Al termine del vertice NATO-G7 avvenuto ieri, giovedì 24 marzo, a Bruxelles, il Capo di Stato francese è intervenuto in conferenza stampa annunciando che l’Europa è vicina ad una “crisi alimentare senza precedenti” che, oltre al vecchio continente, renderà di difficile gestione la situazione in diverse regioni del mondo.
La ragione di questa crisi la conosciamo tutti: la guerra. Ma, forse, è importante fare una distinzione più specifica tra la guerra in sé, che sicuramente ha sconvolto le colture e bloccato attualmente le filiere di approvvigionamento, e la scelta dei paesi occidentali di bloccare i commerci con la Russia. In questo secondo caso, la crisi alimentare non riguarda solo ciò che succede tra questo e il prossimo anno, ma potrebbe protrarsi “all’infinito” per la sola presa di posizione dei nostri politici di voler interrompere i rapporti con il “granaio del mondo”.
Rispetto a ciò che accade ora quindi, le cui conseguenze si attendono per i prossimi 12-18 mesi, il presidente francese ha chiesto a Mosca di essere “responsabile” consentendo lo svolgimento della semina in Ucraina. Nel frattempo ha annunciato che comunque il G7 sta pensando di attivare un piano di emergenza per la sicurezza alimentare, che riguarderà anche i Paesi africani.
“Come Presidente del Consiglio dell’UE e in collegamento con l’Unione Africana” Emmanuel Macron ha proposto una “iniziativa per la sicurezza alimentare” con in primo luogo un “piano di emergenza per il rilascio di stock in caso di crisi per evitare qualsiasi situazione di scarsità”. Inoltre, ha auspicato “da questa estate un’azione coordinata dei paesi produttori per aumentare temporaneamente le soglie di produzione quando possibile” e “per creare un meccanismo di allocazione dei volumi per garantire l’accesso per tutti, in particolare i più vulnerabili, in quantità sufficiente e a prezzi ragionevoli”.
Massimo A. Cascone, 25.03.2022