DI CHRIS BARLATI
comedonchisciotte.org
E se l’America stesse vincendo ?
La contrapposizione USA-Russia risale a non molto tempo fa.
L’origine del perenne conflitto può collocarsi, cronologicamente, all’incirca un secolo addietro. Il tutto ha formalmente inizio con la Rivoluzione d’Ottobre. Lo scoppio e il successo della rivoluzione, l’interpretazione in chiave ideologica¹ di alcuni precetti del pensiero Marxista (riguardanti la lotta di classe e più in generale il materialismo storico), avrebbero minato indirettamente la nascente formazione ideologica e politica dei giovani Stati Uniti d’America. La rielaborazione Leninista della filosofia marxista, la creazione di un vero e proprio ”corpus” dottrinario, di una ideologia² marxista, avrebbero potuto insidiare la debole consapevolezza che gli USA stavano acquisendo di sè.
La Russia, al contrario degli USA, non temeva il disintegrarsi di una nascente unità, poiché soffrì una pluridecennale instabilità, dovuta all’instaurarsi del governo rivoluzionario.
CAUSE DEL CONFLITTO
Come evidenziò John Kleeves in un suo noto articolo³, ”Il popolo USA ha una religione, la cui idea centrale è che dio premia sulla terra i propri prediletti, facendoli diventare ricchi, molto più ricchi degli altri. È un’idea di incredibile fecondità, e cioè con molte e molte ramificate implicazioni, che tende a imporre tutte un modo di vedere la vita sociale e quindi tutto un modo di essere, una personalità (…). Ecco, gli statunitensi sono portati dalla sovrastruttura della loro religione ad avvinarsi a quelle personalità mantengono poi dei tratti autonomi, dovuti alle loro diverse esperienze e a una diversa storicità.
Per quanto riguarda il Vecchio Testamento come religione degli statunitensi, non ci si deve meravigliare: l’american way è una creazione calvinista e il calvinismo nonostante sostenga a parole di considerare tutta la Bibbia compreso quindi il Nuovo Testamento e la figura di Gesù, nella realtà si basa sul Vecchio Testamento. E do a questo punto per scontata la nozione che negli USA non si è mai verificata nessuna melting pot, che non si è mai verificata colà nessuna mescolanza culturale (anche i matrimoni misti sono sempre stati pochi); negli USA c’è sempre stato un gruppo dominante, sempre lo stesso, e ciò che si è verificato è l’imposizione a tutti della prospettiva politica e culturale del medesimo, che è il gruppo dei bianchi anglosassoni e protestanti, i cosiddetti WASP (White Anglo-Saxon Protestants), il gruppo fondato dai puritani, che come si sa erano calvinisti.”
Riassumendo e rapportando al contesto in analisi, gli USA hanno basato il loro agire e fondato la condotta dei loro rapporti col resto del mondo su di uno pseudo fanatismo patriottico-religioso. La convinzione di essere portatori di una speciale, quanto sacra, missione li ha giustificati(e li giustifica) nel rivendicare un’apparente unicità, che li avrebbe portati a rivestire, in futuro, il ruolo di difensori delle libertàdei popoli oppressi e di esportatori dei principi liberal-democratici.
Questa specie di mentalità, caratterizzata a tratti da sfumature ideologiche, quasi a definirsiun orientamente culturale, che iniziava a farsi strada nel popolo statunitense negli anni ’20, correva il rischio di essere distrutta dal dilagare della critica del pensiero marxista e dalla sua affermazione a seguito degli eventi causati dalla sua diffusione nella Russia Imperiale.
Naturalmente, come il lettore ha avuto modo di osservare, l’analisi in questione non si sofferma su di arco temporale specifico o su di un evento in particolare. Il periodo storico storico di riferimento va dalla dichiarazione dei 14 punti di Wilson/scoppio della rivoluzione russa fino agli anni della Germania di Stresemann, dove l’antitesi USA-Russia subisce un calo di rilevanza, ma non di presenza.
Ritornando alla nostra discussione, i presupposti dell’american way of life e del futuro sogno americano venivano così messi in discussione da una filosofia antimetafisica, che ha trovato in Lenin e Trotzkij i materiali esecutori. L’esasperazione di una lotta di classe, di un capitalismo come sistema alienante dell’operaio, la religione ridotta a ”singhiozzo di una creatura oppressa(…) come oppio dei popoli”, andavano inevitabilmente contro tutto ciò che fungeva da collante tra l’amalgama delle minoranze etniche e la maggioranza bianca protestante, tra cui:
– Fede in un dio giudaico-cristiano
– Influenza luterana per quanto riguarda l’antica dottrina della predestinazione
– Fanatismo dovuto alla convinzione di essere predistinati ad un qualcosa di speciale
– Capitalismo
– Liberismo, che segnerà l’antitesi tra la retorica capitalista ed anticapitalista
– Democrazia
INIZIO CONFLITTO
L’identificazione della Russia come minaccia per la sicurezza americana viene sancita nel 1917, con l’intervento americano a fianco degli eserciti in soccorso delle truppe zariste. La seguente vittoria delle milizie rivoluzionarie comandate da Trotzkij, diede inizio allo storico conflitto tra Mondo occidentale e Mondo orientale.
FINE IDEOLOGIA COMUNISTA: L’AVVENTO DI UNA RUSSIA CAPITALISTA
Dalla Rivoluzione d’Ottobre ad oggi la situazione è mutata considerevolmente.
La nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la deriva totalitaria, l’isolazionismo, le politiche di contenimento, la guerra fredda, la xenofobia russa, la deterrenza, il crollo del muro di Berlino, rappresentano una parabola involutiva del tentativo di realizzare uno stato socialista, che ha trovato la sua definitiva disfatta nell’abbattimento dello spartiacque rappresentato dal muro divisorio tra Berlino est e Berlino ovest, ultimo baluardo della sopravvivenza ideologica sovietica.
La distruzione del muro non segnò solo la fine di una realtà monolitica oramai allo stremo, ma addirittura la fine di quella ”ideologia comunista”, incapace di rinnovarsi, che gravava sulle irrefrenabili esigenze d’emancipazione delle popolazioni degli stati satelliti, e il propagarsi del capital-nichilismo, della società di massa, dell’individuo di massa e della Globalizzazione.
L’Europa si apprestava, così, a diventare completamente un’area di influenza pienamente occidentale, con la conseguente rielaborazione ideologica dei partiti di sinistra e la nascista di un sinistrismo capitalista e filoamericano⁴, in linea con le esigenze democratiche occidentali.
SCENARIO ATTUALE
La globalizzazione ha portato con sè numerose crisi economiche, scatenando ineluttabilmente disagi politici. Questo insieme di relazioni economiche che lega varie parti del mondo attraverso meccanismi economici internazionali, agisce come un organismo che si nutre delle ricchezze dei paesi con cui viene a contatto. Ciò determina una suddivisione del pianeta in aree adatte a determinati tipi di mercati speculativi e il declassamento della manodopera, per via della nascita e della distinzione dei Paesi del 1′, 2′, 3′ e 4′ mondo.
Politiche del debito, cessioni di sovranità, austerity, privatizzazioni, sono alla base del ”modello occidentale”, il quale non ha risparmiato neppure gli ex paesi dell’URSS. Persino la Russia, che per sopravvivere si è vista costretta a dissolvere l’URSS, ha intrapreso una (seppur moderata) liberalizzazione economica ed una occidentalizzazione dei mercati, grazie ad una graduale apertura con l’occidente. Oggi giorno potremmo definire il sistema economico russo come un capitalismo alla ricerca di un modello del tutto nuovo di sviluppo, fondato sulla cooperazione tra i paesi asiatici in rapida ascesa, per di opporsi all’egemonia che gli USA esercitano in Europa, in Africa, in Asia e nei mercati internazionali.
NUOVI RAPPORTI INTERNAZIONALI
Nell’indiscusso predominio del modello capitalista, paesi in via di sviluppo o che hanno messo in pratica vie alternative di capitalismo, sono diventati i protagonisti di radicali cambiamenti, influenzando considerevolmente le tradizionali alleanze e stravolgendo le relazioni internazionali.
Paesi come Cina, Venezuela, Libia, hanno sperimentato nuove forme di capitalismo, divenendo dei veri e propri laboratori politici. A secondo dei casi, i costi di una crescita formidabile sono stati pagati dalla popolazione (Cina), mentre altre vie alternative non hanno avuto modo di esprimersi nel pieno delle loro potenzialità, poiché frenate dal deflagarsi della crisi e dalla loro interna e dilagante corruzione (Venezuela). Altri stati come Russia, Iran, Argentina, nel tentativo di svincolarsi dai dettami imposti dai fondi speculativi del FMI, dallo strapotere delle banche e degli agenti finanziari, nonché dai ricatti dei mercati EU, hanno denunciato apertamente l’usura legata ad alcuni fondi speculativi finalizzati solo ed esclusivamente alla destabilizzazione ed allo sfruttamento terroristisco dei mercati dei paesi emergenti, auspicando la realizzazione di un mondo multipolare basato su modelli economici non aggressivi, sulla sovranità monetaria e sul divieto di imporre politice economiche fondate sul debito, da parte di organismi sovranazionali, non eletti democraticamente e delegatari di sovranità nazionali.
Nascono per tali ragioni i BRIC/BRICS/BRICST e le cooperazioni tra Paesi quali Russia, Cina, Iran, Siria, Cuba, Venezuela, Argentina, Brasile, Sud Africa.
RUOLO USA: NUOVI BLOCCHI CONTRAPPOSTI
Il debito pubblico statunitense da record, i recenti scandali riguardanti lo spionaggio a danni della Germanie e dei Paesi europei, il peggiorare della crisi, la dedollarizzazione dei mercati internazionali a favore della moneta cinese, segnano la fine dell’egemonia statunitense in Asia, il suo indebolimento in Europa e il suo sfaldarsi in Africa e in America Latina.
L’asse Cina-Russia vede da un lato la Repubblica popolare Cinese come detentrice di gran parte dei titoli del debito USA e la Russia come protrettrice militare contro eventuali rappresaglie statunitensi (anche per quanto concerne l’utilizzo dell’energia nucleare in Iran, programma energetico fortemente osteggiato dalle amministrazioni americane).
L’ipotesi di un possibile ritorno al Gold standard spaventa non poco gli Stati Uniti, i quali fondano la loro economia sulla non convertibilità della valuta e sul valore nominale della stessa.
Stando all’opinione di alcuni esperti, questi eventi rappresenterebbero l’epilogo della potenza statunitense e l’avvento di un nuovo bipolarismo, che vedrebbe contrapposti il blocco occidentale contro quello orientale; una nuova guerra fredda, arricchita concettualmente da nuove definizioni e privata delle accademiche ed ideologiche interpretazioni.
Al di là delle possibile previsioni, preme ricordare che, in situazioni precarie come questa, lo scoppio di una guerra, pianificata presumibilmente da tempo, in qualsiasi amministrazione repubblicana o democratica, ha ridato sempre respiro all’economia statunitense, revitalizzando i mercati nazionali e dilazionando l’inarrestabile insolvenza a cui gli USA stavano andando incontro. Stando così le cose, fin dove possiamo dare per scontata l’ingenuità americana e considerare una possibile previsione di taluni scenari politici? E, ammesse tale eventualità, il complesso militare statunitense riuscirà a sovrastare quello russo senza gravi conseguenze?
USA: POTENZIALITÀ ED INEFFICIENZE
L’apparato militare statunitense si è temprato attraverso numerosi conflitti; la guerra in Iraq, Afghanistan, le primavere arabe, l’invio di truppe in Egitto, Siria, Libia, le operazioni di intelligence in Venezuela.
L’efficienza dell’esercito USA è stata ampiamente dimostrata dai risultati ottenuti attraverso gli interventi militari coordinati con le forze europee. L’unica debolezza che affligge la leadership strategica riguarda le operazioni di guerriglia urbana, dove le forze di terra si vedono costrette ad avanzare per conquistare punti strategici, non potendo, in tal modo, ricorrere ai raid, punto di forza statunitense, grazie ai loro avanzatissimi sistemi radar.
L’infallibile efficienza americana scopre il suo tallone di Achille nei seguenti punti:
- Occupazione dei punti strategici con forze di terra
- Scontro contro eventuali milizie e opposizioni popolari.
”L’esercito di liberazione” si è trovato particolarmente in difficoltà nel colmare le su citate deficienze. Una plausibile spiegazione può essere che gli USA si sono sempre dovuti sottomettere al loro principio di necessità, non curandosi della specializzazione delle truppe, a differenza di Cina, Russia e Israele che si sono ben ragguardati dal farlo. Un intervento diretto in Russia non sarebbe raccomandabile per tre motivi:
1) La presunta superiorità aerea russa
2) Nuova tipologia di missili adottati: Topol M, l’intercontinentale Yaz, e il missile balistico Bulava, dislocato a bordo dei sommergibili nucleari
3) Il pericolo di scatenare una guerra nucleare, senza adeguato sostegno da parte dei Paesi europei.
Quali sono allora le alternative perseguibili dall’amministrazione statunitense, in vista del degenerare delle tensioni in Ucraina?
Deterrenza a parte, se dovesse verificarsi un’esplicita aggressione, la Russia non si troverebbe mai da sola in un conflitto.
Putin, da ex agente del KGB, avrà preso in considerazione ogni ipotetica possibilità, calcolata ogni minima variabile e presa in considerazione ogni possibile anomalia, persino nei confroti dei suoi stessi alleati. Nonostante le più accurate precauzioni, l’influenza statunitense nel continente euroasiatico è sempre presente e in azione, pronta ad attivarsi per insidiare l’ ”impero russo”. Alla luce degli sconvolgimenti internazionali, delle anomalie nel mondo arabo e delle concrete applicazioni belliche, le alternative USA per un intervento comprendono le seguenti alternative:
– Utilizzare l’ISIS come giustificazione
– Finanziare sommose e disordini al fine di fomentare sentimenti russofobici, primcipalmemte tra gli studenti
– Insidiare i rapporti con la Cina e l’Iran, provocando un cambio di partnership a livello economico e, dunque, geopolitico
– Indire un blocco economico-commerciale, diluendo in tal modo gli attriti con la Russia, colpendo nello specifico i settori che sono più esposti alle fluttuazioni internazionali, come quello alimentare e sanitario.
– Occupare l’Africa per completare lo ”scudo spaziale” e procedere con eventuali attacchi missilistici contro centri urbani strategici ed obiettivi geopolitici rilevanti, col fine di annichilire fino allo stremo l’esercito ed il popolo russo.
– Distruggere l’esistenza stessa, come stato, della Russia de-frammentando il territorio russo in tante piccole nazioni indipendenti, esasperando i, da sempre esistenti, dissidi etnico-nazional-indipendetistici (dividi et impera ”and destroyer at all”).
POSSIBILI RISOLUZIONI USA
Ora analizzeremo brevemente i punti più importanti su indicati per una migliore comprensione dell’attuale corso degli eventi.
a) L’ISIS
Nel bel mezzo dei disordini nel Donbass, che vede coinvolti Russia e Ucraina, un gruppo terrorista jihadista fa la sua comparsa, guidato da un certo Abu Bakr Al Baghdadi, con lo scopo di creare un califfato nei territori conquistati dai militanti.
L’ISIS ha conseguito numerose conquiste e si finanzia, stando alle fonti pubbliche, col petrolio dei pozzi che sono sotto il suo controllo. L’avvento dell’ISIS dà prova del fallimento americano nell’aver voluto creare in oriente una democrazia di ascendenza statunitense, acquietando in tal modo le faziose frange religiose. Molti leader, a partire dalla Presidentessa argentina Cristina Kirchner, al comandante della Rivoluzione Cubana Fidel Castro, denunciano l’appoggio ricevuto dall’ISIS da parte di paesi ben conosciuti, nonchè dagli ”attuali alleati di alcuni dei grandi stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza” (Arabia Saudita, Qatar ed Emirati).
Le affermazioni dell’ex leader cubano sono più forti. Il comandante rivoluzionario paragona le recenti dichiarazioni della Nato a quelle delle SS naziste e accusa Stati Uniti ed alleati di alimentare i conflitti all’estero. Il leader Maximo, inoltre, punta il dito contro gli USA per aver partecipato insieme al Mossad alla creazione dello Stato Islamico.
Il medioriente non èestraneo alle ingerenze statunitensi. A seguito dell’assassinio di Saddam Hussein, la situazione in Iraq e nei paesi limitrofi è sprofondata nel caos più totale. Vari governi eletti democraticamente si sono succeduti, ma i contrasti sul territorio non si sono mai placati. L’intervento militare, risoltosi in un fallimento, ha generato nuove tensioni e nuovi conflitti. Le nuove elezioni irachene non hanno portato alla creazione di una democrazia filo-occidentale, né alla nascita di un governo forte, ma solo alla nascita dei sentimenti antiamericani e allo sviluppo di quelli già presenti.
Questi sono i fattori che hanno portato alla nascita dell’ISIS ed alla radicalizzazione ideologica del conflitto.
L’appoggio israelostatunitense si inscrive, seguendo le dichiarazioni del comandante Fidel, in una strategia di controllo per la manipolazione indiretta delle frange estremiste, in un territorio indebolito dall’assassinio del dittatore iracheno. L’ISIS potrebbe così essere usata come una causale per giustificare un immediato intervento armato in medioriente, con lo scopo di provvedere all’installazioni di basi ed allo stanziamento di truppe, rendendo così la Russia prigioniera del blocco euroasiatico, indebolendo parallelamente gli alleati minori, bombardandone i territori.
Solo così gli USA potrebbero risultare come i vincitori di una guerra che rischierebbe di distruggere:
- le colonne portanti del loro sistema debitocratico
- la loro egemonia
- la loro influenza e il comando che esercitano sulla stragrande (e assoluta) maggioranza del pianeta.
Una chimera sfuggita al controllo geopolitico delle potenze internazionali, favorita da stati vicini, da USA e Israele, trova utilizzo nel contesto della minaccia russa all’espansionismo statunitense.
b) PRESENZA MILITARE USA IN AFRICA
Il presidente Obama ha definito l’ebola una ”minaccia alla sicurezza nazionale” ed è intenzionato ad inviare migliaia di militari che parteciperanno alla costruzione di nuovi centri di cura nelle zone più colpite dall’epidemia di ebola in Africa. Anche la Cina, primo partner commerciale del continente, si è mobilitata, assieme a Cuba, la quale ha inviato i suoi qualificatissimi medici e sanitari.
Teorici più radicali collegano lo scoppio della pandemia dell’ebola ad un orchestrato tentativo americano di occupare il continente nero. Un articolo di Mike Adams sembra avallare, se non la diretta partecipazione, un’ingerenza statunitense nella diffusione della pandemia. L’articolo in questione ci informa che la Tekmida, casa farmaceutica che ha iniziato la sperimentazione sul virus, posside un brevetto sull’ ”invenzione” dell’ebola:
”La presente invenzione è basata sull’isolamento l’identificazione di una nuova specie di virus ebola umano”.
Secondo l’autore dell’articolo, gli USA per espandere il porfolio del loro brevetto ed includervi ulteriori ceppi, dovrebbero raccogliere campioni del virus da sottoporre ad esperimenti. Questo, per Mike Adams, potrebbe essere il vero motivo per cui le vittime americane dell’ebola sarebbero state portate, contro ogni logica precauzionistica sanitaria, negli Stati Uniti. La situazione pare alquanto strana se ci soffermiamo sia sull’utilizzo delle parole ”sicurezza nazionale” (usata sono per i comunisti e gli ”stati canaglia”) e sia sul fatto che la Tekmira ha ricevuto finanziamenti dal dipartimento della difesa.
Al di la di ogni ragionevole dubbio, le precauzione russe e cinesi sono state immediate:
– La Russia ha provveduto alla sperimentazione di un vaccino iniziale, che ha superato con successo i pre-test.
– La Cina, invece, sta facendo sentire la propria presenza al fianco del partner commerciale, con equipe mediche e militari (da quando in qua i soldati sono addestrati per costruire ospedali?).
Ammesso che gli USA volessero intraprendere una guerra batteriologica per la conquista dell’egemonia planetaria si vedono limitati nelle opzioni ed intralciati nelle operazioni, ancora una volta, dalla capacità di risposta russa e dall’astuzia cinese.
CONCLUSIONI
L’analisi fin qui effettuata tenta di dare una risposta alle esigenti richieste di chiarificazione di quella piccola fetta di persone che segue, con un certo interesse, il mondo della politica internazionale e che, nei limiti, cerca di avvicinarsi ad una previsione che si riveli, in futuro, come la più corretta possibile. Ed è in virtù di quanto ho appena chiarito che mi appresto a completare la mia analisi, attraverso un confronto tra le potenzialità militari delle due supernazioni, al fine di trarre un giudizio che sia il frutto di una critica razionale delle eventualità prese in considerazione, nell’attuale contesto politico internazionale.
USA
Punti di forza
-1) Miglior intelligence
-2) Alleanza militare più forte del pianeta
-3) Numero maggiore di soldati
-4) Grande potere di condizionamento dell’opinione pubblica
-5) Alleanza con Israele in medio oriente
-6) Europa come zona d’influenza quasi completamente statunitense, con Francia e Inghilterra come alleati nucleari.
Punti deboli
-7) Sviluppo di una corrente politica marcatamente antiamericana e nazionalista
-8) Attriti con la Germania per via degli scandali riguardanti lo spionaggio
-9) Declino economico e debito pubblico stellare
-10) Estenuante pressione delle lobby
RUSSIA
Punti di forza
-1) Crescita della popolarità in Europa per via dell’aumento dei sentimenti anti-europeisti tra la popolazione (non tra i governi).
-2) Partenariato commerciale con i paesi del BRICS/BRIC/BRICST, più avvicinamento all’Iran, all’Argentina, alla Siria, a Cuba e Venezuela.
-3) Riserve di gas che potrebbero essere usate come minaccia contro ulteriori prese di posizioni da parte dell’Ue.
-4) Progetto della costruzione del gasdotto che aggirerebbe l’Ucraina e che potrebbe destabilizzare la fedeltà dei paesi dell’est Europa, nei confronti degli Stati Uniti.
-5) Miglioramento dell’esercito e in alcuni settori superiore a quello NATO.
-6) Accordo con Israele per il ritiro delle truppe e degli armamenti Israeliani lungo il confine ucraino.
Punti deboli
-7) Scarsa presenza in Africa e debole influenza nelle zona
-8) Accerchiamento quasi completato dai paesi NATO
-9) Economia suscettibile alle fluttuazioni dei mercati internazionali
-10) Timore di una presunta inferiorità tecnologica (come dimostrato dalla possibilità di chiudere internet in caso di necessità).
Analisi punti Stati Uniti
Gli USA sono a capo della più vasta alleanza militare mondiale e possono contare su due delle maggiori potenze europee (Inghilterra e Francia), come dimostrano i recenti raid in Siria, contro le forze dell’ISIS.
Per quanto riguarda la coalizione NATO, il numero delle truppe dei rispettivi paesi è il seguente:
1 Albania= 65.000
2 Belgio= 141.300
3 Bulgaria= 376.000
4 Canada= 111.355
5 Croazia= 42.000
6 Rep. Ceca= 62.650
7 Danimarca= 149.280
8 Estonia= 234.600
9 Francia= 779.450
10 Germania= 683.150
11 Grecia= 472.600
12 Ungheria= 135.700
13 Italia= 654.000
14 Lettonia= 22.750
15 Lituania= 337.100
16 Lussemburgo= 1.512
17 Paesi Bassi= 88.630
18 Norvegia= 276.000
19 Polonia= 418.300
20 Portogallo= 281.430
21 Romania= 281.100
22 Slovacchia= 50.900
23 Slovenia= 33.500
24 Spagna= 579.050
25 Turchia= 2.442.700
26 Regno Unito= 591.860
27 Stai Uniti= 3.385.400
28 Islanda= no esercito
Il numero totale dei soldati a disposizione è di 12.697.317 (dodici-milioni-seicento novantasette-mila), mentre gli USA ne contano, individualmente, 3.385.400, a cui si aggiungono i 2.584.115 dei pesi disposti ad un intervento diretto, ovvero di Francia, Polonia, Regno Unito, Germania, Canada, per un totale di 5.969.515 unità.
Per quanto riguarda invece i Paesi del Levante:
1 Cina= 702.400
2 Iran= 1.700.000
3 Russia= 1.994.000
Totale= 3.766.400
Mentre l’intera coalizione dei paesi anti-americani comprenderebbe:
1 Argentina= 850.000
2 Brasile= 2.254.600
3 Cina= 702.400
4 Cuba= 1.231.500
5 Iran= 1.070.000
6 Venezuela= 2.906.945
7 Russia= 1.994.000
Riassumendo:
Nel migliore dei casi, l’intero schieramento prevederebbe 12.697.317 soldati, nel peggiore, gli stati a favore dello scontro, prescindendo da qualsiasi condizione, avrebbero a disposizione 5.969.515 unità, nonostante tra questi vi siano nazioni, come Francia e Inghilterra, disposte sì a sostenere un conflitto, ma non senza accurate garanzie di intervento da parte degli altri stati.
Una piccola considerazione và fatta, come per i paesi NATO, anche per gli alleati dello zar Putin. La convergenza di interessi tra i paesi del blocco Sud Americano-Asiatico non implica la disponibilità per un intervento militare. Qui, nel migliore dei casi, le truppe raggiungerebbero le 11.009.445 di unità, mentre nella situazione opposta le truppe diminuirebbero fino a 3.766.400, se non addirittura a 2.690.400, contando solo Cina e Russia.
Le alleanze costituiscono un fattore decisivo per la vittoria di uno dei due schieramenti. La Russia magistralmente fonda la sua strategia sulla reciproca fiducia delle nazioni sue alleate, fiducia che si basa sul comune ”antiamericanesimo”, collante e amalgamante di nazioni così distanti geograficamente e così diverse per cultura. Ed è in virtù di quanto appena espresso che Putin ”inspiegabilmente” temporeggia, in modo da poter chiaramente identificare la disponibilità dei paesi ”avversari” nel voler attaccare la ”grande madre” Russia.
Nel favorire questo personale ”dividi et impera”, Putin si serve di due fattori decisivi:
- la minaccia di bloccare le forniture di gas
- il progetto del South Stream, in modo da minare gli equilibri interni (negli stati) ed esteri (tra gli stati) di quei paesi, quali Bulgaria, Grecia, Serbia, Ungaria, Austria, Slovenia, Italia, più inclini ai cambi di alleanze, poiché più sensibili alle opportunità internazionali.
RIFLESSIONI PERSONALI
Il modello bipolitico americano, fondato su di un fanatismo mistico-religioso di ascendenza cristiano-giudaico, si è espresso sottoforma di capitalistica ricerca di nuovi e indotti bisogni e di nuove e sempre più numerose necessità. Il collante di questa nuova religione è stato il simbolismo, un costante richiamo in identificazioni e in personalità stereotipizzate, deflagrante strumento della componente emotiva umana, nonchè alienante opera di manipolazione e di condizionamento. Il suo sempre più frequente utilizzo ha necessariamente portato alla sua massima esasperazione nichilista, approdando in tal modo all’era della globalizzazione. Non è corretto definire la globalizzazione come una evoluzione del capitalismo, con ripercussioni rivoluzionarie prettamente nel settore economico. La cosiddetta ”società di massa” ha sì assunto uno sviluppo consecutivo e parallelo, ma ha costituito e (nelle sopravvivenze) costituisce la base e, ancor più, le fondamenta di quel governo biopolitico che, attraverso un condizionamento della sessualità e delle componenti dell’umano, si ramifica e si vivifica nella e della de-personalizzazione e nella de-consapevolezza dei ”soggetti”, ora ”oggetti”, dell’esistente materiale. L’alienazione ha così successo e avviene nell’adattarsi a quell’ipocrisia sociale (già evidenziata sul nascere dalla società delle ”buone maniere” della letteratura francese); bene (l’ipocrisia) e sacrificio da sopportare per lo sviluppo di quel qualcosa di necessario che chiamiamo società. Ed è che qui sta il merito e l’astuzia dell’elite americana: nell’aver creato e indotto una necessità; prima bisogno e poi necessità ed ora divenuta componente ”umana”, di un essere materiale che nulla ha più umano, ma che continua vacuamente ad essere.
LA RUSSIA
La Russia è stata un laboratorio politico particolarmente interessante;
Da impero zarista, feudale per la stragrande maggioranza del territorio ancor nel XX secolo, ha subito una metamorforsi radicale, divenendo, per reazione, progressista e rivoluzionaria, per poi assumere definitivamente, dopo il crollo del muro di Berlino, la forma governativa attuale.
La Russia, economicamente, è un paese capitalista, tra i più industrializzati al mondo. È, inoltre, una potenza nucleare. Il governo esercita con razionale autorità, opponendosi cinicamemte, il più delle volte, alle destabilizzanti richieste d’autonomia delle etnie locali.
L’operato di Putin può riassumersi nelle seguenti componenti:
– Un regime politico pseudoautoritario, caratterizzato da un controllo diretto su esercito, politica ed economia.
– Connubio tra criminalità e polizia, con il lasciapassare del governo, per un maggior controllo sul territorio.
– Diffuso sentimento patriottico e cristiano-ortodosso, sfumato in un antiamericanismo, NON prettamente anticapitalista.
Putin, da buon ex agente del KGB, ha saputo orientare perfettamente le reazioni del popolo russo ai richiami del nazionalismo, approntando all’occorrenza aggressive politiche militari alternate da snervanti temporeggiamenti. La pragmaticità di talune drastiche decisioni, l’abilità nell’aver saputo conciliare storici nemici, unendoli contro più imminenti pericoli, l’assoluta preminenza per l’interesse nazionale, fanno dello ”zar” Putin l’unico superstite della vecchia scuola della realpolitik, nonostante la svalutazione a cui il termine è dovuto andare incontro dal XIX secolo ad oggi.
A differenza dell’occidente, la Russia non maschera la sua reale essenza dietro l’ipocrisia politica, la retorica, l’elaborazione di principi, il fanatismo patriottico e, alle volte, le ”convergenze parallele”. Non ha bisogno dell’eurocomunismo, né della finta alternativa partitocratica. Nonostante la presenza soffocante dell’autorità e della proverbiale corruzione, il 90% di consenso di cui gode Putin è attribuibile alla sua realpolitik, a favore e protezione, non di mercati, interessi, lobby e privati, ma solo ed esclusivamente del popolo Russo, della sua ortodossia e delle sue minoranze nei territori limitrofi. Tesi questa dimostrata sin dall’epoca dell’URSS, quando era ancor più viva ed evidente la discriminazione russa nei riguardi delle altre popolazioni, nonché dalla difesa e dall’appoggio delle minoranze russe nei territori confinanti.
Il mio augurio, da occidentale cresciuto in Europa, che ne ha acquisito inevitabilmente le categorie mentali, è che il modello asiatico vinca il secolare stallo con l’occidente, portando una diffusione di ”antidoto culturale” al mondo-modo che ci è stato imposto di vivere.
A postumo di una analisi comparata dei modelli, auspico una vittoria della Russia, ma rimango conscio del problema degli assetti post de-americanizzazione.
L’Europa è una realtà concettuale inesistente. Geograficamente e storicamente siamo legati all’Asia. L’Eurasia come tale corre il rischio di divenire una chimera, foriera di numerosi conflitti se non si procede ad un’accurata eliminazione delle classi dirigenti USA, nonché delle loro secolari oligarchie. Dal punto di vista socio-culturale, il modello americano, già presente in Russia, potrebbe prendere il sopravvento e trasformarla nella vecchia Russia paranoica e xenofoba.
Ma la domanda che mi pongo, in questo contesto, è:
Ma alla Russia interessa vincere?
I mediatici allarmismi USA e le precauzioni adottate sarebbero validi in vista di un imminente e certo conflitto. Il temporeggiamento russo nell’invadere l’Ucraina, aumentano le ansie degli Stati Uniti e degli alleati e, oltre a minare la stabilità dell’Europa (come già sta accadendo), mette in chiaro le future strategie. L’inizio di un conflitto non sarebbe favorevole né per l’una né per l’altra potenza, ma graverebbe di più sulla Russia. Suo scopo primario è difendere i cittadini russi e una guerra ne metterebbe comunque in gioco le vite. Un atto di forza e un riequilibrio degli assetti, provocate, entrambe, da una politica del terrore, sarebbero ben più che sufficienti per far implodere il morente gigante statunitense. Ma la vera e propria sicurezza per la Russia, e Putin lo sa bene, consisterebbe nell’elimimazione dell’elite politico-bancaria, a capo delle lobby e dei mercati internazionali, e dei relativi servitori.
Concludo questo mio prolisso articolo invitando il lettore a non enfatizzare troppo una eventuale vittoria russa e a non confidare in essa le speranze di una eventuale ”liberazione”. Putin da russo, da eccelso russo, ama la sua patria e per essa sarebbe disposto a tutto. Nel corso della storia, la Russia ha agito solo per difendere le sue genti e i suoi interessi. La difesa del territorio è stata il loro unico obiettivo. Una vittoria russa consisterebbe nell’adottare a livello internazionale il principio di non ingerenza, ovvero, l’abbandono dell’Italia al suo ruolo di sempre, alla deriva tra Francia, Germania e Inghilterra. Seppur l’eliminazione completa delle classi dirigenti USA in Europa porterebbe all’ascesa dei nazionalismi conservatori, questi, privi di esperienza e di coraggio, sarebbero fagocitati, inevitabilmente, dalle decisioni delle nazioni che contano di più, sia a livello economico, sia militare.
Detto in poche parole, il destino dell’Italia è oramai segnato; solo Germania e Francia potrebbero condurre, da uniche reali potenze europee, ad una totale riorganizzazione degli equilibri, ma tutto ciò alla Russia non interessa. Al massimo potrà provvedere all’instaurazione di un governo simpatizzante, ma non sarà mai alleata di una ex colonia yankee. Ed è dunque con queste righe che esorto eventuali ideologi, poco razionali, nel mantenere sempre lucida e attiva la loro capacità di analisi e nel non sperare in un miracoloso e salvifico intervento, poiché sia russi che americani non hanno mai considerato l’Italia e simili necessari o utili per i loro interessi, né tanto meno non sacrificabili per la loro sopravvivenza.
Chris Barlati
Fonte: www.comedonchisciotte.org
13.10.2014
Note:
1 l’ideologia per Marx è una visione distorta della realtà. Le successive ”ideologie” sono personalizzazioni del pensiero marxista,
2 come accaduto con Lenin.
3 Dietro la ”potente lobby ebraica” degli USA c’e’ qualcun altro : http://byebyeunclesam.wordpress.com/2010/10/01/john-kleeves-selezione-ragionata-di-articoli-ed-interviste/
4 Eurocomunismo, convergenze parallele, brigate rosse: tutte false alternative al guinzaglio della Cia e dei loro garanti (come Giulio Andreotti per l’italia).
FONTI:
- http://www.huffingtonpost.it/pandora-tv/putin-2004-anticipazione-scenario-geopolitico_b_5901178.html?utm_hp_ref=esteri
- http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=9809
- http://www.russia-facile.com/capitalismo-in-russia.html
- http://www.euroscettico.com/governo-sloveno-dice-basta-ricetta-europea-alle-privatizzazioni/
- http://it.m.wikipedia.org/wiki/Karl_Marx#Il_Capitale
- http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=13919&mode=thread&order=0&thold=0
- http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=13979
- http://www.tempi.it/un-altro-mondo-e-possibile-russia-putin-occidente#.VCeh5jBuvMI
- http://www.mainfatti.it/Barack-Obama/Obama-a-ONU-minacce-mondiali-Ebola-Russia-e-ISIS-Mosca-e-perplessa_068635033.htm
- http://www.secoloditalia.it/2014/08/ebola-arriva-il-vaccino-sperimentale-dalla-russia-superati-con-successo-i-pre-test/
- http://www.repubblica.it/online/mondo/afgnove/taliban/taliban.html
- http://www.lastampa.it/2014/09/17/esteri/obama-incontra-i-generali-per-pianificare-lattacco-allisis-DQT3xzcvrEhzON2LS1b82L/pagina.html
- http://www.infowars.com/americas-covert-re-invasion-of-iraq/
- http://it.m.wikipedia.org/wiki/Guerra_d’Iraq#Costo_della_guerra_in_Iraq
- http://www.lafucina.it/2014/09/02/fidel-castro-usa/
- http://www.si24.it/2014/09/03/cosa-e-isis-perche-spaventa-occidente-al-qaeda-terrorismo-islamico-iraq-siria/64375/
- http://iononstoconoriana.blogspot.it/2014/09/alastair-crooke-la-guerra-allo-stato.html
- http://informare.over-blog.it/article-un-discorso-di-putin-da-scolpire-nella-pietra-123020294.html
- http://www.panorama.it/economia/guerra-gas-russia-ucraina-tre-fronti-scontro/
- http://byebyeunclesam.wordpress.com/2014/09/22/il-premio-degli-usa-per-i-governi-che-si-disarmano/#more-11277
- http://www.carmillaonline.com/2014/09/20/i-ribelli-donbass/
- http://it.m.wikipedia.org/wiki/Guerra_dell’Ucraina_orientale_del_2014
- http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/annessione-crimea-a-russia-gorbaciov-corregge-errore-storico-20140317_154038.shtml
- http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main?fn=srchFd&id=SEARCH/NEWS24/ABUDsdUB
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- http://www.assoelettrica.it/south-stream-e-tap-i-gasdotti-della-geopolitica/
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- http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=13917
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- http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=75209
- http://informazionescorretta.altervista.org/blog/perche-gli-stati-uniti-si-preparano-ad-attaccare-la-siria/
- http://informazionescorretta.altervista org/blog/lettera-assad-agli-uniti-come-siria-sta-attirando-presidente-obama-sua-ragnatela/?doing_wp_cron=1411417521.5644860267639160156250
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- http://geopoliticamente.wordpress.com/2013/11/06/a-che-punto-e-lo-scudo-antimissile-della-nato/
- http://www.lettera43.it/politica/putin-usano-l-ucraina-per-rianimare-la-nato_43675140431.htm
- http://www.pandoratv.it/?p=1788
- http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/05/nato-potenzia-armamenti-allest-europeo-media-russi-firmata-tregua/1111433/
- http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/01/fidel-castro-portavoce-della-nato-ricordano-ss-naziste/1104652/