Ieri, martedì 26 aprile, il cacciatorpediniere USS Sampson ha navigato attraverso lo Stretto di Taiwan, per quella che l’esercito USA ha definito una normale attività di routine conforme al diritto internazionale, ribadendo che “il passaggio della nave attraverso lo Stretto dimostra l’impegno degli Stati Uniti per una regione libera e aperta dell’Indo-Pacifico”.
Tale posizione, ribadita dalla dichiarazione rilasciata dalla Settima Flotta degli Stati, secondo cui “le forze statunitensi sorvolano, navigano e compiono missioni ovunque il diritto internazionale lo permetta” non ha trovato però, ovviamente, concorde il governo cinese, che invece ha definito il transito una “provocazione”.
Secondo infatti la nota del Comitato Operativo Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione “Gli Stati Uniti compiono spesso tali azioni provocatorie, inviando segnali sbagliati alle forze ‘indipendentiste di Taiwan’, e minando deliberatamente la pace e la stabilità dello stretto di Taiwan”. Provocazioni dunque, alle quali il governo di Pechino ha più volte specificato di opporsi fortemente, in base alla cosiddetta politica dell’Unica Cina.
Come sappiamo questa non è la prima “provocazione” che l’esercito USA ha fatto, anzi. Nonostante le obiezioni della Cina, gli Stati Uniti infatti inviano navi da guerra a pattugliare la zona una volta al mese, come parte delle esercitazioni per la libertà di navigazione, e più di una volta tali navi hanno attraversato lo Stretto.
Anche il 26 febbraio di quest’anno, circa due giorni dopo l’invasione su larga scala della Russia in Ucraina, la USS Ralph Johnson, cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke, ha compiuto quello che gli Stati Uniti chiamano un attraversamento “di routine” dello stretto di Taiwan, e anche in quella occasione Pechino non esitò a definire provocatorio il suo passaggio.
Ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Washington ha venduto quasi 20 miliardi di dollari di armi a Taiwan dal 2017, ribadendo che la Casa Bianca è “determinata ad assicurarsi che [Taiwan] abbia tutti i mezzi necessari per difendersi da qualsiasi potenziale aggressione, comprese le azioni unilaterali della Cina per interrompere lo status quo che è stato in vigore per molti decenni”.
Massimo A. Cascone, 27.04.2022
Fonte: https://www.voachinese.com/a/us-china-taiwan-strait-20220426/6546259.html