MEDIO ORIENTE: L’AMERICA PROGRAMMA UN POST-ISRAELE ?

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DI FRANKLIN LAMB
informationclearinghouse.info

Ne avrà avute di mani da stringere la congressista Illena Ros-Lehtinen durante il suo giro politico e sociale per la Convention Repubblicana Nazionale di questo mese. Illena è l’unica donna Presidente della Commissione della Camera dei Rappresentanti e probabilmente la supporter più fervente di Israele. E’ una spina nel fianco fissa per l’amministrazione Obama, che castiga regolarmente il Presidente dicendo che “gioca alla politica con la politica estera degli Stati Uniti” e che è “soft contro l’Iran” minando la legittimità di Israele.

Ros-Lehtinen è la Capo-tifo al Congresso anche per i suoi elettori ebrei della Florida – un campo di battaglia chiave per le elezioni presidenziali americane che si avvicinano rapidamente. Più di recente, Ros-Lehtinen ha sostenuto al Congresso un nuovo disegno di legge per rinforzare le sanzioni contro l’Iran, mentre ha chiesto un intervento militare degli Stati Uniti contro il regime di Assad in Siria.

L’attenzione della Congresswomen non sarà probabilmente focalizzata a promuovere una discussione sulla nomina del candidato del suo partito, Mitt Romney, l’ex “governatore moderato del Massachusetts”, perché sa già quanto sia improbabile che Mitt vinca la Casa Bianca.

E Ileana – secondo una fonte del Comitato Nazionale Democratico, che sta freneticamente mettendo insieme gli ultimi ritocchi per la loro convenzione, che si terrà la settimana del 3 settembre a Charlotte, North Carolina – non perderà nemmeno tempo per sostenere il vice di Mitt , il membro del Congresso Paul Ryan. Ryan, seguace di Ayn Rand (autore di “La fonte meravigliosa” e “La rivolta di Atlante”, e fondatore del Objectivism movement) , dice regolarmente al pubblico che “gli insegnamenti di Ayn Rand sono stati una delle influenze filosofiche più profonde della mia vita.” Comunque, ad eccezione per la religione e l’aborto e pochi altri argomenti, come Ayn, scomparso nel 1982, Ryan è stato un ateo dichiarato e fortemente pro-aborto, il contrario di quello che dice di essere al pubblico.

Piuttosto, la Ros-Lehtinen incontrerà i leader ebrei locali, nazionali e internazionali, in questo deve vincere, nel compito che le è stato affidato : rassicurarli sul fatto che il Partito Repubblicano è il miglior amico di Israele e che il recente rapporto del governo degli Stati Uniti che sollecita un ripensamento USA del suo rapporto con Israele è unica responsabilità di Barack Obama, che rivela il suo vero disprezzo per Israele.

A buttare fango sulla Casa Bianca come risultato del progetto e delle analisi sarà William Kristol, editore del settimanale neoconservatore Weekly Standard e direttore del New American Century, una lobby che mette “Israele prima di tutto” con sede a Washington per sostenere una leadership politica e militare congiunta israeliana e americana su tutto il mondo e portare la democrazia in Medio Oriente “.

Ma che è tutta questa agitazione?

E’ una storia dal titolo: Preparazione per un Medio Oriente – Post Israele. Una analisi di 82 pagine che finisce riconoscendo che l’interesse nazionale americano è sostanzialmente in contrasto con quello sionista di Israele. Gli autori hanno concluso che Israele è attualmente la più grande minaccia per gli interessi nazionali degli Stati Uniti perché la sua natura e le sue azioni impediscono le normali relazioni degli Stati Uniti con i paesi arabi e musulmani e, in misura crescente, con tutta la più ampia comunità internazionale.

Lo studio è stato commissionato dalla comunità di intelligence degli Stati Uniti con 16 agenzie di intelligence americane e un bilancio di oltre $ 70 miliardi l’anno. Sono stati consultati i Dipartimenti della Marina, dell’Esercito, dell’Aeronautica, dei Marines, della Guardia Costiera, della Defense Intelligence Agency, del Dipartimento di Energia, della Sicurezza Nazionale, dello Stato, del Tesoro, della Drug Enforcement Agency, dell’ FBI, della National Security Agency, della National Geospatial Intelligence Agency, della Agenzia Nazionale di Ricognizione e della Central Intelligence Agency.

Tra i numerosi elementi che la Ros-Lehtenin , Kristol e altri supporter non dichiarati di Israele dovranno cercare di sfruttare politicamente a loro vantaggio, tra oggi e il 6 novembre, per attaccare l’amministrazione Obama, possiamo elencare:

• Israele, visto il suo comportamento attuale di brutale belligeranza non può essere salvato più di quanto il Sud Africa dell’apartheid lo fu nel 1987, quando Israele fu l’unico paese “occidentale” con cui mantenne i suoi rapporti diplomatici e fu l’ultimo paese ad aderire alla campagna di boicottaggio internazionale prima del crollo del regime;

• La leadership di Israele, con il suo crescente sostegno ai 700.000 coloni illegali della Cisgiordania occupata sta perdendo contatto con le realtà politiche, militari ed economiche del Medio Oriente;

• La coalizione di governo del Likud, è profondamente complice e influenzata dal potere politico e finanziario dei coloni e dovrà sempre più affrontare una guerra civile interna a cui il governo degli Stati Uniti non dovrebbe né associarsi né partecipare;

• La primavera araba e il risveglio islamico hanno, maggiormente, fatto capire alla grande maggioranza dei 1,2 miliardi di arabi e musulmani che possono condannare quella che la stragrande maggioranza di loro crede sia una occupazione europea illegittima, immorale e insostenibile della Palestina della popolazione indigena;

• Contemporaneamente, è in rapida espansione la potenza araba e musulmana nella regione, come ha mostrato la primavera araba, il risveglio islamico e l’ascesa dell’Iran, dopo lo sbandamento e il declino dell’influenza americana. L’impegno degli Stati Uniti per un Israele belligerante e opprimente sta diventando impossibile da difendere o perseguire per i concreti interessi nazionali americani che prevedono la normalizzazione dei rapporti con i 57 paesi islamici;

• Israele interferisce pesantemente negli affari interni degli Stati Uniti con atti di spionaggio e trasferimenti illegali di armi degli Stati Uniti. Oltre al sostegno di più di “60 organizzazioni di facciata” e circa 7.500 funzionari statunitensi che eseguono gli ordini di Israele per cercare di dominare e intimidire i media e le agenzie del governo degli Stati Uniti, cose che non devono essere più tollerate;

• Che il governo degli Stati Uniti non ha più le risorse finanziarie, né il sostegno pubblico per continuare a finanziare Israele. Più di tre miliardi di dollari in aiuti diretti e indiretti dai contribuenti statunitensi sono andati a Israele dal 1967 in poi, cosa che non è più sostenibile ed è sempre più contestata dai contribuenti americani che si oppongono al continuo coinvolgimento militare americano in Medio Oriente. L’opinione pubblica non accetta più i finanziamenti e gli interventi ampiamente percepiti come illegali nelle guerre degli Stati Uniti fatte per conto di Israele. Questo punto di vista è sempre più condiviso da Europa, Asia e dal pubblico internazionale;

• L’ occupazione segregazionista dei coloni di Israele dimostra che la discriminazione legalizzata e i sistemi di giustizia sempre più separati e disuguali non devono più essere direttamente o indirettamente finanziati dai contribuenti degli Stati Uniti né ignorate dal governo;

• Israele ha fallito come stato democratico e continuando con la copertura finanziaria e politica americana non cesserà il suo scadimento a “stato paria internazionale”;

• Un razzismo, dilagante e sempre più violento appare tra i coloni ebrei in Cisgiordania e viene tollerato dal governo israeliano tanto che il governo di Israele è diventato il loro difensore e partner;

• Cresce l’abisso tra gli ebrei americani che si opponevano al sionismo e alle pratiche israeliane, tra cui l’uccisione e la brutalizzazione dei palestinesi sotto l’occupazione israeliana, queste sono state gravi violazioni del diritto americano e internazionale e stanno sollevando questioni all’interno della comunità ebraica americana per quanto riguarda la responsabilità americana di proteggere (R2P) civili innocenti durante l’occupazione;

• L’opposizione internazionale al regime dell’apartheid non può sempre essere sincronizzata con quella americana secondo i valori umanitari o con le aspettative degli Stati Uniti nelle sue relazioni bilaterali con il membro 193 delle Nazioni Unite;

Il progetto si conclude con l’affermazione che è necessario di evitare di impigliarsi in alleanze che allontanano gran parte del mondo e condannano i cittadini americani a subirne le conseguenze.

Interessatamente, si rileva che l’Iran è preso come esempio di paese e di popolo che ha molto in comune e i cui cittadini hanno un reale interesse per le associazioni bilaterali (qui si fa un apparente riferimento a Israele e alla sua lobby negli Stati Uniti) non determinato dalla volontà di altri paesi. Si sottolinea anche la necessità per gli Stati Uniti di intavolare “relazioni di riparazione con i paesi arabi e musulmani, compreso l’uso di un drastico oscuramento e l’invio di aerei drone.

I prossimi giorni faranno chiarezza su come Israele valuterà i punti della bozza del rapporto di prossima pubblicazione e sul modo in cui il Partito Repubblicano saprà utilizzare i risultati del rapporto per la sua corsa verso la Casa Bianca.

Franklin Lamb, ex Assistant Counsel, US House Judiciary Committee e Professore di International Law alla Northwestern College of Law in Oregon. Attualmente è ricercatore in Libano e volontario con la Campagna palestinese per i diritti civili e di Sabra-Shatila Foundation. F. Lamb è l’autore di: “Israel’s 1982 War in Lebanon: Eyewitness Chronicles of the Invasion and Occupation” – “ International Legal Responsibility for the Sabra-Shatila Massacre” –, “The Price We Pay: A Quarter Century of Israel’s Use of American Weapons in Lebanon “ – L’ultimo libro “, The Case for Palestinian Civil Rights in Lebanon, “ è in uscita.

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article32304.htm
28.08.2012

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI

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