MILITARIZZAZIONE DELLO SPAZIO

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blankRobert Joseph, un diplomatico per le guerre stellari

Robert G. Joseph si è messo in luce conducendo alla sua maniera il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato di non proliferazione dei missili balistici. Nominato Sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti, avrebbe dovuto adoperarsi per rinforzare la superiorità militare statunitense, impedendo ai piccoli paesi di armarsi e obbligando le altre potenze nucleari a limitare i loro armamenti, tutto questo però militarizzando lo spazio. Per fermare questo disequilibrio la Russia propone un trattato di disarmo dello spazio e, in assenza di questo, si appresta a lanciare un’arma capace di mettere fuori uso la totalità dei satelliti orbitali.
La nomina di John Bolton come ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU ha lasciato vacante la funzione di Sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti e gli affari di sicurezza internazionale (Undersecretary of State for Arms Control and International Security Affairs). Si poteva sperare che questa carica finisse ad una personalità più arrendevole. Non è stato così. La lobby imperiale dispone di squadre sufficienti per procurarsi tutti i posti di lavoro a loro convenienza. Dietro alla signorina Rice sta un alto funzionario di fiducia: Robert G. Joseph. Ed eccolo nominato.

Mr. Bolton era temuto per la sua brutalità [1]. Mr. Joseph è conosciuto per la sua intransigenza.

Uscito dall’Accademia navale, Robert G. Joseph ha proseguito i suoi studi universitari a St. Louis, Chicago e Columbia. E’ entrato nell’amministrazione nel 1978, dapprima nel Dipartimento della Difesa. Era assistente all’epoca di diversi negoziati internazionali, poi segue le questioni nucleari presso la NATO. Nel 1987 diventa l’aiuto-assistente del Segretario alla Difesa Frank C. Carlucci per i negoziati di disarmo nucleare. Infine, rappresenta il presidente George H. Bush (il padre) all’interno di diverse commissioni relative al Trattato di riduzione dei missili balistici. Durante i due mandati Clinton, si prende una pausa come professore di sicurezza nazionale (National Security Studies) presso l’Accademia della Difesa (National Defense University). Rientra dalla porta principale nella scia di George W. Bush (il figlio) e diventa, nel 2001, membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale, assistente speciale del Presidente, incaricato dei dossier di contro-proliferazione e di sicurezza della patria.

All’interno dei confini diplomatici internazionali, è soprattutto sgradevolmente conosciuto per aver condotto alla sua maniera il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato di non proliferazione dei missili balistici del 1972. A questo titolo, incarna un cambiamento di politica espresso dai neo-conservatori: gli Stati Uniti considerano, d’ora innanzi, di disporre di un tale vantaggio militare nei confronti dei loro eventuali concorrenti, specialmente la Russia, per cui non hanno nessuna ragione per accettare un disarmo reciproco e graduale. Vogliono, al contrario, sfruttare al massimo questa superiorità per costringere, pacificamente, i loro concorrenti a disarmarsi unilateralmente e ad accettare un disequilibrio di forze sempre più grande fino a che arrivino a perdere tutte le capacità di contestare il dominio planetario dell’avvoltoio statunitense.

Per i suoi amici, il grande successo di Robert G. Joseph, è l’Iniziativa di sicurezza contro la proliferazione (Proliferation Security Intitiative – PSI) [2]. Al momento, questa serve concretamente a lasciare occupare agli Stati Uniti un vuoto ed a farli diventare i gendarmi delle acque internazionali. Robert G. Joseph non è un alto funzionario che segue il vento dei tempi, è un uomo dalle forti convinzioni neoconservatrici. Nonché, seduto al consiglio consultivo del Centro per Politiche di Sicurezza (Center for Security Policy), il think tank per eccellenza del bellicismo americano [3].

Soprattutto Robert G. Joseph è ricercatore all’Istituto Nazionale per le Politiche Pubbliche (National Institute for Public Policy – NIPP), un think tank che, sotto Ronald Reagan, si sforzò di convincere gli statunitensi che la vittoria sull’URSS era possibile e non bisognava quindi più esitare nel lanciare le “guerre stellari”. In questo istituto M. Joseph partecipò attivamente, con una trentina di amici fra cui James Woolsey e Stephen Hadley [4], alla stesura del celebre rapporto “Rationale and Requirements for U.S. Nuclear Forces” (Esposizione e condizioni per le forze nucleari statunitensi).
Nel 2001 questo gruppo fu integrato dall’amministrazione Bush in una commissione consultiva sui concetti di dissuasione (Deterrente Concepts Advisory Panel).
Riformulò il rapporto per farne la dottrina nucleare ufficiale (Nuclear Posture Review), nel gennaio 2002. Durante la Guerra Fredda, il NIPP e M. Joseph assicurarono che occorreva sviluppare la bomba atomica per proteggersi dal pericolo rosso. Una volta scomparsa l’URSS, affermarono che occorreva tanto più sviluppare la bomba perché non si poteva sapere quale sarebbe stato il prossimo nemico. Converrebbe dunque prepararsi per tutte le eventualità inventando e producendo dei nuovi tipi di bombe atomiche, in particolare delle bombe tattiche.

Apprendendo la notizia della nomina di Robert G.Joseph, la Cina e la Federazione Russa hanno annunciato il rilancio della loro iniziativa comune del 2002 sull’interdizione ad una militarizzazione dello spazio. Le due superpotenze temono, in effetti, che il nuovo Sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti e gli affari di sicurezza internazionale, si consacri principalmente allo sviluppo dell’arma spaziale.

Ralph E. Eberhart (nelal foto a sinistra), del Pentagono, stima di disporre di una superiorità decisiva all’interno di questo campo. Dei satelliti a doppio utilizzo sarebbero in grado di danneggiare il sistema di posizionamento russo Glonass mentre, in caso di danneggiamento russo, il sistema statunitense GPS può cambiare di frequenza. Sotto l’autorità del generale Ralph E. Eberhart (del quale noi abbiamo spesso sottolineato, in queste colonne, il ruolo centrale negli attentati dell’11 settembre 2001), gli Stati Uniti sono prossimi a piazzare, fuori dall’atmosfera, delle armi capaci di colpire dei bersagli sia sulla terra come nello spazio. Pretendono di farlo per difendere il loro territorio ma, tenuto conto della sua superficie e dell’orbita dei satelliti, questo le porta a controllare tutto il pianeta. In caso di rottura dei negoziati, la Federazione Russa si tiene pronta ad inviare qualche arma asimmetrica nello spazio. Fare esplodere una sola bomba atomica al di fuori dell’atmosfera provocherebbe un impulso elettromagnetico che deteriorerebbe i satelliti quando questi si trovassero ad attraversare la zona in oggetto. Nel tempo necessario ai satelliti americani per compiere una rivoluzione completa, l’insieme dei loro dispositivi da “guerre stellari” si troverebbero fuori uso.

Più che evitarla, la politica dei neoconservatori è suscettibile di rilanciare la corsa agli armamenti.

Per gentile concessione di Reseau Voltaire
16.06.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DOCTORJIMMY

Note:

[1] « John Bolton o il disarmo attraverso la guerra », Voltaire, 30 novembre 2004.

[2] « il gendarme del mondo vuole controllare gli oceani », Voltaire, 4 dicembre 2003.

[3] « I burattinai di Washington » di Thierry Meyssan, Voltaire, 13 novembre 2002.

[4] « Stephen Hadley, consigliere di sicurezza nazionale », Voltaire, 16 dicembre 2004.

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