DI MITT DOLCINO
Lo stesso Corriere della Sera lo ammette, quando Obama ha annunciato che è pronto ad aiutare l’Italia per combattere l’imigrazione utilizzando, si noti bene, il suo imponente apparato militare di stanza nel mediterraneo non per attività antiterrorismo ma per aiutare ad evitare un’invasione dei profughi, c’è stata sorpresa: “La mossa di Obama sembra aver colto un po’ di sorpresa anche Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che era con lui. È una svolta. L’America offre un’alternativa per spazzare via egoismi e chiusure decennali di molti Paesi europei.“*
Or dunque, mentre l’Austria cerca di sbolognarci i suoi di profughi di straforo, mentre mezza Europa chiude le frontiere pensando ognuno a sè stesso, l’amico USA soccorre l’Italia. Leggasi, la prima potenza mondiale – non ce lo dimentichiamo mai – dice all’Italia, beh, non preoccuparti….
Certo, le cose sono molto cambiate dal 2011. E sembrerebbe che la ragione debba essere ricercata nel formale tradimento di coloro in EU che prima convinsero la presidenza USA ad abbattere un alleato storico, Berlusconi e dunque l’Italia, e poi fecero bellamente i cavoli loro in Siria (la Francia alleata con la Russia non ce la dimentichiamo) e nell’energia (il Nord Stream approvato da Germania e Russia nonostante le sanzioni a Mosca butta alle ortiche almeno 15 anni di diplomazia energetica USA in Europa e vicino Oriente). Ossia, permettetemi, sappiamo bene che gli USA non ammettono tradimenti, è solo questione di tempo prima che ci siano conseguenze.
E le conseguenze stanno arrivando, soprattutto in guisa di scandali senza fine a danno della Gemrania, tutti made in USA: per forza, si dice che nelle intercettazioni alle elites tedesche sia venuto fuori chiaramente che ormai Berlino ha scelto, andrà sempre più verso Mosca, “f… US in Europe“, o qualcosa del genere. Al diavolo i partners europei, esclusa la Francia però che va protetta per giustificare la politica estera dell’Europa tedesco con addendo militare…
Vedremo, certo è che per annientare la Germania la vera arma finale è una ed una sola: la rottura dell’euro che renderebbe impossibilmente cari tutti i prodotti tedeschi, annientando le sue industrie. Anche un’alleanza tedesca con Mosca, soprattutto se come epilogo di un lungo percorso di indebolimento economico della Russia, non sarebbe sufficiente a lenire i danni dei competitors della Germania in grado di svalutare un’ora dopo l’uscita dall’euro.
E’ solo questione di tempo. E proprio per questa ragione vediamo l’EU franco-tedesca, che ha tutto da perdere da una vicinanza troppo intima e soprattutto strutturale tra Italia ed USA, impegnarsi nel 2016 con tutte le proprie forze ad abbattere l’Italia nel periodo “bianco” in cui normalmente gli USA a cavallo delle elezioni presidenziali non possono prendere posizione geostrategiche di lungo termine, questo verrà fatto dal prossimo presidente opportunamente informato dagli apparati USA non eletti (militari, servizi, think tank) sulla strategica da perseguire per massimizzare l’interesse USA nel mondo e disinnescare i rischi maggiori.
Si tenga presente che un eventuale crollo del dollaro come valuta di scambio e riserva globale non comporterà la fine dell’influenza USA all’estero, ne limiterà solo la sfera di influenza. Ed un presidente USA che afferma che una volta ritirato verrrà in Italia a svernare ci fa capire meglio di mille congettura che l’Italia resterà sotto l’ala protettrice americana.
E forse l’Italia diventerà (di nuovo) molto preziosa per i disegni USA, godendo dei dovuti vantaggi. Sempre la stessa storia, come 70 anni fa. Va detto che in ogni caso la vicinanza culturale tra USA ed Italia è innegabilmente maggiore di un solo ipotetico accostamento alla proterva Germania, che ci ha fatto ben capire – per altro come 75 anni fa – che per prosperare lei stessa deve soggiogare i vicini.
I migliori alleati sono quelli che ci credono, impari qualcosa da questo semplice concetto Frau Merkel. Lo sappiamo che nel 2016 cercherai di darci il colpo finale. Vedremo.
Mitt Dolcino
Fonte: http://scenarieconomici.it/