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LUSSEMBURGO NON E’LA PROSSIMA CIPRO, NON ANCORA, MA ….

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A cura di Bosque Primario
Il 2 Maggio 2013
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FONTE: TESTOSTERONEPIT.COM

Il Granducato di Lussemburgo, con una popolazione di poco più di mezzo milione di abitanti, persino meno della piccola Repubblica di Cipro nella zona euro, si posiziona tra i primi tre stati a livello mondiale in termini di PIL pro capite. In un sondaggio sulla ricchezza dell’Eurozona, risulta possedere la più alta ricchezza media per famiglia – € 710.100. Solo Cipro – quando era il centro bancario off-shore della zona euro – arrivava quasi a questi livelli. Eppure, il Lussemburgo ora rischia il crollo.

Ci sono 141 banche – intendiamo vere Imprese Bancarie, non bancomat- una ogni 3.808 persone. La maggior parte delle banche fanno private banking. Nel 2010 il settore finanziario ha prodotto un aumento del 38% del PIL e ha contribuito al 30% alle entrate fiscali del paese, secondo dati dell’Associazione dei banchieri del Lussemburgo (ABBL). Tutto questo grazie al segreto bancario e alla normativa fiscale. Ma all’improvviso, dopo che Cipro è stata massacrata, Lussemburgo vacilla.

Con i potenti cannoni tedeschi, e con le pistolette delle altre nazioni puntate contro, il Lussemburgo ha accettato di partecipare ad un accordo internazionale che prevede un sistema automatico di condivisione dei dati che, a partire dal 2015, invierebbe i dati bancari dei clienti stranieri nei loro paesi di origine. Il primo ministro Jean-Claude Juncker, un tantino sulla difensiva, ha proclamato che togliere il segreto bancario non sarebbe un grosso problema e che il Lussemburgo non ha vissuto finora di evasione fiscale. Per le banche, (“le luci non si spegneranno nel 2015″.)

Juncker, durante la debacle dei salvataggi nell’intera Eurozona, che ha presieduto come Presidente dell’Eurogruppo, fino a febbraio scorso, aveva dimostrato di essere ogni volta un ottimista incallito.

“E’ previsto che solo 60 – 70 banche sopravvivranno nei prossimi anni”, ha dichiarato Alain Steichen, un eminente avvocato fiscale lussemburghese, in una conferenza sulle conseguenze dell’accordo di condivisione dei dati. E Junckers dovrebbe saperlo. Come risulta dal suo profilo online, “ha assistito la Thomson nella fusione con la Reuters quando ha formato la Thomson Reuters, che ha la sede del gruppo di partecipazione a Lussemburgo ed ha anche seguito la Chase Manhattan nell’acquisizione- fusione di JP Morgan, quando hanno formato la loro holding principale sempre a Lussemburgo.

Ci sono un sacco di vantaggi nel fare business passando per il Lussemburgo.

Unendo segreto bancario e società prestanome si riesce a creare dei cocktail veramente succosi. Si è formato un intero settore di “fiduciarie” che svolgono bene questo lavoro. Queste aziende di contabili, di revisori e di consulenti legali mettono su e gestiscono aziende capaci di godere di agevolazioni fiscali, le infami società fantasma, i cui direttori e dirigenti sono le stesse società fiduciarie. I clienti e le origini del loro denaro restano anonimi per il mondo esterno. Una configurazione ideale per riciclare denaro sporco. Questo perché la banca sta facendo affari con una società fantasma lussemburghese, non con un cliente straniero, e perché i firmatari sono colonne della stessa società lussemburghese, e la loro vera proprietà resterà refrattaria alle disposizioni che prevedono una condivisione automatica dei dati. Ma ora le aziende fantasma troppo sono sotto attacco, non solo da parte dei paesi europei, ma anche del Congresso degli Stati Uniti.

“Mi aspetto un serio cambiamento del panorama bancario, perché molti clienti ritireranno i loro soldi “, ha spiegato Alain Steichen. Certe banche, ha detto, “perderanno la massa critica necessaria per sopravvivere.”

Le banche private di cui si parla gestiscono 300 miliardi di euro, che generano 3,14 miliardi di euro di fatturato e che, secondo la ABBL, hanno prodotto 503 milioni di euro in tasse. Oltre 10.000 persone sono occupate direttamente o indirettamente nella gestione di questo patrimonio, il 19% sono lussemburghesi e gli altri vengono dall’estero. Se la metà di questo affare dovesse sparire, anche i superstiti dovrebbero ridursi.

“Una gran parte dei clienti hanno portato fondi neri nelle banche lussemburghesi” – ha sottolineato Steichen – e non avrebbero altra opzione che chiudere i loro conti in Lussemburgo. Potrebbero riportare i loro fondi a casa – e pagare le tasse, le imposte, e le sanzioni – o trasferirli a Singapore, a Monaco, o in altri torbidi paradisi bancari. In entrambi questi casi, questi fondi lascerebbero il Lussemburgo. Il loro potere di generare reddito, posti di lavoro, e imposte evaporerebbe comunque.

Questo “denaro non dichiarato” è stato chiamato “denaro nero” nella battaglia su Cipro, e una gran parte arriva dai russi. I paesi del Nord Europa si sono ribellati al salvataggio di queste aziende fantasma e dei loro conti bancari che custodiscono fondi- neri. Mentre era in questa faccenda affaccendata, l’Europa del Nord, tra cui la Francia, in questo caso, ha affondato l’intera barca dell’ off-shore, ha paralizzato l’economia cipriota, fracassato la sua principale fonte di reddito e di ricchezza, e ha demolito il suo modello di business. Incoraggiati da questo successo, i paesi del Nord Europa, tra cui ora anche il Regno Unito, hanno puntato i loro cannoni in direzione del Lussemburgo.

Il Lussemburgo è rimasto inorridito. Ci sono troppe analogie tra il Lussemburgo e Cipro – le società fantasma, i fondi neri stranieri, un settore finanziario ben florido, una cospicua ricchezza delle famiglie …. mentre si vive in un’epoca di austerità con pensioni, salari e servizi sociali che devono mettere la testa sul ceppo in tanti altri paesi. Le tasse sono portate, come in Francia ( e in Italia ), ad un livello assurdo. I poveri devono stringere la cinta ovunque. Quindi, l’evasione fiscale sia dei ricchi che dei meno ricchi è diventata un bersaglio ovvio. I governi devono difendersi non solo dagli evasori che hanno in casa, ma più opportunamente dai paesi che permettono di svolgere attività che servono ad aiutarli a evadere le tasse.

Con il 38% del PIL, che dipende da settore finanziario, il Lussemburgo non può rischiare una “transizione” improvvisa verso un nuovo modello di business, come è successo a Cipro. Alcune delle banche potrebbero fallire durante questo processo che provocherebbe una depressione e distruggerebbe la ricchezza del paese. Invece, il Lussemburgo vorrebbe collaborare e chiede in cambio una transizione graduale, lasciando aperta qualche crepa, e lasciando un po’ di spazio di manovra, consapevole che i bei tempi sono finiti e che dall’altra estremità dello spettro, ci sarebbe uno scenario cipriota.

In Spagna con l’austerità si è riusciti a tagliare un settore pubblico esagerato, ma il settore privato, invece di prendere in mano il gioco, ha distrutto i posti di lavoro, quasi quattro volte più di quello pubblico! La speranza è che questo fiasco finalmente finisca e cambi rotta o che accada qualcosa che riavvii un circolo virtuoso, prima che avvenga l’indicibile.
Ma finora, tutto è inesorabilmente peggiorato.

Fonte: http://www.testosteronepit.com

Link: http://www.testosteronepit.com/home/2013/4/26/luxembourg-is-not-the-next-cyprus-not-yet-but.html
26.04.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO

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