e meno rigore, loro, li desidero sopra al 30% (dal che matematica vuole che desidero che il povero Berlu venga sbriciolato, così impara a fare il “re tentenna”). Belli, vento in poppa, o almeno al gran lasco, con un bel gennaker gonfio con su scritto “ce lo chiede Mario”, contro l’iceberg. È essenziale che il PD rimanga al potere, perché, come ci spiegano Panizza e Borensztein, l’unico costo effettivo e duraturo dei default (e così sarebbe vissuto da loro l’uscita dall’euro) è quello che sopportano i politici al potere: infallantemente vengono cancellati per sempre dalla scena politica.
Quindi: Il PD va votato affinché si autodistrugga. L’avevate mai sentita questa? Una teoria senz’altro innovativa. Per punire un partito occorre votarlo.
Come dire: Per punire un pedofilo occorre offrirgli un posto di bidello in una scuola elementare.
Torna la domanda: “C’è o ci fa?”. Non ritenendolo uno sciocco, sono propenso verso la seconda: Ci fa. Ad esserci sono quelli che “bevono” senza porsi domande.
Per esempio, adesso che gli “auspici” di Bagnai si sono realizzati e considerato che il PD non mi appare proprio “contrito” per la punizione, che fa Bagnai? Semplice, è tornato a pontificare dal suo blog, da twitter …. pronto a rimettere l’elmetto per garantire a tutti i costi lo status quo.
Ma “Lui dice”.
Aristotele è surclassato. “Ipse Dixit” appartiene adesso a Bagnai
Qui, addirittura, il “lui dice” si riferisce a un articolo scritto da Bagnai in difesa di George Soros. GEORGE SOROS, porca miseria! Eppure …. “si, ma lui dice…”.
Ma fatemi capire, allora non sa scrivere?
Sottoscrive un Manifesto, ma “lui dice” che non è il suo. Invita a votare il più eurista dei partiti, il PD, ma “lui dice” che è per punirlo. Difende la speculazione di Soros, ma “lui dice” che è una regola del mercato …
Non posso non pormi nuovamente la domanda. A elezioni europee concluse, che ne è stato di tutto il fronte “anti-euro”? Che ne è stato di Lega ed economisti con la “B”?
Si rimprovera ai 5 Stelle che, avendo parlamentari in Parlamento, potrebbero presentare una proposta di Legge. Quindi devo presumere che la Lega lo abbia fatto? Epperò non mi risulta
Finito il “pericolo”, come previsto da Napolitano, gli economisti con la “B” sono tornati a “pontificare” a bassa voce, la Lega … beh, le magliette di Salvini parlano da sole.
Per esempio, qualcuno che sia così cortese da segnalarmi le prese di posizione di Salvini sul TTIP negli ultimi mesi?
Per chi ci ha creduto, valga il gesto di Borghezio nell’immagine di testa.
Stefano Ali
Fonte: http://ilcappellopensatore.it
Link: http://ilcappellopensatore.it/2014/10/euro-ed-economisti-b-berlusconi/
21.10.2014
1 Li definisco economisti con la “B” in quanto due su tre sono molto legati a Berlusconi (Borghi e Barra Caracciolo). Il terzo, Bagnai, sostenitore del PD, che finge di contestare, ma per il quale invita a votare. Ne accenno qui e qui
2 Il blog era in “blogspot”. Ho poi importato qui i post