DI MARGHERITA D’AMICO
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Il caso Caterina, sollevato a pochi giorni dall’emanazione (14 gennaio
2014) del nuovo Decreto Legislativo sulla vivisezione, fa leva su una
classe politica mediocre e arraffona, un’opinione pubblica confusa e
l’inclinazione mediatica allo strillo per impedire che si rispettino
criteri e principi contenuti nell’articolo 13 della Legge 96-2013.
Si
tratta di una serie di punti stabiliti per porre qualche limite
(parliamo di significative, ma assai parziali misure) alla sofferenza
animale, ma soprattutto per aprire allo sviluppo dei metodi alternativi:
qualcosa che gli attuali potentati non accettano, benché il mondo
intero guardi nella direzione di sistemi più moderni, sicuri, economici,
non tanto a favore delle altre specie, quanto della nostra.“Dieci dei 13 punti stabiliti nell‘articolo 13 sono stati stravolti dai Ministri Lorenzin e Moavero nello Schema di Decreto del Governo: inaccettabile non solo dal punto di vista etico e tecnico-scientifico, visto che l’articolo 13 restringe la vivisezione nel nostro Paese, ma anche da quello Costituzionale” dicono dalla Lav-Lega antivivisezione, che ha manifestato oggi davanti al Quirinale chiedendo l’intervento del Presidente Napolitano. “La stessa Commissione Affari Costituzionali al Senato ha approvato nei giorni scorsi un importante parere secondo il quale lo Schema di decreto, così com’è, presenta profili di incostituzionalità per dieci dei tredici punti, in violazione dell’articolo 76 della Costituzione. Così si rischia di fare il gioco delle lobby degli sperimentatori e l’Italia rimarrebbe esclusa dai finanziamenti comunitari del nuovo Programma Quadro per la Ricerca “Horizon 2020” annunciato poche settimane fa, che per l’assegnazione di più di 70 miliardi di euro conferisce priorità assoluta ai test senza utilizzo di animali”.
Intanto, condannando senz’altro, come tutti, le offese a una ragazza così sfortunata, gentile, vegetariana, amica di una cavia (cederebbe, Caterina, la sua Illy alla vivisezione?) e tanto amica degli animali da studiare veterinaria, gli Animalisti Italiani onlus hanno intrapreso una piccola indagine per scoprire l’identità di coloro che le hanno indirizzato orribili auguri di morte. Persone che, senza esitare, media e promotori della sperimentazione animale hanno identificato come animalisti. Escludendo a priori che potesse trattarsi di mestatori.
“Andando a guardare i loro profili facebook, ci saremmo dunque aspettati un minimo di impegno animalista o amicizie con associazioni animaliste o con semplici animalisti, foto di animali, battaglie, manifestazioni: nulla di tutto questo. A meno che non abbiano cambiato i profili nelle ultime ore, ecco cosa ci è apparso” dice Walter Caporale, presidente della onlus.
“1) Emanuel Makaveli: nel suo profilo non compaiono né foto né informazioni né diario; 2) Nevear Goroth: dice di essere norvegese e non abbiamo trovato niente di animalista. Sul suo diario parla in inglese con frasi deliranti del tipo (ne ho tradotte due) “Distruzione della cristianità con l’eliminazione” e “Sodomizzazione dei cristiani con un cactus”, nelle sue foto ci sono simboli satanici ed in uno, in perfetto italiano afferma di essere un satanista, mentre a Caterina ha scritto, in perfetto romanesco: “Era mejo se morivi”. Tipicamente animalista?
3) Samuele Paoli, il più normale di tutti, non ha un solo post o foto animalista, 4) Elisa Domancic: fa l’infermiera presso un Ospedale, guardando il suo profilo non compare nulla di animalista”.
Mistero o patacca, questa Green Hill dei vivisettori?
Margherita D’Amico
Fonte: http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it
Link: http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/30/nazi-patacche-gli-insulti-a-caterina/
30.12.2013