MAESTRI DI UNIVERSI PARALLELI

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DI DMITRY ORLOV

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Per quanto possa non piacerci, i risultati della fisica quantistica sono inequivocabili: esistono universi paralleli. Il gatto di Schrödinger è nello stesso momento sia vivo che morto, mentre esiste una distribuzione di probabilità risolvibile con l’azione di aprire la scatola e controllare. Ma finché non possiamo verificarlo con i nostri occhi, possiamo dire che esistono due universi paralleli e non c’è modo per noi di sapere in quale dei due stiamo vivendo.

Gli effetti quantistici sono dominanti nel micro-regno delle particelle subatomiche. Ad esempio, il computer portatile su cui sto scrivendo ora, contiene milioni di transistor che vengono creati da ioni impiantati in substrati di silicio per creare dei patch con campi elettrici incorporati e collegando questi patch con cablaggio in alluminio inciso. Ogni transistor si basa sul fenomeno del quantum tunnelling: mentre nella fisica normale è impossibile che un elettrone si trovi sul lato sbagliato di un campo elettrico, nella fisica quantistica l’elettrone è una distribuzione di probabilità, non una particella, e il quantum tunneling funziona in modo abbastanza affidabile da sostenere l’intero settore dell’elettronica. Ma se si considera un circuito più grande, la possibilità che un camion passi attraverso un muro di mattoni diventa troppo esigua da poter essere di interesse pratico. E’ ancora possibile, ma ci vorrebbero troppe vite dell’universo per poterne osservare i risultati.

Stranamente, è abbastanza normale poter osservare tali effetti quantistici all’interno dello spazio politico. Qui, gli oggetti fisici interessati sono troppo grandi per dare origine agli universi paralleli della fisica quantistica, ma le narrazioni che producono non lo sono altrettanto. Questo perché le narrazioni sono una questione di percezione, e ci possono essere dei periodi storici, come quello attuale, in cui lo spioncino attraverso il quale i sistemi politici e i mezzi d’informazione dominanti ci consentono di vedere il mondo, è talmente piccolo che è un’ardua scommessa che ogni fotone possa o meno trovare la sua strada per raggiungerlo.

Non appena ci rendiamo conto che ci hanno mentito, la realtà si frattura in universi paralleli.C’erano armi di distruzione di massa in Iraq? No, e il flaconcino di polvere bianca che Colin Powell sollevò minacciosamente alle Nazioni Unite era falso. Non esistevano le fabbriche irachene di armi biologiche mobili. Ed Al Qaeda era attiva in Iraq prima dell’invasione degli Stati Uniti? No, oggi sappiamo che non lo era.

Ormai è dichiarato e incontestabile che fossero menzogne, tutti lo sanno. Ora, facciamo un salto di giudizio e ci diciamo che quelle erano tutte le bugie che finora ci hanno detto o ammettiamo che quelle sono solo la punta di un iceberg di bugie, che la menzogna è ormai un modus operandi di chi c’è dietro di loro? Se lo facciamo, quindi, ad essere conservativi, per ogni versione ufficiale dobbiamo costruire una o più versioni non ufficiali, ma anche plausibili (e magari anche più plausibili). Ognuna di esse costituisce un universo parallelo, e non possiamo sapere in quale di esse viviamo realmente finché, grazie a un felice incidente o un’indagine più approfondita che porta alla luce prove più schiaccianti o addirittura un’ammissione di complicità o di colpa, crolla la forma d’onda della probabilità, distruggendo tutti gli universi paralleli e rivelando quello reale.

Molte persone sono state condizionate a pensare che questo è il regno delle “teorie della cospirazione.” Purtroppo, il termine non può applicarsi. In primo luogo, l’esistenza di una cospirazione deve essere accettata come un dato: nessuno perpetra mai un efferato omicidio, o causa caos o distruzione, telegrafando in tempo utile le sue intenzioni. Se lo facesse, l’evento non avverrebbe come programmato, e in questi casi di solito viene annunciato che è stato sventato un complotto.

Pertanto, l’uso del termine “cospirazione” è gratuito. Va da sé che ce n’è sempre una. In secondo luogo, anche il termine “teoria” è gratuito: una teoria è un costrutto mentale progettato per tenere conto di un dato insieme di osservazioni. Ma cosa succede invece se quello che uno fa è evidenziare alla pubblica attenzione cose e fatti che sono già di pubblico dominio, fornendo anche delle prove concrete facilmente reperibili?

Tuttavia, c’è una teoria che rappresenta un’intera categoria di tali osservazioni, ed è talmente semplice che spesso la si ignora. Il fatto cioè che il governo e le fonti ufficiali d’informazione solitamente mentono. Sappiamo già che hanno mentito in passato (le armi di distruzione di massa e al Qaeda in Iraq ne sono due chiari esempi, ma ce ne sono anche altri). La questione, dunque, diventa: quand’è che non ci hanno mentito? (se mai lo avessero potuto fare). C’e’ forse stata una cospirazione sul non mentire? Ci dev’essere stata per forza, perché non abbiamo sentito alcuna dichiarazione ufficiale del tipo: “ora non mentiremo più”.

Oppure tutti insieme hanno smesso spontaneamente di mentire? La probabilità che questo accada è piuttosto bassa, ci vorrebbero molte vite dell’universo per poterlo verificare concretamente. Quindi, se pensate che hanno davvero smesso di mentire, allora siete dei teorici della cospirazione per eccellenza. L’idea conservativa è che invece stiano ancora mentendo.

Ci sono tante persone che hanno lavorato perché questi universi paralleli restassero in vita in qualche forma o in un’altra, raccogliendo e assemblando pezzi d’informazioni, offrendo spiegazioni parziali, valutando la logica coerenza delle versioni ufficiali. E lo hanno fatto anche se subito bollati come “teorici della cospirazione”. A dirla tutta, a volte li hanno osannati come “cercatori di verità” o “messaggeri di verità”, e questo per alcuni è fortemente gratificante per l’ego. Ma quello che in realtà hanno fatto è produrre, sostenendole con prove concrete, versioni alternative dei fatti, mantenendo in piedi degli universi paralleli, così che un giorno, in futuro, potremo scoprire quale di essi era quello in abbiamo veramente vissuto.

Alcuni fanno l’errore di rifiutarsi di ascoltare e di esplorare questi universi paralleli, perché il pensiero di non sapere in quale stiano davvero vivendo li infastidisce. Me se uno accetta che esiste anche una remota possibilità che la versione ufficiale sia solo un mucchio di bugie concertate ad arte per occultare la verità, allora forse diventa un conforto sapere almeno potrebbe anche non essere un mucchio di bugie. Una volta superata la resistenza iniziale, diventa anche divertente (per quanto anche macabro), perché, se guardi bene, le prove sbucano da ogni parte.

Un importante presupposto per poter interpretare il risultato dell’esperimento mentale di Schrödinger è quello di avere bene in mente come appare un gatto. Ecco un esempio specifico. Attualmente, ci sono due universi paralleli. In uno, le truppe russe hanno invaso l’Ucraina. Nell’altro, le truppe russe non hanno invaso l’Ucraina. Ciò che lo rende difficile è capire cosa si intende per truppe russe. Ci sono russi nell’Ucraina orientale. Ci sono soldati nell’Ucraina orientale. Molti soldati in Ucraina orientale sono in realtà russi. Ma non ci sono soldati russi in Ucraina orientale. Capite cosa intendo? Per qualificarsi come veri soldati russi, dovrebbero essere arruolati nell’ esercito russo e dovrebbero ricevere ordini dalla catena di comando russa. Ma questi in realtà non lo stanno facendo. Esiste un forte legame politico con la Russia, ma quello militare non lo e’ altrettanto.

L’ultima “prova” dell’ invasione russa, portata dal presidente dell’Ucraina Poroshenko a Monaco di Baviera, consiste in alcuni passaporti interni russi e alcuni certificati di servizio militare in Ucraina orientale. La cosa strana però è che, quando si entra nel servizio militare russo, bisogna consegnare i documenti civili. A volte un universo parallelo perfettamente possibile, per quanto di breve durata, può essere inventato rigirando un po’ i fatti.

Ma nella maggior parte dei casi un universo parallelo appare all’improvviso quando le cose vengono montate in modo bizzarro e vergognoso. Molti tirano in ballo l’11 Settembre. Le torri gemelle sono crollate perché colpite da aerei di linea, perché, vedete, il cherosene fonde il metallo. Era un cherosene speciale quello o gli edifici erano fatti di un acciaio magico? Forse è questo il motivo per cui da allora non si possono più assicurare i grattacieli per gli incendi. Fino a quel momento si pensava che i grattacieli non potessero crollare per via di un incendio, perché fatti di acciaio e un incendio causato dalla combustione di un idrocarburo non è abbastanza caldo da poterlo fondere. Che imbecilli quegli ingegneri, dunque! Stai a vedere che tutto quello che serve è solo un po’ di cherosene!

E poi le due torri sono crollate spontaneamente al suolo – così da sole – ed ecco che viene liquidata in quattro e quattr’otto l’intera industria degli esperti in demolizioni (il cui lavoro è quello di saper piazzare esplosivi negli edifici alti e farli detonare in totale controllo per evitare crolli scomposti e pericolosi). Ora si sa che i grattacieli sono a rischio di incendi, a causa dell’acciaio di cui sono fatti, e devono essere tutti demoliti. Ma non ci sarà bisogno degli esperti in demolizioni: tutto questo business era una balla, considerando che per essere demolito un edificio può crollare da solo in modo composto. Prendete solo un paio di vecchi aerei di linea della American Airlines (e ce ne sono tanti di questi) e fateli schiantare contro un grattacielo senza pilota con comando a distanza.

Un altro “aereo” ha colpito il Pentagono. Quell’aereo non aveva motore, difatti non ne e’ stato rinvenuto nessuno (ma nonostante questo non solo volava, ma faceva anche evoluzioni degne di un caccia militare). Inoltre, non aveva sedili (forse, chissà, i passeggeri facevano solo finta di stare seduti con le cinture allacciate) e neanche bagagli nella stiva (viaggiavano proprio leggeri…). L’identità degli autori dell’attacco è stata rivelata da un passaporto trovato sul luogo delle Torri Gemelle. Era un passaporto magico: a differenza delle sbarre d’acciaio di cui erano fatte le torri, il cherosene non lo ha scalfito per niente.

E ora avanti veloce fino a una recente tragedia: il massacro al Charlie Hebdo di Parigi. Gli autori dovevano essere sicuramente dei militanti molto ben addestrati che hanno portato a termine una missione da manuale; il tutto li faceva apparire come agenti che operavano per conto di un particolare paese o di un altro. Ma ecco che uno di loro stranamente dimentica la sua carta d’identità nella macchina per la fuga – proprio come quel passaporto magico rinvenuto tra le macerie dell’11 settembre. (Ma secondo voi dei militanti di un commando terroristico portano con sé la carta d’identità quando sono in missione segreta?) E poi il guidatore della macchina per la fuga si arrende spontaneamente alla polizia, con un alibi di ferro. Il fatto che si sia arreso spontaneamente è stato riportato dai mezzi d’informazione; questi però non hanno detto il motivo per cui si sia arreso. E infine, uno degli ispettori che conducevano le indagini un giorno si uccide mentre scriveva il rapporto sul caso. Quel suo rapporto era in linea con la versione ufficiale dei fatti?

Tutto questo mi ricorda un’altra atrocità “costruita”: i bombardamenti alla Maratona di Boston. Si è notato in quell’occasione il gran numero di agenti speciali presenti sulla scena prima che esplodessero le bombe, ma ovviamente non c’entravano niente con quello che e’ accaduto – erano lì solo per godersi una giornata libera, tutti vestiti allo stesso modo. I due soggetti ritenuti responsabili – i fratelli Tsarnaev – erano già noti all’FBI. Dopo le esplosioni, all’improvviso è apparsa sulla scena una squadra di specialisti, con attori che facevano i feriti e sangue finto sparso qui e là. Prove video mostrano che ci hanno messo un bel po’ prima di mostrare le immagini del presunto attacco terroristico.

Gli adesivi della successiva campagna mediatica “Boston Strong” sono identici a quelli della campagna “Je Suis Charlie” di Parigi. E per quanto riguarda gli eventi al Charlie Hebdo, c’e’ stato uno sforzo concertato per uccidere gli autori degli attacchi prima che potessero rispondere a qualsiasi domanda e rischiare di smentire la versione ufficiale resa dalle autorità. Nel caso dei fratelli Tsarnaev, fallì il tentativo di far fuori il fratello più giovane. La barca dove si nascondeva terrorizzato e disarmato, fu crivellata di colpi, e dopo che si è arreso, gli fu praticata una tracheotomia d’urgenza; ne è uscito vivo, a dispetto di tutti gli sforzi compiuti per levarlo di mezzo.

Ma la parte più interessante è accaduta dopo gli eventi, quando Boston è stata occupata dai militari, con i residenti obbligati a restare in casa per evitare di essere colpiti per sbaglio dai soldati che pattugliavano le strade con i carri armati, in cerca di due ragazzi… L’intento era quello di imporre la legge marziale a Boston (culla della Rivoluzione Americana) nella giornata del Patriota (che commemora l’evento che segnò l’inizio della Rivoluzione). Se provate a leggere meglio in questi eventi, potreste arrivare alla conclusione che gli Stati Uniti non sono più una democrazia costituzionale ma una dittatura militare ed uno stato di polizia governato da un’oligarchia che si diverte ad inscenare incidenti spiacevoli per dimostrare quanto essa sia al di sopra di ogni legge.

O considerate l’abbattimento dell’aereo MH-17 della Malaysian Airlines sull’Ucraina orientale dell’anno scorso. Ancora una volta, la campagna mediatica era pronta a partire ancor prima dell’evento stesso. Gli acuti osservatori occidentali sanno bene a chi dare la colpa: erano i “ribelli appoggiati dai Russi” e hanno usato delle armi di fabbricazione russa. Queste parole sono state ripetute incessantemente, usando una tattica pubblicitaria, la ‘dimostrazione attraverso la ripetizione’. Non importa se i ribelli non erano in grado di abbattere un aereo. La verità è stato subdolamente deviata. Il volo MH-17 è stato abbattuto da un caccia ucraino della base di Dnepropetrovsk con un missile aria-aria. (I ribelli non hanno aerei: perchè quelli ne avevano uno e persino armato?).

Oggi il nome del pilota è conosciuto. La persona che lo ha identificato è in Russia, è un testimone sotto protezione. Gli investigatori russi stanno seguendo delle tracce, e ci sono buone probabilità che finalmente si farà luce sulla vera identità di chi ha ordinato l’attacco criminale.

Potrei continuare così ancora a lungo, ammucchiando uno sopra l’altro piccoli pezzi di prove dei fatti. Ma l’unico scopo di questo esercizio è quello di tentare di far arrivare ognuno di voi a questa semplice considerazione: se continuate ad ignorare tutte le bugie che vi hanno rifilato anno dopo anno e liquidate la faccenda con un semplice “le solite teorie di cospirazione”, allora sarete vittime senza speranza di un controllo mentale. E non voglio che siate delle vittime.

Un’ultima cosa: se un giorno vi capiterà di trovarvi dentro una scatola di Schrödinger, fate tutto il possibile per evitare di essere morti. Lascio a voi entrare più nel dettaglio, vi do’ solo un semplice indizio: la possibilità che siate morti sale se continuate a credere alle bugie. Non fate i gatti morti.

Dmitry Orlov

Fonte: http://cluborlov.blogspot.it

Link: http://cluborlov.blogspot.it/2015/02/masters-of-parallel-universes.html

10.02.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCETATA63

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