L’UNIONE EUROPEA FINANZIA LA CORRIDA

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DI DANNY PENMAN
Daily mail

Il toro Santanero si accascio’ sulle ginocchia. Gli usciva sangue dalla bocca, a formare una pozzanghera nella polvere. Cicatrici di ferite inferte da lame crudeli riempivano il suo petto e ogni respiro aumentava la sua agonia.

Il toro era prossimo alla morte, ma rifiutava di morire. Fisso’ con tono di sfida il suo avversario, Javier Cortes (nella foto). Si alzo’ lentamente da terra e si preparo’ a caricare il matador un’ultima volta.

Javier rise e provoco’ il toro con la sua cappa, mentre il toro avanzava incespicando. Questa era la parte che Javier amava piu’ di tutto, il momento in cui il matador puo’ praticare la sua “arte” infilando la spada a fondo nel cuore del toro, per poi rigirarla con cattiveria a disegnare una croce nel cuore dell’animale.

Il matador aveva gia’ affondato la sua spada lunga piu’ di mezzo metro tre volte nel corpo di Santanero. Il toro era anche stato pugnalato 8 volte e i suoi polmoni erano stati perforati con degli arpioni da uomini a cavallo – ma ancora l’animale rifiutava di morire.

La folla aspettava col fiato sospeso il colpo di grazia del matador. Ma proprio allora, mentre il matador stava per colpire Santanero, una fievole voce squillo’ dietro di me nell’arena Las Ventas di Madrid.

“Lascia stare il toro!” urlo’ una bambina americana di 5 anni che era stata portata alla corrida dai genitori. “Perche’ gli fai male? Sei crudele!”. Si mise a battere i piedi e a urlare ancora piu’ forte, mentre la folla la guardava scioccata. Per come la vedevano loro, la bambina stava disturbando un artista al lavoro.

Le sue suppliche non servirono a niente. Il matador conficco’ la sua spada nel collo di Santanero, e ripete’ l’affondo altre due volte. L’animale urlo’ di dolore un’ultima volta prima di cadere su un fianco. Era finito.

Tutto quello che rimaneva ora era l’ultimo insulto alla sua dignita’: essere ucciso da un uomo vestito in un completo blu e rosa ricoperto di lustrini. Il torero taglio’ le orecchie e la coda di Santanero e le tenne in alto come tributo alla fola.

Questa scioccante brutalita’ e’ ovviamente ben nota nelle arene spagnole. Ma quel che non e’ noto e’ che i nostri soldi sono usati per finanziare questa macellazione rituale. Perche’ vi posso rivelare che l’Unione Europea spende 38 milioni di euro l’anno per sostenere la corrida spagnola, che quest’anno uccidera’ almeno 40.000 tori.

L’UE ha anche restaurato delle arene, e gli spagnoli vogliono che riconosca la corrida come una tradizione che rappresenta la cultura europea. Se questa richiesta venisse accolta, sarebbe virtualmente impossibile abolire la corrida in Spagna e anzi alla corrida verrebbe data una vernice di rispettabilita’ agli occhi del mondo.

“Abbiamo cercato di bloccare questi sussidi europei alla corrida spagnola, ma finora senza successo”, ha dichiarato Neil Parish, eurodeputato conservatore e direttore del Comitato Agricoltura del Parlamento Europeo. “Le tasse dei cittadini europei non dovrebbero essere usate per sostenere la corrida. E’ uno spettacolo aberrante. Vorrei vederlo abolito, ma se non riusciamo a farlo, il minimo che l’UE possa fare e’ smetterla di sostenerlo coi sussidi.”

I sussidi vengono assegnati attraverso due vie principali, entrambe nascoste in una burocrazia di complessita’ bizantina. La via principale e’ attraverso lo schema di “pagamento alla singola fattoria” della PAC, la Politica Agricola Comunitaria dell’UE, introdotta nel 2005. Questa sostituisce il sistema precedente, legato alla produzione di cibo, che aveva creato le famigerate montagne di burro.

Il nuovo sistema funziona tramite il pagamento di una tariffa ai proprietari terrieri – o pagamento alla singola fattoria – che usano la terra in qualsiasi modo scelgano. E’ un modo per far aumentare le rendite rurali senza causare sovrapproduzione di cibo.

In Gran Bretagna, per esempio, puo’ incoraggiare i contadini a coltivare orzo e grano biologici. In Spagna, i sussidi sono stati incanalati nell’allevamento di tori da corrida.

In media, ogni allevatore di tori da combattimento riceve 235 euro per animale ogni anno. L’allevatore riceve sussidi per 4-5 anni per allevare gli animali fino all’eta’ in cui possono essere usati nella corrida.

Dato che ogni anno in Spagna muoiono 40.000 tori nelle corride, il totale di sussidi UE pagati alla corrida finora ammonta a piu’ di 125 milioni di euro.

Ma questa e’ solo una parte della storia. L’UE da’ anche aiuti per costruire e restaurare le arene. Nella citta’ di Haro nella provincia di Rioja e nella citta’ di Toro in provincia di Zamora, l’UE e’ cosi’ orgogliosa del sostegno dato che ha fatto costruire enormi cartelli fuori dalle arene, che mettono in luce i suoi contributi.

Ma gli attivisti anticorrida sono convinti che questa sia solo la punta dell’iceberg. Temono che una parte significativa del totale degli aiuti europei all’agricoltura in Spagna – attualmente piu’ di 7 miliardi di euro l’anno – siano deviati al sostegno alla corrida e ad altre ‘fiestas’ sanguinarie – in cui una varieta’ di animali, compresi polli e mucche, vengono massacrati in rituali locali.

Un’altra fonte di finanziamento e’ il programma UE per lo sviluppo rurale. Vengono concessi alla Spagna quasi 750 milioni di euro, da destinare a proprio piacimento. Questi vengono fatti arrivare ai paesi e alle cittadine in modo che sindaci e autorita’ locali possano aumentare la propria popolarita’ restaurando arene o finanziando le feste sanguinarie.

“Gli organizzatori di corride in Spagna mi hanno detto che amano l’UE perche’ adesso ricevono abbastanza sussidi da poter ammazzare 15 o 16 animali in una fiesta anziche’ solo 1 o 2 come prima”, dichiara Tony Moore, un veterano del gruppo protezionista “Lotta alla crudelta’ sugli animali in Europa”.

“L’UE sta sovvenzionando la tortura dei tori nelle arene e di innumerevoli altri animali nelle ‘feste di sangue’ dei villaggi. Trovo assolutamente disgustoso che una parte delle mie tasse vada a sostenere il maltrattamento di animali. E’ una beffa alle stesse leggi dell’UE e deve aver fine.”

Forse non c’e’ da stupirsi del sostegno finanziario dell’UE alle corride. Il presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso, portoghese, ne e’ un appassionato sostenitore. Quando era primo ministro in Portogallo ha eliminato il divieto di uccidere i tori alla fine delle corride, che vigeva da 76 anni. E il presidente francese Nicolas Sarkozy e’ un noto sostenitore degli sport sanguinari.

Da parte sua, la Commissione Europea sostiene che non e’ in suo potere impedire che i soldi dell’UE siano usati per sostenere la corrida. “Non e’ nostro desiderio o intenzione che i nostri soldi vadano alla corrida e simili”, dichiara il portavoce della Commissione Europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Agricolo. “Non approviamo l’uso dei soldi dell’UE per sostenere le corride, ma non possiamo impedirlo. E’ al di fuori della nostra competenza legale.”

Il giorno dopo aver visto Santanero morire, sono stato portato dal Comitato Europeo anti-corrida a visitare l’allevamento in cui era nato e cresciuto.

La fattoria Cortijo Wellington, che si trova appena fuori Madrid, riceve piu’ di 150.000 euro l’anno di sussidi europei per allevare tori da combattimento per le arene. Eppure, per l’allevatore Domingo Gonzales il denaro “non e’ sufficiente”.

“I tori da combattimento sono costosi da allevare”, afferma. “La gente non capisce quanto costa produrre i migliori tori del paese. Sono orgoglioso di loro.”

Una rapida occhiata alla sua fattoria di 700 ettari con 700 tori mi fa chiedere perche’ siano cosi’ dispendiosi da allevare. I tori sono lasciati per lo piu’ al pascolo, e si nutrono di quello.

Le costruzioni in muratura sono decrepite. I pochi operai marocchini dormono in rozzi stabili attaccati alla fattoria. Sembra che l’unica cosa costosa, li’, sia il camioncino di lusso.

Il signor Gonzales si considera un filantropo oltre che un uomo d’affari. Vende – e occasionalmente dona – ‘cuccioli di toro’ alle fiestas locali.

“Allevo tori di due anni per i bambini dei villaggi”, dice. “Tra poche settimane ci sara’ un festival speciale per i bambini. Giocheranno e combatteranno coi tori. Li rincorreranno per le strade e tireranno loro la coda e le orecchie. Finiranno col pugnalarli con piccole spade e coltelli. I bambini amano far questo.”

“Ma non sara’ crudele?”, chiedo. Mi guarda. “Gli animali non sentono dolore”, dice. “Sono fatti per combattere. Se non li allevassimo e non li facessimo combattere, non esisterebbero”.

Purtroppo, queste feste sanguinarie sono comuni in tutta la Spagna – molto piu’ frequenti delle corride – e comportano una morte crudele per centinaia di migliaia di animali.

Una festa “sportiva” particolarmente popolare consiste nell’appendere i polli per le zampe a testa in giu’ sui fili per stendere il bucato. Gli abitanti del paese corrono sotto la fila di animali e tirano via le loro teste per vincere dei premi.

Un’altra consiste nel mettere dei polli in delle scatole, con la testa che sporge fuori. Gli uomini e i ragazzi tentano di tagliare quante piu’ teste possono mentre sono bendati.

In altre fiestas ci sono “giochi” in cui le mucche vengono rincorse e costrette a buttarsi in mare, dove annegano. Altre sono ugualmente barbare, come i famigerati festival del “toro di fuoco”. In questi festival, vengono attaccate alle corna del toro delle palle di cera o paraffina infuocate, e gli animali terrorizzati vengono rincorsi per le strade. Ci sono almeno 10.000 feste del toro di fuoco ogni anno nella sola provincia di Valencia.

Ovviamente, molti di questi animali muoiono bruciati. E praticamente tutti sono state allevati con l’aiuto dei sussidi europei.

Queste orripilanti feste sanguinarie fanno apparire le corride come quella cui ho assistito a Madrid come qualcosa di relativamente civilizzato. Ma anche qui le apparenze possono trarre in inganno. I tori vengono manipolati prima della corrida per indebolirli.

Una tattica comune e’ quella di far loro ingurgitare a forza un chilo e mezzo di sale inglese per indurre diarrea e disidratazione, spasmi muscolari e crampi.

Un altro trucco e’ tagliare via dieci centimetri delle loro corna, in modo che non possano ferire seriamente il torero, ma soprattutto per alterare il loro senso dello spazio e dell’equilibrio.

Per rendere la lotta ancora piu’ impari, i tori vengono spesso drogati, per rallentare le loro reazioni. E come se non fosse abbastanza, uomini a cavallo trafiggono i polmoni del toro con degli arpioni non appena entra nell’arena. Oltre a procurare al toro un enorme dolore, questo assicura che i polmoni gli si riempiano di sangue e inizi a soffocare lentamente. I toreri non sono praticamente mai in pericolo.

La barbarie della corrida e’ indiscutibile e la Spagna sta gradualmente iniziando a rendersene conto. Recenti sondaggi indicano che solo un quarto degli spagnoli sono interessati alla corrida, e solo un 8% partecipa.

La corrida sembra inoltre essere una questione generazionale, con i piu’ anziani che la sostengono e i piu’ giovani che vi si oppongono. Questo si vede anche dalla partecipazione alle corride.

Alla corrida di Las Ventas a cui sono stato – l’arena piu’ famosa del paese – il pubblico era di solo 5.000 persone (la capacita’ era di 22.500 posti). La maggior parte delle persone aveva piu’ di 45 anni. Praticamente tutti i giovani erano turisti, forse attratti dal “romanticismo” della corrida diffuso dalle storie di Ernest Hemingway ambientate nella Spagna pre-rivoluzionaria.

Quindi forse la bambina che ha gridato al torero di risparmiare il toro rappresenta il futuro. Per il bene dei tori – e per la reputazione e l’onore della Spagna – speriamo sia cosi’.

Nel frattempo, voi e io dobbiamo ricordare che, attraverso l’UE, stiamo finanziando questo cosiddetto “sport”.

Versione originale:

Danny Penman
Fonte: www.dailymail.co.uk
Link: http://www.dailymail.co.uk/news/worldnews/article-1034484/How-family-Britain-paying-alive-barbarism-bullfighting.html
12.08.08

Versione italiana:

Fonte: www.agireora.org
Link: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=570
31.07.08

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