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La Redazione

 

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L'USA Patriot Act e la Legge nazista dei pieni poteri

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A cura di Truman
Il 3 Luglio 2005
290 Views
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Questo specifico decreto presenta evidenti analogie con il Patriot Act statunitense:

1) La Legge dei Pieni Poteri

il 23 marzo 1933, i neoeletti ministri del Reichstag si riunirono alla Kroll Opera House di Berlin per deliberare sulla promulgazione della “Ermächtigungsgesetz” di Hitler. La cosiddetta “Legge dei Pieni Poteri” fu poi denominata ufficialmente ‘Legge per combattere l’angoscia del popolo e del Reich”.

Gli oppositori replicarono che il decreto avrebbe posto fine alla democrazia in Germania e legalizzato la dittatura di Adolf Hitler. Per attenuare le resistenze alla promulgazione della legge, i Nazisti inscenarono segretamente dei disordini per creare un’atmosfera disturbata che inducesse a credere alla necessità di una legge simile per restaurare l’ordine sociale.
Fu così che il 27 febbraio 1933 i Nazisti appiccarono un incendio all’edificio del Reichstag, che ospitava appunto la sede del governo, causando scompiglio e oltraggio. Riuscirono a far ricadere la colpa dell’incendio sui comunisti, sostenendo che l’evento segnava l’inizio di un diffuso terrorismo e stato di disordine che avrebbe minacciato la sicurezza della “Patria” tedesca. Il giorno della votazione, le SS naziste circondarono il teatro dell’opera inneggiando “Pieni poteri – o niente! Vogliamo la legge – o fuoco e morte!”.

I Nazisti colsero l’occasione per arrestare 4000 comunisti. Non solo sfruttarono l’incidente a scopi di propaganda anticomunista, ma arrestarono anche altri 40.000 membri dell’opposizione. Fu così che riuscirono nell’intento di eliminare la democrazia e garantirsi la maggioranza in parlamento.

Dopo l’incendio del 28 febbraio, il presidente Hindenburg e Hitler si appellarono all’articolo 48 della Costituzione di Weimar, che consentiva la sospensione delle libertà civili in caso di emergenza nazionale. Alcune parti del decreto del Presidente del Reich “per la protezione del popolo e dello stato” contemplavano l’abrogazione dei seguenti diritti tutelati dalla Costituzione: libertà di stampa, libertà di espressione, diritti di proprietà individuale, diritto di riunione e associazione, diritto alla privacy nelle comunicazioni postali ed elettroniche, diritto di autogoverno degli stati e tutela da perquisizioni e sequestri illeciti.

Prima del voto, Hitler tenne un discorso davanti al parlamento in cui promise di limitare l’uso di tali poteri. Promise inoltre di porre fine alla disoccupazione e di promuovere la pace multilaterale con la Francia, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica.

E sostenne che per raggiungere tali obiettivi aveva bisogno che la Legge dei pieni poteri fosse promulgata. Poiché il decreto avrebbe comportato una modifica della costituzione tedesca, era necessario ottenere la maggioranza dei due terzi del parlamento. In pratica, Hitler aveva bisogno dei voti di 31 deputati non nazisti per far passare la legge. E li ottenne dal partito di centro in cambio di false promesse. Il decreto passò con 440 voti favorevoli e soli 84 contrari, quelli dei socialdemocratici. Il partito nazista trionfante si alzò in piedi e intonò il canto dell’Hörst Wessel. Il partito democratico tedesco fu così soppresso e il sogno di Hitler della supremazia nazista fu prossimo a divenire realtà.

Il decreto sui pieni poteri forniva a Hitler il potere cui ambiva e che poteva ormai esercitare senza obiezioni da parte del parlamento. Subito dopo la promulgazione della legge, Hitler fece sciogliere tutti gli altri partiti, liquidò i sindacati e arrestò i membri del clero che lo contrastavano. Il partito nazista era diventato lo stato, come disse lo stesso Hitler. Entro l’agosto 1934, Hitler si era nominato comandante in capo dell’esercito, oltre che ricoprire la carica di Presidente e Führer del Reich tedesco, al quale ogni membro dell’esercito doveva obbedienza incondizionata. Il parlamento non era più un luogo di dibattito, ma una platea pronta ad accogliere festosa ogni parola proferita da Hitler.

2) Confronto con il Patriot Act del ventunesimo secolo

Nel settembre scorso, il ministro tedesco della Giustizia Herta Daeubler-Gmelin sottolineava come George Bush stesse usando l’Iraq per distrarre l’opinione pubblica americana dai suoi fallimenti in politica interna e concludeva la sua asserzione ricordando: “E’ un metodo efficace. Anche Hitler lo usò.” Quello che non è stato colto da chi ha reagito al commento della Daeubler-Gmelin è che il ministro non stava paragonando Bush all’Hitler del periodo a cavallo degli anni ’40, ma all’Hitler del periodo a cavallo degli anni ’30.

Molti americani hanno dimenticato che Hitler salì al potere legalmente e che lui e il suo partito furono eletti democraticamente in un periodo di gravi disordini e di una grave crisi nazionale. Certo, erano stati proprio loro a causare gran parte di quei disordini, ma è proprio questo che rende più necessario il paragone con Bush.

Analogamente all’amministrazione Bush, il partito nazista fu fondato e infine spinto al potere da ricchi industriali in cerca di favori governativi sotto forma di agevolazioni fiscali, sostanziosi contributi statali e leggi che indebolissero i diritti dei lavoratori. Quando il Reichstag (l’edificio del parlamento tedesco) fu messo alle fiamme nel 1933 (probabilmente dai Nazisti), i Nazisti ne incolparono i loro rivali politici. Nel panico generale che seguì, il Parlamento tedesco fu purgato di tutti i deputati di sinistra che avrebbero potuto mostrarsi indulgenti verso comunisti e stranieri e i pochi che furono risparmiati VOTARONO per garantire poteri dittatoriali al Cancelliere Hitler. Iniziò così il lungo odioso incubo.

La storia ci insegna quanto sia sorprendentemente facile alienare un popolo ragionevole e intelligente dai propri diritti. Un leader e un partito legalmente eletti possono manipolare facilmente gli avvenimenti di una nazione per scatenare la paura, perseguire i capri espiatori, disperdere i dissidenti e convincere le masse che è necessario sospendere le loro libertà (temporaneamente, ovviamente) nel nome della restaurazione dell’ordine civile.

Provate a leggere le due affermazioni seguenti e a indovinarne gli autori:

Prima affermazione: “Qualsiasi popolo può essere costretto all’obbedienza al proprio leader. È facile. Basta fargli intendere di essere minacciato, tacciare i pacifisti di mancare di patriottismo e di esporre il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in qualsiasi paese”.

Seconda affermazione: “A coloro che terrorizzano gli amanti della pace paventando il fantasma delle libertà perdute io dico: La vostra strategia non fa che aiutare i terroristi, perché erode la nostra unione nazionale e indebolisce la nostra determinazione”.

La prima affermazione è una citazione del braccio destro di Hitler, Hermann Goering, che spiegava durante il processo intentatogli per crimini di guerra come fu facile per lui e i suoi compari nazisti tenere in ostaggio il governo democratico tedesco. La seconda citazione è del braccio destro di Bush, John Ashcroft, che nella sua dichiarazione a difesa del Patriot Act spiega come il dissenso non possa più essere tollerato nell’era del terrorismo. Ebbene, se tutto ciò non vi fa scendere un brivido lungo la schiena, nient’altro potrà farlo.

Quando si cominciò a sparare a Lexington Green nel 1775, quelli che si autodefinirono patrioti erano uomini e donne che rifiutavano di cedere i propri diritti ad un governo sempre più oppressivo. Oggi, secondo John Ashcroft e il suo Patriot Act del 2001, patriota è chi si inginocchia per la paura e cede i suoi diritti al governo nel nome della lotta al terrorismo. Non è fin troppo evidente l’ipocrisia di tutto questo? L’amministrazione Bush ci vuole a combattere in Afghanistan, a combattere in Iraq e a combattere ovunque possano annidarsi i terroristi. Ma per favore diteci: per cosa combatteremmo? Beh, secondo la Casa Bianca, stiamo combattendo per la libertà. E invece la libertà è proprio quello che la Casa Bianca ci chiede di ALIENARE nel nome della guerra al terrorismo.

Cosa sta succedendo in realtà, allora? Ovviamente, è tutta una menzogna. Al governo di Bush non interessa proteggere la nostra libertà dall’attacco dei terroristi più di quanto non interessava a Hitler proteggere i Tedeschi dal Comunismo, dagli Ebrei e da tutti i gruppi che fece suoi capri espiatori. Bush sta combattendo solo per proteggere se stesso e gli industriali che lo finanziano. Si nasconde dietro il paravento della sicurezza nazionale e dietro una sequela di slogan di guerra da lui stesso creati. E dietro quella cortina di fumo, l’azienda Bush sta perseguendo gli stessi vecchi obiettivi ambiti da Hitler nei decenni Venti e Trenta: servire gli interessi dei grandi industriali che lo hanno portato al potere.

C’è un nome per i governi che servono gli interessi del mondo degli affari a spese dei cittadini: fascisti. Vi elenchiamo un breve riassunto dei diritti che abbiamo già alienato dall’11 settembre a oggi. Gran parte di questi abusi vengono perpetrati grazie a un’unica legge chiamata Patriot Act del 2001, passata in fretta e furia al Congresso senza dibattito dopo gli attacchi alle torri gemelle. Molti dei congressisti che l’hanno votata hanno poi ammesso di non averne neanche letto il testo.

3) Dieci pericoli fondamentali del Patriot Act che ogni americano dovrebbe conoscere.

N. 1: Il governo può condurre segretamente indagini tramite suoi agenti, abilitati a entrare in casa vostra o nella vostra azienda per condurre perquisizioni senza informarvene fino a molto tempo dopo il fatto.

N. 2: Gli agenti del governo possono costringere bibliotecari e librai a rivelare i titoli dei libri presi a prestito o acquistati da qualsiasi individuo, nonché rivelare l’identità di chiunque abbia acquistato o preso a prestito certi titoli. Il governo può anche perseguire biblioteche e librerie che informino gli interessati dell’avvenuto controllo o persino che li informino che è in corso un’indagine. Secondo il legale dell’ACLU Jameel Jaffer, tali “ricerche possono estendersi agli ambulatori medici, alle banche e altri istituti che prima, come le biblioteche, erano per legge escluse dalla portata delle indagini”. Chris Finan, Presidente dell’associazione dei librai americani, aggiunge: “Il rifiuto del Dipartimento della Giustizia di riferire al Congresso sul numero delle occasioni in cui ha utilizzato tali facoltà è anche più sconcertante perché porta naturalmente a sospettare che le utilizzi molto spesso .”

N. 3: Gli agenti federali sono autorizzati all’impiego di apparecchiature nascoste allo scopo di intercettare telefonate o e-mail di persone che non sono nemmeno sospettate di un crimine. Alla FBI è persino consentito l’impiego della tecnologia detta Lanterna Magica per monitorare tutto ciò che si fa sul computer, registrando non solo i siti web visitati ma OGNI SINGOLA BATTUTA della tastiera.

N. 4: Gli agenti del governo sono autorizzati a fermare e detenere individui “sospettati” di attività terroristica e di trattenerli INDEFINITAMENTE, SENZA OBBLIGO DI IMPUTAZIONE, e SENZA CONSULENZA LEGALE. (A proposito, potrebbe succedere anche a me o a voi per aver mandato o ricevuto questo testo).

N. 5: Gli agenti federali sono autorizzati a condurre indagini su cittadini americani e possessori di permesso di soggiorno semplicemente per aver partecipato ad attività protette dal Primo Emendamento, come scrivere una lettera a un redattore o partecipare a una manifestazione pacifista.

N. 6: Le forze dell’ordine sono autorizzate ad ascoltare le discussioni fra i prigionieri e i loro consulenti legali, negando quindi loro il diritto costituzionale alla confidenzialità del rapporto.

N. 7: Le persone sospettate di terrorismo possono essere processate in tribunali militari segreti, dove gli imputati non godono del diritto a un processo pubblico, né ad essere giudicati da una giuria, né a discutere le prove, né ad appellarsi a una corte indipendente. In breve, qui la Costituzione non vale.

N. 8: La CIA è autorizzata a spiare i cittadini americani, un potere prima negato all’organizzazione di spionaggio internazionale.

N. 9: Oltre al Patriot Act, l’amministrazione Bush ci ha regalato Operation TIPS, un programma governativo che incoraggia i cittadini a spiarsi reciprocamente e riferire alle autorità sulle attività dei vicini. Questo è ESATTAMENTE il tipo di cose per le quali abbiamo a suo tempo biasimato la Germania dell’Est e l’Unione Sovietica, e per le quali oggi biasimiamo la Cina rossa e la Corea del Nord. Fortunatamente, pare che Operation TIPS (o, com’è stata definita da molti suoi detrattori, AmeriSnitch – Amerispione, n.d.t.) sia stata ritirata dal commercio – almeno per il momento. (A margine, con un brillante “occhio per occhio”, Brad Templeton ha allestito un sito web all’indirizzo http://www.all-the-other-names-were-taken.com/tipstips.html dove si possono denunciare i sospetti informatori di Operation TIPS. È un sito interessante e divertente, vale la pena di darci un’occhiata).

N. 10: Sulla scia di Operation TIPS è arrivato anche di peggio, il cosiddetto Total Information Awareness, abbreviato in TIA, un programma del Ministero della Difesa che, quando completamente operativo, assocerà i database commerciali e governativi e il ministero potrà mettere le mani su qualsiasi informazione voglia sui cittadini. William Safire, giornalista del New York Times, scrive: “Ogni acquisto che farete con la carta di credito, ogni rivista cui vi abbonerete e ogni ricetta medica che chiederete, ogni sito web che visiterete e e-mail che spedirete o riceverete, ogni titolo di studio che riceverete e movimento bancario che farete, ogni gita che prenoterete e ogni manifestazione cui parteciperete, tutte queste transazioni e comunicazioni arriveranno a quello che il Ministero della Difesa chiama enorme database virtuale centralizzato.” E non finisce qui. Chi ha nominato a capo della TIA il nostro presidente? Chi è diventato così il Grande Fratello in persona? Altri non è che John Poindexter, un uomo condannato nel 1990 sulla base di cinque imputazioni per aver mentito al Congresso, distrutto documenti ufficiali e intralciato le indagini del Congresso sul caso Iran-contra. Insomma, un secondo Hermann Goering, se mai il primo è esistito.

4) COMMENTO DI BILL MOYERS SUL PATRIOT ACT

Mentre si insinua nella vostra vita privata, il governo di Bush si mette al riparo dal pubblico scrutinio. Ha stracciato la legge sulla libertà di informazione, ha chiuso nel cassetto gli archivi della presidenza non solo dell’attuale amministrazione ma anche delle precedenti fino a quella di Reagan, e ha persino secretato i documenti del governatorato di George W. Bush così che la gente del Texas non possa sapere cosa ha fatto quando era loro governatore.

Non sorprende, quindi, che l’amministrazione Bush stia sfruttando la legislazione antiterrorismo e gli ordini esecutivi per tutelare dalle indagini e dalla giustizia le aziende che gli fanno da sponsor. Così, per esempio, la casa farmaceutica Eli Lilly ha recentemente ottenuto l’immunità per tutte le cause intentate contro di essa – persino quelle avviate molto prima dell’inizio della guerra al terrorismo – e legate a un vaccino prodotto rivelatosi causa di autismo in molti bambini (la Eli Lilly ha sovvenzionato le due ultime campagne elettorali con oltre 3 milioni di dollari). Analogamente, il governo Bush ha protetto il brevetto della Bayer sull’antibiotico Cipro sfruttando il panico da antrace, quando invece in altri paesi, come il Canada, hanno sciolto il brevetto consentendo ad altre case farmaceutiche di produrre l’antibiotico a costo più basso in caso di emergenza.

È interessante notare che durante il secondo conflitto mondiale la Bayer apparteneva al gruppo I.G. Farben, il maggior sponsor del partito nazista. La I.G. Farben produceva per la macchina da guerra nazista benzina e gomma e il gas Zyklon B che venne usato per sterminare milioni di ebrei e altri “nemici di stato”. In cambio di tali servigi, i Nazisti assicurarono alla Farben (e alla Bayer) lucrosi contratti governativi e il lavoro di molti schiavi nei campi di concentramento.

Sotto il fascismo più mite e gentile di George W. Bush, alle grandi corporation americane è consentito di fare affari con il Dipartimento della Sicurezza della Patria, nonostante le stesse sottraggano al governo ingenti redditi fiscali impiantando attività all’estero, per esempio nelle isole caraibiche. Una volta gli evasori fiscali venivano puntualmente perseguiti e puniti, mentre ora si premiano con sostanziosi appalti governativi. La manodopera schiavizzata sarà poi così estranea a tutto ciò?

E magari finisse qui la folle corsa dell’amministrazione Bush sulla strada del fascismo. Già nel novembre 2001, William Safire accusava il governo Bush di “accaparrarsi un potere dittatoriale”. Ebbene, ancora non aveva visto nulla, caro signor Safire. Proprio quando pensavamo che peggio di così non potesse andare, quando pensavamo che non ci fossero più libertà da perdere e che ci potessimo ancora definire una “società libera”, ecco che veniamo a sapere che l’amministrazione Bush vuole portarci via molto più che i nostri diritti. Un documento segreto è appena uscito dal Ministero della Giustizia di John Ashcroft e arrivato al Centro per l’Integrità Pubblica. Il documento del 2003, intitolato “Domestic Security Enhancement Act” [decreto sul miglioramento della sicurezza interna, n.d.t.], sembra essere la bozza di una nuova legge antiterrorismo, prosieguo molto più vigoroso del Patriot Act. Se fosse approvato, darebbe al potere esecutivo nuove e devastanti facoltà di monitoraggio in politica interna, ed eliminerebbe gran parte dei pochi strumenti rimasti a protezione del popolo contro la tirannia.

Si tratta del Patriot Act sugli steroidi. Charles Lewis del Centro per l’Integrità Pubblica ha messo il documento a disposizione di Bill Moyers, che lo ha esaminato su NOW, il suo programma settimanale sulla PBS. La puntata è stata trasmessa alla radio venerdì 7 febbraio scorso, ma finora nessun notiziario popolare si è interessato a questa incredibile vicenda. Potete leggere la trascrizione della puntata di NOW e il documento stesso online all’indirizzo http://www.pbs.org/now/. Potete anche leggere l’analisi del documento effettuata dal Centro per l’Integrità Pubblica su www.publicintegrity.org/.

Il dottor David Cole, docente di diritto presso l’Università di Georgetown e autore di “Terrorism and the Constitution” ha esaminato il documento, esprimendosi così: “Credo sia una proposta alquanto radicale, che autorizza gli arresti segreti e conferirebbe al Procuratore un’autorità sostanzialmente incontrollata di esiliare chiunque a suo giudizio costituisse un pericolo per i nostri interessi economici. Priverebbe gli individui della cittadinanza per aver aderito ad associazioni politiche lecite.

“Arresti segreti”? Abbiamo sentito bene? Sembra che il Dipartimento per la Sicurezza della Patria si stia trasformando nel KGB. Il primo Patriot Act già consentiva di incarcerare un sospettato a tempo indefinito senza l’assistenza di un avvocato e senza formulazione di accusa. Se il Patriot Act II verrà promulgato, anche gli arresti diventerebbero segreti. Ciò significa che i dissidenti (o chiunque altro, se è per questo) potrebbe scomparire senza lasciar traccia, proprio come succedeva nella Germania nazista, nella Russia stalinista e nel Cile di Pinochet.

Il Patriot Act II conferirebbe anche maggiori immunità al Big Business. Così, per esempio, una grande azienda potrebbe impunemente scaricare tossine nel fiume della vostra città senza che voi veniste a saperlo, perlomeno finché i pesci comincerebbero a morire e i figli dei vostri vicini nascessero deformi. E allora, se andaste in causa e vorreste sapere cosa ha scaricato nel fiume la tal azienda, questa potrebbe rifiutarsi di fornire l’informazione invocando motivi di sicurezza nazionale. Jim Hightower la mette cosi: “Per proteggere qualsiasi cosa voglia tenere segreta all’opinione pubblica — per esempio un’imbarazzante fuoriuscita di sostanze chimiche –, un’azienda non dovrà far altro che fornire la documentazione al Dipartimento di Sicurezza Pubblica e definirla “informazioni infrastrutturali importanti”.

Ah ma c’è anche di peggio da temere. Il documento è stato redatto all’inizio di gennaio, ma sembra che finora gli unici membri del Congresso che siano a conoscenza della sua esistenza sono il presidente della camera Dennis Hastert e il Vicepresidente Dick Cheney. (Il Vicepresidente presiede il Senato ed è quindi membro del ramo legislativo oltre che dell’esecutivo). Questo solleva una domanda inquietante: Perché la Casa Bianca ha tenuto questa legge nel cassetto per un mese?. Se i grandi capi dell’azienda Bush credono veramente di aver bisogno di questi ampi poteri per proteggerci dai terroristi, perché non tirano fuori la legge e cominciano a discuterla? La risposta è fin troppo chiara. Con ogni probabilità, l’amministrazione Bush stava progettando di evitare il dibattito e di far saltar fuori la legge nel bel mezzo di uno stato di emergenza nazionale. Forse durante la guerra con l’Iraq, per esempio. O forse dopo il prossimo attacco terrorista. O persino dopo l’incendio al Reichstag.

Se qualche uomo coraggioso non avesse fatto uscire il documento dal Ministero della Giustizia, la Casa Bianca sarebbe riuscita tranquillamente a farlo passare al Congresso senza dibattito nel mezzo della prossima crisi nazionale, proprio come fece con il primo Patriot Act dopo gli attacchi dell’11 settembre. Se la legge fosse discussa oggi, in circostanze di relativa stabilità, il Congresso la rigetterebbe e ne impedirebbe la promulgazione anche in possibili momenti di crisi futuri. C’è un solo problema. La discussione non potrà cominciare fintanto che altri americani non verranno a conoscenza di questa legge, ma finora il Washington Post resta l’unica grande fonte di informazione ad aver solo MENZIONATO questa storia dopo le rivelazioni di Bill Moyers venerdì sera.

Fonte:http://unslaver.com/
Link:http://unslaver.com/forum/index.php?topic=70.0
3.06.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RAFFAELLA GRASSELLI

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