MA DAVVERO BERLUSCONI STA PREPARANDO UN COLPO DI STATO ?

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DI ALDO GIANNULI
aldogiannuli.it

Il numero dell’”Espresso” che è in edicola attribuisce al Presidente della Repubblica Napolitano queste frasi:

“Quell’uomo non mollerà ed è capace di tutto. Temo che nelle prossime settimane possa perfino succedere qualcosa di brutto…”

Ed, a proposito della sceneggiata di Berlusconi che ferma Obama per dirgli che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra:

“Non sia superficiale: quell’orrenda figuraccia in favore di telecamera non si spiega, in effetti. A meno che quella scena non serva a dire al Presidente degli Stati Uniti e al mondo intero: guardate, in Italia siamo in una condizione di anomalia democratica, non vi stupite se tra un mese succederà qualcosa di serio. Uno scossone, un botto…”Si sta evocando l’ombra di un colpo di Stato: mi pare che non ci sia tanto da girare attorno.

Frasi così esplicite e pesanti dette dal Capo dello Stato non è cosa che si possa prendere così sotto gamba, anche perché Napolitano non è persona facile alle imprudenze.
Ovviamente, è possibile che il Presidente quelle frasi non le abbia mai dette o le sue parole possano essere state forzate o fraintese. In questo caso la smentita o la rettifica dovrebbe arrivare ad ore, anche perché si tratta di virgolettati.

E, tuttavia, che uno dei primi due settimanali politici italiani possa aver deciso di pubblicare quelle frasi così alla leggera, rischiando di essere brutalmente smentito, non è cosa che si possa credere facilmente. Anche se una smentita dovesse esserci, resterebbe il dubbio di una intesa fra il Colle ed il settimanale, magari per lanciare un segnale.

Ed allora ragioniamoci su: l’ipotesi di un colpo di mano del Cavaliere è da prendere sul serio? E di cosa potrebbe trattarsi? Facciamo qualche ipotesi sulla natura del colpo di mano da quella più estrema dell’assunzione dei pieni poteri con l’appoggio delle Forze Armate con dichiarazione dello stato di emergenza e sospensione della Costituzione a quella più “blanda” dell’arresto di alcuni magistrati (e/o di alcuni capi dell’opposizione) puntando sull’effetto intimidazione. Oppure un decreto legge che blocchi tutti i processi al Presidente del Consiglio o stabilisca altre misure incostituzionali (decreto che poi la maggioranza in Parlamento approverebbe in 48 ore, puntando sull’effetto sorpresa). Spingendo all’estremo il ragionamento, potremmo anche assistere ad un decreto legge che innovi la Costituzione con un susseguente immediato voto parlamentare, in totale spregio all’art. 138. Anzi il colpo di mano potrebbe essere proprio una fulminea abrogazione dell’art. 138 che apra la strada al resto. Ovviamente una revisione costituzionale ordinaria avrebbe tempi tecnici lunghissimi e tali da sterilizzare politicamente la manovra.

Altra ipotesi: fulmineo scioglimento delle Camere e nuove elezioni condizionate da pesanti brogli che si starebbero già preparando.
Vediamo l’attuabilità di simili progetti.
Partiamo da un dato: si immagina che qualsiasi atto eversivo dell’ordine costituzionale trovi l’opposizione del Quirinale (diversamente significherebbe che Napolitano è d’accordo e non si capirebbe neppure il senso di quelle frasi pubblicate dall’”Espresso”). Anche lo scioglimento delle Camere dovrebbe essere firmato dal Presidente che magari potrebbe tentare la carte di un governo tecnico magari trovando il favore di Bossi.
Dunque, occorrerebbe procedere contestualmente (o preliminarmente) alla rimozione di Napolitano dalla sua poltrona. E non c’è dubbio su chi sarebbe eletto da questa maggioranza parlamentare. Ci torneremo su.

La mancanza della firma presidenziale renderebbe automaticamente illegale ogni altra mossa, anche quando non ve ne fossero altri motivi per ritenerla tale. Ancor più fantapolitica appare l’ipotesi di una decisione della Corte Costituzionale che, in qualche modo, legittimi ex post atti di questo tipo.
Ragion per cui, l’operazione non sarebbe formalmente sanabile e la possibilità di successo sarebbero affidate solo ai brutali rapporti di forza, in altri termini, all’atteggiamento delle Forze Armate, il che ovviamente presuppone:

a- che esse siano compatte e non si dividano (giova ricordare che il Capo delle Forze armate è il Presidente della Repubblica)

b- che l’eventuale vertice militare scelga di schierarsi dalla parte del Presidente del Consiglio

c- che esso valuti positivamente le possibilità di vittoria sia sul fronte interno che su quello internazionale.

Già la prima condizione non appare scontata: pur tenendo conto della presenza di Larussa al Ministero della Difesa e delle nomine fatte da questo governo ai vertici delle Ffaa, non sembra che ci sia una qualche personalità di spicco tale da assicurare la compattezza degli Stati Maggiori d’arma, e, tanto meno, in grado di assicurare che i comandi territoriali e poi, via via lungo la catena di comando, i responsabili delle varie unità eseguano ordini illegali. Anche l’Arma dei Carabinieri non appare in queste condizioni e, comunque, dovrebbe assicurarsi almeno la neutralità delle altre tre armi, nonché della Polizia (e questo pare proprio difficile).

La terza condizione appare anche assai problematica: certamente il sindacato non è più quello di un tempo, la sinistra non ha più lo stesso spirito militante, la società è invecchiata, però un colpo di mano del genere giungerebbe in un momento di rivalsa della sinistra e di declino del blocco berlusconiano ed è difficile pensare che non ci sarebbe una reazione di piazza. Reazione che potrebbe andare anche al di là delle previsioni innescando una situazione di forte instabilità: non potrebbe essere escluso neppure il rischio che questo possa sfociare in una guerra civile.
Sicuramente il golpe non godrebbe del favore della Chiesa, andrebbe incontro alla decisa ostilità della grande finanza (che avrebbe da temere per sé da un Berlusconi non più frenato da nulla) e, con ogni probabilità, troverebbe la contrarietà anche della Lega, che avrebbe tutto da perdere in un quadro istituzionale di quel tipo (vai a parlare di federalismo ai vertici delle Forze Armate….!). Ed anche la Polizia (legata a De Gennaro e Maroni) è poco probabile che possa allinearsi.

Peggio ancora si presentano le possibilità di successo sul piano internazionale: la Ue non potrebbe far finta di nulla e diversi governi non sarebbero affatto dispiaciuti di regolare il conto all’odiato Cavaliere. Stando ai trattati istitutivi dell’Unione, l’Italia, non rispettando il criterio del carattere democratico del suo ordinamento, potrebbe essere esclusa tanto dall’Unione quanto dall’Euro. E’ prevedibile che possano esserci sanzioni internazionali e non è affatto sicuro che l’eventuale governo golpista possa valersi della clausola della domestic jurisdiction.

Anche gli Usa non avrebbero alcun motivo per simpatizzare per un governo golpista presieduto dall’uomo dell’accordo Gazprom che, per di più, gode di un prestigio internazionale pari a quello di Scaramacai.
Forse il solo Putin vedrebbe con favore la cosa, ma senza poter fare moltissimo per aiutare il suo amico.

Dunque, ci sarebbero molte ragioni per pensare che l’eventuale golpe affondi rapidamente nel ridicolo o nel sangue.
Ma il punto più delicato è il secondo: perché i vertici militari dovrebbero puntare su Berlusconi? L’uomo è avanti negli anni, manifesta preoccupanti sintomi di distacco dalla realtà, ha indici di popolarità in picchiata, non ha nessun credito internazionale e sta anche sulle scatole ai poteri forti: se voi foste il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, rischiereste l’osso del collo per uno così?

All’ippodromo non su punta sui cavalli azzoppati.
Dunque, non pare che siano molte le probabilità che l’Esercito faccia una scelta così strampalata e, di conseguenza, che i rischi di golpe siano così forti.

Ed allora come spiegare quelle frasi sull’ “Espresso”? Abbiamo detto che una mossa del Cavaliere (forse in vista di sviluppi successivi) potrebbe essere quella di defenestrare Napolitano: magari attraverso una campagna scandalistica (va a vedere per cosa) tale da costringerlo alle dimissioni o dichiararlo decaduto perché deferito all’Alta Corte di Giustizia. In questo caso l’uscita dell’”Espresso” si spiega come mossa che prende in contropiede una eventuale campagna del genere, che sarebbe immediatamente bollata come l’inizio di un tentativo di colpo di Stato. E la cosa sarebbe perfettamente credibile: un Berlusconi Presidente della Repubblica sarebbe al sicuro dai processi e potrebbe manovrare da una posizione favorevolissima sia per influire sulla Corte Costituzionale, sia per far fare una riforma della Costituzione pro domo sua.

Concludendo, non abbiamo tutte le informazioni per capire cosa bolle in pentola, però, nel dubbio alziamo la guardia: la prudenza non è mai troppa. Magari iniziamo con un passa parola per svegliare l’attenzione sulle prossime mosse.

Aldo Giannuli
Fonte: www.aldogiannuli.it/
Link: http://www.aldogiannuli.it/2011/06/ma-davvero-berlusconi-sta-preparando-un-colpo-di-stato/
4.06.2011

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