Basta una ricerca distratta su Internet per ottenere risultati infiniti sull’incredibile amore che molti esseri umani provano per gli animali. Che siano cani, gatti, maiali o ippopotami, istrici o scimmie appese ad un albero, c’è sempre qualcuno che li ama di un amore impossibile e ritiene di doverli difendere a prescindere dalla crudeltà vera o presunta dell’essere umano. Perfino se si tratta di serpenti o granchi marini.
Ma da quando è iniziata la terribile campagna militare israeliana contro i palestinesi, gli stessi che sono sempre svelti a lamentarsi per le sofferenze di un cane bastonato o di un verme che striscia sono rimasti in silenzio.
Eppure la carneficina è sotto i nostri e i loro occhi. L’uragano di bombe che l’aviazione e l’esercito israeliano hanno sganciato e sganciano su Gaza non scuote il cuore di animalisti e ambientalisti. Né la grande stampa occidentale fa eco al male che dilaga impunito sui palestinesi.
È evidente che se i palestinesi fossero nati cani, gatti o maiali, comunque animali, avrebbero avuto maggior fortuna nell’essere difesi dall’Occidente che conta (o che crede di contare ancora). Ma nessuno li difende, nati come sono solo in una miserabile forma umana e occupando un posto che la stragrande maggioranza degli ebrei contemporanei ritiene così loro da poter realizzare uno stermino di massa.
A Gaza finora sono morte più di 4000 donne, giovani, vecchie, bambine. Un numero in aumento. Dove sono le femministe occidentali che svelte manifestano nelle nostre piazze quando nel nostro Occidente buono e democratico muore una donna per mano di qualche maschio bianco, eterosessuale e quindi patriarcale? Perché non le vediamo manifestare contro la fine disumana delle donne palestinesi fatte a pezzi dalle bombe sioniste? Devo essere rimaste tutte senza voce…
Caitlin Johnstone non segue questa strada. In un suo articolo del 3 dicembre 2023, questa coraggiosa giornalista australiana afferma chiaramente che:
“Se dovessi commettere un genocidio, mi assicurerei di uccidere il maggior numero possibile di donne e bambini per eliminare le future generazioni delle persone che sto cercando di spazzare via. A pensarci bene, credo che in pratica farei quello che Israele sta facendo a Gaza.”
Femministe, dove siete finite?
Al tempo della prima guerra del Golfo, una giovane volontaria kuwaitiana di nome Nayirah Al-Sabah testimoniò al congresso americano che nel suo Paese appena invaso dall’Iraq, i soldati di Saddam Hussein toglievano i neonati dalle incubatrici e li lasciavano morire sul pavimento. Grande fu l’emozione per questa testimonianza, che gli Stati Uniti dovettero per forza intervenire contro un così crudele dittatore e il suo feroce esercito.
Si scoprì poi, a cose fatte e quindi come sempre troppo tardi, che non era vero niente: Nayirah Al-Sabah era la figlia dell’ambasciatore kuwaitiano negli Stati Uniti e le sue parole, la sua intera testimonianza, erano il frutto di un’abile agenzia di pubbliche relazioni. Tutte menzogne.
Ma a Gaza è successo davvero: i neonati prematuri sono morti dentro le incubatrici rimaste senza corrente perché gli ebrei non si sono fatti scrupoli di colpire deliberatamente con le loro bombe gli ospedali palestinesi. I loro corpicini sono andati in putrefazioni e sono stati divorati da cani affamati, almeno quelli sopravvissuti ai bombardamenti.
E non solo gli ospedali sono stati colpiti ma anche moschee e chiese: i palestinesi non sono tutti musulmani, alcuni di loro sono cristiani. Qualcuno ha forse sentito il papa piangerli?
L’ignobile guerra della NATO contro la Serbia ha avuto come paravento la pulizia etnica che il presidente serbo Milosevic sembrava stesse attuando contro la popolazione albanese del Kosovo. Ma l’operazione Ferro di Cavallo, come era chiamata, era l’ennesima invenzione della propaganda occidentale. Ciò non salvò Belgrado e la Serbia da una pioggia di bombe e missili occidentali (quindi giusti e democratici) e non salvò Milosevic da un processo farsa di cui non vide mai la fine, morendo avvelenato nel carcere dell’Aia, il suo corpo cremato per nascondere le tracce.
Dove sono adesso i difensori dei diritti umani che all’epoca si sgolavano chiedendo l’intervento della comunità internazionale? A Gaza si realizza sotto i nostri occhi una oscena pulizia etnica che non può essere criticata perché è fatta dagli ebrei contro i palestinesi.
È evidente quindi che i palestinesi, tutti i palestinesi, non sono neanche semplicemente Untermensch ma Unterhund, valgono cioè meno di un cane. Perché se fossero almeno cani, l’Occidente li difenderebbe.
Benjamin Netanyahu ha parlato agli israeliani incitandoli a combattere: “Ricordatevi di Amalek e del male che ci ha fatto!”, li ha esortati dalla televisione israeliana. Netanyahu e tutti quelli che lo seguono (e ne tirano i fili) giustificano i loro piani e le loro azioni alla luce del Deuteronomio, del Talmud e di chissà quali altri libri nascosti, ignoti ai Gentili Untermensch.
A questo punto, dove sono tutti gli intellettuali occidentali, i grandi giornalisti, i grandi scrittori e gli altrettanto grandi professori universitari, tutti quelli che hanno sempre sbeffeggiato i cristiani che citavano la Bibbia, dicendo che questo libro dovrebbe stare nel reparto Fantasy delle librerie? Dove sono ora questi campioni di boria laica ed accademica? Tacciono ora come hanno sempre taciuto durante i soprusi nei lockdown Covid, pavidi guerrieri da salotto, nascosti sotto il divano di casa loro, con un pitale in testa come elmetto.
L’Occidente è intriso di una ipocrisia che sconfina nel demoniaco. Ma la scacchiera internazionale è complicata anche se l’Occidente collettivo non vuole ancora, ottusamente, tenere conto delle altre potenze globali e regionali e riconoscere che le sue azioni sono costantemente in contradizione con gli alti principi di cui dice di essere alfiere.
È tragico dover riconoscere che Israele può avere successo nel suo piano malvagio contro i palestinesi ma, a Dio piacendo, potrebbe anche essere una dolorosa vittoria di Pirro. Preghiamo perché ciò accada.
Di Costantino Ceoldo, geopolitika.ru
07.12.2023
Costantino Ceoldo, analista e saggista.