MASS MEDIA: LA MACCHINA DELLA BUGIA

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DI SATYA SAGAR

Ci sono finalmente riuscito! A perdere l’abitudine! Quella orribile, tremenda abitudine di leggere i giornali e guardare i telegiornali OGNI GIORNO!
Fatemi dire i risultati che ho ottenuto rinunciando alla mia dipendenza. Dopo soli 2 mesi, in cui mi sono impegnato ad ignorare completamente i notiziari in tv, respiro meglio, dormo meglio, mangio meglio e soprattutto penso altrettanto meglio per la prima volta dopo tanti anni. Non assumere la mia dose giornaliera di mass media, vi assicuro che è come liberarsi dalla madre di tutte le cattive abitudini.
Ovviamente il disgustoso resoconto dei mass media sull’invasione in Iraq attraverso i giornalisti “embedded” , la pubblicità martellante e le bugie hanno avuto molto a che fare con la mia decisione di perdere l’abitudine. Ma questa non è tutta la storia.C’è qualcos’altro sul modo in cui i mass media moderni hanno assunto il controllo della mia mente in un modo così totale da scatenare la mia ribellione. Il mio involontario cambiare canale su canale per i notiziari, tutti i santi giorni. La mia quotidiana corsa al cancelletto di casa per andare a prendere il giornale. La frenetica navigazione in Internet alla ricerca di sensazionali primi titoli.

Spiacente, credo che ci sia qualcosa di terribilmente sbagliato nella velocità alla quale tutto questo sta avvenendo. C’è qualcosa di strutturalmente sbagliato nell’industria dei moderni mass media. Non è più sufficiente lamentarsi dell’ipocrisia o della falsità dei mass media senza vedere anche le radici di tale comportamento in quasi ogni altro aspetto del nostro mondo.

Ma prima diamo un’occhiata alle ragioni per le quali di solito i mass media diffondono per la maggior parte mezze-verità sensazionali e scaltre bugie. Non sono altro che complete menzogne quelle che abbiamo bevuto dai mass media sull’invasione anglo-americana in Iraq in tutti questi giorni. Cos’è che costringe un giornalista a mentire per vivere?

Provo ad indovinare la risposta dicendovi la strategia rivelatami un giorno da un anziano burocrate indiano, quella strategia che consente ai media di continuare a mentire per conto del sistema dominante. Secondo lui esistono 3 approcci distinti, adottati da chi ha il potere, per tenere a bada una stampa “libera”.

Il primo metodo di comportamento nei confronti di un giornalista che tende a dire la verità è corromperlo con denaro, favori vari, promesse di un lavoro favoloso, etc. Molti giornalisti dei paesi meno sviluppati, sottopagati come sono, cedono facilmente a mance e elemosine.

In una professione in cui l’informazione è il prodotto che viene venduto, i giornalisti più sofisticati vengono corrotti regolarmente con “scoop” e altri pezzetti speciali di informazione “interna” dalle loro fonti. Mentre questi giornalisti fingono di essere quelli che “coltivano” le proprie fonti, è invece la fonte (più scaltra) che “pianta” le proprie storie e ottiene un intero “raccolto” di bugie attraverso lo scriba.

Se il giornalista persiste nel dire la verità, il secondo tentativo, nonché metodo usato per farlo tacere, è quello di minacciarlo fisicamente o di malmenarlo. Nel mondo in via di sviluppo ciò accade troppo spesso e molti giornalisti perdono la vita ogni anno. E questa stessa tattica è stata usata dalle forze della coalizione americana a Baghdad quando hanno deliberatamente bombardato gli uffici del canale televisivo Al Jazeera uccidendo i loro corrispondenti o quando hanno sparato ai giornalisti rinchiusi nell’hotel Palestine durante la recente invasione dell’Iraq. L’assassinio una volta era considerato la forma più estrema della censura ma al giorno d’oggi è evidente che sia diventato la forma più gettonata.

Il terzo metodo, e apparentemente quello più efficace per far mentire un giornalista, è quello di pompare il suo ego e lodarlo in pubblico.

Questo, disse il burocrate, renderà lo scriba totalmente servile ad ogni comando perché niente fa muovere un giornalista più dell’illusione di essere, in qualche maniera, molto importante per chi sta al potere!

Ma spostandoci oltre la soglia dei meri singoli scrittoruncoli, un altro ostacolo che supera l’abilità professionale di dire la verità è la stessa istituzione dei mass media, che impone una grande quantità di censure sui propri impiegati per la maggior parte a causa di ragioni politiche o aziendali.

Si può verificare che un’azienda titolare di mezzi di informazione, che sta cercando di ottenere concessioni o contratti da un governo, uccida sul nascere una notizia per evitare contraccolpi negativi sulle sue relazioni con il regime dominante. O potrebbe accadere che sia un grosso gruppo industriale a minacciare i proprietari dell’informazione, paventando il ritiro di lucrose pubblicità in caso di comparsa di notizie ritenute dannose.

Data l’assoluta dipendenza dell’industria dei media dai ricavi derivanti dalle pubblicità, tali fattori posso avere un effetto devastante sul lavoro dei giornalisti, ordinari impiegati di queste grandi istituzioni. Non ci si può veramente aspettare che la pubblicità, che consiste comunque per la maggior parte nel promuovere mezze verità e bugie sui prodotti commerciali, appoggi la diffusione della verità su qualsiasi cosa, in qualsiasi parte del mondo.

E qual’è lo scopo di tutte queste bugie? Di sicuro mantenere sotto perpetuo CONTROLLO l’equilibrio tra le masse. Perché quando apriamo il giornale non siamo noi a leggere le notizie ma lui stesso ad urlare ordini al nostro subconscio. Pensa questo, pensa quello, vota x, vota y, piccolo uomo!

Quando invece metti il canale delle notizie 24 ore su 24 è peggio. Molto peggio. Perché le immagini che sfarfallano ad alta frequenza sullo schermo hanno il potere di pura ipnosi. Mentre tu credi di essere quello che spinge i bottoni sul telecomando, la triste verità è che sei tu ad essere controllato dal telecomando. «Compra, compra, compra, compra tizio!» ti ripete incessantemente lo schermo della televisione. E dopo un po’ dici addio al tuo “essere cosciente” per il resto della giornata (e la mattina dopo ricominci tutto daccapo).

Sono diventato così cinico dopo tanti anni di lavoro? Uno scrittorucolo che si auto-detesta? Un Giuda nel branco dei media? Niente di tutto questo per carità, perché difenderei anche i giornalisti dall’essere un particolare oggetto di critiche.

A quella parte di pubblico che crede che la maggior parte dei giornalisti siano creature indegne, che non hanno fegato per dire la verità e che leccano costantemente i piedi ai loro superiori politici e aziendali, direi che hanno maledettamente ragione. Ma aggiungerei comunque che la proporzione di tali giornalisti non è molto diversa dalla percentuale generale delle creature indegne nella società da cui provengono.

Dopotutto questo non è quello che la gente comune fa nella vita professionale di tutti i giorni: seppellire le poche verità che posseggono, sopprimere i loro nobili istinti, dire SI ad ogni richiesta dei loro capi ed uscirne comunque con la “coscienza pulita”? Quindi perché i mass media dovrebbero essere diversi?

Naturalmente ci sono tanti uomini di carattere e di coraggio che difendono i propri diritti e quelli degli altri, che sono gentili e umani e generosi e fanno un sacco di cose meravigliose. Ma anche la professione del giornalista possiede gente che onora gli ideali del giornalismo.

Se molti del pubblico credono che i mass media, considerati il 4° pilastro della democrazia popolare, siano diventati la 5° colonna dell’autocrazia aziendale, direi che hanno centrato il bersaglio.

Se i media ai nostri tempi sono diventati potenti oltre ogni aspettativa, siamo NOI POPOLO da biasimare. Quindi basta lamentarsi.

Per capire realmente le dinamiche dubbiose dei moderni mezzi di informazione abbiamo bisogno di guardare oltre le fallibilità dei singoli giornalisti e persino oltre gli “ovvi sospetti” di controllo corporativo e di pressioni politiche sui mass media. Sento che abbiamo bisogno di comprendere alcuni dei profondi problemi strutturali per capire cosa sta andando così male. Nella nostra era di capitalismo consumistico avremmo bisogno di avvicinarci all’idea della stessa INDUSTRIA moderna.

La mia conclusione è che i mass media mentono non a causa di qualche giornalista e editore servile e senza scrupoli o peggio per i loro boss malvagi e corrotti, ma perché il complesso industriale dei mass media, come si è evoluto oggi, esiste solo e soltanto per MENTIRE.

Quando i mass media mentono stanno soltanto facendo il loro lavoro. Come le fabbriche di scarpe producono scarpe, quelle di macchine producono macchine e quelle atomiche producono bombe, l’intera fabbrica dei mass media è strutturata a non produrre altro che bugie, 24 ore su 24 ogni giorno. L’industria dei mass media nel suo intero è una MACCHINA DELLA BUGIA (se trovate qualche sprazzo di verità nei giornali consideratela solo un’esca per mandar giù tutto il resto delle bugie giornaliere).

Ecco alcuni aspetti della condizione “industriale” moderna che costringe i mass media a mentire quotidianamente e che permette ai giornali e ai telegiornali di avere così tanto controllo sulle nostre vite. Essi sono:

La trappola “il tempo è denaro”: per tanto tempo, lavorando come reporter per molti quotidiani e canali televisivi nazionali in India e poi in Tailandia, mi sono sentito gravemente oppresso dalla pura idea delle “notizie quotidiane”. Se la “notizia” sia buona, cattiva o orribile è una questione diversa, ma ci può essere un certo valore nell’avere un sistema di informazione pubblica in qualsiasi società.

Ma un giornale ogni giorno? Perché? Cosa c’è di tanto “giornaliero” in una notizia, che come la vita stessa è così imprevedibile e casuale? Perché non stampare un grasso giornale quando ci sono così tante “notizie” e prendersi una vacanza per il resto dei giorni? Chi ha scritto la legge secondo la quale i giornali devono uscire ogni giorno e i reporter come me devono scrivere ogni maledetto giorno? (E se non trovassimo nient’altro con cui riempire il giornale di oggi dovremmo “inventare” le notizie).

La stessa cosa vale per i canali che danno telegiornali 24 ore su 24. Chi ha bisogno di 24 ore di notizie al giorno se non dei totali lunatici? Cos’altro si può fare in 24 ore al giorno nella nostra vita? Dovremmo permettere che il martellare incessante delle notizie quotidiane competano con il battere del nostro cuore o con il ritmo del nostro sistema respiratorio? Perché abbiamo permesso a questi spacciatori maniacali di notizie di prendere il controllo sulle nostre vite, le nostre menti e i nostri più profondi pensieri?

Questa regolarità opprimente con la quale i mass media sfornano i propri prodotti credo sia parte dell’aumentare della sindrome capitalistica che cerca di trasformare tutto il tempo umano in soldi. L’Orologio Capitalista (insieme con la fornitura ininterrotta di energia elettrica) ha portato avanti un colpo di stato meccanico nella maggior parte delle società industriali. Ha completamente preso il controllo delle nostre vite. E chi ne trae vantaggio?

I padroni delle fabbriche, i banchieri e i boss di ogni tipo hanno bisogno di schiavi che lavorino 24 ore al giorno. L’industria della carta stampante e della televisione seguono la stessa logica di 24 ore di lavoro no-stop per i propri impiegati, senza rispettare il contesto o preoccuparsi delle conseguenze. Un registratore di cassa che suona per 24 ore grazie all’industria della pubblicità, ecco quello che vogliono. Il tempo per i media, come per tutte le altre industrie, è denaro – un concetto che ironicamente lascia loro poco tempo per dire la verità!

Lo zoo umano: Nel suo celebre libro “Lo Zoo Umano”, Desmond Morris ha evidenziato brillantemente come l’urbanizzazione ha ridotto una grande porzione di umanità. Animali intrappolati in gabbie d’acciaio e cemento, incatenati da una mancanza di spazio – sia materiale che spirituale. Animali dotati di linguaggio che blaterano nervosamente per sfuggire alla noia o che ascoltano altri blaterare nervosamente in show televisivi o nei canali di notizie. Milioni di animali solitari che marciano sotto i comandi di lontani padroni -volenterosi di sospendere le proprie attività di pensiero, decisi a uccidere e morire – piuttosto che affrontare la loro solitudine insieme, collettivamente, in gruppi di due o più.

Ed è in questo contesto che l’industria dei mass media prospera. Fornendo il flusso continuo di “analisi, “informazioni”, “intrattenimento” per RIEMPIRE le nostre vuote anime, e aiutarci ad alleggerire il peso del TEMPO che grava pesantemente sui nostri stanchi cervelli.

I mezzi di informazione competono oggi con i film e le industrie di intrattenimento nel cercare di catturare cuore e mente dello spettatore, così essi hanno finito per adottare costantemente le stese tecniche, gli stessi colori e gli stessi effetti. Tutte brilla e splende di falsità.

Cerebral Über Alles: Non è forse questo lo slogan di chi domina le nostre società: l’Intelletto Sopra Tutto? Quelli che pensano, progettano, speculano, teorizzano, manipolano gli altri che lavorano con le proprie mani, sputano sangue, sudore e lacrime. Il dominio degli “informati” e degli “informatori” sui “non informati” non è mai stato così vasto nelle nostre società post-industriali.

Il boom di internet negli anni novanta è solo un riflesso del modo con cui l’informazione è improvvisamente divenuta la chiave di tutte le ricchezze. È una coincidenza che oggi l’uomo più ricco del mondo sia qualcuno che lavora col “software”. Non è il signor Bill Gates, quello che detiene le chiavi dei cancelli dell’informazione e che ti concede di aprirli per qualche ora prima che una nuova versione del cancello (o dela finestra) faccia la sua apparizione?

Sono convinto che il potere dei mass media nella nostra società provenga dal suo controllo di questi cancelli dell’informazione di qualunque tipo, da quella politica a quella del crimine professionale (c’è qualche differenza?)

Sono convinto che il potere dell’industria dell’informazione nelle nostre società deriva dal controllo che essa ha sui cancelli dell’informazione pubblica. Ed è a causa del modo con cui distribuisce le risorse materiali e finanziarie a quelli che “pensano” e a quelli che “informano” che l’industria dei media ha ottenuto la grande influenza che possiede.

(Chi diavolo era quel filosofo che disse “Penso quindi sono”? Potrebbe aver risolto il puzzle con questa frase.)

Ma quali sono le alternative che ho da offrire? C’è una grande quantità di cose che si potrebbero fare per sovvertire la logica dei moderni mass media e aiutare a creare un modo genuino e alternativo di informare noi stessi e gli altri.

Per iniziare bisognerebbe smettere di leggere i quotidiani o di guardare i notiziari. Secondo poi essere più attivi nel mettere insieme le informazioni, analizzarle e distribuirle ai propri network.

Ma, per una battaglia a lungo termine per salvare i mass media dalla morsa dell’INDUSTRIA, ecco alcune cose di cui dobbiamo liberarci:

Riprendersi il tempo: per cominciare dobbiamo superare l’ossessione del capitalismo moderno che ci impone di lavorare sempre di più per un sempre minor guadagno. Le lotte di massa fatte dai sindacati in Germania, Francia, Italia e in altri paesi per ridurre il numero delle ore lavorative settimanali sono un grande passo avanti. Il prossimo passo è quello di distribuire il peso di tutto il lavoro equamente su scala globale, così che il compito di “pensare” non sia attribuito a pochi e il resto di noi debba accollarsi tutto il lavoro materiale.

Una volta eliminato l’Orologio del Capitalismo dalle nostre vite, l’industria dei mass media dovrà riorganizzarsi di conseguenza. Nessun giornalista (come ogni altro impiegato) lavorerà “24 ore su 24” per i propri boss capitalisti. (Non posso garantire che noi scrittorucoli smetterermo di elargire bugie a tutti ma almeno le diminuiremo in modo considerevole)

Cambiare le nostre città: A dire il vero sono tentato di dire “chiudere le città”. O almeno smantellarle e spargerne fuori la popolazione in modo drastico. Poi far ritornare un pò di vita di comunità nella nostra esistenza urbana alienante.

Inoltre ho visto che la maggior parte delle città asiatiche sono invivibili a causa della concentrazione di risorse in piccole aree. Dovremmo rivoltare i termini del commercio tra l’industria e l’agricoltura. Dividere le risorse nazionali più equamente tra città e campagna.

Se dovesse succedere scommetto che poche persone avrebbero sia il tempo di vedere i telegiornali che di leggere il giornale. Provate a leggere il giornale mentre date da mangiare ad una mucca. Sicuramente alla mucca piaceranno gli articoli. E anche il campo sarà più fertile.

Recuperare il senso della realtà: E’ risaputo quasi dappertutto che uno degli aspetti più pericolosi della cosiddetta “era dell’informazione” in cui viviamo è la sostituzione delle nostre percezioni sensoriali con la “realtà virtuale”. Così il militare che sgancia il missile che colpisce Baghdad pensa di giocare ad un videogame senza conseguenze fisiche per nessuno.

Se ripristiniamo l’equilibrio tra il fisico e il cerebrale nel nostro mondo, l’industria dei mass media che non fa altro che manipolare la realtà, perderà la sua abilità nel dominare le nostre vite.

Un modo per curare questa malattia moderna sarebbe riprendere il dibattito tra lavoratori “manuali” e “mentali”. Poiché la mente e il corpo sono di norma inseparabili, ad eccezione di quando guardiamo i telegiornali, voterei per un equo fifty-fifty. I lavoratori mentali che credono di meritare di più perché sono loro ad avere le “idee”, dovrebbero provare la vita in un campo di “concentramento”. I campi sono molto favorevoli per la “concentrazione”.

Satya Sagar
Fonte: http://www.zmag.org/ZNET.htm
8.06.03

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Mimosonamia

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