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DI MASSIMO FINI
Il Gazzettino

Il sindaco di Verona , Tosi, ha elevato da 36 a 500 euro le multe per chi avvicina le prostitute in strada. Poiché in Italia la prostituzione non è ancora un reato, e probabil mente non lo sarà mai in modo ufficiale (altrimenti oltre a colpire il mercimonio da strada, come si cerca di fare ora, si dovrebbe andare ad indagare su certi traffici, più sofisticati, come quello di dare a una ragazza una particina in qualche fiction in cambio di una prestazione sessuale, che a onor del vero sono molto più squallidi e gravi della prostituzione classica perché si basano sul ricatto), l’escamotage per punire i clienti delle lucciole sta nel fatto che, con le loro macchine ferme, ingombrano il traffico.

Dopo il decreto Maroni che dà amplissimi poteri ai sindaci per colpire, fra gli altri, “i comportamenti che offendono la pubblica decenza”, molti amministratori comunali hanno seguito l’esempio di Tosi e sicuramente molti altri lo faranno. A Trento, invece è stato fermato un padre che stava filmando suo figlio in una piscina comunale. Motivo? Insieme al figlioletto che dava le prime bracciate aveva inquadrato anche altri bambini seminudi , cioè in costumino da bagno, ed era quindi sospetto di pedofilia. Stiamo vivendo un’epoca vittoriana, e non solo in campo sessuale.Sempre a Verona è vietato consumare alcol fuori dai bar (alla prima bottiglia fan 100 euro alla terza 500), dormire all’aperto, sbocconcellare panini per strada; girare a torso nudo, bagnarsi nelle vasche pubbliche. Il mullah Omar era più permissivo. Il sindaco di Vicenza dal canto suo, ha imposto la solita multa di 500 euro (che, se non sbaglio, fan quasi un milione delle vecchie lire) “per camper e roulotte che trasformano la sosta in un bivacco”, mentre quello di Novara ha vietato le passeggiate notturne nei parchi se si è in più di due (il che equivale, più o meno, a quella di sposizione del regime fascista che considerava “adunata sediziosa” un capannello di più di cinque persone). Sono noti poi i limiti sempre più feroci e generalizzati imposti al consumo di alcol e al fumo, non solo a tutela dei soggetti passivi ma anche di quelli attivi, perché chi fuma in un parco (come è capitato a un rumeno di 54 anni che si è visto appioppare, a Verona, una multa di 50 euro) non danneggia, se danneggia, altri che sè stesso cosa che se non vogliamo tornare allo “Stato etico” che decide per i cittadini, di hegeliana e fascista memoria, contro il quale hanno tuonato, in questi anni, proprio gli intellettuali del centrodestra, dovrebbe stare nella sua piena libertà. Altri limiti simil-Tosi dobbiamo aspettarci dal recentissimo decreto Maroni che dà ai sindaci poteri più forti di quelli del prefetto. E a Firenze, a Venezia, a Trento e in altre città è vietato chiedere l’elemosina, cosa che non si era mai vista prima, neppure, anzi, nei “secoli bui” del Medioevo, in nessuna società del mondo (ad eccezione della Russia sovietica).

Non ci sono mai stati tanti verboten e limiti alle libertà individuali come nell’epoca presente e in questo regime, non importa se governato dalla destra o dalla sinistra, dove tutti si dichiarano liberali. Ma il culmine si è raggiunto con la vicenda di Eluana Englaro dove il Parlamento (il Parlamento!), in versione quasi bipartisan, vuole impedire, nonostante una decisione in contrario del Tribunale, ad una povera donna in coma da sedici anni di andare incontro alla sua morte naturale. Di questo passo si finirà a decidere della vita e della morte di una persona per referendum.

E l’Italia è di ventata un Paese dove non si può più né vivere né morire.

Massimo Fini
Fonte: www.massimofini.it
Uscito su “Il gazzettino” il 08/08/2008

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