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DI MIKE WHITNEY

counterpunch.org

“Messaggi segreti e rapporti delle agenzie di sicurezza USA, Saudite ed Israeliane indicano che nel momento stesso in cui Assad rifiutò il progetto per la costruzione di un gasdotto dal Qatar, i pianificatori militari e dei servizi segreti arrivarono rapidamente ad unanime consenso che fomentare una insurrezione Sunnita in Siria per rovesciare il non collaborativo Bashar Assad era una strada percorribile per giungere all’obiettivo condiviso di completare il gasdotto Qatar-Turchia. Nel 2009, secondo Wikileaks, non appena Bashar Assad rifiutò il gasdotto Qatariota, la CIA iniziò il finanziamento di gruppi di opposizione in Siria” (Robert F. Kennedy Jr.,  Come mai gli arabi non ci vogliono in Siria, Politico)

Il conflitto Siriano non è una guerra nel senso convenzionale del termine. E’ una operazione finalizzata al cambio di regime, proprio come lo furono Iraq e Libia.

Il principale promotore del conflitto è il paese che ha rovesciato oltre 50 governi sovrani dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi. Stiamo parlando, ovviamente, degli Stati Uniti (vedi qui).

Washington è campione incontrastato di cambi di regime, nessun altro arriva nemmeno vicino. Dal momento che questo è il caso, un osservatore potrebbe inferire che la popolazione Americana dovrebbe essersi accorta delle modalità di intervento, aver ormai smascherato la propaganda e assegnato le colpe a chi le ha meritate. Ma non pare sia mai successo e non sembra possa accadere nemmeno nel caso della Siria. Non importa quanto le prove siano schiaccianti, la popolazione Americana, sottoposta a costante lavaggio del cervello, crede sempre che il governo faccia la cosa giusta.

Ma gli Stati Uniti non fanno affatto ciò che è giusto in Siria. Armare, addestrare e finanziare estremisti Islamici, che hanno ucciso più di mezzo milione di persone, costretto oltre 7 milioni alla fuga e trasformato il paese in una landa di rovine inabitabile, mi sembra ovvio che ciò non è fare le cose giuste. E’ la cosa più sbagliata e immorale. E gli USA sono coinvolti nel conflitto per tutte le peggiori ragioni, tra cui la prima è il gas. Gli USA desiderano installare un regime fantoccio a Damasco in maniera da assicurare i corridoi di gasdotti in Medio Oriente, presidiare al trasporto di riserve di energie vitali dal Qatar alla UE e assicurarsi che dette riserve continuino ad essere denominate esclusivamente in Dollari USA, riciclati in buoni del tesoro USA e titoli finanziari USA. Questa è la ricetta base per il mantenimento del dominio USA in Medio Oriente e per l’estensione della presa imperiale Americana sugli equilibri di potere futuri.

La guerra in Siria non iniziò quando il governo di Bashar Al-Assad reagì alle proteste nella primavera del 2011. Questa versione degli eventi è la classica nebbia di propaganda studiata per impedire la visione. La guerra iniziò nel 2009, quando Assad rifiutò un piano, proposto dal Qatar, finalizzato a trasportare il gas dal Qatar ai paesi UE via Siria. Come spiega Robert F. Kennedy Jr. nel suo eccellente articolo “Siria: un’altra guerra per i gasdotti”:

“Il gasdotto della lunghezza di 1500km e dal costo stimato in 10 milioni di dollari attraverso Arabia Saudita, Giordania, Siria e Turchia, avrebbe collegato il Qatar direttamente ai mercati energetici Europei attraverso terminal di distribuzione in Turchia. Il gasdotto Qatar-Turchia avrebbe fornito ai regni Sunniti del Golfo Persico un dominio decisivo sui mercati mondiali del gas naturale, così rafforzando il Qatar, maggiore alleato Americano nel mondo Arabo. Nel 2009 Assad annunciò che avrebbe rifiutato di firmare l’accordo per consentire al gasdotto di attraversare la Siria “per proteggere gli interessi dell’alleato Russo”. Assad fece ulteriormente arrabbiare i sovrani Sunniti del golfo fornendo il suo appoggio a un “gasdotto islamico” approvato dalla Russia che doveva passare dal lato Iraniano dei giacimenti di gas fino alla Siria e ai porti Libanesi. Il gasdotto Islamico renderebbe L’iran Sciita, anziché il Qatar Sunnita, principale fornitore di gas sul mercato Europeo e aumenterebbe drammaticamente l’influenza di Teheran nel Medio Oriente e nel mondo intero”.

Naturalmente i Sauditi, Qatarioti, Turchi ed Americani erano furiosi nei confronti di Assad, ma cosa potevano farci? Come potevano impedirgli di scegliersi liberamente i soci d’affari che preferiva e utilizzare il suo territorio sovrano per trasportare gas nella maniera che preferiva?

Ciò che potevano fare era reagire come farebbe un qualunque boss mafioso: spezzare qualche gamba e prendersi ciò che non viene concesso con le maniere buone. Nel caso particolare, Washington e i suoi alleati hanno ritenuto di lanciare una guerra su procura clandestina contro Damasco, uccidere o deporre Assad, assicurare in ogni modo che i colossi occidentali del mercato energetico mettessero le mani sui futuri maxi contratti sulle forniture di gas e controllassero in pieno i flussi di energia verso l’Europa. Questo, se non altro, era il piano originale. Rivediamo quanto sostiene Kennedy:

“Messaggi segreti e rapporti delle agenzie di sicurezza USA, Saudite ed Israeliane indicano che nel momento stesso in cui Assad rifiutò il progetto per la costruzione di un gasdotto dal Qatar, i pianificatori militari e dei servizi segreti arrivarono rapidamente ad unanime consenso che fomentare una insurrezione Sunnita in Siria per rovesciare il non collaborativo Bashar Assad era una strada percorribile per giungere all’obiettivo condiviso di completare il gasdotto Qatar-Turchia. Nel 2009, secondo Wikileaks, non appena Bashar Assad rifiutò il gasdotto Qatariota, la CIA iniziò il finanziamento di gruppi di opposizione in Siria”

Ribadiamo “Nel momento stesso in cui Assad rifiutò il gasdotto del Qatar”, firmò la sua condanna a morte. Quel singolo fatto bastò come catalizzatore per una aggressione USA che ha finito per trasformare una energetica civiltà con una storia di oltre 5000 anni in un paesaggio lunare stile Fallujah popolata da fanatici omicidi reclutati, vestiti e nutriti dai vari servizi segreti alleati.

Ma ciò che è particolarmente interessante rispetto all’intera storia è che gli USA avevano tentato un piano pressochè identico 60 anni fa, durante l’amministrazione Eisenhower. Leggiamo un altro estratto dal testo di Kennedy:

“Durante gli anni ’50, il Presidente Eisenhower e i fratelli Dulles montarono una guerra clandestina contro il nazionalismo Arabo, che il direttore della CIA Allan Dulles metteva sullo stesso piano del Comunismo, particolarmente nei casi in cui l’indipendenza dei paesi Arabi minacciava le concessioni petrolifere. Pomparono aiuti militari segreti USA verso i tiranni di Arabia Saudita, Giordania, Iraq e Libano favorendo fantocci con ideologia conservatrice jihadista, che essi consideravano antidoto affidabile contro il marxismo sovietico”.

La CIA iniziò a interferire attivamente in Siria già dal 1949, ad una anno dalla creazione della stessa agenzia e l’allora eletto democraticamente Presidente Siriano Shukri-Al-Kuwaiti, esitava ad approvare il gasdotto trans-arabico, progetto Americano che mirava a connettere i pozzi petroliferi dell’Arabia Saudita ai porti di Libano e Siria. La CIA organizzò un colpo di stato, rimpiazzando Al-Kuwaiti con un dittatore di preferenza della CIA, il delinquente pluricondannato Husni-Al-Za’im. Al-Za’im ebbe a malapena il tempo di sciogliere il parlamento ed approvare il gasdotto Americano prima che la cittadinanza Siriana lo deponesse, 14 settimane dopo essere stato insediato al potere.

L’agente CIA “Rocky” Stone arrivò a Damasco nell’Aprile 1956 con 3 milioni in valuta Siriana corrente per armare e incitare militanti Islamici e corrompere ufficiali dell’esercito Siriano e politici allo scopo di rovesciare il regime secolarista democraticamente eletto di Al-Kuwaiti.

Ma gli ufficiali Siriani rifiutarono di farsi corrompere per denaro. I soldati riferirono dei tentativi di corruzione perpetrati dalla CIA al regime Baath. In risposta, l’esercito Siriano invase l’ambasciata Americana prendendo prigioniero Stone. Dopo un duro interrogatorio, Stone rilasciò una confessione televisiva del suo ruolo nel golpe contro l’Iran e nel fallito tentativo di rovesciamento del governo eletto Siriano. Il governo Siriano di allora purgò ogni politico con simpatie e legami USA e li condannò per tradimento” (Politico).

Quindi la storia ripete sé stessa? E’ come se la CIA fosse troppo pigra per inventarsi un nuovo copione, limitandosi a spazzare la polvere da quello vecchio e ad ingaggiare nuovi attori.

Fortunatamente Assad, non senza l’aiuto di Hezbollah, dell’Iran e delle forze aeree Russe, è riuscito a respingere il tentativo di rimuoverlo per installare un cliente USA. Non bisogna equivocare ciò per una legittimazione totale di Assad come leader, ma semmai del più vasto principio che la sicurezza internazionale dipenda da garanzie base del rispetto delle sovranità nazionali, e che la pietra angolare del diritto internazionale dev’essere il rifiuto dell’aggressione non provocata, sia che le ostilità siano eseguite direttamente da un esercito regolare o da mercenari armati per procura, dal momento che qualunque siano i mezzi gli obiettivi strategici restano i medesimi e lo stratagemma serve soltanto a negare un coinvolgimento diretto. Il fatto è che, in effetti, non c’è alcuna differenza tra l’invasione dell’Iraq su ordine di Bush e l’invasione della Siria di Obama. I problemi morali, legali ed etici sono gli stessi, con la sola differenza che Obama ha avuto maggior successo nel confondere la popolazione Americana su ciò che sta realmente accadendo.

Ciò che ha luogo è un tentativo di cambio di regime perpetrato attraverso la forza: “Assad deve andarsene”. Questo è stato il mantra dell’amministrazione USA dal primo istante. Obama e soci sono impegnati nel tentativo di rovesciare un governo secolare democraticamente eletto che rifiuta di inchinarsi alle richieste di Washington di acconsentire alla creazione di un gasdotto finalizzato ad accrescere ulteriormente il dominio USA nella regione. Questo è il significato di ciò che avviene dietro la distrazione ISIS e il ritornello “Assad brutale dittatore”, anch’esso tattica di distrazione, ed infine l’ennesima distrazione “i poveri civili di Aleppo stremati dalla guerra”. A Washington non può interessare meno di nessuna di queste cose. Tutto ciò che conta a Washington è petrolio, potere, denaro. Mi sembra chiaro che non ci siano dubbi al riguardo. Kennedy riassume il dato così:

“Dobbiamo riconoscere che il conflitto Siriano è una guerra per il controllo di risorse, in sé indistinguibile dal resto della miriade di guerre per il petrolio clandestine e non dichiarate che abbiamo combattuto in Medio Oriente per 65 anni. E solo quando vediamo il conflitto come guerra su procura per il controllo dei gasdotti che gli eventi in essa divengono comprensibili”.

Ha detto proprio tutto, non pensate ?

 

Mike Whitney

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/2016/09/15/assads-death-warrant/

15.09.2016

 

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