Ciao,
con questa mail mi rivolgo soprattutto a Wu Ming 4, in relazione al suo intervento “Fantasmi in Sala Borsa” dove presenta la situazione dei lavoratori ausiliari.
Prima di tutto condivido i giudizi negativi e il pieno disgusto per tutte quelle inique e degradanti forme contrattuali che, nate come una scossa per rivitalizzare un mercato del lavoro e un’economia tremebonda, sono in realta’ solo cause di destabilizzazione che a noi non portano nulla di buono. Il precariato che contribuiscono a creare fa si’ che il lavoratore non acquisisca mai una professionalita’ elevata e una posizione di rilievo nell’organico aziendale che potrebbe poi spendere nel richiedere aumenti di paga e potere decisionale.
L’aggravante e’ che ora il “mondo del lavoro” (bestia antropofaga) non e’ piu’ ammalata solo di Parkinson, ma anche di Alzheimer: sparisce la memoria di piu’ di cent’anni di lotte, delle forche di Haymarket, delle baionette di Lawrence, Massachussets, delle pallottole di Buggerru.
Scusate, bando al romanticismo. Non mi lamento dell’attivita’ lavorativa (ho 23 anni, ho appena iniziato!:-) in sé, ma di doverla svolgere in quel suddetto “mondo del lavoro” cosi’ come noi lo conosciamo, qui ed ora.
WM 4 ha parlato della sua esperienza ma devo dire che la situazione e’ altrettanto grave in realta’ apparentemente piu’ stabili come le piccole e medie imprese e multinazionali.
Io lavoro in una piccola impresa di dieci persone. Quando sono stato assunto, con un diploma di perito meccanico e di un corso post diploma in tasca, mi sono sentito proporre un ridicolo, merdoso, contratto d’apprendistato.
Un pugno di euro mensili totalmente fuori della logica del moderno costo della vita, oltre ovviamente allo stralcio di bazzecole come giorni di malattia e straordinari pagati. Per non parlare di quel surreale “corso” obbligatorio tenuto da psicologhe fallite che ti trattano come un minorato mentale, mentre spesso sui quei banchi trovi ragazzi molto in gamba anche se sprovvisti della coscienza critica necessaria.
Il brutto di questi contratti farlocchi (come anche il “formazione lavoro”) e’ che sono applicabili piu’ e piu’ volte sino ai 24 o 32 anni. Ma l’imprenditore paga uno sputo di contributi su di te, quindi perché formalizzarsi?
Quando poi si passa al fatidico contratto a tempo indeterminato la situazione migliora solo sensibilmente: ti accorgi che il superminimo che avevi ottenuto in aggiunta alla scarna paga di apprendista era in realta’ assorbibile e infatti sparisce alla svelta (mi era stato detto?).
Il tuo livello di impiegato od operaio e’ il piu’ basso anche se ormai sei entrato bene nei meccanismi aziendali e svolgi autonomamente le tue mansioni con maggiore professionalita’. Gli straordinari sono pagati con una stretta di mano o al massimo qualche giorno pagato di ferie che poi, quando decidi di prendere, ti senti rispondere: “Ma come? Proprio giovedi’? Vedi che siamo in un periodo nero”. Buoni pasto o benzina se ogni giorno ti fai due volte Carpi-Modena rimangono un’utopia.
Tutto insomma e’ ai minimi sindacali e appunto questa e’ l’unica occasione in cui ci azzecca la parola “sindacato”.
La cosa poi si tinge di tragicomico quando entra in scena la famigerata Grande Crisi. Io qui non metto in dubbio che ci sia davvero ma e’ anche un grande spauracchio e una comoda scusa usata spesso e volentieri dai padroni per coprire le azioni piu’ ignobili. In nome di questa crisi in senso lato ho visto cadere nel cesto le teste di alcuni dipendenti, fedeli e ligi al dovere fino a quel giorno e improvvisamente diventati superflui.
Se di fronte alla pretesa di licenziamento o di auto licenziamento immediato il/la malcapitato/a pretende qualche mese di stipendio pagato allora, urlate per gli uffici, puoi sentire queste deliziose frasi molto americane: “Io sono il Presidente e ho deciso cosi’!” oppure “Allora ci vediamo in tribunale!”. Per non parlare delle vessazioni verbali a cui sono sottoposti alcuni miei amici in altre aziende del modenese.
Alla faccia dell’immagine che queste aziende come la mia vogliono dare di sé: libere, moderne, all’avanguardia, un laboratorio vulcanico di idee, una piccola famiglia.
Col cazzo!
Nel frattempo Sua Eminenza Montezemolo elogia la Ferrari (l’unica cosa che funziona a suon di miliardi investiti) per la gioia degli esaltati, difende il Made in Italy (detta dal capo degli industriali e’ una contraddizione in termini: si compra in Cina perché costa meno, poche madonne!) e dice di non usare piu’ la parola declino. Per dare il buon esempio, infatti, congela il discorso degli aumenti dei salari e incentiva quello degli ammortizzatori sociali, noti simboli di benessere lavorativo.
Una situazione incoraggiante, non c’e’ che dire.
Finisco questa mail forse troppo lunga e sconclusionata ricordando gli Industrial Workers of the World, citati graficamente da WM 4, le gesta di quegli uomini e quelle donne, le loro lotte, le loro vittorie e sconfitte. Non e’ retorica, bisogna davvero imparare dai Wobblies, proprio mentre oggi come allora le elefantesche strutture dei sindacati di stato come la CGIL assomigliano sempre piu’ alla meschina American Federation of Labor. Spero se ne accorgano in tempo per invertire il processo.
L’impegno nell’antagonismo, anche nei piccoli gesti, e nell’azione diretta non e’ mai abbastanza. e’ anche e soprattutto una severa autocritica che mi somministro: bisogna fare di piu’, piu’ organizzati!
Lo scambio di esperienze, racconti, tattiche e anche piccole vittorie ottenute e’ gia’ qualcosa.
Grazie e un saluto libertario.
Giulio 9 ottobre 2004
Fonte:[email protected]
BACKGROUND:
Fantasmi in Sala Borsa:
www.carmillaonline.com/archives/2004/09/000982.html