In un articolo pubblicato ieri, forbes.ru commenta un rapporto di Moody’s Coorporation – società privata con sede a New York che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività di imprese commerciali e statali, con oltre 13.000 dipendenti in più di 40 paesi – nel quale si individuano i paesi della CSI più vulnerabili in caso di dure sanzioni occidentali contro la Russia.
La Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) è un’organizzazione internazionale di cooperazione economica, politica e militare, costituita nel 1991, in concomitanza con lo scioglimento dell’URSS, di cui attualmente fanno parte Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. La sede della CSI è a Minsk, capitale della Bielorussia.
Secondo Moody’s, nuove e più dure sanzioni contro la Russia, avrebbero un effetto a catena anche sui paesi della CSI, portando ad una flessione economica di Bielorussia, Kirghizistan, Tagikistan, Moldavia e Armenia in particolare, individuati nel rapporto come i più vulnerabili. Ovviamente tutto dipende da come l’economia russa reagirà nel caso di nuove sanzioni economiche.
Secondo lo studio, una potenziale escalation delle tensioni porterebbe ad un marcato indebolimento del rublo, e per questo motivo i paesi della CSI sarebbero colpiti attraverso vari canali, dati i loro legami economici, finanziari ed energetici con la Russia, nonchè a causa della loro debole liquidità. In particolare, una brusca recessione economica in Russia, che Moody’s non considera uno scenario plausibile ma da considerare, avrebbe conseguenze economiche significative soprattutto per la Bielorussia, che ha nel suo grande vicino il suo più grande partner commerciale, con il 46% delle esportazioni totali.
Massimo A. Cascone, 20.02.2022