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La Redazione

 

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NEETS: IL NUOVO SOTTOPROLETARIATO

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A cura di Truman
Il 10 Gennaio 2014
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UTENTE “GRECO”
Comedonchisciotte

Riceviamo dalla Grecia la seguente analisi del “fenomeno NEETs”.

NEETs: Giovani non coinvolti in nessun tipo di attività di educazione, di formazione o di lavoro. Ma si potrebbe anche dire giovani “dimenticati da Dio”.

Recentemente in Grecia sono stati presentati i risultati di una ricerca che mostra le caratteristiche particolari del nuovo sottoproletariato che emerge in Europa come conseguenza delle politiche antisociali messe in atto da Bruxelles.

Anche se la ricerca focalizza su una fascia particolare di età che è molto importante perché rappresenta il futuro di ogni paese, non è difficile comprendere che, indipendentemente dall’età, un discorso analogo si potrebbe estendere a tutta la popolazione europea che attualmente viene spinta dal capitalismo, fedele alle sue peggiori tradizioni, verso la formazione di un nuovo esercito di disoccupati di riserva.

E’ curioso, ma anche significativo, notare che la ricerca è nata come conseguenza di uno studio fatto a livello europeo dall’EMCC (European Monitoring Centre on Change ossia Centro Europeo di Monitoraggio dei Cambiamenti) sul tema “I giovani e i NEETs”.

http://www.eurofound.europa.eu/emcc/labourmarket/youth.htm

Da quanto si può vedere sia nel sito ma anche nel pdf disponibile, si tratta di un monitoraggio di chiaro stampo neoliberista dove la preoccupazione principale sono i costi economici e il mercato onnipotente. Il problema sociale viene descritto soltanto in termini di disinteresse politico ed elettorale perché nelle tabelle e nei grafici dei tecnocrati europei le parole “costo sociale” non si traducono mai in sangue e dolore umano.

Quanto segue è la sintesi di tre pubblicazioni apparse sulla rete:

http://www.enet.gr/?i=news.el.article&id=405390

http://left.gr/news/i-nea-genia-sto-perithorio-169-ton-neon-stin-ellada-ektos-agoras-ergasias-ekpaideysis-i

http://on-news.gr/idisis/ellada/%CE%B5%CF%81%CE%B5%CF%85%CE%BD%CE%B1-%CE%B5%CE%BA%CF%84%CF%8C%CF%82-%CE%B1%CE%B3%CE%BF%CF%81%CE%AC%CF%82-%CE%B5%CF%81%CE%B3%CE%B1%CF%83%CE%AF%CE%B1%CF%82-%CF%84%CE%BF-169-%CF%84%CF%89%CE%BD-%CE%BD

La crisi in Europa meridionale crea un nuovo sottoproletariato, al quale si è dato il termine NEET e riguarda giovani dai 15 ai 24 anni di età, senza alcun ruolo nell’istruzione, nella formazione o nell’occupazione. I giovani di questa categoria che, nel sistema attuale, teoricamente sono da considerare “terminati” (N.d.T. Termine in greco che significa “finiti”, “senza futuro” o “senza prospettive”), nel nostro paese costituiscono il 16,9% della popolazione giovanile che viene spinto verso il nulla assoluto, lavorativo ed educativo.

Il Centro per lo Sviluppo dell’Educazione Politica della ΓΣΕΕ (N.d.T. Il principale sindacato greco), il ΚΕΑΔΙΚ (N.d.T. Centro per i Diritti Umani) dell’Università di Creta, in collaborazione con il GPO (N.d.T. Greek Public Opinion) ed il ΙΗΔΛ (N.d.T. Istituto di Struttura Elettronica e Laser), hanno, per la prima volta a livello europeo, elaborato una ricerca di base su scala nazionale con l’obiettivo di individuare, mappare e tracciare il fenomeno dei NEETs nel nostro Paese che è stata presentata durante un evento tenutosi a tal fine, dalla ΓΣΕΕ e dal Comune di Ilion (N.d.T. Comune periferico di Atene).

Secondo i risultati,

  • la Grecia con il 16.9% di NEETs, si colloca tra i primi posti in questa classifica del malessere europeo (N.d.T. L’Italia è al 2o posto con il 22.7%, dopo la Bulgaria).
  • Durante gli anni della crisi in Grecia il numero dei NEETs è cresciuto del 50%.
  • I NEETs, anche se non sono un fenomeno nuovo, tuttavia, sia come crescita quantitativa, sia come concentrazione regionale (si trovano soprattutto negli Stati membri dell’Europa meridionale), dimostrano chiaramente il collegamento diretto del fenomeno con le conseguenze negative della crisi e dei metodi di riforme strutturali e di consolidamenti fiscali seguite.
  • La dimensione di genere nella geografia umana dei NEETs è evidente: le donne costituiscono la maggioranza del popolo degli esclusi.
  • I giovani con basso o medio livello di istruzione sono ad alto rischio di cadere nei NEETs, come pure i giovani immigrati, i disabili, i giovani con molto gravi problemi di salute mentale o fisica cosi come quanti dimostrano un disagiato background familiare.
  • Gli Stati con il più grande problema di NEETs sono: Bulgaria, Italia, Irlanda, Spagna e Grecia. In queste popolazioni la maggioranza sono donne, ma la situazione è diversa in altri paesi. Per la Grecia la distribuzione di questo sottoproletariato è di 54,4% per le donne e 45,6% per gli uomini.
  • Come tendenza generale in Grecia i NEETs sono più numerosi in regioni rurali che in quelle urbane.
  • La famiglia, un’istituzione vitale della società greca, svolge il più importante ruolo per i NEETs, aiutandoli economicamente e psicologicamente nel loro tentativo di trovare un lavoro, mentre allo stesso tempo, funziona come struttura protettiva che, fino a un certo punto, limita gli slanci emotivi di tipo estremo che potrebbero portare a comportamenti delinquenziali, cosa che non sempre avviene in altri paesi europei come p. es. in Inghilterra. D’altra parte l’aiuto famigliare come una specie di Deus ex Macchina scontata, può anche determinare tendenze di rassegnazione e di passività.
  • I NEETs in Grecia si dimostrano estremamente scettici verso lo Stato Sociale e manifestano molto disagio per il sistema politico.
  • Di particolare interesse è che i NEETs provengono da famiglie a basso reddito. Il 41% proviene da famiglie con reddito inferiore a 1.000 euro, mentre l’11% da famiglie con redditi fino a 1.500 euro. Tuttavia, malgrado le finanze limitate delle loro famiglie i NEETs sono per lo più sostenuti finanziariamente dalla famiglia (85%).
  • I ΝΕΕΤs come obbiettivo primario si pongono la loro ricollocazione al mercato di lavoro e solo secondariamente il loro ritorno ad una forma di procedura di apprendimento, mentre si dichiarano molto scettici circa l’efficacia e le opportunità offerte dal sistema “educazione – formazione – occupazione” dal quale si astengono principalmente a causa di distorsioni e di arretramento dello stato sociale e non perché è stata una loro decisione.
  • Di questi sottoproletari il 66,2% ha precedentemente lavorato principalmente nel settore terziario (servizi), mentre il 26,2% sono disoccupati di lunga durata.
  • Altre caratteristiche della “generazione perduta” individuate dalla ricerca sono:

* Il 75% non ha partecipato ad un programma di formazione.

* Il 42,9% ha lasciato prematuramente la scuola per motivi economici.

* Il 83,3% è in cerca di lavoro.

* Il 96,6% ritiene che il ruolo del governo è di proteggere tutti i cittadini, a prescindere dal costo, ma il 78,4% teme che sia stata persa un’occasione perché la politica dei tagli ha reso impossibili le spese sociali.

* Lo stress per il 54,6% è uno dei maggiori problemi per la loro salute fisica.

10.01.2014

Un corrispondente volontario dalla Grecia

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