MOANA DA MORIRE

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DI GIULIO CESARE MARINO
lavocedellevoci.it

Dopo il proscioglimento del tribunale di Roma nel giudizio promosso ai suoi danni dalla famiglia di Moana Pozzi, il suo biografo ufficiale, il giornalista Brunetto Fantauzzi, ha continuato ad indagare su una scomparsa che resta tuttora misteriosa. Qui, in esclusiva, una serie di particolari choc sulle altolocate amicizie della diva.

Moana Pozzi, che oggi avrebbe 50 anni, ufficialmente e’ morta il 15 settembre del 1994, ma nessuno e’ riuscito a dimostrare la sua morte vera fino ad oggi. Nessuno vide il suo cadavere, non vi fu certezza della sua permanenza presso l’ospedale di Lione dove sarebbe stata ricoverata, il certificato di morte trasmesso al comune di Roma solo dopo mesi e che gli stessi avvocati dei familiari ritennero non credibile, nessun funerale. E ancora, il documento di avvenuta cremazione che e’ tutto un giallo: l’inceneritore non funzionava, i dati anagrafici erano errati, tali da sembrare di altra persona. E gli incaricati di ritirare l’urna cineraria non riuscirono mai ad ottenerla.
E poi: le ceneri sarebbero state, secondo i familiari, prima sparse in mare e poi sul Cervino. Stando ad una versione successiva, sarebbero invece collocate al cimitero di Lerna. Versione smentita dal sindaco della citta’.

Su tutto, il giallo nel giallo: perche’ nessun magistrato ha aperto una inchiesta sulla scomparsa? Perche’ il presunto marito, autoaccusatosi di soppressione di cadavere (tesi del tutto inverosimile), non e’ stato indagato per delitto su consenziente? E perche’ il presunto assassino non e’ stato indagato, avendo tra l’altro ereditato i beni della vittima?

Ma nuovi particolari vengono ora a galla, alcuni dei quali segnalati anche dalla intelligence Usa e ripresi in parte da Wikileaks.

Qui ricostruiamo il giallo sulla scomparsa di Moana alla luce delle piu’ recenti ricerche compiute da Brunetto Fantauzzi, biografo e amico della pornodiva, della quale aveva raccolto a lungo le confidenze. Dopo la sua partecipazione ad una puntata di Mattino 5, nella quale aveva parlato dei rapporti fra l’attrice ed alcuni ambienti del Vaticano, Fantauzzi e’ stato interrogato dalla Digos di Roma. In particolare sarebbero emersi alcuni collegamenti fra il caso Moana e la scomparsa di Emanuela Orlandi. Fantauzzi afferma infatti che la pornostar aveva ricevuto da un monsignore scottanti particolari su Emanuela e su papa Albino Luciani. Secondo il biografo Fantauzzi, l’attrice era entrata in confidenza con esponenti del Vaticano e intendeva raccogliere in un libro, che stava scrivendo insieme a Fantauzzi, le rivelazioni ricevute.

Di questo mistero, e di tanti altri che continuano ad ammantare la scomparsa dell’attrice hard ha sempre parlato, anche davanti ai giudici, il giornalista- scrittore Fantauzzi, autore di Moana, la spia nel letto del potere, una biografia che riporta alla luce i troppi interrogativi sulla prematura scomparsa – a soli 33 anni – della donna. Fantauzzi ha esibito ai giudici una mole di documenti ed argomentazioni per smontare tutte le bugie, i dubbi e le falsita’ che sono state scritte e sostenute su Moana. Scomparsa si’, ma forse viva altrove, e’ la sua tesi.

UNA, CENTO, MILLE MOANA

Moana vicina, dentro i segreti del Vaticano. Moana che sapeva di tanti misteri d’Oltretevere, compreso il rapimento di Emanuela Orlandi («ipotesi che appare attualissima – dice Fantauzzi – alla luce delle rivelazioni contenute nel libro di Sabrina Minardi»). Moana addentro a certi movimenti dei servizi segreti e di uomini del controspionaggio straniero. Moana sfiorata da mafia e ‘ndrangheta attraverso i trascorsi di alcuni amici che vivevano con lei. Moana mistica negli ultimi mesi di vita.

E poi Moana socia di una ditta ucraina dedita allo smaltimento di scorie radioattive e in attivita’ fino al 2008. Moana coinvolta in traffici delicati: per ben tre volte sull’aereo dove viaggiava furono rinvenute valigette contenenti uranio impoverito. Moana in politica, protagonista dell’attacco ante litteram a Bettino Craxi (col libro “La Filosofia di Moana”) tre mesi prima degli scandali di tangentopoli.

Sono ancora tanti, gli aspetti da chiarire. L’attrice, ad esempio, aveva ottenuto con altre persone un mutuo di due miliardi di lire dall’Istituto Fondiario di Roma, ben nove mesi dopo la morte dichiarata e mai documentata. Se la donna era effettivamente morta, chi ando’ a riscuotere un mutuo a suo nome? Chi si presento’ nell’ufficio notarile a firmare la documentazione? Se per il tribunale di Roma c’erano gia’ gli eredi, perche’ non furono loro a firmare tutte le pratiche? E perche’ e’ cosi’ difficile dimostrare la morte della pornodiva, visto che i documenti al riguardo risultano sempre frammentari, contraddittori e chiaramente falsi?

Un fitto mistero, insomma, alimentato dalle dichiarazioni, dalle denunce e dai pamphlet di Fantauzzi, biografo ufficiale, nonche’ direttore delle pubblicazioni di Moana, il quale contesta la documentazione prodotta dai familiari secondo cui la morte della giovane attrice sarebbe avvenuta a Lione il 15 settembre 1994. Dalla viva voce di Moana Fantauzzi afferma di aver ricevuto le confidenze, i nomi dei personaggi potenti, dei vip che erano tra i suoi amanti e i cui nomi finora non sono mai stati rivelati (un paio di presidenti del Consiglio, ministri e cardinali, un grande capitano d’industria e un segretario di Stato americano, quasi l’intero mondo sportivo, cinematografico e televisivo italiano…). Un quadro che, per il giornalista, indica come la (presunta) morte non sia stata forse casuale.

«A tutti coloro che mi hanno sempre chiesto se Moana Pozzi potesse davvero essere viva – dice Fantauzzi – ho risposto ogni volta in modo categorico: finora non e’ stata mai dimostrata la sua morte. Perche’ quell’annuncio fatto filtrare in modo criptico nel pomeriggio del 17 settembre 1994, non e’ stato mai documentato in modo netto».

Il decesso sarebbe avvenuto all’alba del 15 settembre 1994 presso l’ospedale Hotel de Dieu di Lione per un cancro al fegato. Quindi la cremazione, la dispersione delle ceneri ed i suoi beni ceduti in beneficenza alla ricerca sul cancro. Questa la versione ufficiale.

Troppo inquietanti restano invece, per Fantauzzi, le tappe della vita che portarono la pornodiva dal Vaticano alla politica, dall’industria alla malavita, dai servizi segreti alla banda della Magliana.

MOANA PRIVATA

A questo scenario si aggiungono i lati oscuri della vita privata, prima e dopo la sua scomparsa. Per esempio, Fantauzzi ha cercato di chiarire la delicata vicenda di Simone, il fratello-figlio-nipote di Moana che al Comune di Roma e’ stato registrato come Conforti, cognome poi mutato, con una corruzione-correzione presso gli uffici anagrafici, in Pozzi. Simone, fatto risultare come figlio dei genitori di Moana, quindi fratello della stessa, ha dichiarato addirittura di essere il figlio della diva, benche’ pare che Moana non potesse avere figli.

Altro punto da chiarire: le visure camerali con le posizioni aperte delle societa’ di Moana presso la Camera di Commercio di Roma, chiuse d’ufficio solo dopo le denunce di Fantauzzi.

Ci sono poi le testimonianze di Antonio Di Cesco, proclamatosi marito di Moana dopo aver fatto autenticare un atto matrimoniale di Las Vegas, dove generalmente ci si sposa per gioco. Fantauzzi parte proprio dall’“outing” di Antonio Di Cesco, che aveva rivelato a un quotidiano di aver aiutato la moglie a morire, praticandole l’eutanasia. «Certo, in ordine al reato del quale si sarebbe macchiato – incalza il biografo – sta ai giudici decidere, ma se cosi’ fosse sarebbe aberrante constatare che lo stesso marito si accusi di omicidio su persona consenziente, dopo averne ricevuto l’eredita’».

La catena delle azioni che il giornalista definisce «fuorvianti» e’ solo all’inizio. «Comincio’ la madre di Moana con la tesi della morte per tumore al fegato. Poi ci si mise Mauro Biuzzi, proclamatosi curatore testamentario, mentre invece era solo il procuratore della madre». Poi, a febbraio 2006, si aggiunge Simone, fino ad allora considerato il nipote, che improvvisamente afferma di essere il figlio di Moana. Tesi avvalorata dal padre della diva. Proprio Alfredo Pozzi, ingegnere minerario, uomo dalla moralita’ irreprensibile, potrebbe forse fugare dubbi ancora irrisolti. E spiegare, per esempio, le frasi dell’allora parroco di Lerma, provincia di Alessandria, secondo il quale «Moana ha portato con se’ tanti segreti inspiegabili… segreti che si portava dietro da tanto tempo». E proprio il padre «potrebbe spiegare – afferma ancora Fantauzzi – perche’ ha accettato l’eredita’ di Moana, ancor prima che la giovane attrice venisse dichiarata morta, come si evince dall’accettazione notarile dell’eredita’, presentata alla Pretura di Roma e sottoscritta presso un notaio di Genova il 7 settembre ‘94, mentre Moana viene dichiarata morta il 15 settembre, otto giorni dopo».

Tutto questo, a parere del giornalista-biografo, troverebbe una plausibile spiegazione solo se si ritiene veritiera l’ipotesi di una “messinscena”.
Altri elementi contraddittori arrivano poi da personaggi dell’ambiente del porno. E’ il caso del produttore Riccardo Schicchi, il quale racconta di una telefonata che gli avrebbe fatto Moana il giorno prima della scomparsa e nella quale lei gli chiedeva di organizzarle eventi e spettacoli. «Come puo’ affermare questo, Schicchi – replica Fantauzzi – se Moana era legata da due anni con un contratto triennale blindato all’impresario Nicolino Matera, in esclusiva e con tanto di penale in caso di inadempienza?».

ABBI DUBBI

Fra i tanti elementi raccolti da Fantauzzi, spiccano poi molte altre circostanze quanto meno inspiegabili. Come gli «strani movimenti economici e finanziari a nome di Moana nei registri immobiliari di Roma, annotati come “atti tra vivi” ma avvenuti dopo la presunta morte». «Per non parlare di episodi come la denuncia di smarrimento dei documenti dell’auto della diva, denuncia presentata a nome di Moana due mesi dopo la scomparsa».

Da chiarire anche il ruolo di Francois Bissuel, il noto infettivologo francese, che firmo’ il certificato di morte di Moana («immaginate voi il nostro Fernando Aiuti che firma certificati di morte…», sferza Fantauzzi) e che abbandono’ l’Ospedale di Lione poco dopo il caso Moana per andare a dirigere il Centro di Sperimentazioni cliniche alle Antille (Guadeloupe) presso il Centro Ospedaliero Fleming di Saint  Martin.

MOANA MISTICA

«Nel 1994, anno in cui e’ sparita, Moana aveva intrapreso un percorso mistico-religioso che era particolarmente intenso nell’ultimo periodo antecedente la scomparsa». Fantauzzi si dice certo che questo aspetto «potrebbe dare una spiegazione ed aprire un varco nel buio dei misteri e dubbi che circondano la fine della pornostar».

Il percorso quasi “spirituale” della pornostar «va – racconta Fantauzzi nel suo libro – dal “segreto” mai rivelato dal parroco di Lerma, padre Giovanni Ferrando, alla visita compiuta dall’attrice in India a Sri Santhy, da Sai Baba, alla frequentazione assidua del Centro di Baba a Formello, dove faceva incetta di libri del Maestro e di vibuti (terra-cenere usata nei riti); dalla visita al Tempio Taj Mahal (ritenuto una delle meraviglie del mondo eretto da un re per la sua cortigiana) alla lettura delle Confessioni di Sant’Agostino; dalla frequentazione di alcune chiese romane, dove si confessava e comunicava spesso, a quella di santoni e uomini di fede come il cardinale Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, ed altri uomini importanti del Vaticano, per finire alle cure ed alle preghiere di Milingo, che frequento’ con insistenza nella primavera-estate del ‘94».

«A volte la fede in Dio emerge nei modi piu’ insoliti», aveva detto il cardinale durante l’omelia per la messa in onore di San Gennaro, il 19 settembre ‘94, all’indomani della scomparsa. Poi aveva aggiunto un riferimento piu’ preciso a «quella povera figlia, quella attrice di film pornografici», ripetendo la frase di Moana: «Dio sa perdonare, perdonera’ anche me», per poi concludere sottolineando come «spesso la fede dimori nei cuori degli esseri umani come una scintilla sotto la cenere».

Quanto a Milingo, altre fonti riferiscono che il presule le aveva assicuhttp://www.voceditalia.it/public/gallery/730/moana_pozzi4.jpgrato la guarigione dal male e aveva auspicato per lei un percorso mistico-religioso diverso, disapprovando la sua condotta, invitandola a “cambiar vita” e ad allontanarsi da quel mondo.

Un invito che, per Fantauzzi, potrebbe essere stato preso alla lettera dalla pornostar. Tutto questo potrebbe suffragare, secondo il giornalista, la tesi di una scomparsa volontaria. «Si darebbe finalmente una spiegazione ai dubbi e misteri che ormai da diciassette anni circondano la storia di Moana Pozzi ed attanagliano l’opinione pubblica».

Giulio Cesare Marino
Fonte: www.lavocedellevoci.it/
Link: http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=485
30.01.2012

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