Flora Zhao – The Epoch Times – 19 Agosto 2022
Alcuni possono non rendersene conto, ma molte persone hanno cellule cancerogene nel proprio corpo senza che queste rappresentino un pericolo. Fortunatamente, esistono alcuni alimenti comuni che possono interrompere l’apporto di nutrienti alle cellule cancerogene e farle morire di fame.
Le autopsie di persone decedute a causa di un trauma spesso rivelano colonie microscopiche di cellule cancerogene, note anche come tumori in situ. Alcuni li chiamano “tumori senza malattia”.
Per esempio, alcuni ricercatori danesi hanno eseguito autopsie su donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni, che non avevano mai avuto un cancro durante la loro vita, e hanno scoperto che il 39% di loro aveva piccole lesioni cancerose al seno. Solo all’1% delle donne di questa fascia d’età sarebbe stato diagnosticato un cancro al seno.
L’esame di alcuni uomini di 60 anni ha mostrato che il 46% di loro aveva evidenza istologica di cancro alla prostata, il che è coerente con i risultati dello studio autoptico. Tuttavia, la prevalenza del cancro alla prostata negli uomini di età compresa tra i 60 e i 70 anni è in realtà di circa l’1%.
C’è un altro esempio, ancora più estremo: alcuni scienziati finlandesi hanno esaminato 101 autopsie e hanno scoperto che il tasso di rilevamento istologico del cancro alla tiroide nelle persone di età compresa tra i 50 e i 70 anni era quasi del 100%. In realtà, però, solo allo 0,1% delle persone di questa fascia d’età verrebbe diagnosticato un tumore alla tiroide (esperienza diretta: l’istologico della mia tiroide asportata completamente riscontrò un carcinoma capillifero di 2,5 mm., N.d.T.).
Se una percentuale così alta di persone ha cellule cancerogene, perché solo una piccola percentuale di esse sviluppa tumori fatali? Perché nella maggior parte delle persone le cellule cancerogene sono dormienti e hanno bisogno di informazioni ed energia supplementari per continuare a crescere e diventare tumori maligni.
Tutto inizia con i nostri vasi sanguigni.
Alcune malattie emergono perché i vasi sanguigni sono cresciuti “fuori controllo”.
In generale, la lunghezza totale dei vasi sanguigni del corpo adulto raggiunge quasi 100.000 chilometri, sufficiente per fare il giro della terra oltre due volte. Tra questi, abbiamo 19 miliardi di capillari. La maggior parte di questi vasi si è sviluppata quando il feto è ancora nel grembo materno. In circostanze normali, i vasi sanguigni degli adulti sono in gran parte invariati, eccetto che nella guarigione delle ferite e nella riparazione dei tessuti.
Inoltre, vi sono diversi periodi speciali in cui nelle donne i vasi sanguigni crescono. Uno è quello in cui i vasi sanguigni costruiscono ogni mese l’endometrio dell’utero; un altro è durante la gravidanza, quando i vasi sanguigni formano la placenta che collega la madre e il feto.
Il corpo umano è progettato con grande sottigliezza e precisione per essere in grado di bilanciare e regolare da solo il numero di vasi sanguigni in ogni momento e in ogni situazione. Quando è necessario creare nuovi vasi sanguigni, come nel caso della guarigione di una ferita, l’organismo rilascia delle proteine chiamate fattori angiogenici. Esse agiscono come fertilizzanti, stimolando la germinazione dei vasi sanguigni per produrne di nuovi. Le dimensioni e il numero di questi nuovi vasi sanguigni sono conformi a uno standard prestabilito e la loro crescita non va fuori controllo. Quando l’organismo non ha bisogno di determinati vasi sanguigni, rilascia degli inibitori naturali dell’angiogenesi che riportano i vasi alla loro forma originale.
Tuttavia, se per qualche motivo l’organismo non fa crescere un numero sufficiente di nuovi vasi sanguigni nel posto giusto e al momento giusto, o non è in grado di “sfoltire” i vasi sanguigni in eccesso, si verifica uno squilibrio dell’angiogenesi che può portare a malattie.
Decine di malattie importanti sono associate a uno squilibrio dell’angiogenesi, tra cui l’aterosclerosi, la retinopatia diabetica, l’artrite reumatoide, la degenerazione maculare, la psoriasi, l’infiammazione cronica e persino il cancro.
Le cellule cancerogene si affidano ai vasi sanguigni per ottenere sostanze nutritive e degenerare in tumori letali
L’angiogenesi svolge un ruolo fondamentale nella crescita del cancro.
Infatti, perché un tumore cresca più di qualche millimetro, c’è bisogno di un apporto di sangue. Le cellule cancerogene possono rilasciare fattori angiogenici per creare il proprio apporto di sangue; possono anche stimolare le cellule normali vicine a produrre fattori angiogenici, indirizzando così i vasi sanguigni verso di sé.
I nuovi vasi sanguigni che ne derivano forniscono un apporto costante di ossigeno e sostanze nutritive al tumore in crescita, favorendone l’espansione. Le cellule tumorali invadono quindi i tessuti vicini, si spostano in diverse parti del corpo e formano nuove colonie di cellule tumorali, il che è chiamato metastasi tumorale.
Se manca l’apporto di sangue i tumori non possono crescere oltre una certa dimensione o diffondersi. Per questo motivo, gli scienziati hanno sviluppato una classe di farmaci chiamati inibitori dell’angiogenesi (noti anche come agenti anti-angiogenici) che possono bloccare l’angiogenesi tumorale. L’obiettivo di questi farmaci è prevenire o rallentare lo sviluppo del cancro impedendo la crescita dei vasi sanguigni che sostengono il tumore e interrompendo l’apporto di sangue al tumore.
Da quando è stata introdotta, la terapia anti-angiogenica ha ricevuto un’ampia attenzione ed è uno dei trattamenti efficaci per il cancro. Tuttavia, gli inibitori dell’angiogenesi agiscono rallentando o arrestando la crescita dei tumori, non distruggendo le cellule cancerogene. La ricerca attuale ha dimostrato che in alcuni tipi di cancro gli inibitori dell’angiogenesi sembrano essere più efficaci se combinati con altre terapie, come la chemioterapia convenzionale e l’immunoterapia, e questa è una delle direzioni in cui si procederà in futuro ad esplorare ulteriormente le terapie antitumorali.
Alimenti che possono combattere l’angiogenesi e indurre la morte delle cellule tumorali
Interrompendo i vasi sanguigni intorno al tumore, è possibile interrompere l’apporto di sostanze nutritive e affamare le cellule cancerogene fino alla morte?
In un certo senso, prevenire e controllare lo squilibrio dell’angiogenesi equivale a prevenire e controllare una serie di malattie, tra cui il cancro. Gli scienziati ritengono che l’uso di una combinazione di composti che interferiscono con l’angiogenesi per prevenire il cancro sia un approccio fattibile e promettente per combattere il cancro.
L’amore di Madre Natura per gli esseri umani si riflette anche nei nutrienti che inserisce nei nostri alimenti. I nostri ingredienti quotidiani sono ricchi di numerosi e potenti fattori anti-angiogenici. L’assunzione di questi inibitori naturali dell’angiogenesi attraverso la dieta è molto comoda e semplice. E soprattutto non hanno gli effetti collaterali dei farmaci, il che li rende adatti alla maggior parte di noi.
Nutrienti polifenoli
Quercetina: la quercetina appartiene alla famiglia dei polifenoli flavonoidi e si trova in alcuni tipi di frutta e verdura come cipolle, broccoli, mele e frutti di bosco, oltre che nell’olio d’oliva, nell’uva e nel tè. La quercetina influisce sulla proliferazione, sulla migrazione e sull’angiogenesi delle cellule endoteliali (membrana sottile che riveste i vasi sanguigni e il cuore). Come composto anti-angiogenico, ha dimostrato di avere un effetto mirato sull’angiogenesi tumorale in esperimenti sia in vitro che in vivo. È stato anche dimostrato in esperimenti su animali che la quercetina può ridurre l’angiogenesi.
Attualmente è in corso uno studio clinico basato sulla quercetina come integratore alimentare per il trattamento del cancro della pelle. I risultati dovrebbero essere annunciati nel 2023.
Miricetina: anche la miricetina è un flavonolo presente in molte piante, tra cui cipolle, bacche ed erbe. Le attività biologiche della miricetina comprendono effetti antiossidanti, antinfiammatori e antitumorali. È anche un inibitore dell’angiogenesi e i suoi effetti sono stati dimostrati in diversi tipi di cancro.
Alcuni scienziati hanno trattato cellule di cancro ovarico umano con diverse concentrazioni di miricetina, ed hanno poi effettuato colture di tessuti e osservazioni. Hanno scoperto che la miricetina può bloccare efficacemente l’angiogenesi indotta dalle cellule di cancro ovarico.
Dopo aver trattato la pelle dei topi di laboratorio con la miricetina e aver effettuato esperimenti con luce ultravioletta per più giorni, gli scienziati hanno scoperto che la miricetina era in grado di inibire in modo significativo la formazione di nuovi vasi sanguigni indotta dalla luce ultravioletta nella pelle dei topi.
Inoltre, nella famiglia dei polifenoli flavonoidi, gli scienziati si stanno concentrando su due flavonoli: il kaempferolo e la fisetina. Queste due sostanze, che si trovano in verdure, frutta, tè ed erbe, mostrano anche proprietà legate alla chemioprevenzione del cancro e sono potenti inibitori dell’angiogenesi.
Genisteina: nella famiglia dei polifenoli isoflavoni, la genisteina è una sostanza rappresentativa. È uno dei principali isoflavoni della soia. È stato dimostrato che la genisteina inibisce la crescita di diversi tipi di cancro in vitro e in vivo e che l’anti-angiogenesi è una delle sue numerose proprietà anti-cancro.
La genisteina coniugata con il triossido di arsenico può inibire efficacemente l’angiogenesi e lo sviluppo dei tumori maligni del fegato umano.
In uno studio clinico pubblicato nel 2019 sulla rivista Cancer Chemotherapy and Pharmacology, una combinazione di chemioterapia con l’uso di genisteina e di un’altra sostanza chimica, e di terapia anti-angiogenica, ha mostrato risultati promettenti nel trattamento del cancro colorettale metastatico.
Polifenoli del tè verde: il consumo regolare di tè verde può ridurre il rischio di alcuni tipi di cancro. I polifenoli del tè verde hanno proprietà chemiopreventive e anti-angiogeniche, e le catechine contenute nei polifenoli del tè verde mostrano proprietà anti-angiogeniche molto forti.
Alcuni ricercatori hanno impiantato fattori di crescita endoteliale vascolare (VEGF) in alcuni topi di laboratorio. Un gruppo di topi ha poi bevuto acqua semplice, mentre l’altro gruppo ha bevuto acqua addizionata di catechine. I risultati hanno mostrato che, rispetto ai topi del gruppo che beveva solo acqua, la neovascolarizzazione corneale indotta è stata significativamente inibita nelle cornee dei topi del gruppo che beveva tè, e l’area di neovascolarizzazione è stata inibita dal 35% al 70%.
Idrossitirosolo: l’idrossitirosolo è un composto fenolico presente come uno dei principali componenti attivi dell’olio di oliva vergine. È un inibitore naturale dell’angiogenesi. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che l’idrossitirosolo può praticamente inibire e interrompere l’angiogenesi al di fuori delle cellule.
Nutrienti terpenici
I terpeni sono presenti in molti frutti e verdure e i loro componenti antitumorali rappresentativi sono l’acido ursolico e il cafestolo.
Acido ursolico: l’acido ursolico è presente nelle foglie di diverse piante aromatiche commestibili, tra cui rosmarino, melissa, verbena, origano e salvia. Anche alcuni frutti, come mele e mirtilli, contengono acido ursolico.
L’acido ursolico ha diverse attività biologiche e ne sono state dimostrate anche le proprietà anti-angiogeniche. Può inibire l’angiogenesi delle cellule endoteliali della vena ombelicale umana e il suo effetto inibitorio aumenta con l’aumento della concentrazione di acido ursolico.
Cafestolo e kahweol: Il cafestolo e il kahweol, presenti nei chicchi di caffè e nel caffè non filtrato, hanno proprietà antinfiammatorie e antitumorali. Gli esperimenti hanno anche dimostrato che il cafestolo può interferire con la formazione dei vasi sanguigni extracellulari delle cellule endoteliali della vena ombelicale, e la sua efficacia diventa più forte con l’aumento della concentrazione di cafestolo. Considerato l’elevato consumo di chicchi di caffè nel mondo, la loro funzione antitumorale è ben percepita.
Nutrienti dell’antrachinone
Emodina: l’emodina è un antrachinone presente naturalmente nel rabarbaro. Ha dimostrato attività antitumorale contro diversi tipi di cellule tumorali umane in molti esperimenti in vitro e in vivo.
Alcuni ricercatori giapponesi hanno trattato le cellule endoteliali della vena ombelicale con l’emodina. I risultati della coltura tissutale hanno mostrato che, rispetto al gruppo di controllo, l’emodina ha inibito in modo significativo l’angiogenesi all’esterno di queste cellule e il suo effetto inibitorio è aumentato con l’aumento della concentrazione.
Aloe-emodina: è un antrachinone presente nelle foglie di aloe vera. Anche l’aloe-emodina ha dimostrato di avere un potenziale anti-angiogenico.
Questi inibitori naturali dell’angiogenesi sono tra gli ingredienti più facilmente reperibili. Il consumo regolare di questi alimenti aiuta a interrompere l’apporto di sostanze nutritive alle cellule tumorali e a “farle morire di fame” prima che abbiano la possibilità di degenerare formando tumori.
Scelto e tradotto (IMC) da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte