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MEDITAZIONE CONTRO MEDICINALI

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A cura di Davide
Il 10 Aprile 2010
65 Views

blankDI REDLAN
Thinking-is-dangerous

Le versioni che i media danno degli studi scientifici sono cose piacevoli da leggere, e di solito terribilmente e tristemente sbagliate. Leggete gli studi originali e vi garantisco che vedrete che è stato scoperto più o meno il contrario di quanto riportato dai media.

Il Daily Mail ha recentemente [il post è datato Dicembre 2008, ndt] titolato che “La meditazione è altrettanto efficace dei medicinali nel trattamento della depressione” e la BBC ha proseguito con “La terapia di gruppo ‘batte la depressione’

Altrettanto efficace? Batte la depressione?Questa volta tuttavia potrebbero essersi riscattati, perché hanno sbagliato solo a metà. Quello di cui stanno parlando è qualcosa chiamato “Terapia Cognitiva Basata sulla Consapevolezza” o MBCT [Mindfulness-Based Cognitive Therapy ndt]. Suona veramente scientifico se usiamo solo le iniziali. E’ una forma di CBT ( Terapia Cognitivo Comportamentale [articolo in Italiano: http://it.wikipedia.org/wiki/Psicoterapia_cognitivo-comportamentale ndt] che è una psicoterapia che mira a correggere comportamenti, pensieri ed emozioni attraverso un approccio orientato agli obiettivi. E’ in effetti un termine sotto il cui ombrello si raccolgono un gruppo di approcci cognitivi e comportamentali, di cui fa parte l’MBCT. La pubblicazione che ha ispirato entrambi gli articoli è “Terapia cognitiva basata sulla consapevolezza per prevenire la ricaduta nella depressione ricorrente”di Kuyken et al dell’università di Exeter.

La parte sulla ‘meditazione’ viene tirata in ballo perché la terapia usa alcune tecniche di meditazione. Ma non fatevi ingannare : la MBCT non è meditazione, è una psicoterapia. Affronteremo tra breve il titolo del Daily Mail. Lasciamo stare le tecniche di meditazione che usa, funziona veramente? Limitiamoci a guardare i risultati:

Il Daily Mail e la BBC non sono proprio d’accordo su quanto è efficace. Il Daily Mail scrive che il 47% delle persone con depressione e lungo termine che si sono sottoposte alla terapia hanno sofferto di una ricaduta, confrontato con il 60% di quelli che hanno assunto farmaci antidepressivi.

E la BBC dice: “L’ esperimento su 123 persone ha riscontrato tassi di ricaduta simili tra coloro che hanno frequentato la terapia di gruppo e coloro che hanno assunto medicinali”.

Ma che succede? Il Daily Mail sembra suggerire che la MBCT è meglio, mentre la BBC dice che sono simili. Il 47% è veramente simile al 60% ?

L’estratto dice: “… MBCT erano il 47%, confrontato con il 60% nel gruppo m-ADM (rapporto di rischio = 0,63; intervallo di confidenza al 95% : 0,39 fino a 1,94)

Il Daily Mail ha riportato correttamente le cifre. Cosa ne è stato delle cose scritte tra parentesi? Il rapporto di rischio è simile, ma non la stessa cosa, del rischio relativo. In questo studio il rapporto di rischio è la misura dell’effetto dell’MBCT sui tassi di ricaduta. L’intervallo di confidenza del 95% è una stima del rapporto di rischio che avreste ripetendo l’esperimento. Ma c’è qualcosa che manca…

Perché non hanno citato la significatività statistica solitamente denotata con p? L’hanno dimenticata? Oppure hanno pensato non fosse importante?

La significatività statistica è usata per testare l’ipotesi nulla – cioè l’ipotesi che non ci sia alcun effetto. Ho trovato p usando il test di significatività del chi-quadro [Link in Italiano http://it.wikipedia.org/wiki/Test_chi_quadrato, ndt]. Ho ottenuto p=0,12. Normalmente nelle scienze biomediche sono considerati significativi risultati con p minore di 0,05 , quindi , secondo questi standard abbiamo un risultato nullo. In altre parole, per questo esperimento il 47% non è significativamente più piccolo del 60%. Quindi la BBC sembra aver colto nel segno. Hurrah per la BBC!”

Anche il sito dell’ NHS [il sistema pubblico della sanità Britannica, ndt], all’ombra dei titoli eclatanti, ha commentato questa pubblicazione. Giustamente indica le falle nei pezzi della BBC e del Daily Mail. Prosegue poi con maggiori dettagli sullo studio. I soggetti hanno ricevuto il trattamento MBCT per i sei mesi precedenti ed erano pienamente o parzialmente guariti e sotto terapia medica antidepressiva. Poi sono stati estratti casualmente per ricevere un ulteriore trattamento di 8 settimane di terapia MBCT o di “terapia usuale” che significa continuare con gli antidepressivi. Al gruppo della terapia è stato anche offerto un aiuto per smettere o ridurre i medicinali.

Dunque di cosa tratta questo studio? Il titolo dal suono abbastanza innocente (per quanto verboso) di Terapia cognitiva basata sulla consapevolezza per prevenire le ricadute nella depressione ricorrente, non rende affatto giustizia.

Qual’è quindi il gruppo di controllo? Quale evento pensate possa avere l’impatto maggiore tra le persone affette da depressione? Che vi venga detto che state per partecipare ad un altro corso di MBCT? O che vi venga detto che non vi parteciperete più? I partecipanti avrebbero dovuto essere disponibili a partecipare ad un altro corso di MBCT prima di essere inclusi nel campione dello studio.

Nel campo della salute mentale, l’effetto placebo è molto pronunciato. In genere è dannatamente difficile per le compagnie farmaceutiche dimostrare che il loro ultimo meraviglioso principio attivo per migliorare l’umore funziona meglio del placebo. Dite a qualcuno che stanno per ricevere una terapia per farli stare meglio ed ecco che iniziano a stare meglio.

Leggete la letteratura a riguardo e scoprirete che la CBT viene descritta come un utile supporto ai normali trattamenti con farmaci. Quindi, ricordando che l’effetto placebo è molto pronunciato, quali sono tutti quei trattamenti contro cui sono testati nel gruppo di controllo? Terapie fittizie? Gruppi di auto-aiuto? Andare al pub con gli amici?

Niente affatto.

Sono tutti confrontati con “il solito trattamento” che in genere significa farmaci antidepressivi. Così l’effetto potrebbe essere semplicemente ridotto a una “relazione terapeutica” e non avere niente a che fare con l’effettiva terapia. Non è la terapia che vi sta facendo sentire meglio, è l’ora alla settimana che passate con il vostro “specialista” che vi dice che la terapia vi farà sentire meglio, che vi fa sentire bene.

I pazienti che si sottopongono a CBT stanno meglio dei pazienti che non lo fanno, ma è proprio la CBT o la relazione terapeutica che li fa sentire meglio? E’ impossibile da dire, a meno che qualcuno non escogiti un gruppo di controllo basato sui placebo. Non sono riuscito a trovarne nessuno, ma d’altronde non ho le risorse per condurre ricerche sistematiche e analizzare i risultati. Se avete un pomeriggio libero, potreste divertirvi a fare ricerche su PubMed.

E ora torniamo al titolo del Daily Mail…

La meditazione è altrettanto efficace dei medicinali nel trattamento della depressione

Veramente? La meditazione è altrettanto efficace dei medicinali? Beh, probabilmente non stando a quello che scrivono alla Cochrane Library. Concludono che la meditazione [ad onore del vero l’articolo linkato parla di “tecniche di rilassamento” in generale, non di meditazione, ndt] è stata migliore di nessuno o di un minimo trattamento sui sintomi depressivi auto-riferiti, ma non altrettanto buona dei trattamenti psicologici. Sembra quindi che i pazienti credano che i trattamenti psicologici funzionano meglio della meditazione, che funziona meglio di nessun trattamento. Comunque i medici non sono così sicuri – i medici hanno solo notato una tendenza non significativa che la meditazione sia stata più efficace di nulla, e non sono riusciti a distinguere la differenza tra trattamenti psicologici e meditazione.

Ai giornali e ai media piace venderci storie semplici. Se poi sono in sintonia con una credenza popolare fortemente radicata, tanto meglio. In genere il quadro della realtà è molto più complicato e, che ci piaccia o no, gli “esperti” spesso non hanno le risposte. Quello che si perde in genere negli articoli è che la scienza non è neutrale, non-emozionale o obiettiva. E’ in fin dei conti, perpetrata da esseri umani. Facciamoci quindi un paio di domande …

Perché i ricercatori delle pubblicazioni alla base dei titoli divulgativi hanno trascurato di menzionare se i risultati nell’estratto della ricerca fossero o meno significativi?

Chissà se avrebbero menzionato p nel caso il risultato fosse stato significativo? E’ pratica comune dichiarare se il risultato sia o non sia significativo. Provate a cercare una pubblicazione in cui p non sia menzionato. Trovo queste pubblicazioni confusionarie perché non si riesce a determinare quali ipotesi stiano testando. Forse non accennano a p perché lo studio sembra architettato per produrre comunque un risultato nullo.

Perché la CBT è sempre testata con la terapia usuale (TAU:Treatment As Usual) ? Certo sarebbe arduo accordarsi su cosa potrebbe costituire un placebo adeguato, ma in che altro modo potremo mai sapere se la CBT stessa non è semplicemente un placebo? Ma credo tuttavia che bisognerebbe essere coraggiosi per progettare uno studio sapendo che potrebbe finire per confutare anni di tirocinio e ricerche.

Certamente, non c’è motivo per non farlo.

Redlan

Titolo originale: “Meditation vs Medication

Fonte:
Link
14.12.2009

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da PAOLO CASTELLETTI

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