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La Redazione

 

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NESSUNA GIUSTIZIA IN CILE

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A cura di Davide
Il 7 Dicembre 2004
61 Views

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“Io sono un sopravvissuto della tortura in un paese dove
le torture sono ancora applicate liberamente.”

DI TITO TRICOT

Nessuno può davvero capire ciò che significa essere torturato fino al momento cruciale in cui ti trovi nudo, bendato e legato alla mercè dei tuoi carcerieri. La tua intera vita è confinata in quel fragile momento quando l’oscurità diventa il tuo nemico; e allo stesso tempo il buio è il tuo solo aiuto, un rifugio dalla pazzia. Non c’è nè passato o futuro, solo la presenza di urla, di atrocità e l’impotenza di quando ti senti indifeso di fronte a dei cinici e freddi torturatori.
Non sai mai quando ti colpiranno, ti urleranno, ti daranno un calcio, quando ti appenderanno, quando useranno scariche elettriche o quando saranno sul punto di ucciderti. Aspetti nell’ oscurità, disorientato, cercando di indovinare da dove arriverà il prossimo colpo, con il cuore palpitante e la bocca secca, sperando che le tue ossa resisteranno alle incessanti bastonate. Cerchi solo di restare vivo, respirando intensamente dopo ogni elettroshock, perchè tu urli così tanto e cosi’ forte da sentire che anche l’intera aria della terra non sarà mai abbastanza per te.Ma tu continui a urlare in mezzo ad un’esplosione di migliaia di colori che bruciano la tua carne e scuotono il tuo corpo. Non puoi controllare l’elettricità, non puoi reprimerla, ma in mezzo alla confusa tempesta di scintille e colpi mortali tu puoi sognare di unicorni verdi e della prima volta che hai fatto l’amore sulla spiaggia. Allora diventa, in un certo senso, più facile sognare di un giorno quando nessun essere umano torturerà più un altro essere umano solo perchè ha un modo di pensare diverso.
Sfortunatamente oggi, dopo 30 anni, non sono sicuro che questo non succederà di nuovo nel mio paese. Perchè, sebbene per la prima volta in tre decadi sia stato riconosciuto ufficialmente che migliaia di cileni sono stati torturati dai militari della dittatura, nessuna parola è stata detta su come fare giustizia riguardo a questi torturatori. Quindi, cosa fermerà loro da non farlo di nuovo?

Dopo un anno di lavoro, una commissione speciale nominata dal governo cileno, a seguito di pressioni dalle organizzazioni per i diritti umani, ha pubblicato una relazione su Torture e Prigionieri Politici in Cile durante la dittatura che ha guidato il paese tra il 1973 ed il 1990. La verità è che c’era una segreto ormai conosciuto che almeno 300 mila cileni erano detenuti e torturati durante quel periodo, la relazione rende solo ufficiale ciò che era la realtà, anche se 35 mila persone si fecero avanti per testimoniare prima che fosse istituita la commissione. Molti di quelli che non testimoniarono hanno ancora paura dei ricordi e semplicemente non credono al lavoro della commissione.
I nomi di trentacinquemila persone torturate sono stati allegati alla relazione, ma non è stato incluso un singolo nome di torturatori. Noi conosciamo i loro nomi; conosciamo il posto dove torturavano; conosciamo a quale squadra delle forze armate essi appartenevano; inoltre, non c’è una valida ragione, non importa quale, di nascondere i loro nomi. E’ un’offesa alle vittime della repressione, a tutti quegli uomini e donne indifese, ai 90 bambini che furono torturati, a quelli che morirono sotto tortura e a quelli di noi che sopravvissero. E’ un’offesa mantenere il silenzio mentre i torturati ridevano leggendo la relazione. Perchè non c’è dubbio che essi si divertirono in quello che fecero, godevano della sofferenza umana, godevano a colpire le persone, spaventarle, ucciderle. Nessuno mi ha detto questo, perchè io ero là, e so che essi amavano spezzare le ossa e violentare le donne di tutte le età. Loro amavano il potere che ha controllato altri essere umani per 17 anni.

L’orrore delle camere di tortura non sparirà mai, i militari non torturavano soltanto gli individui, ma anche l’anima della nostra nazione. Non torturavano qualcuno solo per alcune ore o giorni, ma distruggevano anche la loro vita per sempre. E’ stato un crimine contro il genere umano e i responsabili di tali crimini devono essere giudicati, nient’altro che secondo la gravità del fatto, tutto il resto accresce solo l’impunità. Non basta che i militari ammettano per la prima volta che veramente torturavano, perchè questo lo sappiamo già. Non è abbastanza neanche che esprimano il loro rammarico per ciò che è accaduto o chiedano perdono – che non hanno mai fatto – il solo modo accettabile è che sia fatta giustizia. Tutti coloro che hanno usato la tortura deve essere giudicati e condannati alla prigione.

Il governo ha dichiarato che sarà valutato il coraggio dell’esercito nell’ammettere che la tortura costituiva una pratica istituzionale. Come può essere coraggioso ammettere ciò che è ovvio dopo 30 anni di bugie? E’ vergognoso che il presidente Ricardo Lagos abbia rilasciato questa dichiarazione. Ed è anche vergognoso che il governo abbia proposto di indennizzare le vittime della tortura con una pensione a vita di soli 180 dollari al mese. Il dolore non può essere misurato in termini monetari, e comunque la misera cifra offende piuttosto che compensare per 30 anni di sofferenza.
E’ anche più offensivo per il ministro delle finanze dichiarare che queste pensioni costeranno al governo 60 milioni di dollari all’anno e questo implicherà “duri riaggiustamenti del budget”. O, come ha fatto il presidente, affermare che con questo ammontare di risorse in 10 anni il governo potrebbe costruire una nuova autostrada. Così, non solo siamo stati torturati, ma ci hanno fatto sentire colpevoli del fatto che riceveremo denaro privando i nostri concittadini di una nuova autostrada.

Perchè non paragonare questi 60 milioni di dollari all’anno con il budget militare?

La Marina acquisterà 5 nuove navi da guerra dall’Olanda; l’Aviazione prenderà un nuovo F-16 dagli Stati Uniti. Questi macchinari sono più importanti che aiutare le vittime della tortura, le cui vite sono state distrutte dalle stesse persone che useranno questi mezzi?
Il fatto è che la relazione tralascia una parte sostanziale e fondamentale della sua validità storica se riduce la compensazione ad un aiuto finanziario, anche se poco dopo le pensioni annunciate sono state aumentate dal parlamento.

La sola compensazione vera ed accettabile per le vittime della tortura è la giustizia.

Fonte: http://www.counterpunch.org/tricot12022004.html
2.12.04

Traduzione per Comedonchisciotte a cura di Manrico Toschi

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