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La Redazione

 

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NEL CUORE DELLA TERRA DI ASSAD, GLI ABITANTI DEI VILLAGGI VEDONO I RUSSI COME SALVATORI

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A cura di Davide
Il 10 Ottobre 2015
62 Views

DI LINSEY HILSUM

theguardian.com

Molti siriani a Tartus e Latakia vedono Vladimir Putin come un amico fedele che provvederà alla fine della guerra.

Il villaggio di Jebleh è un luogo adatto per individuare aeroplani.
La settimana scorsa dozzine di cacciabombardieri russi – Sukhoi Su-24s, 25s e 35s – sono decollati dalla base aerea di Bassel al-Assad, situata a meno di un miglio di distanza, rombando attraverso i nuvolosi cieli autunnali verso i loro obiettivi nel nord e nell’est della Siria.

Aerei da trasporto Tupolev carichi di manodopera ed equipaggiamento sono atterrati durante tutta la settimana.
Cinquanta miglia a sud, presso la città portuale di Tartus, navi russe attraccano, cariche di munizioni e altre forniture per la nuova campagna della Russia per respingere i nemici del governo siriano.
La gente del posto dice che la strada costiera è spesso chiusa di notte, in modo che le armi possano essere trasportate dalla base navale russa all’aeroporto. Non emergono lamentele – non importa a nessuno che i russi intendono prendere di mira lo Stato islamico (ISIS) e poi bersagliare altri gruppi ribelli. In questa zona, tutti i nemici del governo sono considerati come terroristi.

L’aeroporto militare utilizzato dai russi prende il nome dai fratelli maggiori del presidente Bashar al-Assad.
Il loro padre, il defunto presidente Hafez al-Assad, consiglia Bassel come suo successore, ma il suo figlio maggiore è deceduto in un incidente stradale, lasciando Bashar prossimo in linea. Hafez e Bassel sono sepolti in un gigante mausoleo dal pavimento di marmo nero, poche miglia più in alto sulla collina.

Ritratti di Hafez, visto in questa parte della Siria come il patriarca non solo della famiglia, ma del Paese, si trovano dappertutto nelle regioni costiere di Latakia e Tartus, le zone centrali del sostegno del regime, e della setta di minoranza Alawite.

Qui la gente vede i russi come amici leali, che hanno sostenuto la dinastia Assad per 45 anni, e che sono finalmente, dopo quattro anni di guerra civile, venuti in loro aiuto.

“Abbiamo raggiunto il punto in cui gli americani e sauditi erano contro di noi, come i ribelli, così abbiamo chiesto aiuto per porre fine a questa guerra”, ha dichiarato Munzer Abdullah, un funzionario civile a Jebleh.

“Il nostro esercito e il nostro alto comando sono esausti, e quindi abbiamo bisogno di aiuto dai russi per sbarazzarci dei nostri nemici.”

La guerra non è ancora arrivata a Tartus e Latakia, ma i giovani della regione sono già partiti.
Il villaggio di El Naguib, sulle colline sopra Tartus, ha perso 147 soldati, mentre 52 sono stati gravemente feriti.
Una sera della settimana scorsa, le famiglie dei martiri noti, si sono riunite per commemorare coloro che hanno sacrificato la loro vita per la causa della nazione e del loro leader. Tutti sono leali, ma alcuni ritengono che Ë stato preteso troppo.

Zaina Tayan, che ha stimato la propria età a circa 70 anni, supplica l’aiuto dei giornalisti in visita, dicendo che due dei suoi figli sono stati uccisi. “E meno di tre mesi dopo, hanno preso il mio ultimo ragazzo per l’esercito.
Riuscite a ottenere il suo congedo ? Piange. “Siamo tutti al servizio del Paese e del presidente, ma vorrei indietro mio figlio.”

Nel mese di luglio, Assad ha ammesso che l’esercito stava soffrendo di un “un deficit nella capacità umana”.
L’esercito ha revocato il divieto di arruolare uomini provenienti da famiglie che hanno perso un figlio.
Molti dei giovani uomini in fuga dalla Siria verso l’Europa, scappano dal servizio militare. I turni di servizio vengono frequentemente estesi.

“Ero già giunto alla fine del mio servizio, ma non sono stato dimesso”, afferma il 25enne Khalil Fahim Yusuf,
ancora in divisa, curando il suo braccio fasciato al collo.
“Sono stato colpito in faccia da una esplosione, ma dopo la mia guarigione mi hanno rimandato alla mia unit‡.
Poi sono stato ferito alla mano, e alla fine mi hanno rimandato al mio paese “.
Finalmente dimesso, ora percepisce il 45% del suo stipendio militare.

I russi sono gli eroi del momento. Le persone salutano in russo i pochi stranieri in visita con un allegro “Dobry dien!” (“buon giorno”, nel senso di “buona giornata”, NdT) ed esclamano il loro entusiasmo per il presidente Putin, che credono li libererà dal terrorismo.
Molti pensano che l’ovest sostiene L’ISIS, che loro chiamano con il suo acronimo arabo, Daesh.

“Vediamo che i russi sono determinati a sconfiggere Daesh e i terroristi, mentre invece gli americani e la loro coalizione non sembrano avere la stessa determinazione”, afferma al-Saada Safwan, il governatore di Tartus.
“Durante l’ultimo anno, dicevano che stessero combattendo il terrorismo, ma Daesh si è rafforzata piuttosto che indebolirsi, possiamo così affermare che la loro coalizione non è seria.”

La campagna aerea russa potrebbe far sloggiare i ribelli intorno a Hama e Homs, che avevano cominciato a minacciare la fascia costiera. Ma il problema sarà prendersi e mantenere il territorio.
Truppe di terra siriane vengono potenziate dalle forze di al-Quds dall’Iran, e Hezbollah dal Libano, ma l’Arabia Saudita ha promesso di inviare più equipaggiamenti ai loro avversari, aumentando così le probabilità di una guerra pù ampliata e sanguinosa.

A Latakia e Tartus, al riparo dalla realtà di un conflitto che ha lacerato la Siria, le persone non hanno idea dell’odio provato per Assad da coloro che vivono sotto le indiscriminanti bombe improvvise, che il regime sgancia sulle zone in mano ai ribelli di Damasco, Idlib e Aleppo.

Allungando il collo per vedere i caccia striare il cielo, hanno il coraggio di sperare, contro ogni evidenza, che la campagna aerea russa segni l’inizio della fine della guerra.

Linsey Hilsum

Fonte: www.theguardian.com

Link: http://www.theguardian.com/world/2015/oct/04/russians-heroes-syrians-assad-heartland

4.10.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PANDU

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