MARIO DRAGHI GIOCA LA SUA ULTIMA CARTA PER PREVENIRE LA DEFLAZIONE

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DI AMBROSE EVANS PRITCHARD

telegraph.co.uk

La Banca Centrale Europea ha ormai giocato tutte le sue carte per evitare la ‘trappola della deflazione’, lanciando una tripla raffica di stimoli nonostante le aspre critiche provenienti dalla Germania, a sostegno della tesi che queste misure siano inutili e finiranno con il fare più del male che del bene.

I mercati hanno reagito in modo selvaggio. In un primo momento sono cresciuti, salvo poi precipitare per il timore che la BCE abbia esaurito le sue opzioni e che potrebbe essere rimasta senza difese nel caso di un nuovo shock.

Mario Draghi, Presidente della BCE, non sembra più in grado di generare fiducia per mezzo del suo solito stile. L’alone magico che lo circonda l’ha abbandonato, almeno per il momento.

La BCE ha tagliato il ‘tasso sui depositi’ di 10 punti base – fino al minimo storico di -0.4pc – e ha intensificato il ritmo del Quantitative Easing, portandolo da 60 a 80 miliardi di euro al mese. Inoltre, ne ha rafforzato l’effetto con un numero illimitato di prestiti a quattro anni, concessi alle banche quasi a costo zero, sperando che questo serva a limitare i dannosi effetti collaterali portati dai tassi negativi.

“”Abbiamo dimostrato di non essere a corto di munizioni””, ha insistito Draghi, che si era gravemente ustionato lo scorso Dicembre per aver fatto promesse eccessive, venute meno dopo poco tempo.

“”Mario Draghi è tornato a sparare con l’archibugio””, ha dichiarato Simon Ward della ‘Henderson Global Investors’.

Il Sig. Draghi si è impegnato ad inondare il sistema finanziario con nuova liquidità per tutto il tempo che sarà necessario per mantenere in vita la fragile ripresa economica ed evitare che la deflazione psicologica prenda piede. Ma c’è anche stato un colpo di coda.

“”Non prevediamo che sarà necessario ridurre ulteriormente i tassi””, egli ha detto. Il commento, gettato lì quasi casualmente, è stato immediatamente inteso nel senso che il -0.4pc è il minimo assoluto che sarà consentito dalla Germania.

Marc Ostwald della ‘Monument Securities’ ha sostenuto che la BCE ha puntato tutto su un ultimo lancio di dadi: “”E’ stato fatto tutto il concepibile ma, allo stesso tempo, Mario Draghi ha fatto capire che c’è un limite a quello che egli può fare, e che il limite è proprio questo. Non ci sarà quindi niente di più””.

L’euro è salito di oltre due centesimi contro il dollaro, rendendo ancor più difficile per la BCE allontanare la deflazione. “”Non è quello che speravamo””, ha detto Simon Derrick della ‘BNY Mellon’. Ed ha aggiunto: “”E’ chiaro che la gente è molto a disagio con i ‘tassi negativi’ e che i mercati sono diventati ipersensibili a qualsiasi cambiamento nelle aspettative monetarie””.

Hans Redeker, responsabile dei mercati valutari alla ‘Morgan Stanley’, ha detto che i traders di valuta estera avevano creduto solo ad un lieve cambiamento nella politica della BCE. Ma questa si sta ora allontanando dal tentativo di abbassare la curva dei rendimenti sul debito sovrano, tentando invece di abbassare lo spread sul ‘credit corporate’ [credito concesso alle aziende ed ai privati]. Tutto questo rischia di far ritirare il denaro che era stato investito negli assets dell’Eurozona.

I tassi d’interesse negativi sono largamente visti come uno strumento per forzare verso il basso il ‘tasso di cambio’, una forma di ‘guerra valutaria’ che non sarà più tollerata dagli Stati Uniti dopo la riunione del G20 a Shanghai. Lo spostamento della BCE verso altri strumenti monetari [oltre ai tassi negativi] è un segno che la Banca Centrale sta tirandosi indietro da questo gioco.

“”Non siamo in una guerra contro tutti””, ha dichiarato Mario Draghi.

L’Indice ‘Euro Stoxx 50’ dei titoli azionari è sceso dell’1.6pc, anche se il menu degli assets idonei per il QE è stato ampliato, includendo per la prima volta le obbligazioni societarie di alta qualità – una mossa cruciale destinata ad alleviare lo stress sui mercati del credito, in particolare per quelli dell’Europa meridionale.

L’immagine che ne deriva resta comunque incerta. Se il DAX 30 dei titoli tedeschi è sceso del 2.3pc a Francoforte, le borse hanno invece registrato risultati migliori sia in Italia che in Spagna, paesi le cui banche beneficeranno in misura maggiore delle nuove misure.

Il Sig. Ostwald ha detto che il pacchetto di misure della BCE è simile agli schemi di salvataggio adottati in favore delle banche statunitensi dopo la crisi Lehman – TARP e TALF – ed è una tardiva ammissione che il sistema bancario europeo si trova ancora in cattive acque. I crediti in sofferenza, in Italia, hanno raggiunto il 17pc.

“”Quello che la BCE ha appena fatto riguarda la soluzione ai problemi di bilancio delle banche, dopo che per anni aveva schivato il problema facendo finta di niente””, egli ha detto.

Mario Draghi potrebbe esser caduto fra due sgabelli. Se i mercati hanno accolto il suo pacchetto con freddezza, gli economisti tedeschi lo hanno invece attaccato perché va troppo lontano.

Michael Kemmer, leader dell’’Associazione delle Banche Tedesche’, ha accusato la BCE di ‘eccesso di reazione’ agli effetti temporanei dei bassi prezzi del petrolio, avvertendo che i tassi d’interesse negativi stanno mangiando i margini di profitto delle banche e che sono, in ultima analisi, controproducenti.

“”Non vediamo alcun pericolo di deflazione ed è inutile suonare il campanello d’allarme. La BCE, a nostro avviso, sta reagendo da qualche tempo in modo troppo meccanico”””, egli ha detto. L’aggregato monetario M3, in Germania, sta crescendo in effetti ad un tasso del 9pc ed il mercato immobiliare è in vivace ripresa.

C’è pericolo che il danno crescente generato dalle azioni della BCE – in contrasto con le aperte proteste della Bundesbank – possa minare il consenso politico tedesco verso l’Unione Monetaria.

Jurgen Stark, ex capo-economista della BCE, ha detto che finirà tutto nel caos. Egli ha accusato la BCE di andare ben oltre il suo mandato e di distruggere la fiducia popolare nelle istituzioni: “”La BCE sta ignorando i sempre più gli evidenti e negativi effetti collaterali della sua politica e non riesce a contrastare la perdita di fiducia della gente sia nell’euro che nella Banca Centrale””, ha scritto nell’Handelsblatt [quotidiano tedesco di economia e finanza].

Ed ha concluso: “”Il Presidente della BCE è diventato un attore politico. Sta usando politiche monetarie non convenzionali come atti di politica economica e fiscale””.

Mario Draghi ha messo da parte le critiche e ha insistito sul fatto che l’Eurozona avrebbe dovuto affrontare ‘una disastrosa deflazione’ ed un aumento vertiginoso del rapporto debito/Pil se la BCE non avesse preso le drastiche misure degli ultimi due anni.

La battaglia certamente continuerà. Il Prof. Richard Werner dell’Università di Southampton, l’economista che ha inventato il termine QE, ha detto che le politiche della BCE rischiano di distruggere, nel corso dei prossimi cinque anni, la metà delle 1.500 ‘Banche Cooperative e di Risparmio’ della Germania.

Non possono trasmettere i tassi negativi ai risparmiatori e quindi i loro margini stanno soffrendo. “”Già si trovavano sotto l’enorme pressione dei carichi normativi e, ora, stanno raggiungendo il punto di svolta””, egli ha detto.

Queste banche raccolgono il 70pc dei depositi tedeschi e forniscono il 90pc dei prestiti alle piccole e medie imprese, le cosiddette Mittelstand, che formano la spina dorsale dell’industria tedesca.

Il Prof. Werner ha detto che questi ‘Istituti di Credito’ sono stati puniti per favorire le Banche che traggono i loro guadagni dalle bolle speculative e dalle speculazioni. Egli ha dichiarato che: “”Non abbiamo imparato niente dalla crisi finanziaria. Di conseguenza, prima ci sarà una rivolta meglio sarà per la Germania””.

Ambrose Evans-Pritchard

Fonte: www.telegraph.co.uk

Link: http://www.telegraph.co.uk/business/2016/03/10/ecbs-draghi-plays-his-last-card-to-stave-off-deflation/

10.03.2016

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO

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