DI MIGUEL MARTINEZ
Dal blog Kelebek
Non bisogna scandalizzarsi per simili affermazioni. Non mi offendo nemmeno quando la Fallaci se la prende con noi messicani, che dichiara di odiare quanto i musulmani.
Certo, quello che propone Oriana Fallaci è molto più grave di quello che si proponeva di fare il suo imitatore torinese, il signor Max Loda, recentemente bloccato dalla polizia mentre si apprestava – a suo stesso dire – a condurre un maiale di 300 chili, da lui rinominato “Maometto”, davanti a un centro culturale italo-arabo a Torino.
Mentre Max Loda mi sembra che sia colpevole, al massimo di aver minacciato di turbare l’ordine pubblico, Oriana Fallaci ha minacciato di costituire una “associazione con finalità di terrorismo internazionale” (art. 270 bis) con gruppi anarchici toscani (pensiamo al termine che va tanto di moda nei media, “anarcoinsurrezionalisti“), allo scopo di compiere “attentati terroristici mediante utilizzo di esplosivo” (legge 14 febbraio 2003, n.34), con serio rischio di compiere una strage (art. 285); non me ne intendo, ma presumo che il fatto che si tratti di un luogo di culto costituisca un’ulteriore aggravante.
Se poi consideriamo che la Fallaci moltiplica per tre l’altezza del futuro minareto (lei parla di 24 metri, mentre il progetto parla di 8,30 metri), c’è da temere che la signora sia anche un po’ approssimativa nell’uso degli esplosivi.
Però, in tutti e due i casi, abbiamo solo intenzioni dichiarate: la signora Fallaci e il signor Loda hanno solo proclamato a tutto il mondo di voler compiere un reato, cosa che succede quotidianamente in molti bar in cui anziani del tutto innocui spiegano al mondo ciò che vorrebbero fare a Berlusconi/gli zingari/i comunisti/gli interisti/i preti/i terroni/i polentoni/la propria moglie.
Ma la faccenda ha altri risvolti interessanti.
Prima di tutto, ricordiamo qual è il vero problema: non è l’aspirante terrorista e stragista, Oriana Fallaci, ma chi le ha regalato un palcoscenico internazionale.
Abbiamo fatto presente che era una vergogna che il Presidente della Regione Toscana, Riccardo Nencini, si sia recato a New York, a spese del contribuente toscano e assieme a due consiglieri regionali, per consegnare – contro il parere della sua stessa maggioranza – una “Medaglia d’Oro della Regione Toscana” a Oriana Fallaci, usando una sede istituzionale come il Consolato d’Italia per farlo.
Abbiamo detto che era uno scandalo che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi avesse conferito alla Fallaci la “Medaglia d’Oro quale Benemerita della Cultura” alla stessa signora.
E da cinque anni sottolineiamo il delitto primordiale che ha creato, o fatto rinascere, Oriana Fallaci: la sua trasformazione in un prodotto, prima giornalistico e poi librario, da parte di Ferruccio de Bortoli, allora direttore del Corriere della Sera e poi della RCS libri: il primo europeo importante dopo mezzo secolo ad aver dato una legittimazione di massa all’odio etnico.
Secondo, l’obiettivo della ventilata strage fallaciana è Faras al-Jabareen, imam della moschea in questione, che per alcuni anni è stato additato da Magdi Allam e dal Corriere della Sera come l’esempio del musulmano buono d’Italia. Poi si è permesso di esprimere il proprio dissenso quando Magdi Allam ha addirittura chiesto che si vietasse in Italia la costruzione di luoghi di culto per persone di religione islamica; un dissenso che gli è valsa l’improvvisa ostilità del Pinocchio d’Egitto.
Terzo, ricordiamo che c’è chi si è fatto anni di carcere per molto di meno.
C’è chi è finito in carcere perché un esperto dei servizi ha deciso che l’enigmatica frase, “c’è un bidone di liquido vicino alla signora”, intercettata in una conversazione tra due arabi a Milano, indicasse il progetto di far saltar per aria la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, e non – poniamo – dei contanti per comprare un permesso di soggiorno falso a una peripatetica nigeriana di Gallarate.
Nel 2003, i giornali sottolinearono come uno dei motivi per l’arresto di quattro musulmani a Milano fossero delle intercettazioni “in cui si dice, tra l’altro, che l’11 settembre è legittimato dal Corano.”
Nel luglio del 2005, un marocchino e un tunisino furono condannati a Brescia, in base all’articolo 270 bis (4 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi, rispettivamente) perché un pentito – in carcere per reati di droga – aveva detto che i due fantasticavano di compiere attentati al duomo di Cremona e nel metrò di Milano, senza aver messo in pratica nulla (a differenza della Fallaci, i due imputati hanno sempre negato).
Ma possiamo essere certi che con un’anziana scrittrice pluripremiata, i giudici avranno maggior riguardo.
Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/1149071188#8228375
31.05.06
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