Accuse di appropriazione indebita sono state rivolte a Marine Le Pen, e a molti dei suoi stretti collaboratori, appena una settimana prima della sfida tra la leader di Rassemblement National e il presidente in carica Emmanuel Macron, nel secondo turno delle presidenziali francesi del 24 aprile.
Sabato 16 aprile infatti, la testata francese online Mediapart ha pubblicato parte di un rapporto di 116 pagine scritto dall’Ufficio per la Lotta Antifrode (OLAF) dell’Unione Europea, in cui si afferma che Marine Le Pen, suo padre Jean-Marie Le Pen, il suo ex partner Louis Aliot e un’altra figura di spicco del partito Bruno Gollnisch, hanno abusato di quasi 620.000 euro di fondi dell’UE quando erano membri del Parlamento europeo.
Secondo il rapporto, la leadership di Rassemblement National (precedentemente noto come Fronte Nazionale) non si è appropriata del denaro per l’arricchimento personale, ma piuttosto lo dirottava per scopi di partito. Mediapart ha citato casi di presunta appropriazione indebita da parte di Le Pen in cui lei, tra le altre cose, ha rivendicato i soldi dell’UE per pagare le camere d’albergo per oltre una dozzina di membri di Rassemblement National che hanno preso parte a degli incontri e conferenze.
Secondo quanto riferito, l’OLAF ha trasmesso le sue conclusioni alle autorità francesi a marzo, con l’Ufficio del Pubblico Ministero di Parigi che ha confermato che i materiali erano “in corso di esame.”
Marine Le Pen e le altre persone citate nel rapporto hanno negato qualsiasi illecito. Nella sua risposta scritta all’OLAF, Marine Le Pen ha contestato le accuse, affermando di essere “non responsabile” degli errori, se veramente ci sono, commessi dal suo staff e dagli altri soggetti coinvolti nelle indagini.
Parlando ai media francesi, l’avvocato di Le Pen, Rodolphe Bosselut, ha espresso sgomento per il “modo in cui agisce l’OLAF”, insistendo sul fatto che alcuni degli eventi menzionati nel documento erano “fatti vecchi, avvenuti più di 10 anni fa”. Bosselut ha anche osservato che alla stessa Le Pen non è stata data l’opportunità di conoscere il rapporto finale, aggiungendo che l’indagine è stata avviata nel 2016. Ha concluso quindi che le accuse sono una “manipolazione”.
Un portavoce del partito Rassemblement National ha messo in dubbio la tempistica delle affermazioni, emerse solo una settimana prima che Le Pen affrontasse Macron nel ballottaggio delle elezioni presidenziali del 24 aprile. Con la rivincita a pochi giorni dall’arrivo, nel trattempo entrambi i candidati sono impegnati a cercare di conquistare i sostenitori del candidato di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, che per poco non è riuscito ad arrivare al secondo turno.
Secondo quanto riportato da Mediapart, il Parlamento Europeo si prepara a chiedere il recupero delle somme a ciascuno dei protagonisti interessati: oltre a Marine Le Pen (136.993 euro), dovrebbero essere chiesti 303.545 euro a Jean-Marie Le Pen, 43.257 euro a Bruno Gollnisch e 2.493 euro a Louis Aliot.
Massimo A. Cascone, 18.04.2022